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Autore: Elly Priest    14/12/2014    1 recensioni
"Indos sorrise amaro sotto gli sguardi di tutti e mise la mano nella saccoccia nera. Tiró il contenuto bagnato verso lo sceriffo.
La camicia bianca era puntinata di rosso scuro, le mani viscide: sangue.
Thompson aveva tra le mani una testa."
Genere: Avventura, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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l caldo era soffocante.
Il lungo viaggio lo aveva stremato, ma finalmente era arrivato. I cani di Thilgam avevano sicuramente perso le sue tracce nel deserto. Nessuno gli avrebbe dato fastidio, o almeno cosí pensava. Avanzava tranquillo, la saccoccia umida sulle spalle che pendeva placida. La città era tranquilla, nessuno pareva accorgersi di lui, finchè non entrò nel Saloon. Tutti gli sguardi si posarono sul suo capotto nero. L'ubriacone nell' angolo, i cani disonesti al tavolo di poker, i vecchi marci incrostati di alcol e sudore al bancone. Attraversó i tavoli lento e silenzioso. Sapeva di non essere il benvenuto, lo leggeva nei loro occhi. Dopotutto non era la prima volta, anzi, ci aveva fatto l' abitudine. Lanció una moneta al barista che la prese al volo. Argento.
-Dammi la cosa più forte che hai.
Il barista versò un liquido rossastro e fumante nel bicchierino. Era decisamete guardingo. Guardava i suoi vestiti e la strana borsa scura che portava con sè.
-Non sei di queste parti, vero, ragazzo?
Ragazzo. Giusto, non si era tolto il capello che gli copriva per bene la faccia. Quel barista poteva essere piú giovane di lui di almeno dieci anni se non piú. Tuttavia decise che se la sua faccia fosse rimasta anonima sarebbe stato meglio.
-Sono solo di passaggio, devo raggiungere Twilight Town.
-È lontana da qui, giovane! E come ci arriveresti? A piedi?
Risata generale. Come da copione: Il tipo alla sua destra spara una battuta acida e gli da una pacca sulla spalla. Ormai era diventato del tutto apatico a queste sciocchezze.
-Potete chiamarmi Clay..
Ovviamente non era il suo vero nome, Indos Burnt. Anche questa è una cosa molto importante per mantenere segreta la propria presenza.
-Bene... Signor Clay, da dove venite?!
La cadenza ironica di un uomo dietro di lui non gli passò inosservata. Tirò giú il secondo bicchierino che prese direttamente la bottiglia stappandola coi denti.
-Vengo da Fiervalley.
Ammutolimento totale. Un uomo sulla cinquantina aveva gli occhi sgranati. Anche il più impavido pistolero avrebbe avuto paura di attraversare il posto con la peggiore feccia di tutto il West.
-...quella Fiervalley?! Quella dove si nasconde...
Aveva lo sguardo come avesse appena visto uno spirito.
-Esatto. Charles Thilgam, il Sanguinario.
-Balle! Nessuno è mai tornato vivo da lí!
Era Ben Thompson a parlare, seduto ad un tavolo poco distante. Una stellina argentata brillava fiera sul petto.
-Sono anni che giovanotti orgogliosi cianciano di imprese infattibili... E non penso che tu sia il primo a raccontare la verità!
I baffi dello sceriffo vibravano impettiti. Indos sorrise amaro sotto gli sguardi di tutti e mise la mano nella saccoccia nera. Tiró il contenuto bagnato verso lo sceriffo. La camicia bianca era puntinata di rosso scuro, le mani viscide: sangue.
Thompson aveva tra le mani una testa.
Era sbiancato di brutto che non riusciva a dire una parola, si sforzò.
-Questo.. Qu-questo è...
Deglutí anche se aveva la gola secca.
-...Charles Thilgam!
Indos fece un ultimo sorso dalla bottiglia tirando fuori un' altra moneta. Il barista lo fermò, gli tremavano le mani.
-O-offre la casa...
Indos fece spallucce ed un cenno col cappello. Infiló la testa di Thilgam nel sacco nero ormai intrinso di sangue rappreso che colava. Fece saluto allo sceriffo ed uscí cosí com' era entrato: tranquillo e silenzioso. Un ragazzo s' era voltato a guardarlo finchè le porte del Saloon non si erano chiuse. Si rivolse a Thompson piú stupito che altro.
-Sceriffo, chi era quello?! Un fuori legge?
Si guardó le mani sporche e la camicia chiazzata in centro.
-No, figliolo. Era un cacciatore di taglie.
   
 
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