Ormai erano le quattro del pomeriggio e lui cominciava a sentirsi veramente solo. Ore prima, la mattina, Lisbon l'aveva rispedito a casa perché continuava ad avere una temperatura alta ed un colorito pallido. Non gli importava se si sentiva un po' debole, voleva rimanere lì, al fianco della sua donna, in quella stupenda giornata di sole. Al quinto starnuto Teresa lo fermò:
"Perché non vai a casa e ti stendi sul letto? Io tornerò tra poco se ci sbrighiamo." 
"Sto' bene, voglio rimanere con te."
Dopo essersi rigirato sul divano cercando di contenere i germi, Abbott era riuscito a farlo andare via.

Era sdraiato nel letto del suo Airstream, aspettando Lisbon.
"Oh, eccoti." disse con un sorriso di solievo.
"Ti ho portato la zuppa." sussurò lei. Lui si mise a sedere e fece spazio alla donna. "Allora, illustrami il piano" Jane iniziò a mangiare, "Ti immedesimerai in una sensitiva" Lisbon lo guardo con un sorriso e sbiancò "Mi rifiuto" "E' facile, ti guideremo io e Wylei." "Io non me la sento di andare su di un palco, a dire bugie." "Chi ha detto che devi mentire? Dovrai solo usare un po' di fantasia." "No, quello si chiama mentire e..." "Hai un'altra idea?" non fiatarono. Si stavano guardando negli occhi, per vedere chi cedeva prima. "Okay, ma solo perché me lo hai detto tu." disse ormai rassegnata Teresa. "Bene, andiamo." "Ma tu non stavi male?" "Posso sopravvivere su. Andiamo Lisbon non avere paura" disse mentre conduceva la sua ragazza alla porta. "Non ho paura" sussurò lei con voce insicura mentre si avviava alla macchina.

Alla fine della giornata erano di nuovo nella roulotte, sdraiati uno di fianco all'altro. "Dovresti dormire." "Mmmh" "Sei stata brava" "Siamo stati bravi" "Già." "Lo rifarei, è stato divertente...magari potresti insegnarmi un po' dei tuoi trucchi." Disse con un gran sorriso, sfiorandogli la mano. "Forse." Disse senza guardalra. "Ora però devi dormire sul serio." "Potresti dormire qui, una volta..." Teresa si alzò dal letto e si guardò in torno "No grazie." disse con un mezzo sorriso. Si avvicinò all'uscita, prendendo la sua giacca, quando all'improvviso starnutì. "Scusa." disse sottovoce e con un sorriso sornione Jane, che se ne stava sdraiato con gli occhi chiusi. "C'è posto qui." e sfiorò con la mano la parte vuota del materasso. Lei sorrise e roeteò gli occhi. "Non farci l'abitudine." Disse sdraiandosi difianco a lui, che prontamente l'abbracciò, stringendola al suo petto. "Troppo tardi."