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Autore: lapoetastra    23/12/2014    2 recensioni
Michael, Lorenzo, John e Tommy sono diventati adulti.
Hanno cercato di andare avanti e di dimenticare, ciascuno a suo modo.
Ma nessuno ci è mai riuscito.
Le emozioni, le paure e i ricordi dei quattro protagonisti di "Sleepers" quattordici anni dopo la detenzione al Wilkinson.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Questa è la vera storia di un'amicizia che va oltre i legami di sangue.
È la mia storia, e quella dei soli tre amici che abbiano veramente avuto importanza nella mia vita.
Due erano killer che non arrivarono a compiere trent'anni.
Il terzo è un avvocato che non esercita la professione, e vive col dolore del suo passato, troppo spaventato per dimenticarlo.
Io sono l'unico che può parlare di loro, e della nostra giovinezza.



Abbiamo condiviso tutto.
Ci conoscevamo da quando eravamo piccoli, ragazzi comuni nati in una comune città.
Il desiderio di evasione, di libertà, da quel piccolo mondo troppo stretto per volare, era il nostro comun denominatore.
Almeno fino ai dodici anni, almeno prima di quell'orribile estate che ci ha cambiato la vita per sempre.
Il Wilkinson rimarrà sempre la nostra prigione, e non solo in senso fisico.
Ci abbiamo lasciato l'anima, lì dentro, tutti e quattro, tra quelle stanze buie e soffocanti rese ancora più anguste dai corpi bollenti delle guardie che premevano contro i nostri, facendoci mancare il respiro.
Ma eravamo così ingenui, dei bambini, come potevamo opporci a loro, uomini fatti e compiuti?
Non potevamo, infatti, e non l'abbiamo fatto, lasciando che facessero di noi ciò che preferivano ed allo stesso tempo cercando di aggrapparci alla nostra anima con le unghie nel tentativo vano di impedirle di frantumarsi.
E i giorni sono passati, i mesi se ne sono andati, e l'anno di detenzione è trascorso, tra violenze ed abusi continui.
Ci siamo dovuti reinserire nella società, ognuno a modo suo, ciascuno con il proprio dolore.
Quello che avevamo passato era troppo doloroso per essere dimenticato o anche solo ignorato e, per quanto ci abbiamo provato, nessuno di noi ci è mai riuscito.
Vedevamo mostri ovunque, ad ogni angolo, anche se non si trattava delle creature orrende che spaventavano i ragazzini della nostra età.
 Le creature che perseguitavano noi erano ancora più orripilanti.
Perchè erano veri, ed il mondo ne era pieno.
Lo è ancora oggi, purtroppo, e forse lo rimarrà sempre.
Ma abbiamo continuato a vivere, il nostro cuore martoriato non ha mai smesso di battere, e siamo diventati adulti.
Non ce ne siamo neanche accorti.
In fondo, a dodici anni era come se non avessimo più un'età.
Eravamo bambini nel corpo e grandi nella mente, costretti a crescere tutto d'un tratto per poter comprendere il significato di ciò che accadeva intorno a noi.
Ma quell'esperienza, l'estate del 1967, è ancora l'unico elemento in grado di unirci davvero, rendendoci più fratelli di quanto potrebbero mai esserlo quelli di sangue.
Mi mancano, i miei amici.
John e Tommy sono diventati killer di professione, impassibili e spietati.
Sono rimasti i più traumatizzati dal Wilkison.
Ma ora sono entrambi morti.
Il 16 marzo 1984 il corpo semiputrefatto di John Reilly fu trovato in un caseggiato popolare, sdraiato vicino alla bottiglia di gin distillato clandestinamente che l'aveva ucciso.
Era passato da una settimana il suo ventinovesimo compleanno.
Thomas Marcano morì il 26 luglio 1985.
Gli avevano sparato cinque colpi a bruciapelo.
Il suo cadavere restò ignorato per circa una settimana.
Trovarono un crocifisso e un santino di san Giuda, nelle sue tasche.
Aveva ventinove anni.
Michael Sullivan abita invece in una cittadina nella campagna inglese, dove lavora part time come falegname.
Non esercita più la professione di avvocato, e non si è mai sposato.
Vive tranquillo, e solo.
E io... io ho cercato di andare avanti e di farmene una ragione.
Non ci sono mai riuscito davvero.
Sono diventato scrittore.
Il libro di cui vado più fiero è senza dubbio "Sleepers", perchè parla di noi quattro, raccontando per filo e per segno la nostra vita e i nostri traumi.
A volte le persone, quando mi incontrano per strada, mi chiedono se sia io il Lorenzo Carcaterra autore e protagonista del romanzo.
Rispondo di sì, poi abbasso gli occhi e scappo via, in fretta, troppo spaventato di vedere nel loro sguardo pietà e compassione.
Gli unici momenti felici della mia vita sono i sogni, perchè torno ad essere di nuovo bambino, insieme ai tre migliori amici che abbia mai avuto, nel periodo più bello e felice della mia esistenza.
Dopo poche settimane il nostro destino sarebbe cambiato per sempre, inevitabilmente, indelebilmente.
Solo che in quei giorni ancora non lo sapevamo.
In quei giorni stavamo bene.
E la nostra unica preoccupazione era di non farci battere nelle partite di basket da Teschio e dai suoi, e non quella di chi ci sarebbe entrato in camera e di cosa sarebbe accaduto.
Immagino di essere lì, con loro, gioioso come il bambino che avrei dovuto continuare ad essere.
Erano davvero dei bei momenti, quelli, prima che finissimo al Wilkinson.
Perchè il futuro ci sorrideva.
Ed eravamo convinti che saremmo rimasti amici per sempre.
 
   
 
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