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Autore: ehitsfrannie    03/01/2015    2 recensioni
“Cantare con Gary che suonava il pianoforte in sottofondo era così semplice. Accompagnava ogni singola nota di ogni singola canzone con precisione e dedizione, non se ne lasciava scappare una, proprio come quando si cresce un figlio. Ogni momento era importantissimo, perché se esitava un attimo, la musica perdeva di significato.
Cantare con Gary che suonava il pianoforte in sottofondo era come sentirsi dire: -D'ora in poi non dovrai più preoccuparti di nulla, perché ci sono io con te.-
Era tutto più semplice in quel modo.”
Genere: Drammatico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gary Barlow, Mark Owen, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Stars

Se percorrete la lunga e caotica Berkelely Street nel quartiere di MayFair con i suoi alti palazzi bianchi e i taxi neri e che suonano il clacson insistentemente e girate a sinistra sulla A4, vi ritroverete esattamente davanti al famoso Green Park, uno dei più grandi parchi di Londra che per festeggiare l'arrivo dell'autunno si è tinto di rosso, marrone e giallo.
Imboccate una stradina laterale per entrarvici e seguite gli alberi alti e maestosi. Lì, in una delle prime panchine che incrocerete sulla strada, vedrete un uomo sulla sessantina d'anni seduto a braccia conserte con addosso un pesante cappotto blu con una sciarpa in lana coordinata e sul capo un nero cappello e tondo che gli lascia scoperto il ciuffo biondiccio il quale, nonostante l'età, tiene ancora duro.
E' un bell'uomo, nonostante tutto. La pelle è distesa se non fosse per qualche ruga ad incorniciargli gli occhi azzurri, socchiusi ed intenti ad osservare una foto stretta tra le sue dita.
Quell'uomo si chiama Mark Owen, e con un malinconico sorriso ricorda i tempi passati.

Gonna build a rocket anytime you want it
Paint it pretty colors
Gonna light it up and take us to the moon
That’s what I’m gonna do

Cantare con Gary che suonava il pianoforte in sottofondo era così semplice. Accompagnava ogni singola nota di ogni singola canzone con precisione e dedizione, non se ne lasciava scappare una, proprio come quando si cresce un figlio. Ogni momento era importantissimo, perché se esitava un attimo, la musica perdeva di significato.
Cantare con Gary che suonava il pianoforte in sottofondo era come sentirsi dire: -D'ora in poi non dovrai più preoccuparti di nulla, perché ci sono io con te.-
Era tutto più semplice in quel modo.”

Una ragazza sulla trentina cammina proprio in direzione di quella panchina, il volto serio e il passo ritmato. Si siede di fianco all'uomo sospirando in modo che, magari, tutti i pensieri che la assalgono si allontanino da lei come fa quella nuvoletta d'aria che le esce dalle labbra, scontrandosi con il freddo pungente di quel pomeriggio.
Mark la osserva bene con la coda dell'occhio. Ha lo sguardo puntato su un punto impreciso davanti a sé, i capelli cortissimi ma ricci che danno tutta l'aria di non vedere un pettine da un bel po' di tempo.
Ma la cosa che più sorprende Mark è quella di vedere i suoi occhi lucidi velati di rabbia repressa e frustrazione.
Notando la situazione delicata, decide di non indagare e torna a guardare la foto tra le sue dita, mentre il sole cala oltre i palazzi di Londra.

“-Forse potremmo provare a parlargli, sai...magari cambia idea.-
Gary mi fulminò con lo sguardo. -Massì, esci sotto la neve e va' a riprendere quell'idiota di Robbie, fagli qualche moina e vedrai che tornerà di certo nella band! Ma ti sei bevuto il cervello, Mark? Oltre che il resto...-
Jason e Howard, seduti sul divano, alzarono contemporaneamente la testa e puntarono gli occhi su di noi, prevedendo guai.
Serrai le mascelle e mi irrigidì sul posto. Seppur consapevole di aver toccato un tasto dolente, Gary continuava imperterrito a sbraitare e provocarmi, solo perché tenevo alla presenza di Robbie nella band.
Fosse solo quello...
-Datti una calmata, Gary. Sto solo cercando di trovare una soluzione.-
-Sì, come al solito. Mark Owen sistemerà la situazione! A Robbie interessa solo il suo successo. Non gli importa nulla di noi, Mark, e neanche di te.-

Save up all the paper, gonna need it later
Maybe take a minute to get in my head directions of the way
You want to get away, I’m taking you

Ormai eravamo vicinissimi, ma non c'erano più baci rubati dietro le quinte, carezze duranti i concerti, messaggi criptati che rivelavano in realtà come fosse diventato unico e profondo il nostro rapporto negli ultimi tempi.
-Nessuno di noi la pensa come te.-
Gary spostò lo sguardo verso gli altri due componenti che, incerti se sbilanciarsi o meno, rimasero immobili e incapaci di esprimere la propria opinione per non alimentare l'inferno in cui erano capitati.
Gary, però, lo prese come un segno di acconsentimento e tornò a guardarmi truce. -Quindi se me ne vado, per voi, per te, fa' lo stesso.-
No Gaz, non è vero. Resta, ti prego, perché ogni secondo senza la tua presenza è un secondo perso. Non c'è bisogno di essere gelosi, né adirati. Le cose si sistemeranno, basta che ti fidi di me.
-Proprio così.-
Idiota.
Lo sentì afferrare il suo cappotto e sbattere la porta alle mie spalle. In quel preciso momento chiusi gli occhi, sperando che quando li avessi riaperti mi sarei ritrovato in un altro luogo, lontano da lì.
Mi affacciai alla finestra dello studio, guardando la bufera bianca che si scatenava tra le macchine incolonnate.

Through the eyes of the black hole and the open doors
Through the cracks in the pavement an conversation

-Quello era lei da giovane?-
Mark sobbalza, girandosi verso la ragazza rimasta in silenzio fin a quel momento. Sorride debolmente ma con sincerità, un po' per la nostalgia, un po' perché la ragazza si è asciugata le lacrime e non piange più. -Sì, ero io.-
-Sono più che certa di averla vista da qualche altra parte, devo solo rammentare dove.- si morde il labbro e aggrotta le sopracciglia, concentrata sui suoi ricordi da adolescente. -Anche il suo amico, quello di fianco a lei, ha una faccia molto familiare. Eravate amici?-
Mark accenna una risata. -Oh, più che amici.-
Seguono alcuni minuti di silenzio.
-Cos'è successo?-
Ahi ahi ahi, ragazza sfrontata.
-Non che voglia farmi gli affari suoi, ovviamente.-
No di certo!
-E' solo per vedere se ricordo chi siete.-
-Come ti chiami?-
-Frances, tanto piacere.-
Questa sente l'uomo esitare prima di rispondere, perdutosi ancora in quei ricordi terribilmente vivi dentro la sua mente.

“Sorseggiando il mio caffè, l'unico a tenermi compagnia in quella fredda mattina, non mi arrendevo a trovare un programma decente facendo zapping trai canali della televisione.
Annoiato, mi fermai sul telegiornale, attendendo la fatidica notizia sul secondo abbandono della band da parte di Robbie, che però tardava ad arrivare.
-Dobbiamo annunciare una triste notizia, che non spezzerà solo il cuore di molte fans della famosa band...-
Ecco che arriva.
-...ma che pungerà sul vivo ognuno di noi.-
Adesso un po' esagerano.
-Vi informiamo che ieri sera uno dei componenti dei Take That è stato coinvolto in un terribile incidente tra la Irwell Strett e la A6 di Manchester, dove i membri stavano progettando il loro imminente album...si tratta di Gary Barlow, ricoverato d'urgenza dopo essersi schiantato contro un macchina passata con il rosso.-
No!
-Il cantante si è spento alle tre del mattino, nonostante l'intervento immediato dei dottori...-
Sbattei le palpebre ripetutamente, tutto divenne torbido. Mi sentii come all'interno di un costume da astronauta, uno di quelli che da bambino avrei sempre voluto indossare.
Ma che, in quel momento, mi dava la sensazione di soffocare.
E l'urlo che seguì fu accompagnato dal fragoroso impatto della tazza contro il pavimento che, bianco come la neve, veniva macchiato dal liquido scuso come fosse stato sangue.

From the heart of the wreckage in another zone
Are we losing our balance?
I think we’ve got vertigo

-Facciamo così, io ti dirò cos'è successo se tu mi dici cosa ti ha fatta piangere.-
Mark ride dentro di sé vedendo la sconosciuta fissarlo sconvolta. Alla fine, però, cede.
-Heather non capisce che quell'idiota di Matthias la sta solo prendendo in giro. Io gliel'ho ripetuto più volte, ma finisce sempre che lei si arrabbia e dice che sono sempre la solita e che tanto non mi piacerà nessuno dei ragazzi che porterà a casa...-
Quando finisce, Mark le sorride comprensivo, mantenendo il silenzio.
-E lei, invece?-

Avrei dovuto trattenerti, Gaz. Avrei dovuto lasciare che Robbie seguisse la sua strada. Avrei dovuto concentrarmi su di noi. Avrei dovuto abbracciarti forte, dirti che andava tutto bene, chiederti di accompagnare la nostra canzone sotto le note del pianoforte.
Lo sai che ti calma sempre.
Era così semplice amarti, sai. Ma sono famoso per complicare qualsiasi cosa di facile mi capiti sotto il naso, è un mio talento.
Mi dispiace, Gary. E' colpa mia e vivrò sempre con l'atroce consapevolezza di averti lasciato andare ad un destino che non meritavi.
Dovevo io uscire da quella stanza, mettere il broncio e non parlarti fino al mattino dopo. Fino a quando non ti avrei rivisto e il litigio della sera prima sarebbe evaporato, facendo tornare tutto come prima.
Era semplice. Ma dovevo aspettarmi che quando si è profondamente felici di qualcosa, è legge che ci venga strappato via.”

-E' morto.- risponde infine Mark, strofinandosi l'indice sotto al naso. -Più o meno vent'anni fa...in un incidente stradale.-
-Oh.- sussurra flebilmente Frances. -Mi...mi dispiace.-
-Sai qual è la cosa che rimpiango di più?-
Frances scuote la testa.
-Rimpiango di non avergli detto che lo amavo e di aver litigato con lui il giorno prima che morisse.-

From the top of the empire to a state unknown
If i tell you I’m leaving, just got to hang on

Seguono alcuni minuti di silenzio, quando d'un tratto quest'ultima si alza di scatto e prende a correre nella direzione da cui è venuta.
-Dove stai andando?- la chiama Mark, alzandosi a sua volta dalla panchina.
Frances si volta verso l'uomo, sorridendogli radiosa. -A dirle che la amo.-

Cause we’re just stars trying to get back to where we’re from

Mentre la ragazza riprende la sua corsa, Mark torna ad osservare la sua foto fra le dita, sorridendo.
-Oh Gaz, i giovani d'oggi!-

One by one, we’re gonna leave this planet







 

Here I am!
Dunque, riposto questa song-fic in un profilo diverso a quello scorso perché, appena l'ho aperto qualche giorno fa, ho ricevuto una brutta sorpresa. Fa' nulla, iniziava a starmi stretto ahahah! :') Che dire, adoro la Barlowen alla follia e ho scritto un bel numero di os su di loro ma non penso le pubblicherò, non tutte e non ora almeno. Mi dispiace moltissimo che quest'ala storica di efp sia stata "abbandonata"...spero che si riattivi molto presto! Ad ogni modo io ci provo eheh e attendo con piacere le vostre recensioni, fatemi sapere cosa ne pensate!
Trovo che Stars sia vera poesia e poi...chi non ha un debole per Markie? Grazie per aver letto!
A presto, Frannie x

   
 
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