E’ il crepuscolo, un'altra notte ha inizio. Con un lungo sospiro mi alzo dalla chaise longue in velluto rosso sangue e bordata da legno cesellato color oro e, calice in mano, mi dirigo all’enorme specchio dall’altro lato della stanza, anch’esso incorniciato e decorato nello stesso stile barocco di tutto l’arredamento. Mi fermo a pochi passi dalla mia immagine riflessa e osservo con attenzione ogni minimo particolare. I lunghi capelli corvini che scendono fino ai fianchi; gli occhi color dell’oro; la pelle liscia come il marmo e il suo colorito pallido; le labbra rosso scuro; la linea sinuosa del corpo snello avvolto in un abito nero e bianco attillato e lungo fino alle nere scarpe con tacco vertiginoso…la stoffa del vestito inconsistente e trasparente, tranne che nella parte che dal seno va alla coscia…troppi dettagli. Anche lo specchiarmi e ammirare la mia bellezza sta diventando noioso. Così come sorseggiare questa coppa di giovane, caldo sangue. Così come tutta la mia secolare esistenza. Questa esistenza così lunga che anche il mio passato mi è diventato noioso. Non ricordo più molto, l’unica cosa di cui sono certa è di discendere direttamente da Lilith, la grande e potente. A lei devo questa vita, a lei devo i miei poteri smisurati, a lei devo la mia superiorità su tutti. Perso ormai il filo dei miei pensieri, poso il calice sul grande tavolo di marmo e mi reco all’ingresso della magione, pronta ad uscire alla luce della luna. Tendo la mano con forza verso il portone e, al mio comando, esso si spalanca. Alzo il volto verso il cielo notturno, annuso profondamente l’aria e mi lecco le labbra: da sud-est proviene un buon profumo di un giovane esemplare maschio. Spalanco gli occhi e la mia risata riempie il silenzio delle tenebre. Io sono il predatore, quello più spietato che esista, il più meschino, forte e crudele. Io sono Marishka.