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Autore: Nolc    01/01/2015    0 recensioni
Prima di tutto, ho cominciato a scrivere questa storia su un altro forum, quindi non stupitevi se troverete questi testi anche da altre parti. Appena mi metterò in pari con i capitoli pubblicati in questo sito e nell'altro, pubblicherò qualche capitolo qui, prima che la, in modo da dimostrarvi che sì, effettivamente sono io l'autore. Spero di aver chiarito questo particolare, anche perchè ci tengo a continuare a scriverla anche lì, grazie per l'attenzione, vi lascio all'introduzione.
Cosa faresti se ti svegliassi in un corpo non tuo, su un pianeta che non conosci, senza tempo nè luogo, senza memoria del tuo passato e senza conoscere chi ti sta intorno?
Una guerra è in corso, e viene combattuta sfruttando le arti, tecniche di combattimento letali. Decideresti di combattere a favore di una fazione?
Ma cosa sono le arti? Quali sono le origini della guerra? Tutto è radicato molto a fondo nelle origini di un universo in conflitto, che sarò felice di narrarvi, passo per passo.
Ma ora basta premesse, e preparatevi al vostro risveglio in una realtà che non conoscete, e preparatevi ad esplorarla.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Un portale enorme era comparso davanti alla base, e da esso fuoriuscirono alcune figure: la prima a malapena la vidi uscire dal portale: scattante e con movimenti fluidi, si ritrovò in fretta in parte a me, col fiatone e con lo sguardo attento rivolto verso il portale. Era alto poco meno di me, la pelle era chiarissima, se non per delle squame viola che sulla testa gli formavano una alta cresta. Dalla bocca sporgevano due lunghi canini, da cui sgocciolava un liquido anch’esso violastro. Poi un’altra figura, più robusta, le larghe spalle nascondevano quasi il resto del corpo, e questa volta la pelle era scura, in contrasto con la sabbia rossa del pianeta. Appena toccato terra corse anche lui veloce lontano dal portale, dalla parte opposta a quella della prima figura, e potei vedergli uno strano sfregio sulla schiena. Si mise in posizione, anche lui attento verso il portale. -Tu chi sei?- Chiesi all’uomo in parte a me -Mi chiamo Lhoret, sono uno dei soldati mandati in missione sul pianeta Arhiot, faccio parte dell’esercito della Luce. Tu invece? -Sono una recluta di questa base, anche io sto dalla parte dell’esercito della Luce- -Bene. Quei tre che vedi lì attorno al portale sono alleati, quello che invece ne sta uscendo ora, invece, è un nemico- Attorno al portale si erano posizionate altre due figure, una piuttosto esile, se non per un braccio robotico, che arrivava fino a terra, enorme, mentre l’altra, alta più di due metri, la pelle di un grigio argento che rifletteva la luce che le arrivava, come fosse liquida, si era disposta in modo da formare, con le altre tre, a formare un quadrato, attorno al portale, da cui fuoriusciva un essere enorme. Inizialmente solo un braccio, lungo all’incirca quanto la cupola, sbucava dal buco nero, e si presentava fatto di una roccia marrone, e da alcuni punti sgorgava lava incandescente, che lo ricopriva in buona parte. Uscì anche la spalla, formata da molti grossi massi, e da ogni crepa continuava a fuoriuscire lava. La testa era solo una piccola protuberanza in confronto al resto, come una collina di roccia, e la lava si trovava però solo dove si sarebbero dovuti trovare due piccoli occhi e un’altrettanto piccola bocca. Il mostro si incastrò però nel portale: il resto del corpo, dalle dimensioni ovviamente colossali, era rimasto dall’altra parte. Il buco nero si chiuse, tagliando il mostro in due parti, e quella che noi potevamo osservare cadde rumorosamente a terra. Ma no, non era morto. Le rocce e la lava si raggrupparono in tre distinti gruppi, per poi andare a formare in fretta tre mostri, uno diverso dall’altro ma con caratteristiche analoghe a quelle del gigante di prima. I miei cinque compagni scattarono subito verso il primo mostro, mentre io e i quattro usciti dal portale restammo con gli altri due; il capo, come sempre, osservava in silenzio. I mostri si mossero uno verso di me e Lhoret e uno verso la figura dalla pelle d’argento, ma erano molto lente e ci allontanammo entrambi in fretta. Diedi invece un’occhiata a cosa faceva la figura grigia, che sferrò un pugno sul mostro, nonostante fosse coperto di lava. Vidi il buco formarsi e trapassare roccia e lava, sfondando il mostro da una parte all’altra, lasciando un vuoto attorno al pugno e al braccio della figura. Non servì però a molto, perché le rocce che si trovavano nella parte superiore, crollando, taparono il foro. Nel frattempo l’essere di roccia si stava dirigendo verso di me. Io gli corsi addosso, sferrando un pugno in una parte del suo corpo non ricoperta da lava, senza però sortire effetto e facendomi solamente male da solo. Il pugno del mostro mi sfiorò, mentre il calore immenso mi investiva in pieno, scottandomi. Caddi a terra urlando, con il mostro che si gettava su di me a braccia aperte, nel tentativo di fondermi. Per fortuna Lhoret fu abbastanza veloce da salvarmi, dando un calcio al mostro e deviando la sua direzione di caduta. Anche la figura dalla pelle scura venne in mio aiuto, sollevando il mostro –ignorando lava e calore- e gettandolo in aria, con una forza sovrumana. Anche se non ero sicuro che fosse un umano. Allungò le braccia verso il basso, intrecciando le dita delle mani e Lhoret ci si fiondò sopra, mentre l’uomo lo spingeva in alto. Mi rialzai, dando velocemente uno sguardo agli altri due: uno teneva fermo il mostro con il braccio, l’altro lo bucherellava indisturbato, con una raffica di colpi. Poi, dopo un suo pugno, tutto si fece improvvisamente scuro, sentii il rumore di un’esplosione e il mostro che stavano combattendo l’uomo dalla pelle argentata e l’altro era scomparso. I due si diressero in fretta verso il nostro, e l’uomo dalla pelle scura fece da trampolino anche per loro, dandogli la possibilità di colpirlo in aria, mentre cadeva, indifeso. L’uomo dalla pelle argentata, con un singolo pugno, bucò il mostro, e ci fu un altro calo di luce, poi un’esplosione. Il mostro non c’era più e tutti caddero a terra. Nel frattempo anche gli altri avevano sconfitto il loro, che però non era scomparso.
   
 
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