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Autore: Lover    06/11/2008    1 recensioni
Un elfo, un umano... La storia d'amore più bella e più proibita di tutte, sullo sfondo una guerra e un intrigo di potere che minaccia di separarli per sempre. Ultimo capitolo postato! baci, Love!
Genere: Romantico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: Aragorn, Legolas
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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sesto capitolo 2

Aragorn non riuscì a chiudere occhio per tutta la notte. Rimase sdraiato sul letto, fissando il soffitto, senza riuscire però ad affogare il ricordo del volto disperato di Legolas in quel colore uniforme. Ringraziò il cielo quando l'alba gettò i primi raggi dorati all'interno della stanza. La notte era lunga, e silenziosa, fatta per chi aveva bisogno di riflettere e di stare con se stesso. L'ultima cosa di cui necessitava lui in quel momento, viste le tribolazioni di cui soffriva. Saltò giù dal letto e si affrettò a prepararsi. Non avendo molto da portare con sé a parte le sue armi, ultimò in fretta i bagagli, scese in cortile e si predispose ad attendere.

Circa mezz'ora dopo si fece vedere Ellrond, ammantato in un lungo mantello color castagna. Notò con stupore la presenza del ramingo. Probabilmente si aspettava una fuga nella notte, o qualcosa del genere, che confermasse la sua natura profondamente codarda. Invece era lì.

Lo salutò con un cenno della testa.

-Ellrond, volevo scusarmi con voi per quello che ho detto ieri sera. Non intendevo offendervi.-

-Non che mi aspettassi altro da te, figliolo. Hai fatto molto più di quanto mi aspettassi, quindi puoi dichiararti perdonato. Mi auguro soltanto che tu e Legolas possiate appianare i vostri contrasti.- commentò l'elfo. Aragorn avvertì distintamente il suo cuore mancare un paio di battiti. Come aveva fatto a non pensarci? Gli elfi avevano un udito talmente fine da percepire il battito di un cuore a più di dieci chilometri: la loro conversazione concitata non doveva essere certo passata inosservata.

Percependo il suo imbarazzo, Ellrond sorrise bonario.

-Non ti preoccupare. Non vi ha sentiti nessuno, a parte me. Non avrei mai lasciato che mia figlia udisse quello che vi siete detti.-

Lo sguardo del vecchio elfo si fece duro, inflessibile.

-Hai fatto soffrire troppe persone, Aragorn. Non voglio che accada più. Con questo viaggio tu tenterai di porre rimedio ai tuoi peccati. Al tuo ritorno, ne riparleremo.-

Aragorn rimase in silenzio, con lo sguardo basso, senza sapere che dire. Fu tolto dal suo imbarazzo grazie all'arrivo di buona parte della truppa. Tra di loro c'era Legolas. Due profonde occhiaie incidevano il candore del suo viso, lasciando facilmente intuire che anche lui doveva aver dormito poco durante la notte. Era accompagnato dal suo amico, la guardia. Stavano con le teste vicine e si parlavano fitto fitto in elfico. Legolas gli consegnò una lettera sigillata. L'altro annuì, quindi saltò a cavallo e corse via, sparendo nella vegetazione.

Guadandolo andarsene Aragorn fu colpito da una cosa che finora non aveva mai tenuto in considerazione: chi c'era stato dopo di lui, nel cuore dell'amato?

Legolas gli aveva detto di averlo atteso e lui gli credeva: l'elfo si era dichiarato fedele al loro amore, al contrario di lui. Ma ottant'anni erano tanti, sebbene per un elfo non fossero che una piccola parte di vita. Possibile che nessuno fosse entrato nelle sue grazie in tutto quel tempo?

Cercò di scacciare il pensiero, ma l'ondata di gelosia che gli aveva affollato la mente e il cuore non accennava ad andarsene.

Fu distratto da Ellrond che, di fronte a tutta la compagnia, stava pronunciando un discorso di buon augurio. Aragorn colse solo alcune parole, perso com'era nelle sue elucubrazioni mentali.

Non appena il signore di Gran Burrone tacque, Frodo si mise alla testa della spedizione e si lasciò guidare da Gandalf attraverso il reticolo boscoso. Erano partiti, verso il loro destino.


Dopo lunghe ed infinite peregrinazioni giunsero infine alle miniere. I piedi di Legolas, fasciati nei suoi eleganti stivali di camoscio chiaro, gridavano di dolore, ma lui cercava di ignorarli. Lanciò uno sguardo risentito al lago scuro che si stagliava per parecchie miglia alla sua destra: niente in confronto alle sue beneamate foreste. Già gli mancavano, come se gli mancasse una parte essenziale di se. Sospirò e si sedette su una pietra, mettendosi a fissare la volta celeste priva di stelle che giaceva sopra di lui. Gli giungevano ad intermittenza le voci degli hobbit che si rincorrevano lungo la riva, miste alla voce monocorde di Gandalf che cercava, invano, di trovare la parola chiave in grado di spalancare i portali di Moria. Frodo era seduto di fianco allo stregone ed osservava i suoi tentativi in un rispettoso silenzio. Ed Aragorn... si stava occupando, assieme a Gimli, di liberare il piccolo pony di Sam. Legolas fissò la sua attenzione sull'umano: era invecchiato, di questo se n'era reso conto solamente durante il viaggio. Ma il suo fisico era ancora così superbo... Chiuse gli occhi e si costrinse a voltarsi da un'altra parte. Stargli così vicino non faceva che aumentare il suo desiderio e, esponenzialmente, il suo dolore. Si morse il labbro e contrasse i muscoli della mascella. Sentì dei passi, poi una voce: Aragorn stava ammonendo Pipino che, per ingannare il tempo, aveva iniziato a lanciare dei sassi nell'acqua buia.

-Non disturbare l'acqua...- sussurrava al mezzo uomo.

Non disturbare tu il mio cuore, avrebbe tanto voluto dirgli Legolas.

Che fare? Così non si poteva continuare. Doveva prendere una decisione in merito. Abbandonare la spedizione era fuori luogo, ma non poteva di certo continuare a sopportare gli sguardi affranti che Aragorn gli inviava, né tantomeno il desiderio e la frustrazione che crescevano di minuto in minuto dentro di sé. Ma... non aveva assolutamente idea su come agire, cosa dire. Il solo avvicinarglisi lo faceva sentire male, ogni volta di più, e dopo quella sera a Gran Burrone non si erano più parlati.

Mentra stava riflettendo, lo sguardo vacuo fisso davanti a sé, successe qualcosa di assolutamente imprevisto.

Un lungo tentacolo uscì dal lago, mentre un rombo lugubre scuoteva lo specchio d'acqua. Aragorn spinse via Pipino per metterlo in salvo dall'oscura creatura, poi estrasse la spada ed amputò un'estremità che cercava di catturarlo. Legolas scattò su in piedi, mise mano al suo arco e prese posizione, mentre gli altri accorrevano ad aiutare l'umano. Con movimenti rapidi e fluidi iniziò a scagliare un nugolo di frecce sul mostro. Questi emerse dall'acqua scura ed emise un rumore raggelante. Quindi allungò un tentacolo e catturò Frodo, a colpo sicuro. Aragorn corse in suo aiuto, ma la creatura aveva già sollevato il piccolo hobbit portandolo fuori dalla sua portata. Allora si voltò, l'aria disperata, e urlò con quanto fiato aveva in gola:-Legolas! Uccidilo! Mira alla testa!-

Legolas non ebbe il tempo di sorprendersi. Non pensò nemmeno: eseguì, e basta. Prese la mira e rilasciò una sola freccia, che planò leggera e sicura nella bocca della piovra gigante. Questa ululò di dolore e rabbia, ma lasciò andare Frodo. Tutti iniziarono ad affollarsi verso il portale, che nel frattempo lo stregone era riuscito ad aprire, ma fu allora che il mostro sferrò il suo ultimo attacco: allungò un lungo e viscido tentacolo ed afferrò Aragorn per la gamba, facendogli perdere l'equilibrio e la presa sulla spada. Legolas se ne accorse e, di nuovo senza pensarci troppo, agì: corse verso la riva, prese la spada e la calò con tutta la forza che aveva in corpo sull'estremità che imprigionava l'unico uomo che avesse mai amato, recidendola.

La piovra, sopraffatta, ritornò sul fondo di quel lago nero e sparì. Legolas aiutò Aragorn a rialzarsi, ma l'umano non riusciva a camminare. Era ferito in più punti. L'elfo gli concesse di appoggiarsi di peso alla sua spalla e lo trascinò dentro alla miniera prima che il portone si chiudesse.

Aragorn, benché ferito e spaventato, era al settimo cielo. Legolas l'aveva salvato. L'aveva strappato alla morte e ora lo sorreggeva con delicatezza risoluta, aiutandolo a camminare. Si era dimenticato di quanto fosse forte. E di quanto fosse bello, visto così da vicino. I lineamenti delicati erano contratti dalla rabbia e dalla fatica, mentre le lunghe chiome bionde giacevano sulle spalle del compagno, inebriato dal dolce e fresco profumo che emanavano. Non c'erano ferite, non c'erano luoghi pericolosi, ignoti e bui, non c'era sofferenza, o dolore: solo loro due contavano. Lui e Legolas, proprio come ai vecchi tempi. Non si accorse quasi del povero Gimli che, gettatosi a terra, piangeva la perdita di tutti i suoi compagni nani. Boromir consigliò di proseguire in fretta, prima che la cosa che li aveva uccisi tornasse.

Gandalf fu costretto ad interrompere l'idillio di Aragorn: i tempi stringevano.

-Come stai, ragazzo?- chiese, osservando gli squarci nei vestiti stillare sangue.

-Non molto bene.- sussurrò Aragorn. In realtà era il contrario, ma quella era la risposta più consona alla domanda del grigio viandante.

-Puoi camminare?-

Chiuse gli occhi per un attimo, godendo del piacevole rumore del respiro dell'elfo, poi rispose:-Non lo so.- con l'aria smarrita.

-Non dovremo procedere per molto. Se ben ricordo qui vicino c'è una grotta dove potremo riposare. Libera il povero Legolas del tuo fardello e prova a muovere qualche passo: appena giunti a destinazione verrai curato.-

Aragorn strinse i denti e si staccò dal corpo marmoreo del suo compagno, di controvoglia. Gemette piano. Legolas, vedendolo in difficoltà, rafforzò la presa sui suoi fianchi e lo aiutò a compiere qualche primo lento passo. Non sapeva perché lo stesse aiutando, né perché gli importasse se lui soffrisse o meno: aveva smesso di pensare da quando gli aveva urlato quell'ordine. Da allora il suo corpo aveva agito secondo istinto, non secondo coscienza. Non che quest'ultima fosse poi molto in disaccordo, dopotutto.

Vedendo che il ramingo che la faceva, Gandalf annuì soddisfatto ed incitò tutti gli altri a proseguire, in silenzio. 

Note dell'autrice: i problemi tra Legolas ed Aragorn continuano. che cosa succederà nel prossimo capitolo, complice l'atmosfera buia delle grotte? lo scoprirete solo leggendo! ringrazio tutte le mie fidate lettrici che ogni settimana dimostrano di gradire il mio racconto. alla prossima! Love

  
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