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Autore: SerMisty    23/12/2014    4 recensioni
[Carmilla]
Tu sei un vampiro, sei immortale; Laura è umana, morirà.
È molto più complicato di quello che sembra.
[pubblicata in inglese su tumblr, tradotta in italiano per efp; perché non c'è nulla di meglio che dimostrare il proprio amore per un fandom con un po' di sano angst in tutte le lingue]
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tu sei un vampiro, sei immortale; Laura è umana, morirà.
È molto più complicato di quello che sembra.

Glielo spieghi in una notte di luna piena e non ti rendi conto di star tremando finché lei non ti abbraccia e ti tiene stretta al petto. È dovuto ai morsi, ai morsi dei vampiri. Uno, due, non fanno differenza. Ma quando diventano tre, dieci, e più – e tu glielo hai sempre detto, no, non volevi morderla, ma a lei piaceva e non voleva che soffrissi la fame e Dio perché non puoi dirle di no – il sangue umano si infetta. Rilascia una strana reazione, tu stessa non ne sei sicura, che ogni cento anni porta a una reincarnazione.

Laura dice che va bene. È una cosa buona. Starete insieme per sempre, lei si reincarnerà e sarete felici di nuovo.

La tua bocca si secca e non puoi fare altro che annuire.

Laura non potrebbe comprendere.

(È troppo complicato.)

.

Non è facile vivere insieme. Dovete trasferirvi spesso, di città in città. Il tuo nominativo passa da fidanzata a figlia a nipote, e Laura diventa più alta e la sua pelle si ricopre di rughe mentre tu sei sempre giovane e bella.
Dormi accanto a lei, imbarazzata dalla tua immortalità. Lei ti abbraccia con le sue mani rugose, dice che va tutto bene.
Sai che non è così.

(La leggenda afferma che i vampiri non possano riflettersi negli specchi. È falso. Sei tu che rompi il vetro per non essere costretta a guardarti.)

.

A volte Laura ti chiede se adesso ti faccia ribrezzo.
Le porti una tazza di cioccolata e baci le sue vecchie labbra che sanno ancora di zucchero e cannella.

(Sei tu a farti a ribrezzo.)

.

Laura si ammala.
Non sai cosa fare.

(Sono passati secoli dalla tua ultima malattia.)

.

Quando Laura muore, credi di essere preparata.
Non lo sei.
Gridi e urli e strilli e piangi e ci vogliono tre medici per tenerti ferma mentre ti iniettano il sedativo e non capiscono perché non abbia alcun effetto.

Devono prenderti a schiaffi finché non smetti di scalciare.

Resti seduta nel corridoio dell’ospedale a fissare il vuoto. I medici parlano di te a bassa voce. Riesci a sentirli. Dicono che sei spaventosamente forte. Pensano tu sia un mostro.

(Non ne hanno idea.)

.

Il funerale è terribile.
Non puoi presentarti. Ci sono troppe persone che ti conoscono in troppi modi diversi. Sei costretta a guardare la bara di Laura venir sotterrata da dietro un gruppo di alberi e non hai nemmeno la possibilità di dirle addio.

Piangi più di quanto credevi fosse possibile. Il tuo corpo fa così male che pensi di star per morire.

(Solo perché Laura ti faceva sentire umana non significa che tu lo sia.)

.

Non sai cosa fare. O dove andare. Non sai nulla.
Cammini e cammini e cammini, e ti dimentichi di bere e mangiare ma sei un vampiro, non ha importanza.
Ti senti più vuota di quanto ti sia mai sentita prima.
Neanche con Ell.
Laura era più di Ell.

Il dolore è insostenibile – e tu conosci il dolore – ma non c’è nulla che tu possa fare per liberartene.

Ti guardi attorno, Laura è morta ma il mondo gira ancora.

(Perché?)

Devi riempire il vuoto con qualcosa.

Scegli la rabbia.

(Gli umani sono così dannatamente fragili.)

.

Tua Madre è sempre stata incredibilmente meticolosa con i suoi rituali. Cinque vergini, sangue puro, morte lenta.
Ma tua Madre non è qui ora, quindi non c’è motivo per essere precisi.

Non vi è collegamento fra i tuoi omicidi, né attenzione. Uccidi e fuggi via. Scegli le tue vittime a caso, perché la loro funzione è solo quella di dissetarti, di riempire il vuoto con il sangue.
Affondi i canini nel loro collo e bevi, bevi finché il sapore non risveglia la parte più ferina di te, perché se sei guidata dall’istinto non pensi.

(È l’unico dono che hai.)

Ne uccidi tanti durante la notte e ti scopri al mattino ricoperta di sangue.
Hai ancora sete.

(Non c’è sangue dolce come quello di Laura.)

.

Quando i primi cento anni passano, è come aprire gli occhi e realizzare di aver dormito per un’ora o due.
Ti ritrovi sotto un ponte, la tua lingua sa di metallo.

Reincarnazione.

È l’unica cosa che ti ha portato ad andare avanti in tutti questi anni e allo stesso tempo l’unica cosa di cui hai davvero paura.

Perché ciò che Laura non poteva capire, ciò che non hai mai avuto il coraggio di dirle, era quel singolo piccolo dettaglio.

(Come può un dettaglio cambiare ogni cosa?)

Cammini e cammini e cammini di nuovo, anche se non sai dove ti trovi. Tuttavia sai qualcosa questa volta, e ti domandi se esserne sollevata o meno – sei vicina.
Cammini e cammini e cammini, e le persone non sembrano badare alla tua presenza. Osservi la città e quanto il mondo sia cambiato, sei un fantasma di un passato in un eterno futuro, e poi guardi di fronte a te e vedi.

La vedi.

È proprio come la ricordi, come se nemmeno un giorno fosse passato da quando l’hai baciata la prima volta. Cammina lungo la strada ascoltando qualcosa che somiglia a un nuovo iPod e sorride e tu sei costretta a fermarti nel bel mezzo del marciapiede perché Laura, è lì.
Il semplice vederla ti sazia più di tutto il sangue che hai bevuto durante quei cento anni.

(È questo che vuol dire essere vivi?)

Resti immobile – perché che altro potresti fare? – mentre Laura cammina verso di te, si avvicina, ti raggiunge.

E ti supera.

(Come se non ti riconoscesse nemmeno.)

.

È solo un piccolo dettaglio, certo.
Reincarnarsi cancella la memoria.
Solo un piccolo dettaglio.

Siedi su una panchina e pensi. Ti risulta difficile. Pensare. Come se non ci fossi più abituata.
Ma ti sei sentita così priva di senso in tutti questi anni, che davanti all’anche effimera possibilità di trovare di nuovo un posto nel mondo sei pronta a rischiare tutto.
Ti alzi.

(Laura è la tua ragione di essere.)

.

Ci metti un po’ a organizzarti, tra la burocrazia e l’inserirsi nella vita di tutti i giorni.
Ma finalmente sei pronta, e non c’è nulla che possa fermarti.

Ti scontri con Laura all’angolo di una strada, e quasi ridi perché anche se è lei quella a terra sta chiedendo scusa, e le offri la mano per aiutarla ad alzarsi e quando lei l’afferra senti una scossa elettrica correre lungo la tua spina dorsale.
Ti sorride.

(Voglio affogare nei tuoi occhi.)

.

Segui gli stessi corsi di Laura. Diventi la sua migliore amica. La aiuti con i compiti e uscite insieme.

(Tutto è così familiare che ti dimentichi che anno sia.)

.

Riveli a Laura di essere un vampiro. Non puoi nasconderle la tua vera natura – non ci sei mai riuscita.
Glielo dici con timore, ma Laura non ci mette molto ad accettarlo, ad accettare te.

(Sei un demone, ma sei in paradiso.)

.

Laura confessa di amarti. Ti bacia.

(Il bacio dura più dell’immortalità stessa.)

.

Se il tuo cuore potesse battere, probabilmente esploderebbe nel tuo petto ogni volta che guardi Laura.
Eppure è estremamente semplice far sparire il sorriso dal tuo volto.

Può essere una parola che Laura dice e che tu non ti aspetti, o qualcosa che fa, o un modo in cui si comporta, o qualcosa a cui tu ti riferisci che lei non afferra; qualcosa, in breve, che non è completamente di Laura.

Abbastanza per farti ricordare che lei non è quella di cui ti sei innamorata per la prima volta cento anni fa.

(Ma va bene. È qui.)

.

Anche tu sei cambiata. Sei ancora sarcastica e cinica, ma tutto ciò che fai lo fai per Laura. Laura, Laura è ciò che muove il tuo corpo e che ti spinge ad andare avanti. È la tua dea e prometti a te stessa che non le farai mai del male di nuovo.
Lei dice di amarti. Sorridi ogni volta, e ti senti completa.

(È solo che… C’è questa faccenda dei compleanni.)

.

Sei immortale. Il tempo non è una misura precisa per te. Tutto dipende da come vivi i tuoi anni.
E ti sembra sia passato solo un giorno da quando l’hai rincontrata a quando ti senti chiamare “figlia” di nuovo.

(Ho tutto il tempo del mondo, quindi perché corre?)

.

Laura dice che le dispiace invecchiare.
Scuoti la testa e ti sollevi sulle punte per baciarle la fronte.

(A te dispiace non farlo.)

.

Laura ammette di avere paura.
Le tieni la mano rugosa e ti costringi a sorridere. Dici che non c’è niente di cui preoccuparsi. È solo un istante. Non se ne accorgerà nemmeno.

(Ma stai mentendo. Sei morta una volta soltanto, ed è l’unica sensazione che non ricordi affatto.)

.

Quando Laura si spegne per la seconda volta resti sorprendentemente calma. Non ci sono grida né urli né pianti. Ti alzi ed entri nel bagno più vicino nel corridoio dell’ospedale, ti chiudi all’interno e ti sfili la maglietta.
Fissi il tuo petto nudo allo specchio, aspettandoti di vedere una ferita o qualcosa che spieghi perché faccia così male.

Trascini le unghie contro la tua pelle e ti graffi, cerchi di strapparti il cuore.

(Non sanguini.)

.

Cammini e cammini e cammini di nuovo, finché non ti ritrovi in una foresta, e c’è una caverna vuota che sembra esser stata fatta apposta per te. Ti siedi lì, ti abbracci le ginocchia e piangi.

(Gli umani ricercano l’immortalità. Non hanno idea di cosa stiano desiderando.)

.

Ci sono centinaia di frassini intorno a te. Consideri l’idea di strappare un ramo e trafiggerti una volta per tutte.
Non lo fai mai.

(Sei troppo debole, o forse troppo forte.)

.

Cento anni dopo ti alzi e rientri di nuovo nel mondo. Prepari tutto ciò che ti serve per essere pronta a rincontrare Laura.
Dopotutto, pensi con un sorriso mesto, è un po’ come se fossi morta.

(Tu Sei solo quando Laura è viva. Quando non lo è, non esisti nemmeno.)

.

La trovi, e subito noti qualcosa di differente. Questa Laura è una viziata figlia di papà, e quando ride ti ricorda un po’ troppo quella volta che tua Madre si impossessò del suo corpo.
Ma non ci fai caso purché tu possa abbracciarla e assaporare di nuovo zucchero e cannella sulle sue labbra.

(Non puoi vivere senza, ma non muori senza.)

.

Commetti l’errore di credere che una volta che tu e Laura vi ritroviate niente possa più andare storto per un po’.
Ti viene provato il contrario.

Laura urla e grida quando scopre cosa sei davvero. Sei venuta a conoscenza che durante questi cento anni c’è stata una breve insurrezione di
creature soprannaturali e che adesso le persone ne hanno paura. Ma pensavi, pensavi…

Laura ti ordina di andare via. La preghi di ascoltarti, ma lei si rifiuta. Le dici che la ami.
Lei risponde che non potrebbe mai amare un mostro.

Scompari.

(Sei un demone, e ora sei esattamente dove dovresti essere. All’inferno.)

.

Il tempo scorre lento da quel momento in poi.

(Sei il suo giocattolo preferito.)

.

Ti ripresenti settant’anni dopo. Guardi Laura morire da dietro una finestra. Accanto a lei ci sono un uomo anziano e uno più giovane che la chiama “mamma”.
Vai via.

(Una ragazza ti vede piangere sul ciglio della strada e ti chiede se stai bene. Rispondi di no. Ti chiede se hai bisogno di aiuto. Rispondi di sì. Ti chiede se può aiutarti. Rispondi di no.)

.

Vivi con quella ragazza per alcuni mesi. La usi come rimpiazzo finché non trovi la forza di sorridere di nuovo.
Pensi possa essere Ell.

(Te ne vai all’improvviso senza nemmeno dirglielo. Non ti importa del suo dolore. Qualcuno potrebbe dire che sei egoista. Sei solo stanca.)

.

Ti stendi sul terreno e fissi il soffitto della caverna per anni.

(Sei la migliore amica del tuo dolore.)

.

Cento anni dopo torni nel mondo per la terza volta. Ti sembra l’unica cosa da fare. Un giorno, forse, deciderai di averne avuto abbastanza – ma non ora. Non ora.
Trovi Laura e questa volta le cose vanno esattamente come osavi sperare.

(La baci come se volessi divorarla. Ti vergogni di quanto tu ne abbia bisogno.)

.

Dice che le fai male. Non ti fermi finché non lo ripete una seconda volta.

(Merita un po’ di dolore. Non ha idea di cosa significhi star male davvero.)

.

Le creature soprannaturali sono diventate stranamente più comuni. Laura non si spaventa quando scopre la tua natura, la accetta, ti ama.

(Non hai bisogno di aria, ma tiri un sospiro di sollievo.)

.

La terza Laura – hai cominciato a chiamarle così nella tua testa, una conseguenza degli anni trascorsi in solitudine – è quella che ti convince ad adottare un bambino. Laura, la prima, te lo proponeva spesso, ma ti sei sempre rifiutata. È una cosa di cui ti penti.

Adottate un bambino dai capelli scuri che si dimostra più che entusiasta di avere un vampiro come mamma. Impari a volergli bene.

(Per una volta continui a essere la moglie di Laura anche quando lei invecchia. Perciò ti chiedi che altro tipo di terribile dolore sarai costretta ad affrontare.)

.

Racconti a tuo figlio strane favole della buona notte. Sono su di te e sulla ragazza che amavi, di come hai combattuto contro tua madre e di come sei quasi morta e poi tornata in vita per lei.

Laura si ingelosisce. Ti chiede chi sia questa misteriosa ragazza.

Sorridi mestamente.

(Alcune cose non possono essere spiegate.)

.

Laura muore per la terza volta e tu hai un attacco di panico.
Tuo figlio ti abbraccia e ti dice che andrà tutto bene.

Annuisci lentamente e lasci che ti stringa, sei una ragazzina fra le braccia di un uomo.

(Hai promesso a Laura di essere forte e mantieni la promessa, anche se vorresti semplicemente scappare via.)

.

Tuo figlio si sposa. Sua moglie è molto dolce. Pensi che a Laura sarebbe piaciuta.
Ti chiede perché non frequenti altri vampiri. Scrolli le spalle.
Povera cosina ingenua.

(Come potresti sopportare di guardare negli occhi qualcuno che capisce?)

.

La moglie di tuo figlio si scopre incapace di avere figli. Non vuole adottare.

(Sai che in poco tempo non ci sarà più nulla a trattenerti nel mondo.)

.

Tuo figlio muore.

(Tutto ti crolla addosso, e fai ciò che sei nata per fare. Corri.)

.

Torni nella tua caverna. È sempre lì, un piccolo nascondiglio eterno che il tempo preserva per te, la sua pupilla e la sua vittima preferita.
Ti raggomitoli sul terreno e dormi. Dormi per duecento anni.

(Il primo pensiero a colpirti quando ti svegli è che hai mancato una reincarnazione di Laura, e l’idea fa così male che vorresti addormentarti di nuovo.)

.

Cerchi Laura con la stessa frenesia con cui un assetato cerca l’acqua. Hai bisogno della sua voce, del suo sorriso, del suo tocco, di lei.

La trovi.
Solo che non è sola.

(Lei è tua, quindi perché non può essere tua?)

Riconosci immediatamente Danny nella ragazza che la sta baciando. Le osservi dal buio di un vicolo e non sei certa se quelle lacrime siano di rabbia o dolore.
Consideri l’idea di uccidere la rossa, ma non servirebbe a nulla. Consideri anche l’idea di voltarti e tornare da dove sei venuta, addormentarti e sognare il tuo primo bacio con la prima Laura finché non sarà tempo di una nuova reincarnazione.

Ma tu spasimi per il suo tocco, e ti è mancata, ti è mancato vederla, così tanto che adesso che l’hai davanti agli occhi non riesci a costringerti ad andare via.
E così fai l’unica cosa che ti sembra ragionevole fare.

(Qualcuno potrebbe dire che tu sia pazza. Non lo sei. Sei solo disperata.)

Laura emette un gridolino di gioia e si inginocchia per accarezzare il gatto nero che le si avvicina. Fai le fusa contro la sua mano e ti compiaci di come le tue abilità di cambiare forma ti permettano anche di decidere le dimensioni.

(Qualcuno potrebbe dire che tu sia pazza. Lo sei. Sei disperatamente pazza.)

.

Diventi il gatto di casa di Laura e Danny, ma in realtà sei solo di Laura. C’è un odio reciproco fra te e Danny e la reputi una grande vittoria quando Laura interrompe i loro baci per coccolarti.

(Decidi di non far caso a come ogni notte ti chiudano fuori la loro camera da letto.)

.

Sia Danny che Laura sono sorprese da quanto longeva tu sia come gatto. Tu miagoli mestamente in risposta, e Laura ti prende in braccio e ti chiede cosa tu abbia da piangere.

(Scambieresti tutte le tue nove vite per un vero ultimo giorno con lei.)

.

Alcune notti, quando davvero non riesci a trattenerti, ti trasformi in umana di nuovo. Scivoli nella stanza di Laura – e di Danny – e ti siedi sul letto, guardandola dormire.

Sarebbe così semplice afferrarla a andare via.

Te lo meriteresti, dopo tutto il dolore che hai affrontato.

Quando Laura si sveglia, trova sempre il gatto nero dormire accanto a lei sul cuscino. Sorride e richiude gli occhi, respirando contro il tuo pelo.

(È tutto ciò di cui hai bisogno.)

.

Danny si lamenta di spendere troppo in cibo per gatti.
Tu la graffi e Laura ti rimprovera, dice che sei un gatto cattivo.  

(Forse ha ragione. Forse questa è solo la tua punizione.)

.

Danny muore per prima.
Laura piange molto. Ti racconta in mezzo alle lacrime di aver fatto un lungo discorso al funerale, perché naturalmente non eri lì ad ascoltarlo. Fai le fusa e cerchi di tirarla su – Dio, vorresti abbracciarla così forte.

Quella notte Laura lascia la porta della stanza da letto aperta, ma tu non ti accoccoli accanto a lei. Ti trasformi in umana e fai visita alla tomba di Danny.
Vai lì con l’intenzione di ridere di lei, ma invece finisci inginocchiata sul terreno, a piangere.

Danny è stata più fortunata.

(Danny è morta.)

.

Sei sempre il gatto di Laura, e sei il migliore animale domestico che si possa desiderare.
Laura ti accarezza sulle sue ginocchia, ti gratta le orecchie e tu pensi che, dopotutto, sei felice.

(Ti prego, fammi morire adesso.)

.

Laura non si ammala questa volta. Quando muore succede nel suo letto, chiude gli occhi e non li riapre più. Resti accanto a lei finché non vengono a prenderla. Poi corri via.

(Ti ritrovi nuovamente nella grotta. Non vuoi tornare umana. Il tuo pelo è impregnato del profumo di Laura.)

.

Il tuo odore attira i predatori. Sei costretta a mostrare loro la tua forma umana, e ti basta far apparire i canini perché gli animali fuggano.

(Hanno paura di te. Non puoi biasimarli.)

.

Vorresti morire ora, ma vorresti anche baciare Laura un’ultima volta.

(Sei intrappolata in un limbo e non sai come liberarti.)

.

Tua Madre una volta ti disse che eri speciale.

(Vorresti solo essere normale.)

.

Cento anni dopo non ti sei ancora arresa. Ti immergi nel nuovo mondo senza nemmeno preoccuparti di conoscerlo e ti metti alla ricerca di Laura per la quinta volta.

(La trovi. Ti ama. Curi le tue ferite come meglio puoi.)

.

Sei stesa accanto a lei, giocando con una ciocca dei suoi capelli.
Sei felice, ma sai che non lo sarai più in quello che per te non è altro che un battito di ciglia.

(Il tempo corre quando vorresti si fermasse e rallenta quando invece vorresti vederlo galoppare. È più crudele di quanto tu possa mai aspirare a essere.)

.

Siete sedute sul suo letto quando le dici di essere un vampiro.
Laura è scioccata.

(Avresti dovuto imparare qualcosa su quel nuovo mondo. O non avevi tempo?)

Non sai cosa sia successo negli scorsi cento anni. Non sai che le creature soprannaturali e gli umani sono di nuovo in lotta fra loro. Non sai che il padre di Laura combatte contro la tua specie, e che ha insegnato a Laura come difendersi da quelli come te.
Non sai nulla. Sai solo di essere qui per Laura.

(Forse è l’unica volta in cui il tempo è stato buono con te.)

Continui a parlare, tenendo gli occhi bassi, e spieghi chi sei e chi Laura sia. Vuoi che sappia tutto, vuoi che ti conosca, vuoi che ami te e il dolore che ti porti dietro.

Vuoi che sappia tutto ciò che hai fatto per lei, non per rinfacciarglielo, ma perché devi dirlo a qualcuno e Laura è il tuo solo qualcuno.

Laura è la tua unica.

(Laura è la tua ossessione, e come tutte le ossessioni ti dà vita.)

Non la noti afferrare un paletto da sotto il suo cuscino giallo.

(Laura è la tua ossessione, e come tutte le ossessioni finisce per ucciderti.)

Quando l’arma di legno si conficca nel tuo petto, inizialmente non realizzi cosa sia successo. Hai sopportato tanto di quel dolore che questa puntura, a confronto, non è nulla. Ma poi tossisci e ti copri la bocca con la mano e la vedi sporca di sangue e ti ci vogliono un paio di secondi per capire.

Cadi sul letto e Laura ti afferra, e sta piangendo, e dice che le dispiace e che era spaventata ma le dispiace, oh, le dispiace, e piange e dice che ti ama e le dispiace, le dispiace così tanto.

Non riesci a sentirla bene. C’è un battito che ti rimbomba nelle orecchie – è il tuo.
Guardi il tuo petto andare su e giù mentre cerchi di respirare – davvero ironico, adesso hai bisogno d’aria.

Laura continua a piangere e a chiedere scusa. Ma non c’è niente di cui scusarsi.

(Ti ha liberato.)

Le afferri la mano e la stringi più forte che puoi. Sorridi, e c’è sangue nella tua bocca e scopri improvvisamente di non amarne più il sapore.
Le tue vere ultime parole sono pronunciate a voce tanto bassa che non le senti nemmeno. Speri che Laura ci riesca.

.

(Grazie, Laura.)







 
  
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