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Autore: Marelia    30/12/2014    1 recensioni
Ho cominciato questa storia per gioco, volevo approfondire l'amicizia tra Piers Nivans e Chris Redfield partendo dall'arruolamento del primo nella BSAA per giungere fino alla fine del sesto gioco di Resident Evil. Non avendo giocato il secondo Revelations non so come stiano procedendo le cose per cui potreste trovare molte incongruenze ed ho inserito alcuni personaggi di mia invenzione. Spero che la storia da me creata possa piacervi.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Redfield, Jill Valentine, Nuovo Personaggio, Piers Nievans
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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Fuori si era fatto buio ma al quartier generale del Nord America della B.S.A.A. una luce brillava ancora nell'edificio semivuoto, indifferente all'orario di chiusura. Quella luce proveniva dall'ufficio di Chris Redfield, che assorto nei suoi pensieri non si era ancora reso conto dell'ora. Jill Valentine lo stava aspettando al parcheggio semivuoto, come di consueto quando entrambi non erano impegnati in qualche missione. Notando il suo insolito ritardo decise di dirigersi verso la stanza, la porta semichiusa filtrava la fioca luce all'interno e lei l’aprì con delicatezza.
L'uomo seduto alla scrivania, che aveva sensi molto spiccati, si accorse subito della sua presenza nell'ufficio ma non alzò ugualmente lo sguardo dalle scartoffie che stava esaminando mentre sorseggiava una tazza di caffè caldo.
«Ancora preso dal nuovo incarico?» chiese lei avvicinandosi alle spalle possenti di Chris e poggiandovisi delicatamente sopra, cingendolo con le braccia.
«Sto ancora guardando tutti i profili per il nuovo Team SOU, non pensavo di metterci tanto, odio queste cose» sospirò posando lentamente i fogli sul tavolo, era stanco e si notava visibilmente dal suo sguardo, i bellissimi occhi color nocciola si presentavano spenti e arrossati.
«Dovresti fare una pausa, Capitano» disse lei in tono malizioso «potremmo passare del tempo a casa mia...da soli...»
«Non chiedermelo due volte» disse lui girando velocemente la sedia per poter stringere Jill con passione, sentiva i suoi seni morbidi a contatto col suo viso. Quel gesto gli era terribilmente familiare e gli donava sempre un profondo senso di calma. Raramente riuscivano a passare del tempo assieme senza infetti da cui doversi difendere, era stanco di dover lottare continuamente per la sua sopravvivenza e quella del genere umano, ma andava fatto.
Chris aveva un forte senso del dovere e nulla poteva distoglierlo dal suo incarico, ma ogni tanto distrazioni di quel genere risultavano decisamente piacevoli.
Vi era stato un tempo in cui passava la sua vita spensieratamente. Aveva da sempre avuto un carattere dolce e affabile ma dall'incidente a Villa Spencer qualcosa lo cambiò di colpo indurendolo, solo con Jill riusciva a tornare l’uomo che era un tempo.
Quell’incubo gli aveva donato un solo aspetto positivo, una compagna straordinaria su cui poter contare sul lavoro e nella vita.
La mano di lui si soffermò distrattamente sui suoi seni e prontamente Jill la scansò. Da quando erano tornati dall'Africa lei non amava molto contatti di quel tipo, soprattutto fuori dalle mura domestiche. Il dispositivo di controllo che Wesker le aveva conficcato nel petto aveva lasciato evidenti cicatrici che non riusciva ancora ad accettare, sentiva che in qualche modo il suo corpo perfetto era stato sfigurato e la cosa la metteva profondamente a disagio, odiava tremendamente sentirne il rilievo sulla sua pelle liscia e morbida.
«Andiamo, continuerò il lavoro domattina con calma» disse lui rompendo il silenzio che si era creato tra loro.
«Hai già individuato qualcuno?» gli sussurrò lei sorridente, chinandosi lentamente per baciare le labbra di Chris con dolcezza.
«Nivans per ora sembra adatto, ha ottime qualità» rispose «ora andiamo, comincio ad avere fame».
Si alzò dalla comoda sedia e sovrastò Jill con la sua stazza imponente.
«Niente più lavoro per questa notte».
I due si avviarono all'auto pronti a passare una piacevole serata, accantonando anche se per poco i loro doveri e quel virus sempre presente nelle loro vite.

 

 

Intanto nel Maine, Piers Nivans stava disteso sul suo divano logoro, gli occhi a fissare la fotografia sul tavolino affianco.
I suoi genitori sorridevano sospesi nel tempo, suo padre indossava la divisa d’ordinanza dei Marines, sua madre sfoggiava invece il suo abito migliore. Erano così felici un tempo, prima che scoppiasse quel macello.Sembrava fossero passati secoli da allora eppure aveva da poco seppellito il suo vecchio nel cimitero della sua città natale.
Quella guerra non era come le altre, non erano solo i soldati a morire, tutti diventavano vittime di quella follia.
Piers, come suo padre e suo nonno prima di lui, si era arruolato nell’esercito. Inizialmente lo fece per rendere fiero quel dannato burbero, non gli avrebbe mai permesso di intraprendere una strada differente, ma col tempo essere un soldato per lui era diventata una missione. Non cercava vendetta per la morte del padre, non è mai stato quel genere d’uomo, lui voleva fare la differenza, voleva essere un eroe.
Si era diplomato col massimo dei voti in una delle accademie militari più rinomate degli stati uniti d’America e da subito vantò discrete qualità di comando e divenne un ottimo tiratore scelto, non mancava mai il bersaglio.
Passato alle forze speciali si distinse subito portando a termine egregiamente numerose operazioni. Tutto questo però non gli bastava, doveva fare di più, ne era in grado e stava unicamente sprecando le sue qualità. Per questo motivo aveva scelto di fare domanda per entrare nella BSAA.
Voleva combattere sul vero campo di battaglia di quel periodo tanto oscuro, doveva distruggere quel virus una volta per tutte. Si stava diffondendo lentamente, le voci a riguardo diventavano sempre più consistenti, nonostante le autorità tentassero di smentirle in ogni modo.
Pochi nel Paese conoscevano la triste realtà nascosta dietro all'incidente di Racoon City, ma lui sapeva. Si documentava spesso a riguardo, la sua stava diventando un’ossessione.
Preso congedo dal suo precedente incarico, cominciò a passare le sue giornate chiuso casa, tutte uguali e vuote, con un solo pensiero nella testa, il virus-T.
Con tutti quei pensieri per la testa, che continuavano a tormentarlo, Piers prese sonno e si abbandonò ad una notte alimentata da incubi.





 

***

Nota dell'autrice:

Ciao a tutti, ho deciso di modificare alcuni capitoli di cui non mi ritenevo soddisfatta al 100%. Dopo aver finito questo lavoro di restyling andrò avanti con la storia, se dovvessero esserci errori di battitura o altro non fatevi problemi ad avvertirmi.

   
 
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