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Autore: Trapezoidale    24/12/2014    1 recensioni
Qualche anno dopo la fine del liceo, Lysandro fuma la pipa e si perde in ricordi dissipati nel tempo.
Ma qualcuno, dal fumo, riemerge e ottenebra la mente.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Leigh, Lysandro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il lungo fiammifero si insinuò nel braciere della pipa, la sua fiamma anelante ossigeno e tabacco. L’inspirazione del giovane fece scoccare la scintilla. All’accensione, una prima lingua di fumo scaturì, tracciando una sottile e languida spirale, prima densa, poi sempre più evanescente.

L’espirazione successiva fu di totale e completo soddisfacimento.

Le circonvoluzioni diventarono sempre più ampie, disperdendosi lente nella piccola stanza. Era giunto il momento: si alzò, prese la sua copia di Narciso e Boccadoro e si adagiò sulla consumata poltrona, immergendosi nella ragione ascetica e nei vagabondaggi passionali.

Lysandro era quel genere di persona che amava prendersi tutto il tempo di cui aveva bisogno, per riflettere, ascoltare e scrivere. La sua stessa voce denotava questa posatezza: era bassa e profonda, monotona ma rassicurante. Francamente, non comprendeva proprio perché avessero scelto lui, durante il liceo, per recitare la parte del frettoloso Bianconiglio. Ma, dopotutto, c’erano state così tante assurdità in quella scuola che si sorprendeva di aver avuto il tempo di studiare.

Un debole toc toc lo riportò alla modesta realtà con la quale doveva convivere. La voce del fratello risuonò attutita nella camera.

-Lys, è arrivato Castiel-

Leigh aveva adottato la consuetudine di non disturbare il fratello, quando sapeva che questi si concedeva di fumare. Lysandro apprezzava la cortesia, anche se aveva l’impressione che il fratello maggiore evitasse volutamente di guardarlo, per timore di lasciar trasparire una malcelata commiserazione. Questo ambiguo sentimento, rifletteva Lysandro, era forse dovuto al fatto che Leigh attribuisse l’abitudine del fratello più ad un malinconico ricordo che non ad un reale desiderio. Essa era cominciata negli anni della scuola, da una scommessa persa e un’amicizia dissipata nel tempo.

Assorto in questi nebulosi pensieri, il giovane si avviò alla porta. Il fratello e l’amico erano vicini, l’uno con uno sguardo accogliente, l’altro con un ghigno stampato in volto.

-Amico, mi devi una birra-

-Anche io sono felice di vederti- replicò Lysandro a Castiel, inarcando un sopracciglio. –Vuoi entrare?-

Castiel diede una rapida occhiata alla stanza fumosa e fece una smorfia poco convinta.

-Non sai quanto vorrei farmi una paglia in tua compagnia, ma non abbiamo tempo. Devo assolutamente portarti in un posto-

Lysandro fissò l’amico per qualche attimo. Forse quell’attimo durò troppo a lungo, poiché Castiel si spazientì subito.

-E allora?!-

-Che posto sarebbe?-

-Dobbiamo davvero parlarne adesso? Ti dico solo che te ne pentirai, se non mi segui-

Qualche altro secondo di silenzio. Lysandro lanciò un breve sguardo a Leigh, che sfuggì alla sua occhiata. Sapeva che, se il fratello non avesse distolto l’occhio, lui avrebbe compreso tutto. La curiosità e l’inquietudine si agitarono nel suo stomaco. Non avrebbe retto un altro istante.

-Arrivo-

Rientrò in fretta in camera, prese il lungo cappotto -la stagione era gelida- e il suo quaderno sgualcito.

Sperò che valesse la pena di portarlo, ma soprattutto pregò di non perderlo.

 

Alcuni Nota Bene

-          Sto scrivendo in questo fandom, ma personalmente trovo questo gioco abbastanza superficiale per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi (anche se comunque mi piace abbastanza, altrimenti non ci giocherei). La necessità di scrivere una fanfiction deriva proprio dal fatto che sentivo il bisogno di carpire meglio la loro personalità. Se li trovate un po’ Out Of Character, ho fallito nella resa.

-          Ho scelto Lysandro come protagonista perché il “poeta maledetto” esercita sempre un fascino potente.

-          Se non si fosse capito, la storia è ambientata qualche anno dopo la fine del liceo. I personaggi sono tutti maggiorenni e perlopiù universitari.

-          Nella mia testa questa storia non ha una fine: è solo una “raccolta di momenti” tra i personaggi. Non so se avrò voglia di continuarla, perché sono una persona molto scostante. Spero comunque che possa piacere.

-          Il titolo viene dalla poesia di Montale “Nuove Stanze”. Il motivo per cui l’ho scelto è piuttosto semplicistico e si capirà durante la storia.

Adieu.

 

   
 
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