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Autore: _Y u s h i_    01/01/2015    5 recensioni
Leeteuk è il Leader dei Super Junior.
Essere il Leader, però, vuol dire dover essere un punto di riferimento per tutti, essere una guida ed un sostegno, essere sempre disponibile all'ascolto e a dare consigli.
Ma anche Leeteuk ha bisogno di una pausa e di qualcuno che lo sappia ascoltare, è per questo che ogni giorno aspetta la sera, quando finalmente può lasciare cadere tutte le barriere e sfogarsi.
Leeteuk vive per questa sera.
Per la sua sera.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Leeteuk, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ma Quando Arriva La Sera...




 
 
- Leeteuk-Hyung avrei bisogno di parlarti. -
 
Sentii lo stomaco fare un salto, la gola seccarsi e stringersi in un nodo.
Non ancora, ti prego.
Essere il leader di un gruppo non voleva dire solamente dare ordini e dover parlare più degli altri, purtroppo quella posizione portava a dover affrontare ogni singolo problema che si presentava con i membri ed ogni giorno i problemi erano dannatamente tanti, così tanti che dopo una lunga giornata di prove e schedule anche io cominciavo a non avere più la forza di ascoltare, ragionare e prendere le giuste decisioni. Ma la verità era che essere il Leader non era solo la mia posizione, era prima di tutto il mio lavoro, un lavoro ancora più impegnativo dell'essere una celebrità, un lavoro che mi costringeva a dover sapere sempre tutto di tutti, anche quando le cose che mi venivano dette non volevo sentirle, anche quando, come in quel momento, Sungmin era in piedi di fronte a me con le lacrime agli occhi e pronto a confidarmi un suo problema che, in cuor mio, sapevo già di non voler sapere.
- Cosa succede Sungmin? -
Eravamo ancora nella sala prove dell'agenzia, davanti a noi la parete coperta dal lungo specchio mi permetteva di vedere la sua espressione abbattuta anche senza doverlo guardare direttamente. Sungmin continuava a sfregarsi le mani in evidente agitazione e mentre infilavo felpa e scarpe da ginnastica dentro la mia borsa da allenamento, sentii che finalmente superò il nervosismo e cominciò a parlare.
- E' per Kyuhyun, sono tre notti che non torna al dormitorio. -
Problemi, problemi e ancora problemi.
Ero stanco, non riuscivo più a gestire tutti i segreti che mi venivano confidati, non volevo più vivere con la consapevolezza di sapere che i miei ragazzi soffrivano per qualcosa e per quanto gli volessi bene, anche io avevo bisogno di una pausa, di non avere pensieri e di poter tornare a svegliarmi la mattina con il sorriso sulle labbra e non con l'ansia di quello che sarebbe o non sarebbe potuto accadere.
Ero diventato un egoista, era vero, ma sentivo il bisogno di staccare dalla mia posizione di Leader, di pensare solo a me per qualche tempo e di non mettere sempre gli altri davanti alle mie esigenze.
Eppure sapevo di non poterlo fare, sapevo che se avessi ceduto io, l'intero gruppo avrebbe cominciato a vacillare, e allora potevo solo stringere i denti e continuare a dare consigli e ad ascoltare in silenzio, l'unico pensiero che mi dava la forza di andare avanti era sapere che prima o poi sarebbe arrivata la sera.
Chiusi gli occhi e respirai a fondo prima di girarmi a guardare Sungmin con un dolce sorriso sulle labbra.
- Hai provato a parlare con lui? -
- Non posso, mi odia. - Disse abbassando lo sguardo e notai come i suoi occhi si stessero riempiendo ancora più di lacrime.
- Non è vero che ti odia, è solo un brutto momento per lui. -
- Hyung... i-io lo amo ancora. -
Questi erano i momenti in cui mantenere la calma era davvero difficile, ma deglutii, cacciai giù il momento di rabbia e ripresi il mio tono gentile.
- Sungmin capisci che per lui è difficile crederlo dopo che hai deciso di sposarti. -
- Ma ho dovuto farlo! -
Gli appoggiai una mano sulla spalla. - No, tu avevi paura di rimanere solo, so che con Kyuhyun non avresti potuto avere un futuro e probabilmente se fossi stato al tuo posto avrei preso la tua stessa decisione, ma non puoi nemmeno biasimare Kyuhyun per esserci rimasto male. Devi solo dargli un po' di tempo per abituarsi all'idea e poi parlagli e digli tutto quello che senti. -
Sungmin si asciugò gli occhi da cui era riuscito a non far scappare nemmeno una lacrima e annuì piano.
- Credo che tu abbia ragione. - E poi un sorriso malinconico. - Grazie Hyung. -
Non appena Sungmin girò i tacchi ed uscì dalla sala prove, afferrai il mio borsone e feci per andarmene anche io. Era pomeriggio tardi e fuori era già buio, cosa che mi fece sospirare di sollievo pensando che la sera era sempre più vicina.
Schiacciai il pulsante di chiamata per l'ascensore e quando le porte si aprirono riconobbi la figura di Shindong appoggiata contro lo specchio della cabina, gli occhi stanchi e la mascherina che gli copriva naso e bocca.
- Ciao Hyung! - Sembrava felice di vedermi, ma felice in modo sollevato più che felice inaspettato, cosa che mi fece pensare se non mi stesse cercando già da un po'.
Non altri problemi per favore, non oggi.
- Avete finito le prove? - Chiese con lo sguardo puntato sulle sue scarpe.
- Sì. -
Annuì e potei vedere la tristezza nei suoi occhi.
Ti prego, sono stanco, non ho la forza di pensare ad altro.
- Hyung posso chiederti una cosa? -
Mi morsi un labbro, in fondo lo avevo capito già dal primo sguardo che aveva bisogno di parlare, era inutile che cercassi di evitare la cosa.
- Dimmi. - Dissi appoggiandomi alla parete accanto a lui.
- Non riesco a dormire, il pensiero del militare mi uccide. Non sono sicuro di potercela fare, sono due anni, in due anni succedono tantissime cose. E se il gruppo si sciogliesse nel frattempo? O se le fan cominciassero a dire che il gruppo sta meglio senza di me? Lo sai che non riuscirei a sopportarlo. Tu come hai fatto a resistere? -
- Shindong... Donghee, ogni singolo giorno che ho passato fuori da questa vita, mi sembrava come se non sarei più riuscito a tornare. Pensavo che la gente si fosse scordata di me, che ormai facessi parte del passato, ma la verità è che questi due anni saranno la prova che tu sei qualcuno. Le fan cominceranno a sentire la tua mancanza, gli show si faranno guerra per poterti avere come ospite una volta rilasciato e le riviste cercheranno continuamente tue notizie. Sembra impossibile, ma questi due anni di silenzio, saranno i tuoi due anni di maggiore successo. -
Shindong sembrò toccato da quelle parole e l'unica cosa che riuscì a dire fu:
- Grazie, davvero. -
Quando riuscii finalmente a salire nel minivan che ci avrebbe riportati al dormitorio, mi sentii più leggero, la giornata era ormai finita e tra solo qualche ora sarebbe stata sera.
Salii nel sedile dietro, schiacciato tra Shindong e Ryeowook e chiusi gli occhi per un breve pisolino fino a casa, ma evidentemente quella giornata non poteva ancora finire perchè il manager si affrettò ad informarci che non saremmo andati a casa, bensì a mangiare fuori per festeggiare una qualche ricorrenza dell'agenzia insieme a tutto lo staff.
Fu così che un'ora dopo mi ritrovai seduto su un cuscino, senza il minimo appetito e con una grande confusione intorno mentre i ragazzi si abbuffavano e ridevano in allegria.
Avrei volentieri festeggiato con loro se non fosse per la stanchezza che sentivo scorrere ormai anche dentro le ossa, volevo che finisse tutto in fretta.
Oggi come non mai avevo bisogno della mia sera.
I miei pensieri furono interrotti dal suono del mio cellulare che vibrò nella tasca dei pantaloni e mi fece sperare oltre ogni immaginazione che non fossero altri problemi. Lo schermo segnalava che la chiamata veniva da Zhoumi e inevitabilmente chiusi gli occhi un po' esasperato, ma era Zhoumi e lui più di chiunque altro aveva bisogno di una guida qui in Corea ed era l'unica persona a cui non avrei mai e poi mai negato il mio aiuto.
- Pronto? - Dissi cercando di tenere il tono tranquillo.
- Hyung! Non sapevo chi chiamare, non risponde nessuno in agenzia e non so davvero come fare! -
- Tranquillo Mimi, dimmi che succede. -
- Dovevo partecipare come ospite ad un programma stasera, ma mi devo essere preso una qualche sorta di influenza perchè non riesco neanche ad alzarmi dal letto. Non conosco nessuno che partecipi al programma e non so come avvisare. - Solo a sentire la sua voce si capiva che era malato e fortunatamente questa volta il problema era facilmente risolvibile.
- Stai tranquillo e riposati, sono con i manager, farò chiamare la direzione dello show ed eventualmente cercheremo un sostituto, va bene? -
- Sei un angelo Jungsoo, non so cosa faremo senza di te. -
Sorrisi a quelle parole, le sentivo dire spesso dai ragazzi e forse era anche per quello che non riuscivo a non pensare a loro. Io ero la loro guida e non potevo deluderli, anzi, io non volevo deluderli e volevo aiutarli ad affrontare le situazioni difficili, ma avevo davvero bisogno di non pensare a nessuno per un po' e dedicarmi solo a me stesso.
Una volta finita la cena, salutai i membri dello staff e mi assicurai che i ragazzi tornassero a casa prima di me. Mi fermai con alcuni manager per sistemare la questione di Zhoumi e finalmente, con la luna già alta in cielo, mi avviai verso casa.
Adesso nessuno avrebbe potuto rovinare la mia sera.
 
La porta del dormitorio scricchiolò piano quando la aprii con cautela.
Le luci erano tutte spente, cosa che mi fece immaginare che i membri fossero già tutti a letto, appoggiai le chiavi sopra la piccola mensola dell'entrata e tolsi le scarpe lasciandole scomposte sul pianerottolo insieme alle altre.
Una volta raggiunta camera mia lasciai il borsone a terra e mi tolsi automaticamente i vestiti, entrando poi nel bagno comune dove feci la doccia più lunga della mia vita. Tornato in camera, frugai nei cassetti e tirai fuori una canottiera e un paio di pantaloni della tuta e senza nemmeno pensarci un secondo uscii dalla stanza per raggiungere l'ultima camera in fondo al corridoio del dormitorio.
Appoggiai la mano sulla maniglia e feci un respiro profondo, un sorriso mi spuntò automaticamente al pensiero che, sì, la mia sera era arrivata.
Entrai silenziosamente nella stanza illuminata solo dalla luce fioca di una lampada notturna, il letto matrimoniale occupato già nella parte sinistra e le coperte ripiegate nel lato vuoto come se fossero in attesa di accogliere qualcuno.
Abbandonai le infradito in un lato e mi accoccolai sotto alle coperte, senza preoccuparmi di fare troppo silenzio, dopotutto era la mia sera, e subito sentii il materasso cigolare sotto il peso di qualcuno che si avvicinò a me e mi circondò con un braccio attirandomi a sé.
Questa era la mia sera, dopo un'intera giornata passata ad occuparmi dei problemi di tutti, avevo bisogno di qualcuno che si occupasse di me, di qualcuno che mi abbracciasse e mi dicesse che andava tutto bene, che ogni cosa si sarebbe sistemata e che ascoltasse i miei di problemi.
E fra tutti, l'unico che davvero poteva capirmi, che aveva passato tutto quello che avevo passato io e che sapeva sempre trovare le parole giuste per darmi la forza di affrontare un altro giorno... beh, era lui.
- Come è andata la tua giornata? - La sua voce era gentile anche se un po' assonnata, così diversa da come ero abituato a sentirla durante il giorno. Sentii le sue braccia stringermi ancora di più e il suo capo appoggiarsi contro una mia spalla che baciò dolcemente.
- Sono stanco. - Riuscii a sussurrare.
- Altri problemi? - La sua mano accarezzò il mio fianco.
- Ho paura che Sungmin stia già cominciando a pentirsi, Shindong inizia con il panico pre-arruolamento e Zhoumi si è ammalato nel pieno della promozione dell'album. -
- E tu da fantastico Leader quale sei hai dovuto trovare una soluzione a tutti. - Non era una domanda.
Ecco perchè lui era la mia sera, perchè lui sapeva di cosa avevo bisogno, sapeva quando stavo per scoppiare e sapeva come farmi rilassare e farmi dimenticare tutti quei pensieri che mi angosciavano. Lui sapeva capire quando i problemi che gli raccontavo dovevano essere tenuti tra di noi e nonostante non avesse sempre una soluzione, sapeva che ancora più di una soluzione, io avevo bisogno di qualcuno che mi ascoltasse, come durante il giorno io ascoltavo tutti gli altri.
Mi voltai verso di lui e appoggiai le mani contro il suo petto. Le sue labbra si appoggiarono sulla mia fronte e per quanto fosse delicato, quel bacio riuscì a scacciare via gran parte di quel peso che sentivo nello stomaco.
- Jungsoo devi prenderti un po' di tempo per te, lo so che i ragazzi sono tutto per te e capisco che essendo il Leader ti senti in dovere di aiutarli uno per uno, ma non puoi rischiare di stare male tu per far sentire meglio gli altri. -
- Lo so. E sono stanco, davvero, vorrei riuscire a non preoccuparmi così tanto per loro, ma per quanto possa sentire di essere al limite della sopportazione, loro sono la mia famiglia e non posso abbandonarli nel momento del bisogno. -
Una delle sue mani salì ad accarezzarmi una guancia e alzando il capo per guardarlo negli occhi, sentii il suo alito caldo sulle mie labbra.
- Tu non li stai abbandonando, ma non possono neanche pretendere che tu abbia una soluzione per ogni loro problema, ogni tanto anche tu hai bisogno di non avere nessun pensiero, da quanto tempo è che non ti prendi una giornata solo per te? -
- Li ho lasciati per due anni, mi sento come in dovere di recuperare tutto quel tempo perso. -
- E invece ti sbagli, sono tutti uomini maturi e dovrebbero rendersi conto che non possono continuare a scaricare i loro problemi sulle tue spalle. Come possono pretendere di volersi costruire una famiglia o un futuro se non riescono neanche a prendersi cura di loro stessi? -
Sorrisi amaramente, perchè in fondo sapevo che aveva ragione, ma semplicemente non ce la facevo a dir loro di no.
La sua mano mi scostò i capelli da davanti gli occhi e sentii le sue labbra appoggiarsi sulle mie. Ricambiai quel bacio che al momento sembrava essere tutto ciò di cui avevo bisogno, lo circondai a mia volta con le braccia e mi persi nel calore che i nostri corpi a contatto producevano.
- Che cosa faremmo senza di te Jungsoo... -
Disse poi una volta staccatosi dalla mia bocca e scendendo a baciarmi il collo.
- E che cosa farei io senza di te, Kim Heechul? -
Heechul mi guardò negli occhi e mi sorrise prima di stampare un ultimo bacio sulle mie labbra e chiudere gli occhi.
- Adesso dormi Jungsoo. -
Mi accoccolai contro di lui il più possibile.
- Grazie. - Sussurrai piano e non c'era altra parola che avrebbe potuto esprimere quello che provavo verso di lui.
E finalmente la giornata non mi sembrò più tanto difficile e riuscii ad addormentarmi, senza pensieri, tra le braccia della mia sera.

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NOTE: bzz bzz .. Qvesta Fanfiction ezzere proprietà di piccolo Bunny rimpiscatole .. bzz bzz
Ehi! Ciao! No..... mhh.. Ehilà(?) *non sa come cominciare*
Allora questa ff mi è stata chiesta da una persona e io gliel'ho sempre negata perchè la TeukChul non era esattamente la mia coppia preferita (Come molti di voi sanno io shippo KangTeuk). Il problema è che nell'ultimo periodo effettivamente questa ship mi è entrata nelle grazie ed ho cominciato ad apprezzarla sempre di più, tanto da darmi abbastanza feels da poterci scrivere su qualcosina.
Eh sì perchè nonostante il mio cuore KangTeuk io davvero penso che in quanto a 'mamma' e 'papà' dei Suju ci siano Leeteuk e Heechul e penso che quei due abbiano un mondo tutto loro dove solo la 83line può entrare.
btw in breve quello che volevo dire è che so che la TeukChul non è proprio canon ma spero che impariate ad apprezzarla come ho fatto anche io.
Per la breve parentesi KyuMin, io shippo hardemente la Kyumin quindi il matrimonio di Min per me conta quanto zero ♥ e mi permetto eccome di continuare ad infilarla in tutte le ff ~
Grazie a chi leggerà, commenterà (?) e farà cose belle con questa storia *bow* e spero continuerete a seguirmi :)

 
Shi//Callmeanchovy
  
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