Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: SoltantoUnaFenice    29/12/2014    3 recensioni
Non tutto ciò che è accaduto ne "Il giorno dell'incertezza" ha trovato soluzione: una serie di storie, ognuna dedicata ad un personaggio, per chiudere un po' di discorsi rimasti in sospeso.
Nota: anche se inizialmente avevo pensato questa storia come una serie di drabble autoconclusive, alla fine il tutto è in ordine cronologico e parzialmente collegato, così ho deciso di non classificarla come "raccolta".
Genere: Angst, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cye Mouri, Kento Rei Faun, Rowen Hashiba, Ryo Sanada, Sage Date
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seiji si avvicinò il dito alla bocca, imprecando sottovoce: ultimamente era così distratto che era persino riuscito a tagliarsi mentre potava i bonsai.
Era ormai metà dell'estate, e da quando erano tornati da Tokyo non era successo nulla di preoccupante.
I suoi nakama stavano abbastanza bene: Shin sembrava sereno, Ryo era il solito orso, ma senza quegli estremi a cui arrivava quando non stava bene, e anche la ferita di Shu sembrava stesse diventando lentamente un ricordo. Touma era sempre il solito Touma, e Seiji poteva avvertire chiaramente tutte le manovre che il suo nakama faceva per tenerlo d'occhio senza farsi troppo notare.
Sorrise all'idea: prima o poi avrebbe dovuto dirgli la verità: c'era un che di comico nel fatto che Touma fosse convinto di potergli ronzare attorno senza che lui se ne accorgesse.
E c'era un'altra cosa che avrebbe dovuto dirgli, non appena ne fosse stato davvero sicuro. Ne avrebbero dovuto parlare tutti, e Seiji si sentiva un po' in colpa. Non per quello che stava succedendo – in fondo lui non ne aveva alcun controllo – ma perché c'era un angolo del suo cuore che si sentiva sollevato a questa idea, anche se in realtà non era affatto una buona notizia per loro.
Allontanò la mano dalle labbra, ed osservò il taglio: era piccolo ma abbastanza profondo, e forse era arrivato il momento di verificare se le proprie sensazioni erano giuste.

 

L'aria era decisamente estiva: erano diverse settimane che non pioveva, e a metà luglio era piuttosto insolito; Touma non amava il caldo, ma alle altezze alle quali viaggiava l'aria era sempre fresca.
Quando aveva dovuto volare a marzo, in cerca dei suoi due nakama scomparsi, aveva decisamente sofferto il freddo, ma in quella stagione volare al di sopra delle nuvole era piacevole.
Erano ormai passati due mesi e mezzo dall'ultima volta che erano stati tutti assieme, ed erano rimasti più o meno sempre in contatto.
Touma era abbastanza tranquillo a proposito di Ryo, Shu e Shin: anche solo sentendoli al telefono aveva la sensazione di avere tutto sotto controllo.
Ma se si trattava di Seiji, niente era mai ovvio, soprattutto dopo ciò che si erano detti in quella dolorosa sera.
Più ripensava a ciò che il suo nakama gli aveva confessato, meno gli sembrava di avere una soluzione. E così, pur di non far nulla, aveva preso l'abitudine di andare a Sendai una volta ogni dieci, quindici giorni. Volava fino al giardino di Casa Date, si appostava in qualche zona nascosta, e osservava Seiji.
Cercava di capire come stesse dai suoi gesti e dai suoi sguardi: aveva così notato con piacere che il rapporto tra Seiji e Kuniyaki sembrava ristabilito, e che il suo nakama appariva spesso calmo e quasi sereno.
Si sentiva un po' ridicolo a starsene acquattato dietro un cespuglio ad osservare, ma non riusciva a farne a meno: appena passavano troppi giorni senza aver fatto una di queste “visite”, l'urgenza di correre a controllare che fosse tutto a posto lo costringeva a sollevare di nuovo i piedi dalla sua terrazza, e volare fino a lì.
Quello che avrebbe davvero voluto fare, invece che osservare da lontano, sarebbe stato correre ad abbracciarlo, tempestarlo di domande e tormentarlo fino ad essere del tutto sicuro che le cose andassero bene, ma la consapevolezza della reazione di Seiji ad un simile assalto era sufficiente a tenerlo ben nascosto.
C'era stato solo un momento, tantissimi anni prima, in cui Seiji si era concesso di cercare il contatto fisico, ed era stato nei mesi successivi alla definitiva sconfitta di Arago.
Invece di sfuggire ad ogni effusione troppo evidente come era solito fare, Seiji si lasciava avvicinare da ognuno di loro, arrivando ad abbracciare Shin o concedendosi di addormentarsi con la spalla poggiata a quella di un Touma così preso dalla lettura da non accorgersene se non a cose fatte.
Touma si era chiesto più volte da cosa nascesse questo bisogno. Aveva ipotizzato fosse per la momentanea euforia dell'essersi liberati di un simile nemico, ma poi aveva capito che c'era di più.
Sembrava quasi che Seiji sentisse il bisogno di un calore ed un conforto diversi, e Touma era giunto alla conclusione che fosse per via dei tormenti subiti durante la prigionia nello Youiakai.
Anche Shin e Shu apparivano più fragili, ma per loro il conforto reciproco era così naturale che inizialmente era passato inosservato.
Touma sentiva qualcosa tremare dentro di sé, quando provava ad immaginare cosa avessero sopportato i suoi nakama, e sentiva ogni istante trascorso prima che lui e Ryo potessero raggiungerli e liberarli come un doloroso e imperdonabile ritardo.
Per questo, quando Seiji lo sfiorava, o gli posava una mano su una spalla, in quei giorni Touma si sentiva come se il dolore dell'amico si riversasse intero dentro di lui.
Nel giro di poco avevano notato tutti questo cambiamento, ma si erano dovuti rassegnare presto al fatto che Seiji si era rapidamente richiuso, non appena superato il momento peggiore.
Touma sospirò, ripensando a quante volte, in quegli anni, avrebbe preferito che Seiji fosse più facile da raggiungere. Fu distratto dalla vista dei primi quartieri di Sendai: era quasi arrivato.

 

Seiji sentì un familiare formicolio partire dal petto e dirigersi verso la mano, ma dopo poco si spense, disperdendosi lungo il braccio. Strinse le labbra e socchiuse gli occhi, davanti alla conferma di ciò che sospettava già da un po'.
Era il momento di parlare ai suoi nakama, non poteva rischiare che qualche altra minaccia si presentasse senza che avessero tutti chiara la situazione.
Sospirò e sorrise debolmente quando sentì l'aria vibrare di qualcosa di familiare: a quanto pareva, il momento di parlare era arrivare prima di quanto aveva previsto.
Si sollevò in piedi senza voltarsi verso il giardino, ma la sua voce squillò chiara ed appena un po' alta, e Touma non potè evitare di capire ogni parole ed arrossire all'istante.
“Vieni fuori, Touma. C'è una cosa di cui ti devo parlare.”
Il samurai del cielo emerse da dietro le piante e raggiunse il compagno sul piccolo patio di legno da cui si accedeva al suo appartamento.
“Mi hai sentito? - Seiji si limitò ad annuire, sforzandosi di non sorridere. - Ah. Immagino che non sia la prima volta, vero?”
Annuì di nuovo, ma stavolta non riuscì a non guardarlo negli occhi. Il suo sguardo brillava divertito, ma si dispiacque un po' dell'evidente imbarazzo del suo nakama.
Touma entrò in casa, scuotendo appena il capo.
“Stupido io a non aspettarmelo. - Si sedette a terra, di fronte a lui. - Di cosa mi devi parlare? Va tutto bene?”
Seiji si fermò un attimo a riordinare le idee: in realtà, non gli era stato concesso molto tempo per prepararsi un discorso.
“Si tratta di una cosa che sospettavo già da un po'. Praticamente da quando ci siamo separati.”
Touma annuì, lasciando che continuasse.
“Ho notato quasi subito che era cambiato qualcosa in Kourin. Probabilmente è cambiato qualcosa in ognuna delle Yoroi, ma nel mio caso... beh, non so dirti bene da cosa nasca. La cosa più sensata che posso ipotizzare è che la nuova Kikoutei assorba una parte di ognuna delle nostre armature, la parte che era più disposta a separarsi dal corpo della yoroi per essere condivisa. La assorbe impedendomi di utilizzarla diversamente. E in effetti avrei potuto aspettarmelo, visto che questa caratteristica di Kourin si era manifestata solo dopo che la prima Kikoutei era stata distrutta.”
Touma aggrottò le sopracciglia.
“Seiji, non sto capendo nulla. Cos'è che non puoi più usare?”
Seiji esitò ancora un attimo, poi si decise.
“I poteri curativi, Touma. - Abbassò lo sguardo sulle proprie mani, poi lo rivolse di nuovo al proprio nakama. - Kourin non li ha più.”

 

 

E questo era il penultimo capitolo. La mia idea originale era di riuscire a parlare di tutti i personaggi comparsi ne “Il giorno dell'incertezza”, e siccome NON mi piacciono gli schemi (nooooooooo, per nulla! XD ) volevo alternare uno di loro 5 ad un altro personaggio. Mi sono resa conto in fretta che non era fattibile: impossibile parlare di Fujita senza mettere in scena Nishimura, o di Shin senza inserire Sayoko... idem per il padre di Ryo e la madre di Shu.
Beh, non stiamo neanche a soffermarci sul fatto che non son riuscita a scrivere di Seiji senza tirare di nuovo in ballo Touma, vero? XD
Quindi i capitoli si sono ridotti a questi, e ormai ne manca solo uno: chi riesce ad indovinare a chi sarà dedicato il capitolo finale?

 

  
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