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Autore: ShairaKrane    08/12/2014    3 recensioni
"Non tutti gli umani sono uguali, mi sento più vicina a voi Autobot che a loro" Disse Keira, guardandolo negli occhi con serietà. Il suo sguardo ambrato, era piuttosto intenso e luminoso.
"Perchè sei stata cresciuta da lui...ma cosa penseresti di me, se fossi stata allevata normalmente dai tuoi genitori naturali?" Lui rispose con cipiglio severo.
"Non lo so...ciò che credo fermamente, è che se tu fossi umano, ti amerei."
Lui cercò di non mostrare sorpresa.
"Ami sviare i discorsi, Keira. -Si ritrovò tuttavia a pensare.- Umano...perdonami. non vorrei esserlo. Ho sbagliato a fidarmi degli esseri di questo pianeta."
"Sbagliare...è umano, Optimus. Hai semplicemente seguito il tuo cuore...o scintilla, in questo caso."
Una storia un po' lunga, che spero di continuare ad un certo ritmo, ambientata tra la fine del Terzo Film e gli eventi principali del Quarto.
Con l'inserimento di un personaggio Original, il mutamento di uno vecchio e la presenza di quasi tutti quelli classici, spero possa essere una lettura piacevole.
Genere: Azione, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bumblebee, Nuovo personaggio, Optimus Prime, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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They say we are what we are,
But we don't have to be,
I'm bad behavior but I do it in the best way,
I'll be the watcher (watcher) of the eternal flame,
I'll be the guard dog of all your fever dreams,


Aveva fissato la figlia correre dentro l'enorme l'edificio e il suo comportamento non lo aveva per niente lasciato indifferente.
La scintilla nel suo petto, fremette di rabbia per un istante e forse anche d'invidia nei confronti di Optimus.
Non si era mai ritrovato in una situazione del genere con la figlia, o meglio... lei non gli aveva mai rivolto un tono così arrabbiato.
Erano sempre andati d'accordo e ora...non comprendeva più Keira tutto ad un tratto.
Passarono pochi secondi, poi quel pensiero svanì e serrò i pugni di scatto. Si era innervosito e per tutto lo stress accumulato, il suo contegno aveva iniziato a vacillare.
Da Decepticon, non era mai stato paziente. Opportunista, calcolatore, quello si...ma paziente mai.
Nei circuiti cerebrali, gli balenarono persino pensieri che solo quando era Starscream, avrebbe fatto.
Arrivarono impetuosi, ma fortunatamente riuscì a bloccarli prima che potessero comunicargli qualcosa.


Andò alla sua auto e vi salì, digrignando i denti. Sentiva l'Energon in sé, quasi ribollire.
Appoggiò le braccia e la fronte al volante, per calmarsi.
“Keira...in cosa sto sbagliando?”
Mormorò, tentando fino all'ultimo di non distruggere niente all'interno dell'automezzo.
Mise allora in moto, avviandosi per il centro città, sicuro che Optimus e gli altri Autobot, avrebbero tenuto sua figlia al sicuro.
Non sapeva però cosa fare e nemmeno perchè si stesse allontanando dalle KSI.
“Forse sto dando loro troppa fiducia...”
Pensò nuovamente ad alta voce e dovette portarsi una mano alla tempia, mentre rifletteva. Il suo lato da Decepticon, lo aveva fatto pensare in quel modo, molto probabilmente.
Il vecchio Starscream stava di nuovo comunicando con lui, lo stava tentando.


Non ti sei mai fidato di loro, perchè lo stai facendo adesso?
Vuoi proteggere Keira? Allora perchè hai lasciato che Optimus te la portasse via?”


Forse si, la voce di quei pensieri aveva ragione e lui si stava sbagliando nel fidarsi così tanto degli Autobot...non c'erano prove che Optimus Prime riuscisse anche stavolta a fare qualcosa.
“O forse sei solo tu che sei un emerito idiota, Alphatron.”
Frenò di scatto, udendo la voce di Ratchet rimproverarlo dai sedili posteriori. Parcheggiò e rivolse, alle scintille dietro di lui, la sua attenzione.
“Perchè lo sarei?”
Chiese acidamente e in modo distaccato, all'ufficiale medico. Quest'ultimo aveva ben capito quanto la mente dell'ormai amico, stesse vacillando in quel momento.
Pertanto non avrebbe permesso che potesse tornare a pensarla come un tempo.
“Davvero non ci arrivi?
Stai iniziando a pensare che Optimus o le circostanze, ti stiano portando via Keira. -L'altro seguiva attentamente le sue parole.- Quando invece, lei sta cercando di farti capire che può farcela anche senza il tuo aiuto costante.
Poco fa si è ribellata, perchè vorrebbe ottenere più fiducia da te.”
Alphatron inarcò un sopracciglio, ma rimase allo stesso tempo sorpreso.
Lei voleva fargli capire qualcosa?
“Fiducia? Lei ce l'ha completamente da parte mi-” “A me non sembra.”
Intervenne anche Ironhide, seppur con tono distaccato. Non aveva avuto modo di conoscere la ragazza, ma era riuscito ad ascoltarne il tono poco prima.
“Detto da me suona strano, ma lei era calma e seria quando ti ha risposto. Si è infuriata solo perchè non le lasci la libertà di agire in queste situazioni.”
Continuò, con strana serenità nella voce.
Una risata, sembrò provenire sia dalla scintilla di Sideswipe che di Dino.
Il primo, intervenne prendendo un po' in giro il superiore.
“Che strano sentir usare un tono di voce del genere da te!”
Rise ancora, contagiando anche Dino di fianco lui, il quale volle continuare la frase del compagno d'armi.
“Anche quando ci addestravamo con te, eri inflessibile e non ci lasciavi fare quasi mai da soli, Ironhide.
In particolar modo al nostro arrivo sulla terra. Ci hai sempre fermato, prima che ci buttassimo a capofitto in missione.”
Concluse, con il suo tipico accento italiano sulle parole.
L'esperto in armi, borbottò qualcosa di incomprensibile e si zittì. Ratchet ridacchiò e si mise ad osservare Alphatron.
Egli si era messo a pensare, appoggiato nuovamente al volante con fronte e mani.
Si stava ora sentendo veramente in colpa.
Avendo inoltre ascoltato attentamente i discorsi degli Autobot, si era ritrovato a riflettere su sé stesso e sul proprio comportamento nei confronti della figlia.
Si rese conto in quel momento che poco prima, stava pensando come il vecchio Starscream e ciò non lo fece sentire molto bene e sopratutto...capì di avere avuto un comportamento sbagliato nei confronti di Keira e di Optimus.
“Il mio affetto per lei...le causa fastidio.”
Mormorò, con un crescente senso di colpa, proveniente dalla sua scintilla. Fortunatamente, Ratchet intervenne nuovamente in aiuto del cybertroniano.
“No, non è così.
Tu hai paura di rimanere solo, Alphatron.
Lei ti ha amato sin da quando l'hai protetta da Megatron e quindi hai capito che, finalmente, qualcuno ti prendeva in considerazione.
Vedevi che un essere, che avevi sempre disprezzato, era in grado di darti fiducia e affetto. -spiegò, con calma e fermezza nella voce.- Ti sei quindi sempre sentito in dovere di proteggerla da genitore umano, ma questa volta devi fare ciò che lei ha fatto con te da sempre: fidati di lei.
E' una ragazza che è dovuta crescere tanto sul piano psicologico, per cui non devi opprimerla.”
L'ex-Decepticon, girò la testa verso Ratchet e portò la sua scintilla sul sedile accanto a quello del guidatore.
Dovette sospirare. Le parole dell'Autobot erano sin troppo vere e i suoi sentimenti per la ragazza, lo avevano solamente accecato.
“...avevo purtroppo bisogno che qualcuno me lo dicesse per capirlo. Sono un idiota.”
Si passò una mano tra i capelli grigiastri, scompigliandoseli nervosamente.
“Io te l'ho detto sin dall'inizio che lo sei, no?”
Gli rispose un ufficiale medico, piuttosto divertito. Voleva dopotutto risollevargli il morale.
L'altro lo guardò male, ma capì l'ironia e sorrise.
“Si, è vero. -si schiarì poi la voce, per tornare l'Alphatron sfrontato di sempre.- comunque...attendiamo qualche segnale da parte di Optimus, o torniamo indietro?”
Guardò anche le tre scintille, nei sedili posteriori.
“Io vorrei riavere un paio di gambe per muovermi. Per giunta mi mancano i miei cannoni.”
Rispose Ironhide, indispettito dal fatto che potesse ricordare pochi avvenimenti di Cybertron, a causa del danno subito dalla sua scintilla.
Ratchet tacque per qualche secondo, prima di realizzare qualcosa.
“Andiamo nell'officina d'auto più vicina.
Forse possiamo fare qualcosa.”
Dino e Sideswipe erano confusi, allo stesso modo il vecchio Decepticon. Tuttavia nessuno obiettò e Alphatron si mise nell'immediato alla ricerca di un punto di vendita auto, o di un'officina.


 
Oooooooh
I am the sand in the bottom half of the hourglass (glass, glass)
Oooooooh,
I try to picture me without you but I can't


Era entrata di corsa in quell'edificio, incurante di tutti coloro che ci lavoravano dentro. Voleva raggiungere Optimus, sentiva che qualcosa non sarebbe andato per il verso giusto.
Non capiva il perchè di quel presentimento, ma ultimamente, ogni volta che ne percepiva uno, molto probabilmente era reale e fondato.
Giunse finalmente ai laboratori, dove trovò il leader degli Autobot, in compagnia di Hound, Crosshairs e...del capo delle industrie KSI.
Quest'ultimo sembrava intento a far capire loro che l'edificio fosse proprietà dell'azienda. Tuttavia i tre cybertroniani non sembravano per niente calmi.
“I miei compagni non sono di vostra proprietà!”
Sentì tuonare la voce possente di Optimus, quindi si avvicinò per ascoltare meglio la conversazione.
Poteva percepire una rabbia fremente e trattenuta, provenire dal leader degli Autobot.
Vide però che quel tale, Joshua, le aveva rivolto uno sguardo. Doveva aver notato che lei non aveva alcuna paura degli alieni presenti.
L'uomo rispose ugualmente a tono al cybertroniano.
“Sei venuto a mostrare il tuo vero volto?”
Tra i presenti, chi sembrò irritarsi di più, fu Hound che puntò infatti il fucile contro l'umano. Optimus velocemente lo fermò.
Joshua non fece una piega, anzi, inveì su ciò che stava dicendo.
“Noi qui abbiamo raggruppato solo gli alieni morti nelle battaglie che voi, avete provocato.
Innovazione, scienza! Ecco cosa creiamo qui
Non c'è limite al progres-” “Non siamo tecnologia per voi! Non lo capite? Abbiamo vite, come le avete voi esseri umani!”
Optimus sbottò e ruppe qualcosa che si trovava sotto di lui. La sua ira fece sobbalzare anche Keira, che però non si era ancora fatta vedere dall'Autobot.
Tuttavia, quel suo comportamento adirato, la lasciò intimorita. Dov'era il leader che poche ore prima l'aveva incoraggiata? Il suo sangue freddo, dov'era finito?
Forse però doveva capirlo...i suoi compagni, stavano venendo usati come oggetti.
“Questa è crudeltà, rivolta a noi. Abbiamo cercato di proteggervi, di aiutarvi!
Se ogni essere di questo mondo sapesse che voi-” “Approverebbe. -Joshua lo interruppe con aria quasi soddisfatta.
L'Autobot lo fisso interdetto, muovendo gli occhi per la sorpresa.- Siete obsoleti, fate di testa vostra e ci procurate solo problemi!
Possiedo il vostro genoma, ho decodificato le vostre strutture...possiamo quindi ricrearvi, fabbricarvi...


non c'è più bisogno di voi, lo capisci?”


Calò un silenzio gelido tra i presenti, in quel preciso istante.
Quella semplice frase, composta da poche parole, arrivò come una pugnalata o uno sparo, al petto di Optimus Prime e forse, anche dei suoi compagni.
Keira stessa, vide la luce negli occhi del leader degli Autobot, affievolirsi per la delusione. Lui sembrò persino sospirare, mentre distoglieva lo sguardo.
Aveva dedicato parte della sua esistenza, alla protezione degli umani...e ora: veniva tradito e pugnalato.
Trattato senza ritegno alcuno, come un animale qualsiasi.
“Questa era...” “Crudele”
Hound e Crosshairs, finirono la frase l'uno dell'altro e guardarono il loro capo. Egli si stava ormai girando, per andarsene.
“Autobot...su questo pianeta, abbiamo terminato.”
La sua voce, distaccata e affranta, fece sentire un peso sul cuore alla ragazza mora che stava a fare solo da spettatrice.
Vide lui e i suoi compagni andar via, senza che lei potesse dire niente. Il loro passo era allungato, ma lento.
La tristezza di Optimus, trapelava anche da quella camminata.
Quel Joshua invece, stava già per lasciare i laboratori, mostrando un'indifferenza tale, da far imbestialire Keira.
Quest'ultima gli corse incontro e gli tirò un pugno sulla guancia che, sicuramente, lui non si aspettava.
Non era mai stata una ragazza impulsiva, ma ciò che quell'uomo aveva detto...il suo comportamento, l'avevano resa cieca.
“Bastardo! -Urlò e cercò di tirare un altro pugno, venne però fermata.-Ci hanno sempre protetti!
Secondo te davvero i tuoi prototipi potrebbero sostituirli?! -Senza accorgersene, stava venendo bloccata da alcuni dei sicari del dipartimento Cemetery Wind.- Li hai trattati come oggetti, quando invece si sono sempre dedicati a no-AH! -Uno dei due individui, le torse il braccio, facendole decisamente male.- hn- Lasciatemi!”
Urlò, realizzando di essersi messa proprio nei guai da sola. Maledì sé stessa, per la sua improvvisa impulsività.


Cosa l'aveva spinta ad agire in quel modo? Forse...la sua gratitudine e devozione agli Autobot, a Ratchet, a Optimus...a suo padre, il vecchio e nuovo Starscream.
Si era sentita in dovere di 'battersi' in quel momento, per loro.
Come potevano venir trattati in tal modo? Senza che fosse detto un solo grazie o fosse loro riconosciuto qualche merito.
Il presidente della KSI, si stava massaggiando la guancia innervosito. La fissò dall'alto verso il baso, con però un'espressione comica in viso.
“Chi ha fatto entrare questa ragazzina? -La osservò con attenzione.- Deve sapere qualcosa su di loro, portatela via.”
“Allora meglio venga con noi.
Potrebbe rivelarsi utile per non far scappare gli Autobot, in modo da poterlo provare.”
Accanto a Joshua, giunse un altro uomo. Molto probabilmente doveva essere il capo del dipartimento della CIA.
Keira sembrò intuirlo da alcuni documenti, non troppo specifici, che aveva hackerato nelle ore precedenti.
Vide che lui la fissò con un cipiglio adirato. Sentiva del disprezzo, provenire da quell'uomo de dal suo sguardo.
“Cosa? Se ti stai riferendo a Galvatron proibisco deliberatamente di testarlo su un campo civile. E' ancora troppo instabile e pericoloso per la salvaguardia delle persone.”
Joshua prese a camminare verso uno dei settori che Keira non aveva avuto modo di osservare dalle telecamere.
Gli uomini del Cemetery Wind l'avevano ammanettata, per cui era costretta a seguire quei due uomini senza esitazioni. Era nervosa.
“Abbiamo la possibilità di vederlo in azione, non ti ricapiterà una seconda opportunità.
Non possiamo lasciar scappare Optimus Prime, ha attaccato e distrutto un appalto della difesa proprio sotto i nostri occhi! - lo guardò seriamente.- In più...vuoi il seme, oppure no?”
L'uomo si era avvicinato al presidente della KSI per chiederglielo senza farsi notare, ma la ragazza era riuscita ugualmente a sentire.
Joshua aveva distolto lo sguardo, quasi non volesse saperne, per un istante.
“Da questo momento l'operazione è sotto il controllo della CIA, quindi puoi startene in disparte. Vedi però di reagire!”
Superò l'uomo a passo svelto e i due individui che tenevano bloccata Keira, lo seguirono trascinandola con modi non troppo delicati o cortesi.
 
'Cause we could be immortals, immortals
Just not for long, for long,
And live with me forever now,
Pull the blackout curtains down,
Just not for long, for long,
Because we could be immooooooo- immortals,
Immooooooo- immortals,
Immooooooo- immortals,
Immooooooo- immortals,


I polsi ammanettati le dolevano e la delicatezza dei suoi due aguzzini non era certo da elogiare.
Tuttavia i suoi pensieri erano rivolti ai discorsi che i due di poco prima avevano fatto.
In particolare...a cosa si stava riferendo il capo del Cemetery Windi? Il seme che aveva nominato...a cosa sarebbe servito? Non poteva di certo trattarsi di qualcosa di biologico.
In più...Galvatron! L'essere che aveva visto dalle telecamere!
Alphatron aveva detto di aver percepito ancora le idee e la volontà di Megatron, scorrere in lui.
Cosa sarebbe successo se l'avessero attivato?
Quegli stolti di sicuro stavano sottovalutando il capo dei Decepticon.
Lei tuttavia, non poteva fare niente. Ormai era stata catturata e l'unica persona su cui poteva contare, era sé stessa.
Iniziò a sperare che il padre non si preoccupasse per lei, anche se era inutile farlo. Non era uscita dall'edificio con Optimus Prime, né con gli altri Autobot.
Era rimasta lì, come un'idiota, a proteggere e proclamare i loro diritti inutilmente.
Digrignò i denti e serrò i pugni: realizzò che quel pensiero, che stava creando, era sbagliato.
Gli Autobot sono esseri viventi quanto uomini e, in tutti quegli anni, a loro sarebbe sempre dovuto andare ogni merito per la sopravvivenza dei terrestri.
Gli esseri umani non sono mai stati assoggettati alla malvagità dei Decepticon poiché loro, gli Autobot, li hanno sempre difesi a spada tratta.
Non avrebbe quindi permesso, che si affibbiassero loro colpe che non avevano. Non era vero che non servivano più all'umanità, quel Joshua si sbagliava.
...ben presto l'avrebbe capito.

 
Sometimes the only pay off for having any faith,
Is when it's tested again and again everyday,
I'm still comparing your past to my future,
It might be your wound but they're my sutures,


Optimus si sentiva a pezzi, come anche gli altri membri della squadra. Proseguivano su quell'autostrada, intenti ad allontanarsi dalla città.
Guidavano in silenzio, senza che nessuno fiatasse. Era come se fossero stati presi in giro sin dall'inizio.
Cade, insieme alla figlia e Shane, erano a bordo di Bulblebee, tuttavia stavano notando che qualcosa li seguiva.
“Qui non va bene, non va bene per niente. Bee accelera!”
L'urlo dell'uomo, attirò anche l'attenzione di Optimus,che vide in lontananza un camion delle sue stesse fattezze e una Pagani, avvicinarsi.
L'autocarro si trasformò e saltò le barre di divisione delle due autostrade, per arrivare ad attaccare frontalmente gli Autobot, con dei missili.
Stava però distruggendo ogni cosa gli capitasse sotto tiro.
Dovettero schivare ogni missile, per riuscire a proseguire. Tuttavia all'improvviso altri ne vennero sparati, ma fortunatamente contro l'essere che poco prima era un camion.
Venne così distratto da qualcosa...o qualcuno.
Il gruppo potè quindi approfittare di quella distrazione, per tentare di fuggire.
“Bee, Optimus! Avanti andiamocene!”
Cade urlò, incoraggiando la Camaro gialla, a strisce nere.
Il leader degli Autobot non se lo fece ripetere e con tutti i compagni, si mise nuovamente in moto a velocità costante e spedita.
Tuttavia la loro distanza venne recuperata dalla Pagani dietro di loro, che sparò tre razzi. Bumblebee la riconobbe: era Stinger, il suo doppione creato dagli umani.
Si irritò nel vederlo su strada, ma Cade fortunatamente riuscì a fargli mantenere la calma.
L'automezzo controllato a distanza, provò a lanciare altri razzi, ma un'auto medica andò a sbattergli contro la fiancata destra e lo fece sbandare.
Optimus notò subito qualcosa di familiare in quell'auto, ma era incredulo.
“Non può essere- ma cosa-”
“Non meravigliarti, Prime: sono arrivati i rinforzi.”
Rapidamente, di fianco al leader degli Autobot, si era affiancata una Lamborghini gialla, ormai conosciuta dai presenti, guidata da Alphatron, il quale aveva anche un co-pilota.
Il leader Autobot fissò l'uomo sul sedile di fianco a quello del guidatore.
“Sei un pirata della strada.
Sarei dovuto esserci io alla guida! -Brontolò.- E' meglio che tu vada a pilotare aerei, Starscream!”
Brontolò colui che era in macchina con il Decepticon.
“Piantala di chiamarmi con il vecchio nome e-” “Ironhide!”
Optimus sembrò decisamente sorpreso, quella voce per l'Autobot era inconfondibile.
La sua incredulità non accennava a svanire, ma dalla suo tono profondo e serio, non trapelava.
“Come-” “E' una storia complessa, Optimus. Appena sistemiamo questi due dietro, ti diremo tutto. -Rispose beffardamente, eccitato per l'opportunità di poter combattere ancora, che gli era stata data.-
Dino! Sideswipe! Andate a coprire Ratchet!”
Urlò imperativo, mettendo fuori la testa dal finestrino.
Gli altri due Autobot, avevano ripreso, come l'ufficiale medico, la loro forma di automezzo.
Dino sfrecciava come una saetta rossa, affiancando Sideswipe che agilmente evitava ogni proiettile lanciatogli contro da Stinger.
Ognuno degli Autobot dati per dispersi: era tornato alla carica, più forte e con una voglia crescente di riscattarsi.
Solo in quel momento, Optimus notò quanto invece fosse diverso e strano vedere Ironhide, trasformato in un uomo.
Da umano appariva come un individuo sulla trentina o quarantina.
I suoi occhi azzurri scintillavano con determinazione, nonostante a volte venissero coperti dalla frangia dei capelli neri.
L'espressione concentrata, mostrava sempre di più la sua celata voglia di rompere e uccidere, chiunque gli si trovasse davanti e metteva in risalto la cicatrice nella parte destra del suo volto.
Dalle sue braccia si protraevano i suoi cannoni e con uno sparava verso l'autocarro nemico che li inseguiva. Erano l'unico elemento, che non lo facevano sembrare umano in quel momento.
“Vedi di guidare meglio! Non riesco a colpirlo se sbandi.”
Rimproverò Alphatron, per la sua cattiva condotta stradale e quest'ultimo fece una smorfia, mentre schivava dei razzi.
Fece una curva piuttosto stretta e Ironihide venne scaraventato male contro il sedile, dato che era appoggiato contro il finestrino con il busto.
Il contraccolpo alla schiena, lo avverti forte e chiaro. Non vi era abituato.
“Hn...che botta” “Sei in forma umana, non strafare! Mi pare che tu possa solo supportare gli altri in questo momento, quindi novellino...stai calmo!”
Alphatron era decisamente innervosito e si sentiva come un padre che rimprovera un secondo figlio, nel suo caso.
Sin da quando Ironhide aveva mutato forma poco prima, era stato lui a dargli le dritte su come agire nei confronti della nuova forma.
Aveva però dimenticato quanto quell'Autobot fosse testardo.
Sospirò, cercando di non pensarci.
Tuttavia non era ancora a conoscenza della figlia ora in mani nemiche.
Optimus dovette distaccarsi da loro, poiché un'esplosione lo costrinse a saltare un ponte insieme a Bumblebee, che dovette cedergli gli umani che stava trasportando.
Non fu difficile afferrarli e ritrasformarsi, per il leader degli Autobot. Il pericolo era però dietro l'angolo.
L'autocarro dietro di lui, riuscì ad evitare Bee e lo raggiunse in poco tempo, sparandogli contro altri razzi.
Dovette lasciare Cade e gli altri due a terra, per potersi trasformare e affrontare il nemico.
Tessa purtroppo si era ritrovata poco sotto ad Optimus e quindi vicinissima allo scontro.
L'essere che ancora non aveva detto il suo nome, dalla carrozzeria grigia-argentata, si scagliò contro il leader degli Autobot senza esitazione alcuna, iniziando così a fronteggiarlo.


Alphatron era dall'altra parte della carreggiata e aveva visto la scena mentre guidava. Ironhide di fianco a lui, stava ricaricando i cannoni surriscaldati, ma era pronto a sparare nuovamente.
“Dobbiamo aiutare Optimus, vai nell'altra corsia.”
“Ci sono anche i tre umani, con i tuoi cannoni potresti colpire anche loro. Per di più sei ancora instabile in questa forma...-gli rispose con tono freddo, il vecchio Decepticon.- Andrò io ad aiutarlo, prendi il volante.”
Con il suo ordine, lasciò Ironhide spiazzato.
“Come? Se io non posso fare niente, tu cosa pensi di-” “Muto e prendi il controllo dell'auto! Mi sono già incazzato troppe volte oggi, ho voglia di menar le mani.”
L'esperto in armi afferrò il volante, incredulo per le parole che...si, Starscream, gli stava rivolgendo.
“Non ti ho ammazzato in passato, ma giuro che prossimamente potrei farlo.”
L'altro aprì la portiera mentre ancora l'auto era in movimento, andava ad una certa velocità.
Sorrise beffardo e lanciò un'occhiata ad Ironhide.
“Oh beh, allora buona fortuna. Non mi faccio uccidere tanto facilmente. -Fece una pausa, dove il suo sguardo divenne omicida.- ah...ammaccami l'auto e sono io ad ucciderti.”
Saltò fuori dall'auto non appena finì la frase e atterrò sull'erba, rotolando.
Fece tuttavia in tempo a prendere con il braccio l'asfalto, per cui sul suo arto sinistro si creò un'abrasione profonda che lasciò vedere e fuoriuscire, alcuni dei suoi circuiti.
“Hn...bene, grazie alla mia bravata, non posso rimanere in questa forma per aiutare Optimus.- Si maledì per aver calcolato male le distanze tra l'auto e il prato a lato della strada.- Tanto vale buttarsi nella mischia.”
Si tolse la giacca elegante grigia, ormai ridotta a brandelli e raggiunse di corsa Cade a un lato della strada.
“Ehi pivello!”
L'uomo rimase sorpreso nel vederlo con il braccio in parte sfasciato e cercò subito di dire qualcosa, l'altro lo fermò sul nascere della frase.
“Dov'è la mia bambina? Con Crosshairs?”
Gli chiese in modo serio. Cade era confuso, stava pensando alla sua di figlia in pericolo, per cui le parole gli vennero fuori di getto e frettolosamente.
“Non lo so! Cioè- non l'ho vista da quando abbiamo lasciato la KSI, non era nemmeno con Optimus e gli altri.”
Alphatron sgranò nell'immediato gli occhi, ora privi di lenti a contatto. La preoccupazione lo assalì all'improvviso e la paura per la figlia lo travolse.
Guardò all'istante verso Optimus, il quale non se la stava passando molto bene con...Galvatron.
Il suo odio latente per quell'essere...era ormai risorto. La situazione creatasi inoltre con la figlia, non lo confortava di certo.
L'avrebbe ritrovata ad ogni costo, ma doveva affrontare un fatto per volta.
Digrignò i denti e si morse il labbro inferiore con forza, prima di mettersi in piedi.
“Vado ad aiutare Prime e...grrr, ci deve essere sempre di mezzo Megatron in qualche modo.”
Quanto lo odiava...
Si mise a scrocchiare le mani, chiuse a pugno, e da esse iniziò a sentirsi un suono metallico, sempre più roco.
“Dopo cinque anni...basta recitare la parte dell'umano.”
Il suo corpo lentamente prese a cambiare.
La trasformazione che stava subendo era simile a quella degli Autobot quando cambiano dalla forma dell'automezzo, a quella Cybertroniana, solo che questa...per Alphatron, sembrava più dolorosa.
I suoi circuiti e arti, dovevano aumentare di massa e volume. Si ricreavano e ampliavano, dopo cinque anni in cui erano rimasti inutilizzati.
Il vecchio Decepticon tratteneva gli spasmi di dolore e al termine della trasformazione, si ritrovò inginocchiato a terra, con il respiro affannato.
Il suo aspetto, ricordava quello di Megatron in tutto e per tutto, tranne per il colore del suo corpo. Esso era color pece e non grigio, con alcune parti del busto, delle gambe e delle braccia, argentate a forma di saette.
“Dopo cinque anni... -La sua voce profonda, ora era finalmente ricominciava ad avere quell'accentuazione metallica tipica dei cybertroniani.- ...sono tornato.”
Riprese le forze, si lanciò contro Galvatron, allontanandolo da Optimus. Gli bloccò le braccia e l'altro tentò all'istante di tenergli testa.
Non gliene avrebbe però dato la possibilità.
“Un verme che copia la mia passata forma...non sei un Autobot originale tu, vero?”
Si sentì dire, da quello che un tempo era il suo leader. Era forse lieto, che non lo avesse ancora riconosciuto e forse, era meglio così.
“Può darsi, ma almeno io ho mantenuto la mia anima, con il passare degli anni!”
Tirò un pugno contro la cassa toracica dell'avversario, trapassandolo, ma questi non fece una piega.
“Alphatron, no! Fermo!”
Sentì la voce di Optimus in ritardo, poiché Galvatron gli afferrò il braccio e lo spedì contro il leader degli Autobot.
Caddero insieme ed a entrambi, il nemico disse una frase.
“L'anima è per gli stolti e per chi vuole avere paura. Assoggettarsi ad essa, rende deboli e incapaci di reagire.”
I due si rialzarono nell'immediato, ma quando Optimus fu ritto in piedi, un proiettile di gradi dimensioni, lo trapassò da parte a parte, facendolo inginocchiare a terra.
“Prime!”
Alphatron non potè far subito niente, perchè dovette bloccare Galvatron che stava per colpire nuovamente l'Autobot.
Si preoccupò di difenderlo, proprio come un buon compagno d'armi farebbe. Il suo sguardo era determinato ad aiutarlo.
“Tu non sei uno di loro...no. Tu sei...come noi.”
L'ex-Decepticon ascoltò le parole del suo vecchio leader e le smentì chiaramente, dandogli un poderoso pugno sul viso.
Non si sarebbe fatto paragonare ancora, a uno come Megatron.
“Non più. -Disse con una serietà spiazzante.- Io sono rinato, ma la mia rinascita non ha nulla a che vedere con la tua, Megatron.”
Galvatron, di fronte a lui, lo fissò negli occhi con attenzione.
“Tu sei...Starscream.”
L'odio nello sguardo di quello che un tempo era un suo subordinato, era palpabile nell'aria. Quest'ultimo all'improvviso lo ignorò, per andar ad aiutare Optimus. Non gli importava niente di quell'essere corrotto, privo di anima.
Lo avrebbe distrutto un giorno. Si, lo avrebbe fatto definitivamente, ma ora Prime veniva prima.
“Ehi, tutto a posto? Chi ha sparato il colpo?”
Alphatron si guardò attorno, vide Galvatron richiamato dagli esseri umani e in fondo all'autostrada...un'enorme astronave.
Sotto di essa, un essere meccanico che veniva loro incontro.
“Vattene via da qui! E' Lockdown, vuole me.”
L'Autobot cercò di alzarsi e lui lo sostenne.
“Che diavolo fai-” “Ti aiuto. Non chiedermi di andarmene.”
Fece infatti per aiutarlo a spostarlo, ma un colpo sparato da un'arma a lui sconosciuta, di quel Lockdown, colpì entrambi.
Vennero catapultati all'indietro e atterrarono su un auto. Dentro di essa vi si nascose Tessa, che in vano, ora tentava di incitare i due cybertroniani a rialzarsi.
“Hn...la fai semplice mocciosa. Che diavolo di colpo.”
Alphatron faticava a muoversi, mentre Optimus nemmeno riusciva a rimettersi in piedi.
“Prime in piedi, avanti!”
Il Decepticon tentò nuovamente di sollevarlo, ma non ce la fece. Il colpo aveva danneggiato qualcosa anche in lui.
Nonostante infatti avesse ancora della forza, non riusciva a spostare l'altro neanche di un centimetro.
“Te l'ho già detto, vattene via Alphatron.”
Gli disse, tentando di far qualcosa per muoversi o fronteggiare Lockdown. Purtroppo però non riusciva a muovere quasi niente del proprio corpo.
“Allora? Ti ha danneggiato i circuiti di ricezione quel colpo?”
L'altro continuava a non rispondergli, finchè non lo fece con aria estremamente seria.
“Sono già scappato troppe volte in passato, Keira ci tiene a te. Non voglio vederla triste per la perdita di un amico.”
Optimus rimase sorpreso dalle sue parole e mosse la testa per alzarsi, ma ormai Lockdown era giunto fin lì.
“Ma tu guarda, è la prima volta che colpisco due bersagli allo stesso tempo. -L'essere metallico, li guardò dall'alto verso il basso, con aria decisamente superiore.- Poveri sciocchi, soprattutto tu Prime...un po' mi dispiace per te.
Così leale nei confronti degli umani e così ingenuo. Avresti dovuto immaginare che ti avrebbero tradito.”
Dalla nave alle sue spalle, si staccò nel frattempo una stra sotto-navicella di recupero.
“Chi ti ha mandato? Cosa vuoi da me?”
Alphatron cerco di muoversi, mentre Optimus parlava, tentò di attaccare quel Lockdown.
Prima però che potesse alzare una mano, questo gli afferrò il collo e glielo strinse.
“Lavoriamo tutti per qualcuno.
Tu...lui- Fissò l'ex-Decepticon, ora bloccato da lui.- e gli altri cybertroniani...non siete nati, siete stati creati.
Ora...i tuoi creatori ti reclamano, Prime. Io sono qui per compiere le loro volontà.”
Lasciò la presa su Alphatron e osservò la navicella.
“Sono anche un collezionista...per cui un essere come il tuo amico, può risultare interessante.
Metà umano e metà Cybertroniano.”
Optimus non riusciva a muoversi e nemmeno l'altro, Tessa non era utile, era solo spaventata, quindi nessuno dei tre potè evitare l'imminente cattura.
La rete venne calata su di loro e furono intrappolati.
“Maledizione! Non ora! Non posso permettermi una cosa del genere.”
Alphatron si dimenò, ma era ugualmente troppo debole per liberarsi. Maledì Lockdown con tutte le sue forze.
Il leader degli Autobot lo capiva alla perfezione, ma neanche lui poteva far nulla. Vide però Cade tentar di liberare Tessa, futilmente.
Lo guardò e l'altro ricambiò il suo sguardo.
“Avverti gli altri! Troverete un modo per arrivare da noi!”
L'umano annuì e osservò i due cybertroniani e sua figlia, portati via da quel Lockdown.
Vide Alphatron ancora intento a cercar di liberarsi.
“Devo trovare Keira, maledizione! Non ho intenzione di diventare un trofeo!”
Urlò e fu Optimus a fermarlo. Gli era sembrato disperato, sin da quando quella rete era calata su di loro.
“Prime lasciami! Devo tentare! Fammi provare ad uscire di qua!
Devo trovare la mia bambina...per favore...ti prego.”
L'Autobot non lo lasciò, ma potè capire la sua preoccupazione. Tuttavia era ignaro, come Alphatron, che Keira fosse prigioniera al momento, dei loro nemici.
“Anche se ti lasciassi, non riusciresti a rompere questa rete. Siamo entrambi troppo deboli.
Troveremo Keira, ma prima dobbiamo uscire da questa situazione!”
Il Decepticon, poco prima, non era riuscito a ragionare freddamente. Soprattutto non riusciva a spiegare a sé stesso, perchè fosse corso senza pensare, in aiuto di Optimus.
Era però stanco anche di pensare in quel momento. La trasformazione, il colpo subito e il trattamento di Lockdown, avevano contribuito a farlo sfiancare.
Doveva quindi dar retta al leader degli Autobot di fianco a lui. Stava dicendo ciò che era giusto fare dopotutto.
Annuì rivolto verso di lui.
“Va bene...perdonami Prime, mi sono fatto prendere dal panico.”
Ammise a sé stesso, di ammirare la freddezza che l'altro era in grado di mantenere. Lo guardo negli occhi.
La sua espressione era seria, ma vide che anche lui era preoccupato per qualcosa.
“Non ti scusare...a tutti noi capitano momenti di debolezza.”
Gli rispose, con tono però affievolito rispetto al normale.
“Questa frase mi è familiare...Keira l'avrebbe detta di sicuro...continuandola, dicendo anche che in questo modo...noi cybertroniani dimostriamo di essere umani.”
Optimus lo guardò e si mise a riflettere, notò la sua vena malinconica, ma un modo per uscire da quella situazione l'avrebbero di sicuro trovato.
Nemmeno lui voleva essere un trofeo.
“Si... è proprio una frase che lei direbbe...”
 
Keira.”


“No, papà!”
Si era liberata dai due aguzzini che l'avevano tenuta ferma fino a quel momento. La distanza che la divideva da quegli schermi, si, da quei vetri nei quali continuava a vedere le immagini di quella battaglia, si era ridotta a pochi centimetri.
Joshua e Attinger presenti nella stanza, come anche gli altri collaboratori, stavano ora fissando la ragazza con sguardi perplessi o di disprezzo.
Lei era in lacrime, aveva visto sino a quel momento il padre combattere, essere colpito e infine rapito.
“N-no...non può essere...anche tu Optimus...”
Persino il leader degli Autobot non era riuscito a sottrarsi a quel sequestro. Non riusciva più a sentire il cuore nel petto, tanto le doleva aver visto quegli avvenimenti.
Posò le mani sui monitor innanzi a lei e lentamente scivolò a terra, poiché le gambe le cedettero.
Stava piangendo a dirotto, disperata.
Non voleva rimanere sola, non ci sarebbe riuscita.
Perchè l'avevano portata in quella stanza, ad assistere a tutto quello?


“Avevo dunque ragione, questa ragazza è collegata agli Autobot.-Attinger la fece alzare in modo brusco.- Non sopporto gli esseri umani che sono dalla parte di quegli abomini.
Quindi ringraziami...forse rivedrai quello che tu chiami 'padre'. Sperando che Lockdown voglia un esemplare umano nella sua collezione.”
Il disprezzo nel tono di quell'uomo, fece adirare Keira che gli rivolse uno sguardo di puro odio. Le lacrime continuarono a scorrerle sul viso, ma la sua ira non la fece sentire più triste.
“Gli abomini...siete tu e Lockdown.
La pagherete per il male che avete fatto...è una promessa.”
La risposta della ragazza, sorprese l'uomo, che ricambiò il suo sguardo d'odio.
Keira non sapeva come, ma avrebbe ritrovato il padre ed Optimus e soprattutto...la sua promessa appena fatta a quell'uomo...l'avrebbe mantenuta.
 
Si, l'avrebbe mantenuta a costo di uccidere lei stessa quell'Attinger.
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L'angolo dell'autrice:
Accidenti ho ritardato un po' tanto con il capitolo, chiedo umilmente venia. Purtroppo il mio periodaccio si è prolungato, lo studio mi ha un po' tanto oppresso. Ho voluto sperimentare altri tipi di scrittura in altre fic, dato che sto cercando di migliorare un po' in ogni campo.
In futuro vorrei pubblicare qui su EFP la mia original story, per cui ogni accenno di miglioramente può aiutarmi per il futuro.
Bando alle ciance, passo al capitolo!
Sono frastornata in questo periodo, oltre perchè sta arrivando il Natale, anche per le varie cose che sto seguendo insieme, quindi spero che il mio "essere rimbambita" non venga fuori anche dalla fic.
Se no è la volta buona che mi butto dal balcone XD essendo che a questa Fic tengo davvero molto <3 *coccola Optimus*
Cooomunque, per rispondere ad alcune delle recensioni dell'ultimo capitolo: io non ho seguito molto la serie di Transformers Prime, per cui se ho fatto simile qualcosa, non me ne sono resa conto.
E' una serie che però vorrei iniziare, dopo le tante altre che sto seguendo al momento. Per cui ci darò un'occhiata e si sa mai che in futuro mi ispiri per altre fic <3
Per il resto...no ok, non posso dire niente sul futuro riguardante alcuni pg della storia, per cui...
Auguro come al solito una buona e scorrevole lettura a tutti <3
Un abbraccio,
XamuPrimeOakenshield
   
 
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