12/11/2008
4 recensioniTitolo: The sound of silence.
Prompt: #7 Il silenzio è il suono più forte.
Rating: G.
Personaggi: Gilbert Grissom, Sara Sidle.
Avvisi: Flash!Fic, SPOILER OTTAVA STAGIONE [sorta di missing moment della puntata 8x07].
Disclaimer: CSI e tutti i personaggi della serie sono © di Jerry Bruckheimer e di ogni altro avente diritto.
Riassunto: - Sara?- la sua voce si disperse nel vuoto, come se fosse stata inghiottita dal silenzio opprimente che aleggiava nella casa.
Conteggio parole: 328.
Note: primo esperimento di scrivere su CSI, quindi siate clementi. Saranno sette flash!fic e seguirò i prompt della tabella della community di livejournal syllablesoftime. Commenti e critiche costruttive graditi come sempre.
Non betata. Se ci sono errori, non esitate a dirmelo! Danke.
TABELLA: here.
The
sound of silence;
salve
oscurità, mia
vecchia amica
ho ripreso a parlarti ancora
perché una visione che
fa dolcemente rabbrividire
ha lasciato in me i suoi
semi mentre dormivo
e la visione che è stata
piantata nel mio cervello
ancora persiste nel
suono del silenzio
The sound of silence - Simon & Garfunkel
ho ripreso a parlarti ancora
perché una visione che
fa dolcemente rabbrividire
ha lasciato in me i suoi
semi mentre dormivo
e la visione che è stata
piantata nel mio cervello
ancora persiste nel
suono del silenzio
The sound of silence - Simon & Garfunkel
Fece girare la chiave piano nella toppa, molto lentamente, come se stesse prendendo tempo per evitare di vedere ciò che lo aspettava dall’altra parte della porta. Quando questa si aprì con un lieve cigolio, l’uomo entrò all’interno dell’appartamento, avvolto del tutto nell’oscurità e nel silenzio più totale.
Con un leggero clic dell’interruttore la luce si accese, illuminando a fatica l’ampio ingresso.
- Sara?- la sua voce si disperse nel vuoto, come se fosse stata inghiottita dal silenzio opprimente che aleggiava nella casa.
Sapeva benissimo che non l’avrebbe trovata. Una volta presa una decisione non si sarebbe più tirata indietro. Soprattutto se importante come quella. Ma in fondo lui sperava che quel bacio, che lei gli aveva dato di fronte al laboratorio, sotto lo sguardo stupito di Hodges, non fosse d’addio.
Grissom si diresse deciso verso il corridoio, i suoi passi attutiti dalla moquette grigia che Sara aveva scelto tempo prima (e che a parer suo stava divinamente abbinata all’azzurro chiaro delle pareti) ed entrò nella prima stanza a destra. La loro stanza.
Non accese nemmeno la luce, lasciando così la camera al buio. Sapeva dove e cosa cercare. Con rapidi passi raggiunse l’armadio, lasciato semiaperto. Aprì piano l’anta e vi infilò dentro una mano. Vuoto. Vuoto come la voragine che aveva preso posto del suo cuore, che lentamente si era scavata e si era allargata dentro di lui.
Quando credette che lei non avesse lasciato nulla, le sue mani incontrarono qualcosa di soffice in fondo all’armadio. L’afferrò e se lo girò tra le mani, tentando di capire cosa fosse. Il tessuto era morbido, ma allo stesso tempo procurava una leggera sensazione di fastidio sulla pelle. Grissom si rese conto che era la sciarpa di lana che lui le aveva regalato il Natale dell’anno prima. Si trascinò fino al letto e si lasciò cadere indietro.
Restò lì, seduto, tenendo tra le mani l’unico oggetto che indicasse la presenza di Sara in quella casa, e si lasciò inghiottire dal silenzio.