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Autore: Kayth    25/12/2014    2 recensioni
Spoiler alert: Non leggete questa storia se non avete concluso il secondo labirinto del gioco Persona Q: Shadow of the Labyrinth
Yu Narukami e gli altri sono giunti davanti alla porta che li avrebbe condotti al guardiano del secondo labirinto, dopo aver affrontato varie insidie camuffate da cose stucchevoli e amorose. Cosa preserverà loro il fato?
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Yu e gli altri erano giunti alla porta che li avrebbe condotti alla stanza dove il guardiano del secondo labirinto li stava attendendo. Chissà che aspetto aveva, i ragazzi non riuscivano proprio ad immaginarlo. Forse si trattava di una specie di cupido o, comunque, qualcosa di inerente all’amore, visto che il tema del labirinto era ispirato ad un “Date Cafe” con tutti i cuoricini e il rosa che esso comportava. Il ragazzo posò esitante la mano sulla maniglia di un bianco purissimo che, stranamente, riusciva a sposarsi benissimo con il rosa della porta su cui erano raffigurati una coppia di bambini che si scambiavano teneramente un bacio.
< Siete pronti? > chiese cercando di usare un tono atono che non facesse trasparire la sua irrequietezza dovuta al fatto che oltre quella porta, oltre al boss, avrebbe scoperto chi, tra i suoi compagni di avventura, si sarebbe rivelato essere il suo “partner ideale”.  In risposta tutti mugugnarono a mo’ di assenso, anch’essi, in qualche modo, erano “emozionati”, ansiosi, nonché anche un po’ timorosi di scoprire chi sarebbe stato indicato come partner del loro leader, con grande disappunto di Rise che aveva lasciato alla povera Fuuka il compito di assistere il gruppo. La porta si spalancò lentamente, con quel nonsoché di teatrale, rivelando una stanza in cui dominava il pavimento di un nauseante rosa-magenta e le pareti di un bianco pure dove, di tanto in tanto, figuravano delle raffigurazioni di bambole accoppiate il cui sorriso rasentava apparentemente felicità ma che, osservandolo più attentamente, sembrava quasi un ghigno sinistro e malevolo. Al centro della stanza vi erano due peluche a grandezza d’uomo: un orsacchiotto rosa con una bocca storpiata in ghigno inquietante in abiti da sposa e un orsacchiotto blu, leggermente più basso, che indossava una tuba che strusciava il musetto con quello della sua “amata”. I ragazzi osservarono un po’ inquietati quella scena mentre avanzavano cautamente. Naoto si guardava intorno alla ricerca di qualche particolare che li avrebbe potuti aiutare e tanto era assorta che, quando la voce metallica, che li aveva accompagnati facendo loro varie domande sull’amore, proruppe le scappò un urletto isterico che la fece arrossire subito dopo per l’imbarazzo
< Siete finalmente giunti qui, dove scoprirete  il vostro partner ideale >
< Finalmente questo incubo è finito > borbottò Chie che non aveva preso bene sin dall’inizio tutta quella storia. Da sempre odiava tutto ciò che era sdolcinato e femminile, e di certo quel labirinto poteva esser descritto a pennello con tali aggettivi. La voce continuò con quel suo ritmo cadenzato, ignorando del tutto, le parole della ragazza
< Senza ulteriori indugi, vediamo di chi si tratta >
Dall’alto comparve un fascio di luce che illuminò uno ad uno i ragazzi presenti accompagnato da un rullo di tamburi e, quando questi cessò, la luce si bloccò all’istante illuminando Yosuke. Questi all’inizio rimase spiazzato, non rendendosi conto della situazione, ma una volta realizzato sgranò gli occhi e fissò perplesso Yu
< Ma che diav… >
Non riuscì a finire la frase che una botola nascosta si aprì sotto i suoi piedi e quelli del leader e si ritrovarono entrambi  a cadere nel nero più assoluto per così tanto tempo che sembravano esser passati svariati minuti prima che i due potessero vedere la luce.
< Ehi, non mi aspettavo un atterraggio così liscio > esclamò Yosuke sorpreso prima di rendersi conto la causa del suo esser illeso. Era atterrato sopra a Yu, il cui volto era solcato da un’espressione che esternava appieno il dolore provato dall’argenteo.
< Scusami socio! > esclamò il ragazzo affrettandosi a mettersi in piedi e, subito dopo, a tendere una mano al suo migliore amico
< Tutto bene? > gli domandò con tono preoccupato che tradiva un po’ di senso di colpa. Yu annuì e accettò l’aiuto dell’amico per rimettersi in piedi prima di guardarsi intorno. Il clima della “stanza”, se così la si poteva chiamare, era totalmente diverso da quello delle altre del labirinto: un ampio giardino tappezzato di fiori dai colori accessi e vivaci sembrava dilungarsi all’infinito e costeggiava il sentiero in terra battuta dove, malauguratamente, erano atterrato loro due. Il “cielo” era limpido con qualche nuvola e l’aria che si respirava ricordava la primavera con quella sua dolcezza e freschezza che porta dopo il gelido inverno. Yosuke si guardava anche lui attorno con sguardo attonito, questo finché la voce metallica non fece irruzione rompendo quel silenzio armonioso, magico nonché surreale
< Siete giunti al luogo dove potrete esprimere finalmente il vostro amore. Il grande giorno è giunto, prego procedete o non procedete. Queste sono le vostre possibilità all’apparenza >
< Ma che diavolo stai blaterando? Noi non siam… > fece per protestare Yosuke con tono irato, nonostante una linea di rossore iniziasse a comparirgli sulle gote tradendo il suo imbarazzo
< Procedete > intimò la voce, insensibile alle parole altrui. Con quell’ultimo comando essa scomparve e il clima interrotto si ripresentò anche se molto demistificato
< Yosuke, non vedo via d’uscita, conviene avanzare ed esplorare questo luogo mentre gli altri ci raggiungono > disse Narukami con tono deciso e iniziò ad avviarsi con passo lento e cauto lungo il sentiero, ben conscio del fatto che l’altro l’avrebbe di certo seguito.
I due camminarono per svariati minuti, quell’ambiente, che all’apparenza sembrava un paradiso terrestre, si stava palesando per quello che realmente era: una trappola ben camuffata dove sembrava di camminare nel vuoto. Erano in procinto di fare dietrofront  quando qualcosa all’orizzonte catturò la loro attenzione e, dopo essersi scambiati uno sguardo d’intesa, si misero a correre verso di esso per paura che scappasse
< Ma che diavolo? > Sbottò Yosuke con gli occhi spalancati lasciando cadere i suoi kunai mentre Yu fissava a bocca aperta l’oggetto che li aveva attirati: un quadro di enormi dimensioni con una gigantografia di un palese fotomontaggio che mostrava Yosuke in corredo da sposa che cingeva al collo Yu con addosso abiti maschili
< Ecco una foto della coppia felice che palesa il loro amore nel grande giorno. Ora procedete, così che possiate ufficializzare il vostro amore eterno >
Esordì dal nulla la voce con quel suo classico tono atono che avrebbe irritato anche la persona più calma e pacata del pianeta. Ad un tratto comparve davanti a loro un edificio di modeste dimensioni la cui architettura mostrava un certo verticalismo, accentuato anche da una struttura collaterale più alta e stretta dalla cui cima si potevano vedere delle campane: era una chiesa
< Ma stiamo scherzando? > gemette Yosuke sentendo che quella storia l’avrebbe condotto alla follia e cercò con lo sguardo il suo socio, quasi a chiedergli un po’ di supporto morale. Quest’ultimo lo prese per mano e lo trascinò correndo verso la chiesa, con grande stupore del ragazzo. I due arrivati al portone della chiesa si bloccarono e Yosuke, con uno strattone, si liberò dalla presa di Yu
< Socio ma stai scherzando? Non vorrai davvero…ecco…tu sai cosa > borbottò il castano partendo all’inizio con un tono lamentoso per poi farlo scemare ad una serie di mugugni difficili da comprendere
< Dobbiamo andare fino in fondo a questa storia o saremo bloccati qui per sempre, la voce ci starà guidando verso una trappola sicuramente… ma non abbiamo altra scelta, gli altri potrebbero esser stati bloccati, ma ciò non importa! Noi due siamo in grado di affrontare tutto! >  esclamò Yu con tono sicuro fissando con uno sguardo intenso Yosuke dove si poteva leggere la grande fiducia che egli riponeva in lui. A quel punto il portone della chiesa si aprì lentamente diffondendo nell’aria la marcia nuziale. I due, spaventati da quell’avvenimento repentino rimasero impalati lì dov’erano.
< Preghiamo > tuonò una voce che provenne dal fondo della chiesa. Una figura ben più alta di un essere umano e con un abito e un copricapo sacerdotale simile ad un moderno “sombrero” nero dava loro le spalle. Tutto ad un tratto essa alzò le braccia al cielo, e i due notarono che ne aveva due di troppo, e si voltò rivelando il suo terribile aspetto: i capelli erano di un biondo platino in un taglio antiquato a scodella, la pelle raggrinzita e di un rosa simile alla carne in putrefazione ma, la cosa più terrificante era il volto, infatti gli occhi e la bocca erano cuciti
< E’ giunta l’ora che effettuiate i vostri giuramenti >  tuonò nuovamente la figura avanzando minacciosa verso i due
< Oh no, dannazione, deve essere il guardiano di questo labirinto! > esclamò Yosuke agitato e spaventato, ma Yu gli posò una mano sulla spalla per rassicurarlo
< E’ giunta l’ora che effettuiate i vostri giuramenti! >  disse la figura che ora distava pochi metri  dai ragazzi e, all’improvviso spiccò un salto facendo comparire svariate bare intorno e mettendosi a cavalcioni su una di essa la cui zona superiore era squarciata e da cui delle catene comparvero e si strinsero al collo del chierico
< E’ tempo che voi incontriate il vostro creatore, è giunta la vostra ora! >
Il guardiano fece per dare una manata ai due ma una barriera di fuoco bloccò il suo attacco. Chie, Yukiko, Aigis, Ken e Akihiko erano a pochi passi da Yosuke e Yu
< Appena in tempo > esclamò sollevata Chie avanzando e mettendosi in prima linea assieme ai due mentre gli altri si posizionarono nella retroguardia pronti a prestare il loro supporto
< Vi ribellate a Dio? Questo è peccato! La vostra condanna sarà tremenda! >
Esclamò il guardiano facendo roteare le bare con aria minacciosa, non avendo preso per nulla bene l’entrata improvvisa della combriccola. Yosuke ghignò pronto alla battaglia, rinfrancato dalla presenza degli altri, e si apprestò ad invocare il suo Persona: Jiraya
gli ordinò e il persona, il cui aspetto era simile a quello di un umanoide misto ad una rana in tuta da discoteca bianca, evocò delle potenti raffiche di vento che allontanarono le bare che si stavano minacciosamente avvicinando al gruppo. Il sacerdote, per tutta risposta,  evocò dal nulla quattro libri che impugnò con le sue relative quattro mani
< Giurate che non mi colpirete!> intimò al gruppo e, alcune bare vennero pervase da una strana energia
< Non giurerò un bel niente! > Sbottò Yu e, impugnando la sua katana si scagliò contro al guardiano con l’intento di amputargli un braccio, riuscendo, tuttavia, solo a graffiarlo leggermente

Dichiarò il sacerdote con un tono quasi sadico mentre le bare “speciali” iniziarono a brillare prima di scagliarsi ad una velocità sorprendente contro il leader del gruppo, ad eccezione di  una che avanzava più ad adagio.
Yukiko provò ad evocare un muro di fiamme ma era ben conscia di non riuscire a fare in tempo e Yu, chiuse istintivamente gli occhi pronto ad accusare il terribile colpo. Tuttavia non avvertì nulla se non un lamento sommesso. Lentamente aprì gli occhi e la scena che gli si presentò davanti era forse più atroce e dolorosa del colpo che avrebbe dovuto subire: Yosuke, sfruttando la sua grande agilità, era riuscito a frapporsi tra lui e le bare, facendogli così da scudo umano. Yu non riuscì a vedere o aprir bocca prima che la bara “rimasta indietro” si aprisse e risucchiasse il castano all’interno per poi richiudersi
< YOSUKE! > Urlò il ragazzo pronto a scattare in aiuto dell’amico ma, Ken gli si avvicinò e lo trattenne per la giacca, nonostante fosse un ragazzino di undici anni
< Dobbiamo sconfiggere il guardiano o non riusciremo a salvarlo > gli disse con tono deciso e queste semplici dure, anche se veritiere parole, bastarono per trasformare la voglia di correre verso l’amico per salvarlo da quella prigione in pura rabbia verso il carceriere che l’aveva sbattuto all’interno di essa. Sperava con tutto il cuore che l’amico stesse bene, voleva salvarlo al più presto, ma il ragazzino aveva ragione: per fare ciò dovevano sconfiggere quel dannato chierico e giurò a se stesso che l’avrebbe fatto al più presto.
< Più giuramenti, più penitenze! Vi legherò a talmente tanti di essi pecorelle che non potrete fare nulla per non incorrere nella rabbia divina! >
Il sacerdote fece per leggere nuovamente i libri e, di conseguenza, impedir loro di attaccarlo, ma il gruppo questa volta era preparato: Yukiko evocò un muro di fiamme che andò a bruciare tutte le bare che il guardiano aveva intorno, facendo attenzione a non colpire quella dove si trovava Yosuke, dopodiché Ken, Akihiko e Yu si concentrarono ed evocarono nel medesimo momento dei fulmini di enorme potenza che si scagliarono senza pietà sul guardiano finendo per incenerirlo non prima che riuscisse ad urlare
< E’ troppo presto per raggiungere Dio. Credeteci e vi risparmierà. La misericordia è una virtù! >
Il nemico era stato sconfitto, lui e le sue dannatissime bare erano scomparse, tutte fuorché quella contenente Yosuke che cadde a terra con un tonfo sordo
< Yosuke! > Urlò Yu scattando senza perder tempo verso la “prigione” dove vi era il suo amico, infischiandosene della spossatezza dovuta al combattimento. Doveva liberare il suo amico e accertarsi delle sue condizioni. Gli altri si apprestarono a seguirlo, anch’essi molto preoccupati per il compagno. L’argenteo sollevò con mano tremante il coperchio e ciò che video lo fece sbiancare, Yukiko lanciò un urletto spaventato mentre gli altri ostentavano espressioni che andavano dall’orrore al puro sgomento: Yosuke giaceva con gli occhi spalancati nella bara, all’altezza dell’addome e della pancia aveva conficcati degli enormi frammenti  di legno e dalle ferite sgorgava del sangue di un rosso scuro, e il corpo era estremamente pallido
< No…no… > disse l’argenteo con tono basso. Non voleva crederci, Yosuke non era morto, era solo una dannatissima illusione creata dal quel guardiano, si doveva esser così! Si tirò un pizzicotto sulla mano per sincerarsi che fosse un sogno ma, purtroppo, esso non lo era
< Yukiko curalo presto! > ordinò subito all’amica che sobbalzò a quella richiesta ma, senza perder ulterior tempo, ordinò al suo persona, dalle sembianze di una ballerina con le braccia simili ad ali, di curare il ragazzo nella bara. Una luce soffusa si diffuse su tutto il corpo di Yosuke ma non sembrò sortire nessun effetto
< Impegnati di più dannazione! > le sbottò irato fissandola con odio, come se a ridurre così il suo amico fosse stata lei. La ragazza agitata riprovò più e più volte a curare il ragazzo che giaceva nella bara ma l’unico risultato fu quello di esaurire l’energie a tal punto che rimanere in piedi era per lei un miracolo. Yu rimase in ginocchio sulla bara fissando come un ossesso il volto dell’amico in cerca di un minimo cenno di vita, una minima speranza a cui aggrapparsi
< Yu-senpai, Hanumura-senpai…lui è… > provò a dire Naoto con tono estremamente cauto, ma queste parole causarono uno scatto di ira nell’argenteo che si sarebbe scagliato contro il povero principe detective se Akihiko non l’avesse prontamente trattenuto
< BUGIARDA! LUI NON E’…NON E’… > il ragazzo crollò in ginocchio e venne preso da spasmi di singhiozzo ininterrotto mentre righe di lacrime gli solcavano il volto
< Dovremmo chiudergli gli occhi, così sarà come se stesse dormendo > suggerì timidamente Ken, che si era messo in disparte non sentendosi partecipe fino in fondo al dolore della morte del ragazzo, visto che l’aveva conosciuto da poco. Chie annuì lievemente, e con il capo chino si avvicinò al corpo del giovane e gli abbassò delicatamente le palpebre così da trasformare l’espressione facciale di Yosuke da sorpresa e spaventata ad una dormiente e all’apparenza rilassata . Fatto ciò la ragazza barcollò e crollò in ginocchio poggiando le braccia sull’estremità della bara iniziando a singhiozzare.
urlò la ragazza con tono stridulo e un po’ arrochito dal pianto. Yu ad un tratto si alzò e, con passo lento e cadenzato, si avvicinò alla bara. Akihiko, temendo che stesse per aggredire Chie si apprestò a seguirlo mantenendosi ad una distanza che gli avrebbe concesso di intervenire. Tuttavia ciò non era lo scopo di Yu, che si chinò ed estrasse dal corpo esanime dell’amico quei dannatissimi pezzi acuminati di bara e li gettò per terra, per poi sollevare Yosuke e stringerlo a sé, infischiandosene del fatto che il sangue del suo ormai defunto amico gli stesse macchiando i vestiti. Gli altri osservarono quella scena piangendo in silenzio, anche a coloro che avevano conosciuto Yosuke da pochi giorni scappò qualche lacrima.
esclamò Yu prendendo dolcemente tra le braccia il corpo di Yosuke e gli diede un delicato bacio sulla fronte quasi gelida.
< Una volta ritornati a casa gli renderemo tutti gli onori > nel suo cuore c’era molto di più di quello che aveva espresso verbalmente ma era stato sempre impedito nel palesare i suoi sentimenti attraverso le parole e, sinceramente, non trovava importante esternarli agli altri. Anche loro stavano sicuramente soffrendo per la perdita, anche se egoisticamente pensava che nessuno provasse un dolore tanto tremendo quanto il suo: Yosuke era stato il suo migliore amico, il primo ad essergli stato vicino quando era solo e disorientato, quello con cui aveva affrontato di tutto, l’amico che è per tutta la vita. Il destino si era rivelato infame rendendo quel “per tutta la vita” un breve infame lasso di tempo che era terminato in un modo troppo brutale e troppo ingiusto. Migliaia di pensieri di questo tipo affollavano la testa dell’argenteo che, in testa al gruppo, si diresse verso l’uscita del labirinto e, per tutto il tragitto, nessuno fiatò. Nessuno ne aveva la forza e la volontà. Quel giorno la perdita aveva di gran lunga superato ciò che avevano conquistato sconfiggendo quel dannato sacerdote.
You’ll always be in my heart partner
 
   
 
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