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Autore: Shiori_Ai    20/12/2014    0 recensioni
Anna è convinta che i suoi coetanei siano divisi in due gruppi, il Gruppo A e il Gruppo B. I primi sono estroversi, simpatici, alla moda, sempre pronti ad uscire da qualche parte. I secondi, invece, tendono a vivere con più tranquillità. Lei è nel gruppo B insieme ai suoi amici Fiore e Marco. Quando però un ragazzo del Gruppo A, scoprendo il segreto che Anna si porta dentro, si offre di diventare suo amico, le cose iniziano a sfuggirle di mano.
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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E poi puff – Capitolo 2

 

“Anna, lo ha fatto di nuovo.”
Fiore è di fronte al mio banco e ha fra le mani una margherita. Un'altra, di nuovo.
“Che nervi, è la sesta volta che lo fa.” Gliela strappo dalle mani e la butto fuori dalla finestra. Quando, circa una settimana fa, mi è scappato di dirgli che mi piacciono le margherite, ne raccoglie una da non so quale parco pubblico e me la mette sul banco. Mi dice che potrei farci una corona di fiori, perché starei bene. Convinto lui.
Non mi sono affatto dimenticata di quello che mi ha detto la settimana scorsa, e la cosa mi innervosisce. Chi me lo dice che così non mi sfrutterà a suo piacimento, altrimenti lo andrà a spifferare a tutti i suoi amichetti del Gruppo A? Eppure quando mi ha rincorso e mi ha chiesto di diventare mio amico sembrava sincero. Per una volta non si stava divertendo.
E la sua mano sulla mia. Quello è forse un ricordo ancora più vivido di quello di me e lui al bar a parlare di Cristian. Mi stringeva la mano deciso, la rinchiudeva come in un abbraccio. Cristian non mi ha mai trasmesso quella sensazione.
Mi siedo al mio banco e sbuffo, poi apro il succo alla pera che ho comprato ai distributori.
“E' un rompiscatole, ecco cos'è.” Infilo infastidita la cannuccia.
Fiore si siede al posto di Davide, che è andato con Marco e i tizi del Gruppo A in giro per la scuola a salutare persone su persone. Effettivamente, da quella volta l'unica cosa che ha fatto per conquistare la mia amicizia e portarmi un margherita ogni giorno e non stuzzicarmi più. Non capisco.
“Non voleva forse diventare mio amico? L'unica cosa che sa fare è portarmi margherite! Ma cos'è, un bambino? Non ho tempo da perdere con un tizio come lui.”
“Disse quella che sta bevendo un succo di frutta atteggiandosi da prima donna” sorride Fiore, accavallando le gambe.
“Per una volta che qualcuno sembra essere sinceramente interessato a te, dagli almeno un chance invece di bocciarlo fin dall'inizio.”
“Non è questo il punto Fiore... E' troppo diverso da me, è impossibile che voglia davvero diventare mio amico. Dagli un'altra settimana, che già si sarà stancato. Se non altro sarà qualcosa di rapido, non come con Cristian, che è andato avanti per sei mesi.”
“Non è che forse, dico forse, lui potrebbe essere diverso? Dici tanto che non t'importa di Cristian perché ti ha trattata male, ma alla fine i tuoi discorsi ronzano sempre intorno a lui. Forse ti importa ancora e non vuoi un altro accanto a te.”
Alzo gli occhi e la guardo irritata. Cristian non mi importa più, lo so bene, però fa comunque male amare una persona che ti sfrutta e basta. Non è come lo strappo di un cerotto, che fa male per un secondo e poi si sta bene, no, questa è una cicatrice che mi ha segnato il corpo e non se ne andrà più. D'impulso, mi tocco la clavicola. Era il punto dove mi baciava sempre, premendo forte le labbra, avvicinandomi a se, come se ne volesse sempre di più.
Premo il cartoccio del succo di frutta, ormai vuoto.
C'è una cosa che non le ho mai detto. Me lo sono sempre tenuto per me, però a questo punto mi sento in dovere di dirlo.
“Lui fa parte del Gruppo A, noi del Gruppo B. Se lui è fatto in un modo e noi in un altro, non possiamo avere contatti.” Mi imbarazza dirlo con così tanta franchezza, ma so che lei capirà subito il concetto. Infatti mi guarda un po' stupita, poi si mette a ridere.
“Mi stai dicendo che hai suddiviso la classe in gruppi in base al modo in cui sono fatti?”
“Precisamente. Del Gruppo A fanno parte le persone più estroverse, superficiali, alla moda, del Gruppo B quelli che hanno altro a cui pensare piuttosto che essere alla moda oppure ad andare all'ultimissima festa con DJ e fotografo.” Accavallo anch'io le gambe.
Fiore si passa una mano sulla guancia, come se stesse cercando di trovare le parole giuste. Non le ho mai detto di questo mio modo di pensare, sta soltanto reagendo. E' stupita, ma lo si capisce solo se le guardo attentamente gli occhi. Non fa mai trasparire emozioni così forti, e l'ammiro per questo. Chissà se Marco lo avrà mai notato.
“Ti rendi conto, vero, che è un ragionamento del tutto illogico?” dice alla fine.
“Come hai detto tu nel Gruppo A ci sono persone superficiali, come Cristian, ma non è certo un ragazzo che segue la moda o che va alle feste, anzi, prima che vi metteste insieme se ne stava chiuso in casa a vedersi film su film. Caratteristica da Gruppo B, giusto?” Fa un sorriso di sfida.
“Dove vuoi andare a parare?”
“Ti sto dicendo che è impossibile dividere le persone in gruppi, se ognuna è fatta a modo suo. E' solo qualcosa che ti sei inventata tu, te ne sei convinta e adesso se un ragazzo è un figlio di mamma che studia e colleziona fumetti pensi che sia per forza nel Gruppo B. Ma lascia che te lo dica di nuovo...-mi prende la mano con cui stringo ancora il cartoccio del succo e me la abbassa- I gruppi non esistono.”
La campanella della ricreazione suona.
Lei si alza con nonchalance e si mette al suo posto. Odio quando ha lei l'ultima parola. Odio che ce l'abbia anche adesso, su qualcosa di cui sono sempre stata convinta. Non può venirmi a dire, dopo cinque minuti che viene a sapere dei Gruppi, che non esistono. Esistono, ne sono sicura. Perché la gente alla moda va d'accordo con quella alla moda, quelli a cui piacciono i film vanno d'accordo con quelli a cui piacciono i film... No, aspetta un secondo, cosa sto dicendo?
E' un modo di ragionare davvero cretino, me ne rendo conto.
Solo perché Tizio è alla moda non significa che possa andare d'accordo per forza con Caio. Magari si trova più a suo agio con Gigi perché ad entrambi piace vedere film, anche se Gigi non è alla moda. Mi stringo i codini bassi che mi faccio ogni giorno, e continuo a farmi domande. Davvero i Gruppi non esistono? Chi lo ha deciso? Solo perché è stata Fiore non significa che stavolta abbia ragione lei. Incrocio le braccia irritata.
In quel momento, Davide entra in aula, con il fiatone. Ha corso. Probabilmente era dall'altro lato della scuola a salutare persone di cui non sa nemmeno il compleanno, come sempre. Si siede rapido accanto a me, e respira prendendo grandi boccate. Fa un po' ridere, con la faccia arrossata. Poi alza la mano sinistra verso di me. Una margherita.
“Ho pensato che per la corona di fiori un'altra non facesse male...” ansima.
Lo guardo, divertita. Crede davvero che l'accetterò? Crede davvero che farò una corona di fiori con le sue stupide margherite? Avvicina la mano ai miei capelli, pronto a mettermela dietro l'orecchio. Ma non farò come la scorsa volta, non piangerò. Incredibile, sa come reagisco eppure lo fa lo stesso. Lo sapevo, è proprio uno del Gruppo A.
Ma improvvisamente si blocca. Tiene la margherita sospesa a mezz'aria, indeciso se continuare o no. L'appoggia sul mio banco.
“Scusa, - dice, deglutendo - so che ti da fastidio essere toccata ai capelli. Non voglio che tu scappi di nuovo in lacrime in bagno.”
Non può essere successo. Non è possibile. Lui si... si è ricordato. Si è ricordato, e per non ferirmi ha preferito appoggiare la margherita sul banco.
Un tonfo al cuore. Fa male, ma è piacevole.
Improvvisamente vorrei dirgli qualcosa, qualsiasi cosa, vorrei sorridergli. Voglio fargli capire che sono felice.
Ma poi, a risvegliarmi è il prof di matematica:“Ma che bella atmosfera che c'è, signorina Mandelli e signorino Bressan. Visto che avete quest'aria di complicità, probabilmente sarete pronti per un'interrogazione di coppia su Parabole ed Ellissi, giusto?”

 

 

“Ti dovrei uccidere.” Usciamo fuori dalla scuola che non c'è nessuno. Siamo stati costretti a restare ad aiutare la prof a portare le sue borse dentro la macchina, mentre Fiore e Marco se ne tornavano a casa.
“Oh andiamo, non è andata poi così male! Che vuoi che sia, un'interrogazione a sorpresa su argomenti impossibili. Il 5 è assicurato.” Davide sorride mentre lo dice, e mi innervosisce ancora di più.
“Come fai ad essere così tranquillo? Hai appena preso un'insufficiente, non ti preoccupi per la tua condotta?”
“Beh, non è che non mi preoccupi. Solo, non è qualcosa che ribalta la vita. Basta capire dove si ha sbagliato ed impegnarsi per recuperare.” Sorride di nuovo, guardandomi negli occhi.
Per un attimo mi chiedo se si stia riferendo a qualcos'altro con quest'affermazione.
Poi si ferma e tira fuori il telefono. Mi blocca l'uscita dal cancelletto d'entrata, perciò sono costretta a guardarlo mentre digita un numero. Dopo un po', si sente una voce dall'altro lato.
“Scusa se sono uscito solo adesso, ma ho avuto, come dire, un contrattempo” ride. Ha una bella risata.
“Ti va se al bar ci viene anche Anna? E' una mia compagna di classe, ed è stata coinvolta anche lei in questo contrattempo... Ok, perfetto. A dopo!” Chiude il telefono e mi guarda con i suoi occhi nocciola.
“Sei ufficialmente invitata a prendere una tazza di caffè e a conoscere mia sorella.”
“Cosa?! Te lo puoi scordare, non ci tengo affatto-” Voglio ribattere, ma lui me lo impedisce; mi prende di nuovo per mano e mi porta dietro con se, a passi rapidi.
Io so solo rimanere in silenzio, a guardare i suoi capelli leggermente riccioluti andare su e giù a ritmo dei suoi passi, le spalle larghe e forti, la felpa blu scura, lo zaino su una spalla. Guardo tutto di lui in questo momento, non riesco a staccargli gli occhi di dosso.
Ma non so perché. Non è particolarmente muscoloso, non ha una voce così tanto attraente, e poi ha le mani sporche di evidenziatore, come un bambino di sei anni. E dire che mi ero promessa di non cedere.
Mi mette in difficoltà. Questo tipo qui, mi mette in difficoltà.

 

 

Sua sorella è seduta dove ero seduta io una settimana fa.
Fin dal primo istante, ho subito pensato che fosse bellissima. Tiene i lunghi capelli castano scuro sul lato destro, e si possono notare dei colpi di luce dorati in mezzo a tutte quelle ciocche. Ha gli occhi color nocciola come il fratello, lo stesso sorriso. Sono praticamente due gocce d'acqua, se non che lei è un anno più piccola. Anche lei probabilmente fa parte del Gruppo A.
“Tu sei Anna, vero? Piacere, sono Rebecca, la sorella del tornado che ti ha portato qui” Indica il fratello ridendo e mi porge una mano. Gliela stringo.
“Un tornado? Tu si che mi vuoi bene, sorellina...” Davide le va incontro e le arruffa i capelli affettuosamente. Forse lo farebbe anche con me. Concentrati, Anna, concentrati!
Mi siedo di fronte a lei, Davide in mezzo.
Si mettono a parlare. Parlano di cose da Gruppo A, come immaginavo. Di lei che ha visto un nuovo paio di scarpe che vorrebbe indossare al compleanno della sua amica, di lui che ha visto una ragazza fidanzata baciarsi con il suo ex. Moda, scarpe, feste, baci... Non hanno senso tutte queste per me. Il vuoto più assoluto.
Credevo di esserci abituata, al fatto che non appartenessi al loro mondo. Eppure mi da fastidio lo stesso. Mi chiedo come sarei, se fossi come loro. Parteciperei alla conversazione, come minimo. Invece me ne sto qui in silenzio, a guardare il fondo della mia tazzina.
Forse dovrei andarmene. Non ha senso rimanere qui. Sto per alzarmi, quando Rebecca punta gli occhi su di me e mi chiede:
“Anna, ora che ci penso, mio fratello mi ha detto che hai visto un film qualche giorno fa.”
“Chi...? Ah sì, I passi dell'amore.”
“Di Nicolas Sparkles, giusto? Io ho letto il libro, ed è la cosa più commovente e dolce allo stesso tempo! Alla fine mi sono messa anche a piangere!”
Una del Gruppo A, piangere per un libro? Sto sognando?
“Si beh, anche la storia di per sé è davvero molto malinconica. Però mi è piaciuto molto come il ragazzo s'interessasse sempre di più a lei, fino a cambiare. E' una cosa... tenera.” Mi scappa un sorriso.
“Peccato che sia qualcosa che accade solo nei libri, eh!” ridacchia.
Mi sono riseduta, e inizio a parlare del libro con Rebecca. Davide sta a guardarci in silenzio, qualche volta partecipa con un suo pensiero, ma Rebecca lo zittisce sempre. Mi dispiace un po' per lui, ma allo stesso tempo mi diverte.
Scopro che adora leggere. I suoi generi preferiti sono i fantasy e i gialli, come me, anche se i gialli li leggo raramente. Parliamo in continuazione, non ci fermiamo più, ognuna dice la sua su un libro che abbiamo letto entrambe oppure ce li consigliamo.
La sensazione di prima è sparita nel nulla. Incredibile, un instante fa volevo addirittura andarmene.
Sembrano passare un paio di minuti, ma quando l'orologio del bar rintocca le 16:00, Rebecca si alza con l'aria un po' dispiaciuta, e dice:”Mi piacerebbe rimanere, ma adesso ho il corso di pianoforte... E' stato bello conoscerti Anna, spero di rivederti! Davide, noi ci vediamo dopo, è inutile salutarci con tante cerimonie!” Gli da un pizzicotto sulla guancia e lui la respinge divertito. La saluto sorridente. Sono felice di averla conosciuta. Non avrei mai pensato che, un giorno, io trovassi una ragazza del Gruppo A che condividesse le mie stesse passioni. Mi blocco un secondo.
Mi da fastidio darle ragione, ma Fiore ha fatto centro. A quanto pare, questi gruppi sono solo frutto della mia fantasia. Ognuno è fatto a modo suo, non si può classificare in base a dati empirici. Guardo Davide, e lui guarda me. Anche lui è fatto a modo suo. Non è nel Gruppo A, e io non sono nel Gruppo B.
“Ti accompagno alla fermata dell'autobus?” chiede lui alla fine. Annuisco, e sorrido.
Fuori dal bar, l'aria di novembre mi riempie i polmoni e chiudo gli occhi. Non mi sono mai sentita così tanto bene in vita mia. Nell'aria avverto anche odore di castagne.
“Oggi eri completamente diversa, sai? Mentre parlavi avevi una luce particolare negli occhi, sembravi proprio a tuo agio. Sono felice che tu sia felice” dice lui, rompendo il silenzio.
“Non pensavo che t'interessasse una storia d'amore come quella de I Passi dell'amore.”
“Si beh, come l'hai descritta tu sembra davvero bella. E poi... - si ferma e mi fissa - ...volevo sapere un po' di più sui tuoi gusti. Intanto so che ti piacciono le margherite e I Passi dell'amore, è già qualcosa!” ride.
Annuisco. Lui vuole davvero diventare mio amico. Ci tiene davvero. Mi rendo conto che, per un pomeriggio, non ho pensato a Cristian, ma solo a Davide e a Rebecca. Mi dispiace averlo trattato con così tanta freddezza la scorsa settimana.
Posso fidarmi? Non si divertirà con i miei sentimenti per poi abbandonarmi? Gli lascio il beneficio del dubbio. E intanto...
“Per fare le corone di fiori bisogna seccarli.”
“...Eh?”
“Le corone di fiori è sempre meglio farle con i fiori secchi, altrimenti appassiscono e non sono più belli. E poi non mi piacciono solo le margherite. Mi piacciono i crisantemoni, i gladioli, le viole, i fiordaliso... un po' tutti, a dire il vero” sorrido.
Per una volta è lui a guardarmi stupito. Gli occhi color nocciola mi fissano come una settimana fa, profondi e ipnotizzanti. All'improvviso ride, nervoso.
“Tu... sei davvero interessante.”
L'autobus arriva. Si ferma davanti a noi, e il vento sposta i capelli ad entrambi. Sembrerà stupido, ma la trovo una cosa dolce.
“Devo andare. Ci vediamo.” Lo saluto imbarazzata, e lui ricambia.
Mi siedo sul primo sedile che trovo, e sospiro.
Quel tipo mi mette davvero in difficoltà.

 

 

**Spazio autrice**

Salve a tutti, ecco il secondo capitolo ^^ Mi sono divertita tantissimo a scriverlo, sarà che mi sono affezionata ad Anna e voglio farla crescere sana e forte(?) Dico subito che i cognomi Mandelli e Bressan sono andata a cercarli su internet perché mi sono resa conto di non avere per niente fantasia in fatto di cognomi xD Come sempre, spero che il capitolo sia piaciuto e che, se qualcuno vuole esprimere un suo pensiero, può sempre recensire :3 Ci vediamo!

   
 
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