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Autore: Adeia Di Elferas    10/12/2014    3 recensioni
La morte di Lady Sybil, inattesa e orribile, ha gettato tutta la casa nel più profondo sconforto. Anche ai piani bassi l'atmosfera è triste e luttuosa, ma tra tutti il più colpito dalla tragedia sembra essere Thomas, normalmente cinico e freddo, adesso scosso dal dramma e profondamente disorientato. La morte della giovane, che lui stimava sinceramente, lo lascia in balia dei suoi sentimenti, sentimenti con cui raramente è desideroso di confrontarsi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Charles Carson, Jimmy Kent, Thomas Barrow
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Upstairs & Downstairs Abbey'
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~~'Lei era l'unica che valesse davvero qualcosa, qui dentro...' stava pensando Thomas, fissando la colazione. Non riusciva a mettere nulla sotto i denti, ma non voleva farlo notare troppo, quindi prese a giocherellare con un cucchiaino.
 Di quando in quando, qualcuno si lasciava sfuggire un sospiro, addirittura certi si rammaricavano a voce alta, per l'ennesima volta, dell'accaduto. Perfino quelli appena arrivati si fingevano tristi. Ah, che ipocriti... Non sapevano nemmeno chi fosse Lady Sybil.
 Mentre Thomas faceva del suo meglio per ricacciare là dove erano stati fino a quella orribile notte i ricordi che riguardavano la giovane Sybil, Anna abbassò la tazzina e si pulì lentamente le labbra: “Meglio che vada. Milady avrà bisogno di...” ma non concluse la frase. La verità è che nessuno di loro sapeva come comportarsi.
 Di tutti quelli che potevano andarsene, perchè proprio Lady Sybil? Thomas non se ne faceva una ragione. Lei era così diversa da tutti gli altri Crawley... Non aveva traccia di snobismo ed era sempre così dolce e disponibile... Perfino con lui. Già, perfino con lui, che era stato sempre trattato come un animale rognoso da tutti. Da lei era sempre stato trattato con rispetto. Alla pari. Quando avevano lavorato fianco a fianco all'ospedale...
 “Meglio che anche io mi dedichi alle mie occupazioni quotidiane.” disse Thomas, abbandonando una volta per tutte la colazione.
 Qualcuno lo guardò un attimo, ma nessuno ebbe voglia di dirgli nulla, così approfittò del silenzio e scivolò via.
 Nessuno sembrava fiatare, quel giorno. La casa era immersa in una coltre di gelo fuori stagione, una sorta di incantesimo che faceva sembrare tutto così strano ed irreale...
 In realtà Thomas non aveva alcun impegno urgente, voleva solo restare solo. Non voleva scoppiare in lacrime come quella notte, soprattutto non davanti a dei testimoni.
 Decise di salire un attimo nella sua camera, per aspettare l'ora in cui avrebbe davvero dovuto cominciare a fare qualcosa. A metà delle scale, però, un fugace ricordo lo bloccò. Aveva rivisto davanti ai suoi occhi il momento in cui lui e Sybil, all'epoca l'infermiera Crawley, avevano aiutato quel povero cieco a imparare ad usare il bastone... Anche lui era morto.
 Thomas si appoggiò al corrimano con tutto il suo peso. Perchè gli sembrava che al mondo non esistesse più nulla di bello?
 “Eravate molto legato a Lady Sybil, vero?” la voce di Jimmy lo fece sobbalzare.
 Il nuovo cameriere fece un paio di gradini, avvicinandosi: “Sembrate molto affranto... Immagino sia per Lady Sybil.” “La conoscevo meglio di altri, questo sì.” disse Thomas, cercando di mantenere un tono neutro. “Avevate lavorato assieme durante la guerra.” convenne Jimmy.
 Per un lungo momento, Thomas fu distratto dai suoi pensieri. Il volto di Jimmy lo rendeva più leggero, era come scrutare la promessa di giorni migliori.
 “Sì. L'ho conosciuta bene, in quel periodo.” fece piano Thomas, incerto se aprirsi di più o meno. “Era anche una splendida donna.” sovvenne Jimmy: “La conoscevo poco, ma mi è parsa molto bella.”
 Thomas, che inconsciamente si era avvicinato ancora un po' a Jimmy, si ritrasse: “Era bella in molti modi. Speravo quasi che un giorno qui a Downton sarebbe rimasta solo lei. Era molto più gradevole di tutt'e due le sue sorelle.” 'Era l'unica che mi apprezzava per quello che ero in realtà' avrebbe voluto aggiungere: 'l'unica in grado di vedere oltre la maschera', ma non ne ebbe il coraggio.
 Jimmy lo scrutò un momento, poi stiracchiò un sorriso: “Capisco. Se vi serve un aiuto, in questi giorni, potete contare su di me, signor Barrow.” Thomas ricambiò con un'espressione malinconica: “Grazie, Jimmy.” e gli appoggiò una mano sulla spalla per un istante.
 Jimmy parve un po' imbarazzato, infatti non ci mise neanche trenta secondi a congedarsi con un cenno del capo ed a sottrarsi dalla mano di Thomas. Ma forse andava bene così. Dovevano essere cauti.
 Thomas fece gli ultimi scalini che lo portarono al corridoio delle camere dei domestici. Lui aveva passato una vita all'ombra della cautela.
 Andò nella sua stanza e si sedette sul letto. E se la O'Brien avesse avuto torto? E se Jimmy non fosse stato interessato a lui? Oh, com'era tutto così difficile...
 Thomas si prese la testa tra le mani. Era così confuso... E la morte di Lady Sybil non aveva fatto altro che peggiorare la sua situazione. Provare tutte quelle emozioni inaspettate... Si vergognava ad ammetterlo, perfino con se stesso, ma era stato così felice, quando aveva saputo della sua gravidanza e anche quando il parto sembrava essere filato liscio... Si era sentito così sollevato... E poi, quando avevano detto che Lady Sybil era stata male, che la sua salute era di colpo precipitata... Era stato un colpo così duro che si era sentito morire egli stesso.
 Perchè era rimasto così colpito? Non si era mai permesso di affezionarsi a qualcuno. E poi con Sybil, invece, aveva abbassato la guardia. Era stata la cosa più simile ad un'amica sincera che avesse mai avuto. E ora non c'era più.
 Il destino aveva mandato sulla sua strada Jimmy. Che doveva fare? Chiudersi a riccio, per evitare di soffrire ancora, oppure osare e rischiare di nuovo?
 “Oh, Lady Sybil... Perchè siete morta?” sussurrò, tra le dita.
 “Signor Barrow! Cosa ci fate qui ai piani alti in panciolle?!” Carson stava guardando attraverso la porta che, nella sua confusione mentale, Thomas aveva lasciato socchiusa.
 Alzandosi immediatamente, Thomas disse, senza riuscire del tutto a controllare la voce che ancora tremava: “Scusate, signor Carson. Io...” era già davanti al maggiordomo, quando notò le sue occhiaie ed il dolore profondo che si stava conquistando un posto eterno nel suo cuore.
 “Va bene.” disse piano Carson: “Per stavolta faccio finta di niente. Nessuno lo deve sapere, però, intesi?”
 Thomas annuì e sfilò accanto a Carson, per tornare giù e ricominciare a remare, esattamente come se la barca non stesse perdendo la bussola, come se il passeggero migliore non fosse dovuto scendere prima di arrivare a destinazione, come se il vento fosse ancora favorevole. Come se non fosse ancora tutto perduto.
   
 
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