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Autore: _ifyoucandream    01/01/2015    3 recensioni
«Mamma, mammina, mi leggi una fiaba?»
«Fiorellino mio, è tardi! È ora di dormire»
«Per favore, mammina, ti prego!»
Gli occhioni verdi ben poco stanchi della bambina guizzavano da sotto le lenzuola lilla del suo letto. Quando incontrarono l’espressione falsamente imbronciata della madre, rise vivacemente e aspettò la sua risposta con impazienza.

E se il cuore di Madre Gothel non fosse del tutto di pietra? Una breve storia per catturare pochi istanti di una placida serata dentro la torre, dove una piccola Rapunzel proprio non vuole addormentarsi senza aver ascoltato una bella fiaba.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Madre Gothel, Rapunzel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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«Mamma, mammina, mi leggi una fiaba?»
«Fiorellino mio, è tardi! È ora di dormire»
«Per favore, mammina, ti prego!»
Gli occhioni verdi ben poco stanchi della bambina guizzavano da sotto le lenzuola lilla del suo letto. Quando incontrarono l’espressione falsamente imbronciata della madre, rise vivacemente e aspettò la sua risposta con impazienza.
«E va bene, fiorellino, hai vinto»
«Evviva!», gioì la bimba levandosi di dosso le coperte e mettendosi seduta a gambe incrociate, coi capelli dorati che ricadevano dolcemente sul cuscino dietro di lei.
«Quale vuoi che ti legga?», disse la donna, sfiorando appena con le dita i dorsi dei libri dai colori accesi posizionati ordinatamente nello scaffale vicino al letto.
La bambina portò una mano al mento e socchiuse gli occhi, riflettendo. La madre era quasi intenerita dall’immagine di quella creaturina tanto innocente così pensierosa e concentrata.
«Raccontamene una tu!»
«Che cosa?»
I ricci corvini si mossero leggeri sulle spalle della donna quando questa si girò, le labbra rosse piegate in un lieve sorriso.
«Voglio che ne racconti una tu, mammina!», ripeté la bimba, dondolandosi, con le braccia che le cingevano le ginocchia.
La madre si lasciò sfuggire una piccola risata, di quelle che la figlia sentiva raramente. Camminò con eleganza verso il letto, si sedette e, presa la bambina in braccio, le pettinò con dolcezza i lunghi capelli biondi con le dita.
«C’era una volta, in un regno lontano…»
La bambina, stretta al petto della madre, osservava con curiosità i suoi occhi azzurri, come se cercasse di trovare lì le parole che sarebbero dovute seguire. Lei, affondando la mano nella morbida chioma che cadeva sulla schiena della bimba come una cascata d’oro, sorrise di nuovo e continuò la sua storia.
«Un bellissimo fiore dorato»
Gli occhi verdi, fissi su quelli della donna, brillavano di una strana luce mentre ascoltava.
«Il fiore più bello che si fosse mai visto. Splendeva come il sole e profumava più di mille rose. La padrona del fiore era un’affascinante giovane donna che credeva di avere tutto ciò che desiderava. Era sicura che la vita le avesse messo a disposizione tutto ciò di cui aveva bisogno. Vedi, fiorellino…»
La mamma sembrava così assorta nel raccontare la sua fiaba che la bimba cercava persino di respirare silenziosamente pur di non interromperla.
«…quella donna sapeva che esistono persone che sanno quello che vogliono e persone che non lo sanno. E lei aveva la certezza di non volere niente in più di ciò che aveva. Di non aver bisogno di niente... E di nessuno. Ma quel fiore era magico, in una maniera del tutto diversa da quella che si aspettava»
Le braccia della donna strinsero ancora più forte il corpicino della figlia. Poi riprese a parlare.
«Un giorno, quel fiore fece una magia. La donna si ritrovò a dover prendersi cura di una bambina»
«Di una bambina?», chiese stupita la bimba, smettendo per un momento di attorcigliare uno dei ricci della madre lungo le sue piccole dita.
La madre si concesse appena un sorriso per l’incredulità espressa in quegli occhioni smeraldo che la osservavano, desiderosi di apprendere.
«Proprio così. Una bellissima bambina che dette tanto amore alla donna che possedeva il fiore. Lei si era sempre creduta una persona fredda, completamente priva di veri sentimenti… e questo, a dire il vero, non le dispiaceva affatto. Ma quella bambina le dimostrò che una piccola parte del suo cuore era in grado di provare un po’ di affetto per qualcuno che non fosse se stessa»
Le dita della donna dai capelli corvini smisero di pettinare i fili d’oro che scendevano dalla testa della bimba che teneva in braccio. Il ghiaccio dei suoi occhi azzurri fissava un punto indefinito davanti a lei, carico insieme di una dolce emozione e di una fredda lucentezza.
«È una fiaba bellissima, mammina», sussurrò con un’adorabile timidezza la bambina.
Lo smeraldo incontrò il ghiaccio, e il ghiaccio si sciolse.
«Grazie, fiorellino»
La bimba piazzò un bacio sulla guancia della madre.
«La sai una cosa, fiorellino?»
«Cosa, mammina?»
«La bambina che quella donna crebbe aveva i capelli biondi, dello stesso oro del fiore»
«Proprio come i miei, mammina?»
«Proprio come i tuoi, fiorellino».
  
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