Storie originali > Fantascienza
Ricorda la storia  |      
Autore: wykkie    27/12/2014    1 recensioni
Se una volta questa città aveva un nome, esso è stato dimenticato tra un bombardamento e l'altro.
Può una rivolta distruggere?
***
One shot di 694 parole pubblicata anche su wattpad
spero vi piaccia
wykkie
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La città senza nome

 

Se una volta le rovine di questa città avevano un nome, esso è stato dimenticato tra un bombardamento e l'altro.

Sicuramente rispecchiava le abitudini degli abitanti.

Le pagine dei libri di storia, parlano di questa città come un grande gregge di pecore, uno stormo di piccioni. Si racconta che ebbe una grande rivolta e una grande fine.

Ma dobbiamo partire dall'inizio: Senza Nome (gli storici hanno preso a chiamarla così) era una grande città che riciclava, una bella città sostenibile. Green City sarebbe chiamata oggi, ed era bella, bella davvero. Una gran cosa.

Gli abitanti avevano il pollice verde, ma non il verde delicato dei prati sterminati o quello scuro e cupo delle foreste più buie, ma il verde marcio, vomito. Verde scoria nucleare.

Senza Nome era una grande città sempre in espansione e le energie rinnovabili iniziarono a non bastare per tutti gli abitanti, e fu in questo preciso istante che iniziarono a manifestarsi i primi segni della sommossa: graffiti alle centrali idriche, abbattimento delle pale eoliche, rovesciamento dei vasi dai balconi.

Il governo si allarmò ben poco, pensando che era uno di quei gruppi di Inquinatori che andavano contro la società ecologista.

Questi atti di vandalismo crebbero e diventando sempre più gravi, in due anni che divennero difficili in quel di Senza Nome.

Gli Inquinatori crebbero dal giorno alla notte.

Ed è qui che il destino di Senza Nome ebbe un declino sempre più ripido, gli abitanti scivolavano sempre più velocemente sull'orlo del baratro.

Gli Inquinatori scesero in piazza.

Cartelloni e folla.

E sempre più a gran voce reclamavano il nucleare, arruolando ogni giorno nuoci ecologisti.

“IL NUCLEARE È MIGLIORE PERCHÈ NON MIGLIORARE?” dicevano in coro per le vie.

Queste manifestazioni durarono sei mesi.

E alla fine il governo si arrese, esasperato dalla situazione.

La bomba a orologeria era scoppiata, le schegge della rovina già imperterrite ferivano Senza Nome.

La costruzione dell'attesa centrale durò tre anni. E finalmente nel centro esatto della città si ergeva l'agognata struttura.

E già un mese dopo le scorie invasero silenziosamente e lentamente il terreno, le piante, le persone corrodendole e modificandole. Come un serpente strisciavano e sibilavano, mordendo e attaccando i ventri delle madri, gli adorabili visi degli abitanti che si trasformarono in orripilanti grugni, le braccia e i toraci verrucosi pieni di piaghe aperte e maleodoranti.

Tutto questo sotto la luce ormai forte dei lampadari nei salotti e nei lampioni in strada.

A questo punto i libri di storia fanno un enorme salto temporale, nessuno tiene memoria, o vuole tenere memoria del disastro che avvenne in quei miseri quindici anni.

Senza Nome stava per toccare il fondo e forse l'aveva già toccato.

La storia di Senza Nome riprende improvvisamente allo scoppio di una guerra civile nello stato in cui si ergeva.

Ed altri cinque anni passarono tra un bombardamento e l'altro che distrussero Senza Nome, e di quella città rimasero solo le ossa ma la centrale era intatta, mai scalfita dalla più piccola crepa.

E continuava incessante nel suo lavoro per produrre elettricità per i lampioni che illuminavano le strade devastate e deserte, per i lampadari nei salotti ormai maceria.

Senza Nome, la città dalla scorie in bottiglia, era diventata l'ombra di se stessa.

Gli abitanti rare volte sfidavano la luce del sole con la loro pelle escoriata e con le loro malformazioni.

Preferivano le tenebre, dove anche solo per un momento potevano ancora assomigliare alle persone che erano un tempo.

Quelle dal pollice verde marciume.

Vergognadosi anche delle scelte fatte con così tanta convinzione, spensero la centrale e si lasciarono deperire.

Montagne di corpi putrefatti ammassati per le strade attaccati ai lampioni come piovre, ai lampadari che un tempo rilucevano come le stelle più luminose del cielo.

Nessuno vuole ricordare questa storia, e così il mondo sotterra il vecchio nome di Senza Nome.

Ma allora perchè tutto questo putridume dell'umanità è racchiuso nei libri di storia e viene raccontato sui banchi di scuola?

Quale oscuro controsenso è tutto questo?

Io me lo chiedo mentre osservo la terra ansante, livida e in sussulto che un tempo in quel di Senza Nome ospitava il più bel giardino fiorito del mondo.

 

Fine.





angolo rotondo dell'autrice:
non so da dove salta fuori sto schieffo ma a me piace :)
quindi dedicate 2 minutini scarsi scarsi per insultareelogiarescavare la fossa a "La città senza nome"
grazie di cuore a tutti quelli che lo faranno <3
baci :***
wykkie
 

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: wykkie