Un
uomo che è un uomo deve usare la lama per obliterare il suo onore.
Ormai a quest'ora, pensi, lui avrà già varcato la soglia della sua
anima e avrà smesso d'aver paura. Tu invece hai preferito l'incanto
della notte. Bandita da tuo marito e dal mondo che conoscevi, ti sei
allontanata senza voltarti. Sei scomparsa nel bosco, l'hai
oltrepassato e ti sei inginocchiata ai piedi della grande montagna.
Con una canzone hai perdonato tuo marito, per averlo tradito. Hai risalito
la roccia al buio, benvenuta alla grande parete di guardia sulla
città delle lanterne. Hai attraversato il sentiero che conosci
perfettamente, che ti indicò tua nonna geisha, un giorno d'estate
profumato dai petali di tè selvatico che raccoglievate insieme. Ci
sei tornata mille volte, quando volevi nasconderti dagli adulti
forsennati o isolarti a fantasticare un'altra vita. Sei arrivata fino
allo sperone delle vedette, rilegato nei brutti ricordi delle nonne,
degli allarmi invasione di un epoca sanguinaria. Ti sei messa dritta su
quel dente di drago affacciato libero sull'orrido nero e da qui hai
spiccato il volo. L'altezza è generosa e ti dona altro tempo, la
caduta affetta il secondo in frazioni, ci fa stare più pensieri.
Abbassi la testa e per effetto della posa vedi un pavimento di stelle
colme di stupore di fronte a tanto coraggio in una bambina. Un tempo
luminoso avresti visto il sorriso di perle di tuo padre, mentre ti
teneva le caviglie e ti roteava in tondo, facendoti planare come uno
di quegli aquiloni svolazzanti sopra le baldorie degli equinozi. Il
secondo successivo lo dedichi a quell'amore che ti compromise,
l'amore assassino, dolce come il tocco di lui sulle tue braccia,
amaro come il fiato della bestia affamata. Ecco il tuo fiero boccone,
dici al vento nell'ultimo spasimo, spalanca la bocca e nutriti dei
nostri cuori, ma non avrai mai i nostri giorni felici. Il secondo
successivo è più corto, ci infili il tuo amante soldato, il frutto
di un desiderio illegittimo, il secondo passa, si lascia dietro solo
il sapore dell'ultimo bacio. Aspettami soldatino. Non sarò mai più
la concubina di un vecchio, ma io e te saremo per sempre regnanti del
nostro sogno disperato. Trovi meraviglioso respirare, c'è tanta di
quella libertà che nemmeno riesci ad abbracciare e ti da le
vertigini. Poi, l'ultimo secondo esplode. Si porta via il tempo e i
tuoi pochi anni in un imbuto di assoluta Ragione, così niente ha più importanza del volo compiuto di una sola farfalla.
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