Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: SoltantoUnaFenice    21/12/2014    3 recensioni
E così Touma non aveva ricordi natalizi che risalissero a prima di conoscere i suoi nakama. Ma per qualche strana associazione mentale, l'atmosfera di quel periodo lo rendeva malinconico ed incline a ricordare.
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Ogni fanwriter prima o poi scrive una ff natalizia, no? ^___-
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cye Mouri, Kento Rei Faun, Rowen Hashiba, Ryo Sanada, Sage Date
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una storiellina di Natale semplice semplice, solo per augurare Buone Feste a tutte le adorabili puccine che passano di qua. Un bacione gigante!!! ^__^

* Touma's Christmas*

Touma amava il Natale, per tanti buoni motivi.
Tanto per cominciare, il Natale è una festa invernale, e in inverno il cielo ha sempre molte cose da dire. Molte più che in estate: nuvole grigio chiaro, compatte come una coltre argentata, e il giorno dopo cielo azzurro chiarissimo, come in estate è soltanto all'alba. Cristallino e frizzante come 'aria.
E dopo poco nuvole nere cariche di tempesta, vento che parla, acqua che cade con la forza di una battaglia.
E man mano che l'inverno avanza, nuvole bianche e morbide, cariche di neve.
Anche se aveva sofferto un freddo tagliente, più di una volta si era sollevato dalla sua terrazza per volare fin sotto le nuvole e restare sospeso in mezzo a tutti quei cristalli che lentamente scendevano verso terra.
Era stato uno spettacolo incredibile. Touma non avrebbe saputo scegliere cosa fosse più bello tra il turbinio dei fiocchi trasportati dal vento - che in alto era molto forte - e la pacata poesia di quelli che lentamente si avvicinavano a terra, scendendo assieme a lui.
Tenku era con lui in ogni giorno dell'anno, ma in inverno Touma lo amava ancora di più.
E poi era sempre stato attratto da tutto ciò che era tipicamente occidentale. Il modo in cui aveva arredato il proprio appartamento – e che aveva fatto inorridire Seij – ne era un esempio.
Era nato tutto per via dei racconti di sua madre: ogni volta che tornava dagli Stati Uniti lo incantava per ore raccontando di cose stranissime e sconosciute e portando in dono oggetti e libri che in Giappone non si potevano trovare.
A Touma faceva uno strano effetto ripensare a quel periodo, quando ancora tutto ciò che era lontano era anche profondamente diverso, e lo si conosceva solo attraverso qualche libro, racconto o film.
Chi avrebbe potuto immaginare, allora, un mondo come quello in cui viveva adesso, nel quale ogni cosa è accessibile via internet, in cui si possono comprare oggetti da paesi lontanissimi, e passeggiare virtualmente per le strade di città lontane migliaia di chilometri? Un mondo in cui ci si veste alla stessa maniera praticamente in ogni angolo del mondo, si ascolta la stessa musica, in cui nulla sembra mai davvero lontano?
Questi pensieri gli mettevano una strana malinconia, insieme alla sensazione di essere ormai vecchissimo, senza mai smettere di sembrare un ragazzino.
Ed era curioso come il Natale gli facesse sempre tornare in mente la sua infanzia. Era curioso perché a casa Hashiba non lo avevano mai festeggiato: sua madre non tornava mai in quel periodo - troppo lavoro e troppo casino per gli spostamenti – e anche se già allora la moda occidentale di festeggiare la notte della vigilia si stava rapidamente diffondendo anche da loro, il professor Hashiba era sempre così impegnato e distratto che probabilmente non sapeva nemmeno che fosse dicembre.
E così Touma non aveva ricordi natalizi che risalissero a prima di conoscere i suoi nakama. Ma per qualche strana associazione mentale, l'atmosfera di quel periodo lo rendeva malinconico ed incline a ricordare.
Canticchiando entrò nella camera degli ospiti. Infilò la testa nel fondo del grande armadio che fagocitava tutto il disordine dell'appartamento, ed estrasse un paio di scatole di cartone decorate con temi natalizi. Le aprì, inspirando il leggero odore di polvere: un alberino artificiale da montare, poche decorazioni, una ghirlanda da appendere alla porta e un paio di festoni.
Poche cose, giusto quanto bastava per addobbare il soggiorno.
Naturalmente Touma non festeggiava il Natale come faceva la maggior parte dei giapponesi: anche crescendo non aveva perso l'abitudine di rifuggire da ciò che piaceva alla massa e che tutti consideravano normale o imprescindibile. Era così nella maggior parte dei propri gusti e delle proprie scelte, e il Natale non faceva eccezione.
A questo si aggiungeva un approccio filologico a tutto quello a cui si interessava: aveva letto e studiato vari racconti e saggi sulla festività cristiana e la nascita delle varie tradizioni natalizie, e aveva finito col formarsi una sorta di Natale personale, che comprendeva: addobbare casa, ascoltare canzoni di natale mentre cucinava, indulgere un po' più del solito quando si trattava di dolci, e costringere i propri nakama a mollare tutto – qualunque fossero le condizioni – ed incontrarsi da qualche parte per festeggiare assieme.
L'anno prima avevano affittato un piccolo chalet sulle Alpi Giapponesi – naturalmente, era stata un'idea di Shu – ma quest'anno Touma aveva insistito perché lo raggiungessero tutti ad Hirakata.
Aveva appena poggiato sul tavolino del salotto le scatole con le decorazioni, quando sentì suonare il campanello. Gli sfuggì un sorriso, mentre cercava di indovinare quale dei suoi nakama fosse arrivato per primo.
Aprì e si affacciò sulle scale, mentre ripensava al programma che aveva in mente: avrebbero decorato il salotto, sarebbero usciti per una passeggiata tra le luci che ricoprivano tutto il centro della città, e poi avrebbero cucinato e cenato tutti assieme.
In fondo, tutti i testi che aveva letto in argomento – l'ultimo, un enorme tomo speditogli l'anno prima dal marito di Nasty – erano d'accordo su un argomento: il Natale era un momento da festeggiare in famiglia. E cosa erano Ryo, Seiji, Shin e Shu, se non la sua famiglia?

  
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