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Autore: Niahl    12/12/2014    0 recensioni
Ho scritto questa storia per un concorso letterario di fiabe per bambini, tante restrizioni che mi hanno tarpato un pò le ali diciamo, ma comunque spero che qualcuno possa apprezzarla :)
*** Dal racconto ***
“Ragazzi” li chiamò Ethea da poco lontano “so che vorreste rimanere, ma le vostre famiglie vi attendono. Non temete però, potrete tornare qui quando vorrete.” Così dicendo toccò la collana che il saggio aveva dato a Medea e questa si illuminò. “Ora questa collana vi concederà di accedere al nostro mondo,indicandovi la via attraverso la foresta e aprendo il portale per voi.”
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’era una volta, tanto tempo fa, in una terra lontana e misteriosa, un grande e maestoso castello.
Avvolto da una foresta grande e fitta, il castello stava li, nascosto nel silenzio, circondato dal verde.
Nel villaggio vicino si diceva che il castello fosse disabitato e che nessuno doveva provare ad entrarvi, altrimenti si sarebbe perduto nella foresta e non avrebbe fatto più ritorno.

Nel villaggio viveva una ragazza che voleva sapere di più sul castello e su quella foresta così misteriosa. Ella andò quindi dal capo del luogo per sapere qualcosa di più.
Con il sorriso sul viso bussò quindi alla porta della casa dell'anziano. La porta si aprì e si presentò a lei un vecchio un po’ ricurvo, con lunghi e folti capelli bianchi, un volto amichevole, gli occhi azzurri vispi e attenti.
“Buongiorno” disse cortesemente la ragazza con un sorriso.
“Buongiorno Medea, cosa ti porta qui oggi?” le rispose il vecchio facendola entrare in casa .
“Ecco” rispose lei “vorrei sapere qualcosa di più sul castello oltre la collina e sulla foresta che lo circonda. E’ vero che è proibito andarci? Sembra un bellissimo luogo, ci potrebbe essere qualcosa di meraviglioso. La foresta non è così difficile da attraversare se si segue il sentiero.”

L’uomo rimase un secondo in silenzio, pensando a cosa poter rispondere alla ragazza per evitare che prendesse le sue parole nel modo sbagliato e si mettesse nei guai.
“Vedi Medea, ” incominciò lui “Quel castello è li da prima che il padre di mio padre fondasse questo villaggio. Non è proibito andarci, però sarebbe poco saggio addentrarsi in una foresta così pericolosa, senza sapere se vi è un solo sentiero o se ve ne siano altri che possono far perdere un viandante poco attento. Non sono certo che si possa arrivare al castello, come non sono certo che una volta arrivati li vi sia un modo per tornare. Molte persone hanno provato ad arrivarci per scoprirne le ricchezze, ma nessuno è mai tornato.”
“Capisco” disse lei annuendo, aveva uno sguardo strano negli occhi e l’anziano comprese subito.
“Vuoi andare tu stessa a scoprire qualcosa di più non è vero, Medea?” le chiese con un sorriso gentile.
“Si” rispose lei con fermezza, “ma se voi non mi darete il permesso di farlo, non lo farò. Sono venuta da voi per questo, per avere il permesso di recarmi li di persona.”
“Ricordo” le rispose lui ridendo piano “quando ero un giovanotto e avevo più o meno la tua età, non ero così rispettoso come lo sei tu oggi nei confronti degli adulti. Spesso non ascoltavo i consigli di mio padre, o dell’anziano capo, e più volte ne ho pagato le conseguenze! Tu ti sei dimostrata molto rispettosa, quindi hai il mio permesso di andare, pensa bene a cosa potrebbe servirti e se vuoi che qualcuno venga con te, scegli qualcuno di cui ti puoi fidare.”
Con queste ultime parole si alzò e quando la ragazza stava per uscire le diede una pietra verde, circolare con dei fili intrecciati incisi sopra.
“Buona fortuna” le disse mettendolo tra le sue mani “questo ti guiderà nella giusta strada se la vorrai trovare davvero, ma bada bene che i tuoi siano nobili intenti, altrimenti non ti sarà di alcun aiuto.”
“Grazie” disse lei e si avviò verso la sua casa.

Arrivata a casa corse nella sua stanza, prese il suo zaino e vi mise dentro del filo, qualcosa da bere e da mangiare e la pietra che le era stata donata dall’anziano. Indossò il suo mantello ed uscì, salutando i famigliari.
Andò dritta nella casa accanto alla sua, bussò e un ragazzo aprì l’uscio, sorridendo non appena la vide.
“Si parte per la nostra avventura Ares!” esclamò lei felice.
“Ti ha dato il permesso?” chiese lui stupito. “Si” rispose lei “hai intenzione di venire con me o no?”
“Certo!” disse lui e corse all’interno a recuperare la sua borsa.

I due si avviarono a passo svelto verso la foresta e dopo essersi guardati per un’ultima volta vi si addentrarono. Già dopo pochi passi la luce nella foresta era sempre meno presente, i due camminavano vicini e Medea legò il filo che aveva portato con se ad un albero, per non perdere la strada.
Quando si ritrovarono al centro della foresta si fermarono per mangiare qualcosa e dopo poco, stanchi si addormentarono l’uno accanto all’altra. Medea si svegliò sentendo uno strano fruscio accanto a se, aprì gli occhi e trovò davanti a se una piccola fata che la guardava incuriosita, il piccolo faccino sorridente e le ali splendenti riflettevano il verde degli alberi.
Medea si alzò con cautela per non spaventarla “Chi sei?” le chiese osservandola.
“Io sono Ether, la fata protettrice di questa foresta, tu invece, giovane ragazza, chi sei? E chi è colui che ti accompagna?” chiese lei cortese, ma con uno sguardo attento.
“Io sono Medea, vengo dal villaggio vicino, lui è Ares” disse lei indicando il ragazzo ancora addormentato al suo fianco “ci siamo inoltrati nella foresta per raggiungere il castello.”
La fata a queste parole sembrò alterarsi. “Che interessi avete per quel castello?” chiese allora.
“Nessuno in particolare” rispose Medea sincera “siamo solo curiosi di vederlo, sembra una tale meraviglia dal villaggio, vorremmo poterlo visitare, se non è disturbo per chi vi abita.”
“Nessuno vi abita, non vi è un castello, vi è qualcosa che andava protetto dagli occhi estranei.” Rispose la fata. Li osservò ancora per qualche secondo e poi tornò a sorridere. “Sveglia il tuo compagno, il tuo occhi mi dicono che il tuo animo è sincero, se anche il suo lo è, vi condurrò al luogo che desiderate vedere.” Sentite quelle parole Medea scosse leggermente Ares.
“Svegliati” gli disse piano. Il ragazzo mormorò qualcosa  e aprì gli occhi, trovandosi anche lui faccia a faccia con la piccola fata. Ella gli sorrise.
“Come pensavo” disse, si voltò “Seguitemi ragazzi”.

La fata li condusse fino al castello, dove si fermò. Alzò le mani davanti al grande ingresso e una luce bianca ne uscì, dirigendosi verso esso.
Quando la luce colpì le porte, il castello cominciò a svanire e davanti agli occhi dei due ragazzi si presentò una sconfinata valle verde, dove un gran numero di fate andava avanti e indietro, insieme ad altre creature, mentre preparavano quella che sembrava una grande festa.
Ether invitò i ragazzi a fermarsi con loro per quella sera, gli fece conoscere tutte le creature che abitavano quell’angolo incantato del mondo.
Il mattino dopo Medea e Ares si svegliarono, sperando che la giornata appena passata non fosse solo un sogno, e quando si ritrovarono tra fate, folletti ed elfi sorrisero felici.
I due ragazzi sapevano però di dover tornare al loro villaggio, ma non volevano separarsi dai loro nuovi amici.
“Ragazzi” li chiamò Ethea da poco lontano “so che vorreste rimanere qui, ma le vostre famiglie vi attendono. Non temete però, potrete tornare qui quando vorrete.” Così dicendo toccò la collana che il saggio aveva dato a Medea e questa si illuminò. “Ora questa collana vi concederà di accedere al nostro mondo,indicandovi la via attraverso la foresta e aprendo il portale per voi.”
“Grazie” dissero in coro Medea e Ares, felici di poter far ritorno a in quel luogo fantastico.
“Ricordate” disse loro prima che tornassero al villaggio “nessuno oltre voi deve sapere di questo posto, è il nostro segreto”.
I ragazzi annuirono solenni, e con un ultimo saluto tornarono al loro villaggio.

Non appena arrivarono tutti chiesero loro se avessero trovato il castello, ma i ragazzi, ricordando la promessa fatta alla fata, dissero a tutti che non vi era alcun modo di arrivare al castello.
L’anziano che ascoltava la storia dei ragazzi sorrise ai due, consapevole che come lui alla loro età, anche loro avevo mantenuto la promessa, tenendo per loro la meraviglia di quel luogo magico.
Avevano trovato anche loro il mondo nascosto.

  
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