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Autore: Engel_Aranel    08/12/2014    0 recensioni
Questa merda di nebbia non mi permette di vedere dove sto andando. Sto guidando lentamente mentre lo sfrigolio della radio mi tiene compagnia. Non si vede nulla. Sembra di essere immersi nel vuoto più totale. Non ho idea di dove mi trovo in questo momento, ma continuo a proseguire lungo la strada che man mano prosegue dentro la nebbia. Non ho idea di quanto tempo mi ci vorrà, ma tanto non ho fretta. Anche se ancora non capisco come merda ho fatto a ritrovarmi in questa situazione del cazzo.
Genere: Azione, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Non credo di riuscire ad affrontare tutto ciò. Devo uscire dalla mia stanza e affrontare Carolyn, ma non ne ho la forza e neanche la voglia. Mi tiro su e mi siedo sul letto, poggiando la testa al muro, cercando di trovare una soluzione. Recupero il telefono sul comodino e lo accendo. Subito vibra ripetutamente, facendo comparire le numerose chiamate perse di Carolyn e qualcuna di Jason, ma solo una mi colpisce: Bill. Una semplice chiamata che spicca in mezzo a tutte. Lo richiamo.

«Pronto?» il suo tono è tranquillo.

«Sono io, Ev...» sussurro.

«Lo so, come stai?» domanda con fare premuroso.

«Mh..» il verso mi esce spontaneo.

«Cosa c'è?».

«No, niente!» mi affretto a rispondere.

«Non prendermi in giro...».

«Ho paura...» mi esce ad un tratto.

«Dieci minuti sono li. Scendi e andiamo a farci un giro» afferma serio.

«Veramente io...» ha attaccato.

Appoggio nuovamente la testa al muro lasciando che sbatta leggermente. E ora? Sarà meglio che mi cambio. In pochi minuti sono pronta e quando il mio telefono vibra prendo un profondo respiro.

 

Da Bill: Sono qui sotto, ti aspetto.

 

Chiudo gli occhi e respiro un paio di volte. Recupero una borsa buttandoci dentro poche cose, apro la porta e mi fiondo verso l'uscita cercando di evitare tutti per l'ennesima volta.

Salgo in macchina velocemente e Bill mi osserva curioso.

«Io ti porto via di qui, ma tu devi dirmi tutto...» afferma accendendo l'auto.

«Io veram-».

«Deciditi. O stai qui o vieni con me a queste condizioni» annuisco solamente e lui parte. Non ho idea di quale sia la meta e poco importa.

«Quindi?» rompe il silenzio lui, io mi schiarisco la voce per poi iniziare a raccontare tutto. Sputo fuori tutto d'un fiato, non sicura che lui mi stia seguendo, ma non m'interessa, ho bisogno di sfogarmi.

«Non è stato così difficile, vero? Non sei più tranquilla ora?» domanda lui non appena finisco, mentre finalmente parcheggia. Lo fisso per qualche istante pensandoci su, poi sorrido abbassando lo sguardo.

«Già» dico solamente. Lo sento sorridere, poi scende dall'auto.

Scendo velocemente anch'io e lo seguo velocemente all'interno di un bar. Un locale molto bello e dall'aspetto costoso.

«Prendi quello che vuoi...» dice sedendosi ad un tavolo e porgendomi un menù.

«Non credo di potermi permettere qualcosa qui, sembra tutto carissimo» affermo rifiutando il menù.

«Ti ho detto di prendere ciò che vuoi, offro io...» ribadisce insistendo. Prendo l'elenco e comincio a sfogliarlo, infine opto per una semplice brioches ripiena ed un cappuccino. La cameriera mora porta tutto in un batter d'occhio e poco dopo stiamo sorseggiando le nostre bevande.

«Cosa vuoi fare dopo?» Domanda Bill.

«So cosa non voglio, ovvero entrare di nuovo in quell'hotel...».

«Dovrai affrontarli prima o poi...».

«Sì, ma non ora...».

«E del ragazzo in ospedale?».

«Lui è l'ultima persona che voglio vedere ora, nonostante le sue condizioni...» Bill annuisce e torna a bere il suo caffè lungo.

«Puoi stare da me e Tom, se vuoi... ma a tuo rischio e pericolo...» dice tranquillo, anche se a me spaventa un po'. “a tuo rischio e pericolo”? Cosa vuol dire?

«Ehm... grazie...» mormoro finendo poi il mio cappuccino.

«Non ringraziarmi, non è detto che ti piaccia...» Non riesco a capire perchè risponda così. Invece di tranquillizzarmi mi mette ansia, ma in ogni caso è meglio questo che tornare all'hotel.

«Ti porto a casa, ho un appuntamento tra poco e non posso tardare...» Afferma guardando l'ora sul suo iPhone. Si alza e lascia sul tavolo qualche dollaro.

«Dove devi andare?» domando curiosa mentre lo seguo.

«Non sono affari che ti riguardano e più ne stai fuori e meglio è per te» apre l'auto e sale, io lo imito e nel giro di qualche secondo siamo per strada. Durante il tragitto il silenzio regna, poi ad un tratto Bill sbuffa.

«Merda, sono in ritardo! E' un problema se ti porto con me? Con questo traffico non arriverò mai se ti porto ancora a casa!».

«No, non è un problema».

«Promettimi che non uscirai dall'auto una volta arrivati» dice serio.

«Se non ci metti tan-».

«Promettilo e basta, in ogni caso».

«Va bene, d'accordo!» Esclamo alzando le mani in segno di resa.

Ci vuole mezz'ora di viaggio prima che il ragazzo si decida a fermarsi. Non ho idea di dove siamo. Ma l'atmosfera è cupa e pare tutto deserto.

«Io arrivo il prima possibile, tu non ti muovere» scandisce ogni parola per essere sicuro che io abbia inteso. Annuisco e lui scende dall'auto recuperando le chiavi e chiudendomi dentro. Si allontana a passo deciso e sparisce dietro l'angolo. Appoggio la testa e sospiro, sperando che non ci metta troppo.

Dieci minuti sono passati e io comincio ad annoiarmi. Il telefono è spento per evitare le chiamate degli altri, frugo in giro per l'auto alla ricerca di qualcosa d'interessante, ma niente. Accendo la radio, cambiando svariate volte la stazione prima di trovarne una decente. Mi appoggio al sedile e chiudo gli occhi per un po', assimilando la musica che esce dalle casse.

Venticinque minuti e ancora niente. L'attesa mi snerva. Detesto aspettare, inoltre non so per che motivo. Riprendo a frugare nell'auto e alla fine esce un accendino. Bingo! Accanto ci sono delle sigarette e ne prendo una, pensando che Bill non se ne accorgerà nemmeno. Apro l'auto dall'interno e scendo dal sedile. Richiudo la portiera e mi appoggio al cofano della macchina. Porto la sigaretta alle mie labbra, poi avvicino l'accendino. La carta del piccolo tubicino prende fuoco velocemente ed aspiro avida la prima boccata di fumo. Il rosso scorre veloce bruciando il tabacco. Un urlo e la sigaretta scivola via dalle mie labbra. Il mio corpo sobbalza e l'accendino raggiunge la sigaretta a terra. Che cosa sarà stato? Mi chino a raccogliere tutto, ma un secondo urlo mi fa sobbalzare nuovamente.

«Vedi di non deludermi un altra volta!!» sento e riconosco quella voce arrabbiata.

La figura di Bill compare da dietro all'angolo dov'era sparito ormai quaranta minuti fa e il suo viso è tutt'altro che dolce.

«Che cazzo stai facendo tu?» domanda mentre si avvicina. Mi alzo e indietreggio fino alla portiera.

«Ho trovato delle sigarette... sono scesa per fumarne una, spero non ti dispiaccia...» Rispondo.

«Non ti avevo detto di stare in macchina?» il tono è sempre duro.

«Sì, ma-».

«Di questo passo non starai molto qui..» commenta per poi salire in auto.

Salgo anch'io richiudendo la portiera velocemente. Mi metto la cintura e mi appoggio al sedile, decisa a non emettere un suono. Bill riparte velocemente.

 

Neanche quando arriviamo a casa sua, Bill decide di aprir bocca e lo stesso vale per me. In questo momento mi sento totalmente fuori posto ed indesiderata, ma che altre alternative ho? Tom compare sulla soglia della cucina e ci saluta, notando subito che qualcosa non va.

«Che succede? Cosa ci fa lei qui... di nuovo?» domanda al fratello riferendosi a me.

«Stai zitto, non ti ci mettere pure tu! Chad è un coglione e lei non è molto più furba!» sbraita Bill chiudendosi poi in una stanza.

«Che Cristo ha fatto?!» Domanda più per poter urlare che per ricevere una vera risposta. Se ne va anche lui sbattendo rumorosamente la porta di un'altra stanza

Ma chi me l'ha fatto fare? Vado in cucina e mi prendo un bicchiere d'acqua, non prima di aver aperto ogni singolo mobile per trovarne uno. Torno nella sala e mi accuccio sul divano guardandomi intorno. È tutto silenzioso, nulla si muove od emette rumore. Sospiro pesantemente e dopo un quarto d'ora decido di alzarmi e di visitare la casa.

Rientro in cucina, ispezionandola in ogni porta, poi torno in sala e dopo passo nel corridoio salto le due porte che si sono chiusi i gemelli alle spalle e arrivo d altre due porte. Una è quella del bagno di un bianco perfettamente lucido e pulito, l'altra non si apre. Perchè? Che c'è li dentro? Recupero una forcina dai miei capelli provando ad aprirla, ma niente. Una porta scatta, ma non è quella che stavo cercando di aprire io. Mi alzo di scatto e mi volto verso il rumore. Tom esce dalla porta e mi fissa per qualche istante.

«Se cerchi il bagno è l'altra porta, se stai cercando altro ti conviene stare alla larga da lì, prima che Bill si arrabbi più di quanto già non sia...» Dice tranquillo andando poi nella cucina.

«Cosa c'è là?» domando seguendolo.

«Dovresti imparare a farti i fatti tuoi, lo sai?».

«E' difficile essendo in casa vostra...».

«Vattene allora, nessuno ti obbliga a star qui, la porta d'uscita è aperta...» risponde mordendo qualcosa da mangiare. Apro la bocca per replicare, ma la richiudo subito, ha ragione. Mi allontano recupero la mia borsa e mi dirigo verso la porta. La maniglia si abbassa, ma un rumore che non corrisponde ad essa si espande per l'atrio.

«No, rimani! E' tutto a posto!» Bill esce dalla sua stanza, lo sguardo ancora duro, ma la voce lo tradisce.

«Per cosa? Per starmene sola in una casa sconosciuta?» questa volta è il mio turno d'arrabbiarmi. «No! Mi arrangerò in un altro modo! Grazie lo stesso!» apro la porta ed esco. Una mano mi ferma.

«Lo sai che non puoi tornare là...» afferma convinto.

«Prima o poi dovrò affrontarli, no? L'hai detto tu».

«Resta...» e io non riesco più a rispondere. Lo guardo per qualche istante, la sua voce è supplichevole, ma il suo volto è duro e deciso. A cosa devo credere?

«Solo se smettete d'ignorarmi o maltrattarmi...» affermo dopo qualche minuto. Lui annuisce e io rientro richiudendomi la porta alle spalle.

«Grazie» bisbiglia impercettibile e si volta per andare in sala.

«E quella cos'è?!» Domando incredula e spaventata.





ARIECCOMIIII!!!!
Finalmente ci sono riuscita! E' corto, fa un po' cagare, ma passatemelo per buono perchè è stato un disastro da fare! Tra la mancanza di tempo e la voglia di scrivere è passato più di un mese dall'ultimo capitolo! PERDONATEMI se potete!
Cooooomunque eccoci quiii! Con un banner, finalmente, per cui ringrazio @njaals (la trovate su Twitter)!
Spero vi piaccia, a me molto! :)
E la storia come vi sembra? Un po' confusa forse, ma è ciò che volevo, dal prossimo sarà tutto più chiaro! :) 

A presto, spero!
Baciii ♥
   
 
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