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Autore: meme_97    24/12/2014    1 recensioni
[STORIA PURTROPPO INTERROTTA PER PERDITA D'ISPIRAZIONE. FORSE LA RIPRENDERÒ IN UN FUTURO NON MOLTO PROSSIMO]
Tutti abbiamo avuto un gioco che è stato più importante di altri, io in particolare ho amato Mass Effect. Questa storia è ispirata alla mia biografia e descrive, seppur discostandosi leggermente dalla realtà, come mi sono approcciata alla vita virtuale.
NB: non citerò mai di nome le persone che ho conosciuto, perciò rimarrà tutto relativamente nell'anonimato.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.

Il cecchino


La donna stava accucciata dietro una ringhiera. Una nemesi l'aveva appena colpita e aveva perso i suoi scudi. Ancora ansimante, si avvicino al suo pilone logistico e lanciò una granata in mezzo ai nemici, così da stordirli. Poi prese la mira e sparò tre colpi con il suo fidato Black Widow. Aveva ucciso la nemesi che l'aveva colpita e due truppe d'assalto. Quando si riposizionò in copertura, una phantom saltò su e le si avvicino pericolosamente.
“Aiuto, phantom!” urlò.

Le veniva il panico quando i nemici le si arrivavano appresso, perché non sapeva come comportarsi.
Di solito scappava e si posizionava da qualche parte per colpire, però rischiava di finire ammazza da altri.
Il suo compagno drell arrivò in un istante, catapultandosi sulla phantom.
Il soldato N7 lo ringraziò e ritornò dal suo pilone.
Londra era una mappa insidiosa, pochi posti erano buoni, quella che viene chiamata affettuosamente terrazza e la zona esattamente opposta dietro a un cassone.
Erano già un po' di giorni che stavano lì, perciò i nemici cominciavano a essere agguerriti.
Gli altri compagni erano in giro per la mappa e spesso finivano ammazzati, perciò ora raggiunsero il cecchino per proteggersi le spalle.
Il demolitore controllava quelli di sotto, gli altri chiunque fosse salito dalle scale.
Le prime missioni erano andate piuttosto bene, avevano dovuto portare dei pacchi al punto di raccolta e accompagnare un drone.
Non mancava molto alla prossima missione, nel frattempo cercavano di sopravvivere.
L'ottavo giorno era sempre il più difficile, tantissimi nemici ben organizzati che hanno il solo scopo di eliminare quattro persone, sole contro intere orde.
Il cecchino manteneva la sua posizione, mentre gli altri, piano piano, si sparpagliarono per la mappa. A un certo punto, il drell venne istantaneamente ferito gravemente da una phantom particolarmente agile, la cui testa saltò dopo neanche un secondo. Il cecchino non aveva fatto in tempo a salvare l'amico in tempo. La hurricane del caduto gli aveva tolto parecchi scudi, ma non aveva fatto in tempo a nuocergli in modo significativo.
Tirò un pugno a vuoto e cercò gli altri con lo sguardo. Erano separati e circondati da truppe.
“Venite qui da me!” disse mentre mozzava qualche altra testa.
“Se ci riuscissimo volentieri!” rispose il soldato batarian.
“Attento batarian, hai un dragoon addosso!” cercò di dire l'altra, la furia N7.
Il demolitore aveva conosciuto la furia durante una delle missioni e da allora non se n'era più separata. Avevano partecipato allo stesso programma, ma avevano specializzazioni completamente diverse.
Una doveva stare lontano dal nemico, l'altra in mezzo.
Comunque erano entrambi decisamente forti da superare missioni di tale livello.
La furia rimaneva ferita poco spesso, grazie alla sua capacità di rinnovare gli scudi colpendo il nemico, però quello era un momento critico. Un centurione lanciò una granata fumogena, mentre altri sparavano a raffica nella nebbia.
Il cecchino provò a salvare l'amica tirando tutte e sette le granate di fila. La furia riuscì a salvarsi da quel primo assalto, ma cadde ferita alla base della scalinata.
L'altra, che aveva già preso un'altra granata, corse a soccorrerla, e lanciò la mina, folgorando i nemici in avvicinamento.
“Grazie mille” disse la furia, che tornò in mezzo al nemico per ricaricare gli scudi.
Il batarian, intanto, aveva fatto una strage, ma era in procinto di essere sopraffatto. Così il cecchino fornì supporto dall'alto e uccise qualche phantom che stava puntando l'amico.
Il batarian era lento, però era un molto resistente. Il suo attacco in mischia era uno dei più potenti, anche se il più lento. Non aveva molti problemi con le phantom, di solito, perché le distruggeva con il fucile ad arpioni kishock, ma se erano troppe gli era impossibile fuggire.
Improvvisamente, due dragoon gli furono addosso e, a causa di un colpo di nemesi, venne ferito. Subito si avvicinò una truppa per giustiziarlo, ma il cecchino compì il suo lavoro. Era riuscita a guadagnare il tempo necessario per far sì che la furia arrivasse a salvarlo.
Il cecchino, poi, si mise a eliminare guardiani, la sua preda preferita e decisamente ambita. Se il drell fosse stato in piedi, si sarebbe caricato su ogni guardiano, rischiando così la propria vita.
Finalmente, dopo un ultimo sforzo, distrussero l'ultimo centurione, che si era nascosto tristemente dietro a una panchina. Andarono a recuperare il drell e lo curarono, così che potesse combattere anche il giorno dopo.

Era il nono giorno e paradossalmente passò meglio del precedente.
Il cecchino si ritrovò ferito un paio di volte, perché aveva avuto la malsana idea di andare a salvare gli altri in mezzo alla piazza.
Si era divertita a mozzare teste ed era piena di adrenalina. Nonostante non fosse un personaggio da prima linea, era completamente assorbita dal compito e si sentiva carica quanto gli altri.
Stare distante dalla mischia le piaceva, perché era abbastanza deboluccia di scudi. Stare coperta a colpire dall'alto era l'ideale. Inoltre aveva il supporto delle granate folgoranti, che sparava a raffica contro i gruppi di nemici prima di finirli del tutto con il fucile di precisione.

Arrivò quindi il decimo giorno, durante il quale dovevano compiere l'ultima missione.
Ricevettero un messaggio dalla centrale.
I trasmettitori remoti sono stati compromessi. Devi riaccenderli.
Porca miseria, la missione più difficile.
Il cecchino mantenne la sua posizione, controllando chi sarebbe andato ad attivare i dispositivi.
Il batarian era il più resistente, perciò ci pensò lui.
Gli altri, intanto, gli stavano appresso per proteggerlo.
Il primo era dietro un cassone, per fortuna in un posto abbastanza coperto, quindi ce la fecero senza intoppi.
Il secondo era proprio dall'altra parte, vicino al luogo di sbarco. Lì si erano radunati dei nemici, che ora stavano avanzando inesorabili. Il Black Widow mozzava teste, ma non era sufficiente.
Perciò la squadra fu costretta ad arretrare e ad aspettare che gli altri si avvicinassero, in modo da avere poi lo spiazzo libero.
Dopo un'ora, riuscirono a trovare un buco per infilarsi e andare dall'altra parte. Attivarono il dispositivo, ma vennero circondati. Il batarian cercò di mantenere la linea, insieme alla furia, ma rimasero feriti. Il drell riuscì a tirar su solo il batarian, prima di dover fuggire catapultandosi su un nemico lontano per non morire. La furia venne giustiziata in pochi istanti, calpestata da un centurione.
Il batarian imprecò e raggiunse il drell, che si stava già occupando del terzo obiettivo. Ma quest'ultimo venne sorpreso alle spalle da una torretta, piazzata da un'ingegnere. Il cecchino la distrusse con qualche colpo di Black Widow e il batarian potè aiutare l'amico, per poi andare dal dispositivo.
Infine il quarto era in mezzo alla piazzetta, dove si erano raggruppati tutti i nemici.
Il batarian e il drell cercarono di attirarli lontano. Il cecchino così dovette scendere dalla sua posizione e tentò di andare dall'obiettivo. Appena arrivato, posizionò il pilone, che offriva un po' di scudi, e cominciò l'ultima parte della missione. Ma i soldati nella retroguardia si accorsero di lei e cominciarono a spararle. Venne ferita e il drell venne in suo soccorso. Arrivò anche il batarian, a completare la missione. Riuscì a mala pena ad attivare l'ultimo dispositivo, quando una phantom lo ferì gravemente, facendolo cadere.
Erano rimasti solo il drell e il cecchino ad eliminare i nemici rimasti e ad arrivare a fine giornata.
Ritornarono nel passaggio sopraelevato e ripiazzarono il pilone. Il drell uccideva quelli che si avvicinavano, mentre il cecchino decapitava quelli che li colpivano da lontano.
Dopo qualche ora e con molta fatica, riuscirono a concludere l'impresa.

Il giorno dopo, verso mezzogiorno arrivò la navetta, che riuscì a recuperare tutti fortunatamente.
Il cecchino, alla fine, aveva vomitato granate e gli altri avevano sparato nella mischia.
La navetta arrivò al momento giusto, portando in salvo la squadra, che aveva completato la missione.



Elena era contenta, perché anche questa partita era andata bene.
“Bene, non ci avrei scommesso di essere arrivati alla fine!” disse chi giocava con il drell.
“Si, mamma mia! Ma com'è che un oro era così difficile?” intervenne Elena.
“Perché io ho preso un personaggio scarso!” rispose lui.
Tutti risero e lo presero in giro bonariamente per dieci minuti.
“Ora devo andare” riprese Elena. “Ci vediamo dopo o domani, dipende”
“Ok, alla prossima”
“Ciao!”
“Buona giornata”

Elena chiuse il gioco e spense il computer, aveva fame e la cena era pronta.
Le piaceva inventare storie sui personaggi del multiplayer, perché erano molto vari.
Si trascinò in cucina e mangiò in silenzio, come solito.





ANGOLO AUTRICE

Eccomi! Finalmente dopo tanto tempo sono tornata con il primo capitolo. Scusate l'attesa, ma avevo perso l'ispirazione, poi M_Tay mi ha aiutato a ritrovarla eheh.
Beh, spero che non ci siano errori e che non sia scritta da cani.
Tornerò in seguito con un altro capitolo, spero eheh.
Ho definito le ondate come giornate, e quando uno muore a fine ondata è come se fosse ferito gravemente e può essere curato solo a fine giornata, cioè ondata, quando non ci sono più nemici intorno.
Allora buona lettura e vi prego di segnalare eventuali errori.
Adioss.

  
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