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Autore: C l a r i t y    02/01/2015    0 recensioni
Un amore senza limite, una vita piena di speranza, un tempo di delusioni, un gioco in azione, una mossa sbagliata potrà far cadere il castello di carte.
Si potrebbe iniziare a giocare da soli per poi finire con qualcuno che ti rovinerà i piani, le vittorie, le sconfitte.
Però ringrazi quella persona perchè ti ha regalato un' esperienza senza confine.
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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My devil



Un amore senza limite, una vita piena di speranza, un tempo di delusioni, un gioco in azione, una mossa sbagliata potrà far cadere il castello di carte.
Si potrebbe iniziare a giocare da soli per poi finire con qualcuno che ti rovinerà i piani, le vittorie, le sconfitte.
Però ringrazi quella persona perchè ti ha regalato un' esperienza senza confine.
 

Capitolo 1



Lui era fatto così un po' arrogante, un vero e proprio maschilista e un ragazzo così oscuro non lo voleva nessuna delle ragazze, tranne me. Io ero completamente esterefatta da quel suo comportamanto cafone.
Così imponente e menefreghista.
Era alto, aveva i capelli neri e gli occhi azzuri, quasi il colore del cielo in tempesta, la sua pelle pareva fatta di porcellana, non aveva difetti, un dio greco.
Il suo comportamento sembrava quello di un ragazzino complicato con seri problemi.
Accese la sigaretta e si mise a fumare nel bel mezzo del corridoio della scuola, non gliene fragava assolutamente niente anche se lo potevano cacciare dall'istituto.
Un professore decise di filmarlo e di mandarlo dalla preside.
Lui rispose: Okay...
I suoi occhi si erano illuminati di sicurezza e di cattiveria.
Quando la signorina Jackie lo prese per portarlo nel suo ufficio lui iniziò a ridere a crepa pelle, poi disse soghignando: Sei forte.
Con un piccolo gesto le prese la sigaretta che gli aveva sequestrato e se la rimise in bocca a quel punto la donna chiamò l'agente addetto alla sicurezza e lo fece portare fuori. Gli buttarono lo zaino vuoto addosso.
Lui alzò il dito medio e scoppiò in una risata, disse in fine: Siete dei pagliacci.
La signora gli urlò: Non farti vedere mai più.
Con uno sguardo quasi incoscente raccolse la cartella nera e si incammiò.
Io avevo finito le miei solite lezioni e decisi di seguirlo, cercare di parlargli fu quasi un impresa, aveva sempre  le cuffie nelle orecchie.
Lo salutai e gli chiesi se potevo stare un po' con lui. 
Quando glielo chiesi lui prese il pacchetto quasi vuoto e si mise una sigaretta in bocca con molta cutela mi rispose: Certo.
Mi scrutò dalla testa ai piedi, sembravo una ragazza frivola ai suoi occhi.
Fecimo la strada per tornate a casa mia in silenzio lui mi porse la cuffia destra, stava ascoltando uno dei brani dei The Doors.
Quando arrivai a casa, gli ridetti l'apparecchio che gentilmente mi aveva prestato per tutto il tragitto e presi le chiavi per aprire la porta, in casa sapevo che non c'era nessuno.
Cercai di saluarlo ma lui mi prese per i fianchi e mi strinse a se, mi rigirò tra le sue braccia calde, cercò di baciarmi ma io mi allontanai, poi capii che lui era fatto così e che se io lo avessi rifiutato lui non mi avrebbe mai più considerata.
Pensai: Sarà solo un bacio.
Così gli presi la giacca e lo baciai, ma lui voleva qualche cosa di più, così io sgattaiolai in casa.
l'Indomani lo rividi d'avanti al cancello della scuola allo stesso orario del giorno precedente.
Senza farci troppo caso gli passai affianco e lui mi prese la mano.
Avevo capito che forse avevo sbagliato a considerarlo un ragazzo buono, avevo paura.
Quando mi porse un fiore, capii che al contrario di quello che pensavo, era veramente dolce.
Ma avevo ancora timore che volesse farmi del male, adularmi con il suo fascino.
In fondo era solo un ragazzino di diciotto anni e poteva essere tanto innocuo quanto pericoloso, amavo il rischio, presi il fiore, gli diedi un bacio in mezzo alla folla, la mia migliore amica mi guardò con uno sguardo che mi fulminò all'istante, non mi interessava, io  volevo stare con quel ragazzo da due anni, avrei dato qualsiasi cosa per lui.
Dopo quello splendido bacio, decisimo di andare a prenedre un gelato; il lo presi alla menta, lui con mano tremolante senza accennare una parola prese il suo al limone, gli chiesi:Cosa ti piace di più al mondo? 
Di sicuro non mi aspettavo una risposta scontata del tipo: Te...
La trovavo una risposta stupida.
Ma lui senza conscermi mi risose:Il gelato
Scoppiammo in una risata altisonante, tanto da far girare tutte le persone nel locale.
Uscimmo di corsa, James aveva creato un incendio nel bagno degli uomini, non smettava mai di stupirmi.
Parlammo molto.
Mi disse che suo padre se ne era andato quando lui era ancora un neonato e che sua mamma lo aveva cacciato da casa,all'età di sedici anni, perchè le aveva venduto dei gioelli per comprarsi delle sigarette e della vodka (il suo alcholico preferito); mi disse anche che aveva una sorellina più piccola, si chiamava Jem, aveva quindici anni e lavorava nell'esercito come infermiera provvisoria volontaria.
Io al quel punto gli dissi: Come ti sei sentito quando hai saputo che tua sorella era in quel posto così pericoloso?
Lui con occhi gelidi mi rispose: Niente,non ho sentito niente. Ti potrà sembrare  strano ma io lei non me la ricordo, poco tempo fa mi hanno fatto vedere una sua foto, sono rimasto sconcertato, non sapevo cosa dire, sangue del mio sangue, ma non volevo.
Era piuttosto confuso si vedeva.
Aprii la bocca per accendermi una sigaretta, lui si alzò e mi disse: Andiamo che è tardi.
Era vero io sapevo tante cose su  James, ma lui non sapeva niente di me.
Ci alzammo dal prato semi bagnato del parco, lui iniziò a correre, io lo seguii per capire cosa stesse succendendo.
Forse gli aveva fatto male parlare di sè.
Ero stata stupida a chiederglielo?
Un grande punto di domanda mi perseguitava.
Correva.
Più veloce che poteva pur di scappare dal suo passato.
Appena si fermò io mi avvicinai e lo baciai.
Solo così potevo aiutarlo.
Potevo solo amarlo.
   
 
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