~~Se non fosse stato per quella notte in discoteca, non si sarebbe trovata in quella situazione.
Se non avesse bevuto troppi, fottutissimi bicchierini, non si sarebbe trovata in quel dannatissimo posto.
Perché Sam Puckett, per una volta, si era lasciata andare più del dovuto.
Si era lasciata convincere dalla sua amica Britney ad andare a divertirsi in discoteca con lei e degli amici di amici.
Era troppo difficile, perfino per lei, adattarsi ad una situazione così nuova. Pur avendo vent’ anni.
Era dopo avere bevuto quei stupidi shortini che lo aveva visto.
L’aveva notata anche lui.
Non si era affatto sorpreso.
Anche lui era ubriaco.
Si era fermato qualche istante, appoggiandosi al muro più vicino, a guardarla.
Indossava dei pantaloncini jeans con sotto dei collants neri, sopra un top aderente blu notte ed una felpa del medesimo colore.
I suoi riccioli biondi e selvaggi le scendevano arruffati sulle sue spalle.
La sua voce traballante gli perfora le orecchie. “ Benson, che diavolo ci fai qua?!”
“potrei fare la stessa domanda a te” – aveva risposto secco.
Amava quella dannatissima ragazza da quando si erano baciati nel sottoscala del bushwell plaza.
Ma, ormai era troppo tardi.
Ormai nella sua vita c’era la sua futura sposa Lindsay.
Avrebbe voluto più che volentieri buttarla fuori di casa, visto che ogni sera, quando tornava stanco dal lavoro, sapeva di non potere entrare in camera da letto.
Era fermamente sicuro che avrebbe trovato la sua ragazza con il solito ragazzo di turno.
E quando gli aveva rivelato entusiasta di aspettare un bambino, sapeva benissimo che non poteva essere suo.
L’indomani si sarebbe dovuto sposare, e perciò era troppo tardi per annullare quelle dannate nozze.
“sono qua con dei miei amici” – aveva risposto la bionda alzandosi in piedi per osservarlo meglio.
Quella distanza che li aveva separati per più di cinque anni, ora li aveva fatti ritrovare in un contesto poco piacevole.
“io sono qui per il mio addio al celibato” “capisco”
Si era riseduta. E adesso picchiettava con forza le unghia sulla superficie piana del bancone su cui erano appoggiati.
Lui invece si era alzato e si stava incamminando verso l’uscita del locale.
Aveva iniziato a correre sotto la pioggia battente di Seattle per tornare al solito appartamento.
Si era fermato cinque minuti nell’atrio del palazzo a guardare fuori.
Quanto avrebbe voluto che Sam,presa da un momento di follia, lo avesse seguito.
 E fu proprio così.
Perché girandosi intravise una figura con i capelli bagnati che camminava verso di lui.
Poteva effettivamente essere chiunque. Ma Freddie lo aveva capito che quella non poteva essere che Sam.
Aveva salito le scale e si era catapultato nel suo appartamento.
Aveva lasciato la porta socchiusa, e attaccato a questa un foglio con sopra scritto: se ti va di parlare entra pure. –Freddie.
La bionda si sistemò velocemente i capelli dietro le orecchie ed entrò chiudendo la porta.
Lo vide disteso sul suo divano.
“ciao” le aveva detto.
Lei mosse la testa  accennando un mezzo sorriso in segno di saluto.
Si  sedette nella metà di divano libera e sospirò.
“di cosa mi dovevi parlare?” – disse seccata la ragazza, incrociando le braccia.
“di niente, volevo solo la tua compagnia”
“e così ti sposi domani…”
“si… ma non vorrei”
“e perché?”
“perché io amo un’altra ragazza”
I suoi occhi ghiacciati si incontrarono con quelli marrone cioccolato del ragazzo.
Senza rendersene conto, i ragazzi si stavano avvicinando sempre di più.
A rovinare quel momento apparentemente magico fu il palmo della mano di Sam, che, anche se controvoglia voleva interrompere il bacio.
Il mattino seguente i raggi del sole, filtrati dalla tenda socchiusa della camera illuminavano il volto stanco di Sam.
Aprì uno dopo l’altro gli occhi, e dopo un breve stiracchiamento si rese conto di non essere a casa sua.
Voltò di qualche centimetro la testa.
Dal lato opposto vedeva Freddie che dormiva beato, avvolto dalle lenzuola.
Dopo pochi minuti ad osservarlo si rese finalmente conto della situazione.
Perciò scese senza fare troppo rumore dal letto, recuperò i suoi vestiti sparsi sul parquet.
Si rivestì velocemente, e uscì dalla casa incamminandosi verso casa di Britney.
Allo sbattere violento della porta, e al battere costante della pioggia Freddie si svegliò.
Una volta giratosi non trovò nessuno dall’altro lato.
Appoggiò la testa sul cuscino sospirando.
Oggi era il fatidico giorno.
Si alzò dal letto e si infilò nella doccia.
Poi i suoi pensieri ricaddero su Sam.
Probabilmente, sarebbe stato costretto ad accontentarsi della sua presenza al matrimonio, sospirò di nuovo appoggiando la fronte sulle piastrelle biancastre della doccia.
Alzò gli occhi al cielo pensando che la donna vestita di bianco con cui si sarebbe dovuto sposare, era la donna sbagliata.

In chiesa…
Il suono dell’organo rimbombava in tutta la chiesa.
Lentamente la donna vestita di bianco si avvicinava verso di lui tenendo a braccetto suo padre.
In prima fila, insieme a sua madre c’era lei.
Che pur essendo ad un matrimonio non si era vestita elegante.
Un vestitino rosso plissettato e un paio di scarpe col tacco bianche, accanto a lei Carly, tornata dall’Italia appositamente per questo evento.
E ora Lindsay si trovava di fronte a Freddie.
Il suo sguardo ricadde nuovamente su Sam e Carly che lo guardavano con un sopracciglio alzato e un mezzo sorriso diesegnato sul volto.
Abbassò lo sguardo vedendo la biondina intenta ad asciugare le sue lacrime.
E Freddie lo sapeva.
Quelle lacrime non erano di commozione.
La guardò, e le sorrise.
I suoi occhi diventavano sempre più lucidi e le lacrime cominciavano a scorrere imperterrite sul suo viso.
Poi dopo essersi nuovamente girato guardo la sua quasi sposa che ascoltava le prediche del padre.
“vuoi tu, Lindsay Anne Morrison, prendere come sposo Fredward Benson?” “ si, lo voglio” – disse con un finto singhiozzo di commozione.
“ vuoi tu, Fredward Benson, prendere in sposa Lindsay Anne Morrison?”
Il ragazzo abbassò lo sguardo.
“si”