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Autore: Marzio C    22/12/2014    4 recensioni
Eccomi di nuovo a tediarvi con una ff. Questa volta è stata scritta a 4 mani con la mia amica Valentina. Nella conclusione della sesta stagione Sarah era incinta di qualche settimana, di conseguenza nel cap. 1 di questa ultima stagione, composta da 12 capitoli (meno male direte voi) lei, la nostra splendida eroina, finalmente partorirà. Diciamo che il filo conduttore per 11 capitoli sarà la nuova arrivata in casa Bartowski fino ad arrivare al cap 12 alquanto surreale che la coautrice Valentina ha firmato "obtorto collo". Colgo l'occasione per ringraziare, in anticipo, tutti gli amici che visiteranno la ff pregandoli di lasciare un commento. Sono sicuro che l'ultimo capitolo non sarà di vostro gradimento per cui mi assumo tutta la responsabilità Valentina è innocente.
Ciao e buona lettura
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12    
Il suono del cicalino annunciava l’apertura delle porte del montacarichi. Le stanze del terzo piano erano state evacuate. I terroristi fecero capolino e quella fu la loro fine. Si udirono quattro spari in contemporanea e quattro corpi si accasciarono a terra.

Finalmente non vi era più pericolo.

Qualche settimana dopo I Bartowski rientrarono a casa. Dovevano preparare il matrimonio di Sam, però prima grande party a Burbank.

Erano trascorsi tanti anni dall’ultima festa e come allora il patio della loro casa brulicava di persone, tra amici e famigliari il clamore era notevole. Il suono delle risate raggiungeva Chuck che, in disparte, osservava la scena beandosi di quell’impagabile momento.

L’unica nota stonata era quel mal di testa che da qualche minuto lo stava tormentando, comunque non era forte per cui riusciva a sopportarlo.

C’erano proprio tutti, non mancava nessuno. I suoi nipoti con le rispettive fidanzate erano i più caciarosi, sua figlia Sam non era da meno, avevano una degna zia…. Povero Peter.

Dal vecchio appartamento di Ellie uscirono i suoi genitori con la Berckman, Shaw e Bryce anche loro ridevano a più non posso.

Sì, doveva ritenersi un uomo fortunato … ”Mah… qualcosa non torna c’è una stonatura temporale, loro non dovrebbero essere qui… ah se l’emicrania mi desse un po’ di tregua”

Una serie di fasci di luce bersagliavano il suo cervello impedendogli di ragionare, d’improvviso tutto e tutti iniziarono a svanire, “ragazzi dove andate? Non abbandonatemi!!! Ho già vissuto un momento simile, sì certo mi ricordo… il belga… devo stare tranquillo, tanto Sarah sistemerà tutto”.
Il dolore era lancinante, ebbe un flash back… la casa dalla porta rossa, l’ingresso di Queen che ordinava a Sarah di sparargli. Lei lo fece 2 volte uno al bersaglio grosso ed uno alla testa. Sua moglie lo aveva colpito.

Quindi tutto ciò che credeva fosse accaduto era stato un sogno, solo un sogno. Non aveva mai avuto figli, le avventure che pensava di avere vissuto con loro erano solo il frutto di una fantastica elaborazione del suo cervello irrimediabilmente danneggiato… eppure parevano così reali, sentiva ancora il sapore dei baci di sua moglie, il profumo di talco dopo il bagnetto dei figli… Dio non era vero. Una profonda nostalgia di quello che non aveva mai vissuto lo assalì.
Non si dava pace, avrebbe voluto urlare tutta la sua disperazione, la sua anima si era stracciata in mille pezzetti. Percepiva che piano piano stava riemergendo dal limbo dell’inconscio.
Repentinamente uscì dal coma. Si rese conto di non avere molto tempo a disposizione, sapeva che l’effetto di quella anomala scarica di adrenalina, che lo aveva strappato dal buio, sarebbe svanito, finito quello lui sarebbe tornato ad essere un morto non morto, un vegetale.
Con un immane sforzo fisico riuscì a muovere prima la mano e poi il braccio, raggiunse il pulsante della respirazione assistita e lo spense. Le convulsioni da fame d’aria durarono pochissimo e poi fu solo un lungo beeeeep.
 

Nel braccio della morte del carcere federale di massima sicurezza, il silenzio fu rotto dal rumore delle serrature che si aprivano. Il direttore entrò nella cella N.°7 ed informò Sarah della morte di Chuck.
Trascorse 48 ore avrebbero eseguito la sentenza del tribunale: lei sarebbe stata giustiziata.
Per la prima volta, dopo sei mesi di isolamento, ebbe delle visite. La Beckman, Casey e Morgan l'attendevano nel parlatorio. La madre Emma e la sorellina le avrebbe viste più tardi.

Inutile dire che l’imbarazzo regnava sovrano, I sentimenti che i tre provavano nei suoi confronti, erano un misto di rabbia e di compassione, Sarah era confusa, ripetè ciò che aveva detto in tribunale cioè che Bartowski si era impossessato dell’intersect per cui, come agente operativo Cia, aveva una missione: recuperarlo ad ogni costo e così fece. Non era colpa sua se un agente traditore, dopo averle cancellato la memoria, la ingannò con quella falsa missione.

Nel conflitto a fuoco, scaturito durante la sua cattura, Queen, l’unico in grado di scagionarla, era stato colpito a morte dagli agenti della sicurezza nazionale e presto sarebbe giunta anche la sua fine. Qualcuno doveva pur pagare per gli errori fatti dai vertici dell’agenzia ed era lei la sacrificabile, “il capro espiatorio”. Di sicuro il processo era stato pilotato per salvare gli intoccabili.

Aveva solo un unico grande rammarico: di aver tolto la vita all’uomo che era stato suo marito ma del quale continuava a non ricordare.

Diane, John e Morgan addolorati si accomiatarono lasciando il posto alla visita più straziante, quella con i famigliari.

Sarah consumò un pasto frugale, ricevette la visita del cappellano del carcere, si confessò ed attese il momento cruciale da sola. Non aveva paura, la morte l’aveva vista in faccia innumerevoli volte per cui era pronta a riceverla, del resto preferiva quella soluzione. Rabbrividiva al solo pensiero di dover trascorrere il resto della vita in una cella.

Udì dei passi, erano le secondine che l’avrebbero scortata verso la sua ultima meta. Le venne in mente il film “Il miglio verde”, le analogie c’erano tutte.

La fecero entrare in una stanza grigia, abbastanza spaziosa con una grande vetrata al di là della quale un gruppo di persone avrebbe assistito alla sua esecuzione. Il direttore le chiese se avesse qualcosa da dichiarare lei di rimando rispose “Sì, per cortesia fate presto”.
Sdraiata sul lettino rifiutò di essere sedata, voleva essere cosciente fino alla fine.

Le introdussero un ago in vena ed allo scoccare della quarantottesima ora aprirono l’accesso ai fluidi mortali.

Il liquido letale invadeva il suo corpo e lei iniziava a ricordare. Più ricordava e più il dolore la devastava. Gli occhi sgranati, segnati dai sensi di colpa, si guardavano intorno cercando qualcosa che neppure lei sapeva.

D’improvviso, oltre quello strano tendaggio fatto di garza leggera a trame larghe e che solo lei vedeva, scorse un sorridente Chuck.
Suo marito a braccia aperte, la stava invitando a raggiungerlo. Un senso di pace ed una gioia infinità la invasero tutta. Era felice di morire, presto lo avrebbe riabbracciato. Finalmente potevano stare insieme.

La vita la stava abbandonando, un sorriso incorniciò il suo viso.
Un istante prima di esalare l’ultimo respiro riuscì a mormorare “I love you Chuck Bartowski. Always have”


........"Lo so amore mio, l'ho sempre saputo. Ora andiamo Sarah, ho tante cose da raccontarti.
 
                                          Fine
                                                    Marzio C. e Valentina B.
 
 
Comunicazione dagli autori:” la colpa è solo di Marzio se proprio sentite l’impellente necessità di insultare, insultate solo lui”.
Recensite, non siate timidi
                                       
 

   
 
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