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Autore: BebaTaylor    03/01/2015    1 recensioni
Nick Carter ha tutto quello che desidera: successo, fama, soldi, una moglie bellissima che lo ama, quattro compagni di avventura che sono come fratelli e una migliore amica.
Ci sono solo due problemi, in questo quadretto: Skylar è la sua amante e lui non ha il coraggio di dire nulla a sua moglie Tamara. Ma un pugno sul naso e le parole di alcune fans gli faranno capire quello che deve fare: seguire il suo cuore. E lui lo farà, finendo per spezzare il cuore a una delle due donne della sua vita.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nick Carter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Niente di quanto narrato in questa fanfiction è reale o ha la pretesa di esserlo. È frutto della mia fantasia e non vuole assolutamente offendere la persona in questione. I personaggi originali appartengono alla sottoscritta.

Love Like Stars

Oooh, it starts with a fire,
Brighter and brighter,
We light up the dark,
A million sparks.
Oooh, exploding desire,
Higher and higher,
We light up the dark,
We love like stars.
[Love Like Stars — Ben Montague —]

1.

Ad Ale, perché la nostra Crew è una famiglia..

Nick fissò Skylar e sorrise guardando la ragazza dai capelli castani sdraiata accanto a lui. Era stata la sua migliore amica per tanti anni, poi erano arrivati i Backstreet Boys, il successo, le ragazze che si buttavano ai suoi piedi senza che lui dovesse dire o fare qualcosa; e così aveva perso Skylar e la sua amicizia. L'aveva lasciata, dimenticandosi di lei, troppo preso dal suo successo. Ed erano passati anni — undici anni e sette mesi — prima che la ritrovasse — dall'altra parte degli Stati Uniti, a Los Angeles — e che tutto ritornasse come prima. Fino a quando non l'aveva rivista per puro caso, in spiaggia, non aveva idea di quanto le fosse mancata fino a quel momento. Ma gli era bastato guardare gli occhi castani della ragazza per rendersi conto di quanto si avesse perso a stare lontano da lei.
Ma ora lei era di nuovo lì e non poteva chiedere di meglio. Sfiorò i capelli castani della ragazza e sospirò. «Devo andare.» esclamò e si chinò per baciare le labbra di Skylar.
«Resta qui.» mormorò lei cingendogli il collo con le braccia e attirandolo a sé.
«Devo andare.» ripeté Nick posando le mani su quelle di lei e stringendole con dolcezza, «Io e Tammy siamo stati invitati a cena dai suoi genitori.»
Skylar fece una smorfia — non sopportava che Nick usasse quel diminutivo quando si riferiva a Tamara e lui lo sapeva bene —, «Non andare.» mormorò e spinse in fuori le labbra che Nick si affrettò a baciare. «Inventa una scusa qualsiasi e resta qui con me.»
Nick sospirò. «Lo vorrei tanto, Sky, ma non posso.» disse e si mise seduto sul bordo del letto. «Se non lo faccio Tammy scoprirà ogni cosa e saranno cazzi amari per tutti noi.» esclamò trascinandosi sul bordo del letto e posando i piedi sul tappeto celeste.
«Perché?» chiese lei, «Non potresti mollarla senza troppi complimenti?» domandò facendo scivolare le mani sul torace di Nick e iniziando a baciargli le spalle.
Lui sospirò e chiuse gli occhi per un'istante. «No.» rispose, «Non posso farlo.» disse, «Io la...» sospirò e non finì la frase.
«Tu cosa?»
Nick scosse la testa e si alzò in piedi, afferrò la t-shirt nera e la indossò. «Non posso farlo e basta.» rispose, «Ci sono troppe cose in ballo per poter solo pensare di fare una cosa del genere in questo momento.» baciò la testa della ragazza e sorrise, «Più avanti, magari.» mormorò, «Dopo il tour.»
Skylar annuì e Nick capì che non era contenta. «Va bene.» mormorò lei stringendo il lenzuolo, «Aspetterò.»
«Devo andare.» Nick recuperò i jeans e l'indossò, infilò le scarpe e baciò le labbra di Skylar, le sorrise e si sentì male nel vedere il viso di lei contratto in una smorfia delusa, «Sky...» mormorò, «Ci sentiamo più tardi, promesso.» disse dopo averle baciato la fronte, controllò di aver preso tutto e uscì da quella casa.

***

Nick entrò in casa sua e la trovò silenziosa, gettò le chiavi della macchina nel cestino di vimini sopra la consolle dell'ingresso e salì le scale, «Tamara?» chiamò, «Sono a casa!» disse, entrò in camera da letto e sorrise nel sentire Tamara borbottare.
«Non sai cosa metterti?» domandò entrando nella cabina armadio.
Tamara sbuffò, «No.» rispose. «Lo sai come sono i miei fratelli, se mi metto qualcosa di corto è per farmi vedere, se mi vesto un po' più...un po' più normale mi dicono che lo faccio per far vedere che non sono montata, se mi...» disse e sia alzò dal pavimento sul quale si era seduta, guardò la maglietta che aveva in mano e la posò su un ripiano.
«Mettiti quello che hai scelto e non ascoltarli.» disse Nick. «Vado a farmi una doccia.» esclamò. La famiglia di Tamara era una come tante, con i propri problemi — meno della sua famiglia di origine, in ogni caso —, il vero problema erano il fratello e la sorella di Tamara che, secondo lui, si sentivano schiacciati e invidiosi del successo della sorella, che da Reginetta dell'homecoming era diventata la regina delle librerie con i suoi best sellers. Nick si spogliò e gettò i vestiti nel cesto della biancheria, facendo attenzione a non far cadere le calze fra il cestino e il muro altrimenti Tamara lo avrebbe costretto a portare fuori la spazzatura anche se non era il suo turno.
«Di questo che ne dici?» domandò Tamara entrando nel bagno e mostrò un semplice abitino azzurro dal taglio semplice e con la scollatura tonda e le spalline sottili.
«Che va benissimo.» rispose Nick, «Tammy rilassati!» disse e baciò la fronte della ragazza, inspirando il profumo di lei alla vaniglia, che gli ricordò una delle vacanze passate insieme in una località esotica.
Lei sorrise, «Grazie.» disse, «Sai sempre come tirarmi su di morale.»
Nick la fissò e si sentì terribilmente in colpa per quello che le aveva appena fatto, «Sei mia moglie.» mormorò guardando gli occhi azzurri della ragazza e le sfiorò i capelli, «È mio dovere tirarti su il morale.»
Tamara sorrise, «Non metterci un'eternità.» esclamò, «E non allagare il bagno.» aggiunse, sorrise e uscì dal bagno. Nick respirò profondamente e si appoggiò alla parete mentre il senso di colpa si faceva strada in lui — come ogni volta — e pensò che non avrebbe più visto Skylar.
Pensò ai suoi capelli neri, lunghi e setosi, i grandi occhi castani che sembravano verdi alla luce del sole, le labbra rosee e carnose, al suo piccolo corpo tonico sotto alle sue mani...
Nick sospirò ed entrò nella doccia.
Non avrebbe mai lasciato Skylar.

***

Nick prese la mano di Tamara e la strinse. «Non preoccuparti, andrà tutto bene.» esclamò.
Lei lo guardò e inarcò un sopracciglio, «Sembra quasi che tu non conosca Simon e Claire.» disse, «Sicuramente troveranno qualcosa di cui lamentarsi.» sospirò e fissò fuori dal finestrino. «Li conosco da trentatré anni, so cosa pensano e come la pensano su di me.»
«Tammy... se sei nervosa loro lo vedono e faranno ancora più commenti.» disse Nick. «Quindi calmati, fai un bel respiro profondo e rilassati.» consigliò, Tamara sorrise e fece un respiro profondo. «Ecco, così mi piaci.» esclamò lui e le baciò il dorso della mano.
Dieci minuti dopo Nick fermò l'auto davanti alla casa dei genitori di Tamara, scesero entrambi e Nick sentì la mano di Tamara cercare la sua, sorrise e la strinse.
«Loubutin... scarpe meno costose non ne hai trovate?» esclamò Claire, la sorella minore di Tamara quando aprì la porta, «Lo abbiamo capito che avete i soldi, potresti evitare di sbattercelo in faccia ogni singola volta che venite qui.»
Nick strinse la mano della moglie e pensò che la serata era incominciata male. Guardò Tamara e la vide mordersi il labbro inferiore — lo faceva sempre quando cercava di non piangere — e le strinse ancora di più la mano.
«Claire!» esclamò Samanta, la madre delle ragazze, «Smettila di dire sciocchezze!» disse e si avvicinò alla coppia, li abbracciò e si scusò. «Sedetevi, la cena sarà pronta fra una decina di minuti.»
Nick e Tamara si sedettero sul divano, «Papà?» chiese lei.
«È fuori con Simon, tornano fra poco.» rispose Claire e si sedette sull'altro divano, di fronte a loro.
«Allora, Claire... come va?» domandò Nick.
La ragazza alzò le spalle, «Bene... mi chiedono continuamente di voi.» sospirò come se le chiedessero di dire i segreti dell'universo, «È la prima cosa che domandano, ancora prima di sapere come sto.» aggiunse e guardò la sorella, spinse in fuori le labbra, incrociò le braccia e posò la schiena contro lo schienale del divano.
Nick annuì piano e pensò che Claire si lamentava sempre delle stesse cose, ogni singola volta che si vedevano diceva sempre la stessa cosa.
«Ho visto una tua foto.» esclamò Claire rivolgendosi alla sorella, «La didascalia diceva che avevi una borsa da trecentocinquanta dollari... per forza poi parlano sempre di te.»
Tamara sobbalzò e guardò Nick, «Sbaglio o sei ingrassata, Claire?» sbottò lui, «Oppure è una reazione allergica a qualche farmaco? Dovresti mangiare meno fare più ginnastica se vuoi indossare anche tu quello che mette Tammy.» disse e si accorse di essere stato troppo cattivo, ma bastò che rivolgesse per un istante lo sguardo verso Tamara e cambiò idea.
Claire si meritava ogni singola parola che aveva detto, visto che continuava a sminuire la sorella.
Claire strinse i pugni e Nick sorrise, capendo di averla offesa. Lei spinse in fuori le labbra, pronta a dire qualcosa — un insulto, forse — ma la porta d'ingresso si aprì ed entrarono Simon con il padre.
Claire guardò Nick di traverso e lui le sorrise sapendo che davanti al padre non avrebbe osato dire qualcosa di cattivo nei suoi confronti o in quelli della sorella — lo faceva solo se erano soli —, e Nick ebbe ancora una volta la conferma che Claire era solo una vigliacca; si alzò in piedi e andò a salutare il cognato e il suocero.

La cena era stata tranquilla, senza battutine o frecciatine da parte di Simon e Claire.
Per il dolce si spostarono in salotto e si sedettero sui divani.
«Allora... sorellina.» esclamò Simon, «L'altro giorno un cliente mi ha chiesto quando esce il tuo nuovo libro prima ancora di domandarmi a quanto ammontava il preventivo.» disse e sospirò, «Parlano sempre di te quando scoprono che sono tuo fratello.» esclamò e fissò Tamara sorridendo anche se Nick sapeva bene che quel sorriso era finto.
«Quando avrò finito di scriverlo sarai uno dei primi a saperlo.» replicò Tamara, «Anche se so che non ti interessa.» sorrise e posò le mani sulle ginocchia.
Nick le posò un braccio sulle spalle e sorrise, «Sono sicuro che sarà un successo anche questo.» disse e baciò la testa di Tamara, la fissò per un breve istante, rendendosi conto che le labbra di sua moglie erano piegate in un sorriso tirato e sperò che la serata finisse presto, voleva allontanarsi da quella casa al più presto e portare via Tamara da tutta quella negatività.
«Teo è diventato padre per la terza volta.» disse dopo un po' Simon, «E sua moglie ha ventotto anni.» aggiunse, «Tu quando mi renderai zio?»
Tamara strinse le labbra e fissò il fratello, Nick le strinse la mano e si accorse di averci messo troppa forza quando lei cercò di liberarsi; allentò la presa e guardò il ragazzo con il desiderio di dargli un pugno in piena faccia per cancellargli quel sorriso.
«Oh, Simon...» sospirò Samanta, «Lascia stare tua sorella!» esclamò, «Tu sei il maggiore e non hai ancora una fidanzata!» Nick sorrise, grato che la suocera prendesse la difesa della figlia. «Già, tu sei il maggiore, dovresti dare il buon esempio.» disse, «Sempre se trovi qualcuna che ti sopporta.» esclamò e ridacchiò.
Simon sbuffò e incrociò le braccia al petto con aria offesa; Nick si girò verso Tamara e sorrise nel vederla più rilassata — l'ultima cosa che voleva era vederla soffrire a causa di qualcuno — si rilassò anche lui, «Dai, Simon... se ogni tanto venissi nel backstage di uno dei concerti potresti conoscere qualche ragazza.» esclamò, «Magari trovi la donna giusta!»
Simon annuì lentamente, «Va bene.» mugugnò, «Ci proverò.» borbottò e cercò di sorridere, anche se sul suo viso si leggeva chiaramente che non avrebbe mai fatto una cosa del genere e Nick lo sapeva bene, ma al momento non gli importava più di aiutare il cognato — e d'altronde Simon non lo avrebbe mai accettato — per cui si limitò ad annuire con un sorriso.

***

“Buona notte amore mio, spero di vederti domani! Sky xxx”
Nick fissò il messaggio sul cellulare e sorrise leggendo le parole di Skylar, si appoggiò al mobile del lavandino e pensò a cosa scrivere.
“Buona notte Sky, ti faccio sapere domani mattina se ci sono. Baci”
Cancellò i messaggi — sia quello che gli aveva inviato lei che la sua risposta — e uscì dal bagno.
«Pensavo che ti fossi addormentato lì dentro.» scherzò Tamara mentre legava i lunghi capelli biondi in una treccia morbida.
Nick sorrise, «No, stavo solo controllando che non mancasse nulla.» disse e si sedette sul letto, gli occhi fissi sulla schiena di Tamara.
Lei si passò le mani sulla nuca, le posò in grembo e sospirò.
«Stai bene?» domandò Nick piegando una gamba e posandola sul letto. «Tammy...»
«Sto bene.» rispose lei voltando la testa, allungò le gambe sul letto e appoggiò la schiena contro ai cuscini. «Ho solo mal di pancia.» mormorò posando le mani sul ventre, fece un piccolo sorriso e guardò Nick. «Non è niente, passerà.»
Nick la guardò e respirò piano. «Sei sicura?» chiese sistemandosi al suo fianco, «Non mi sembri stare bene.»
Tamara alzò le spalle. «Sto bene.» ripeté, «Non è nulla.» disse socchiudendo gli occhi azzurri, «Sarà per la prossima volta.» mormorò.
Nick la strinse e le baciò i capelli, rimase in silenzio, non sapendo cosa dire o fare — anzi, quello che voleva fare lo sapeva benissimo: correre da Skylar —, la baciò di nuovo e chiuse gli occhi mentre posava la testa su quella di lei. Le sfiorò le braccia con la punta delle dita e rimase in silenzio, ascoltando il respiro lento e regolare di Tamara, restarono così per alcuni minuti fino a quando il cellulare di Nick non vibrò.
«Chi ti chiama alle undici e mezzo passate?» domandò Tamara mentre Nick si staccava da lei.
Guardò il cellulare e si morsicò il labbro inferiore, deviò la chiamata, tolse la suoneria e infilò in cellulare nel cassetto del comodino.
«Chi era?» domandò lei infilandosi sotto le coperte.
«Aveva l'anonimo.» rispose Nick facendo lo stesso, «Sarà stato uno scocciatore.» disse e sorrise, sentendosi in colpa per averle mentito e per non aver risposto a Skylar. «Buona notte.» mormorò, baciò la fronte di Tamara e si sdraiò sulla pancia, chiuse gli occhi e desiderò essere al fianco di Skylar.
E si sentì terribilmente in colpa. Amava Tamara ma amava anche Skylar e non sapeva più come avrebbe potuto andare avanti quella storia.

***

Sei mesi prima
Nick camminò lentamente sulla spiaggia, guardano la sabbia che scivolava via dal sue piede e si infilava fra le dita. Lui e Tamara erano sposati da quasi tre anni — mancavano due mesi e cinque giorni al loro anniversario — e non aveva idea di cosa regalarle. Un braccialetto? Aveva una scatola piena di gioielli. Si sedette su una roccia e abbandonò le ciabatte nere accanto ad essa e guardò l'oceano, continuando a pensare al regalo; posò i gomiti sulle ginocchia e il mento sulle mani, sospirò e chiuse gli occhi per un istante, inspirò l'odore salmastro dell'oceano e aprì gli occhi, fissando sorpreso la ragazza davanti a lui.
«Nick?»
Lui fissò la ragazza per un istante, domandandosi se fosse una fan o meno, fu solo un attimo, poi la riconobbe, «Skylar!» esclamò alzandosi in piedi.
«Mi hai riconosciuto.» disse lei incrociando le braccia al petto, «Sai sono almeno dodici anni che non ti fai vivo...» Nick sospirò e infilò le mani in tasca, «Scusa.», mormorò guardando la sabbia, «Mi dispiace, ero preso da altre cose...» aggiunse alzando il viso e sorrise, «Come stai?»
«Bene.» esclamò lei, «Mi sono trasferita qui da un paio di mesi.» aggiunse e sorrise.
«Sul serio?» esclamò Nick, «Allora ci possiamo vedere... cioè...» prese un respiro profondo, «Potremmo riallacciare i rapporti.» disse e si sentì stupido.
Skylar sorrise, «Sarebbe un vero piacere.» esclamò, «Come mai sei qui da solo?» domandò.
«Bhe, ecco... ero venuto qui per pensare a cosa regalare a Tamara per il nostro anniversario.» rispose Nick, «Ho le idee un po' confuse.»
Skylar sorrise di nuovo, «Un gioiello?» propose e si sedette sulla roccia dove prima era seduto Nick.
«Ne ha già tanti.» rispose Nick, guardò la ragazza, ispirò a fondo e si sedette accanto a lei.
«Una cornice?»
«Abbiamo la casa piena.»
«Un viaggio?»
Nick sospirò. «Al momento abbiamo poco tempo per organizzare un viaggio.» sospirò Nick guardando l'oceano, non sapeva perché ma temeva che se avesse guardato Skylar anche solo per un secondo, poi non ne avrebbe più potuto farne a meno.
«Mio padre ha regalato un cofanetto per una beauty farm a mamma, per il anniversario.» disse dopo un po' Skylar, «Sai, sauna per due, massaggio di coppia, fanghi di coppia... quelle cose lì, insomma.»
Nick sorrise e si girò verso di lei, quasi ignorando — o forse non lo vide sul serio — il rossore sulle guance della ragazza, «È un idea fantastica!» esclamò, «A Tamara piacerà di sicuro.» disse, «Grazie.» sorrise, «Sarà una cosa carina... almeno staccherò Tammy dal suo portatile!» scherzò. «Quando inizia a scrivere non si ferma più, se non le ricordassi che è ora di mangiare probabilmente si scorderebbe di farlo.»
Skylar sorrise, «Dovrai toglierle anche carta e penna, allora.» scherzò.
Nick scrollò le spalle, «Non credo.» disse e sorrise, «Comunque starò attento!» scherzò e guardò Skylar, pensando che era cambiata molto da quando l'aveva vista l'ultima volta... era diventata una bella donna, attraente e sexy; distolse lo sguardo, fissando l'oceano, sentendosi in colpa per pensare quelle cose di un'altra donna che non fosse sua moglie. Nick guardò le mani e lo sguardo cadde sull'orologio, «Devo andare.» disse, «È il compleanno di mia cognata.»
Skylar annuì, «Oh... va bene.» mormorò, «Anche io devo andare a casa.»
«Se vuoi ti do un passaggio...» propose Nick, pentendosi quasi subito di quel gesto impulsivo, «Sempre se ti va...»
Skylar sorrise e annuì, «Mi piacerebbe ma non vorrei disturbare o farti fare tardi...» disse, abbassò lo sguardo e lo rialzò, fissando gli occhi azzurri di Nick e arrossendo.
«Nessun disturbo.» esclamò Nick e indossò le ciabatte, «È un piacere.» disse, «Così vedo dove vivi.» aggiunse e girò il viso dalla parte opposta e sperò che Skylar non fraintendesse le sue parole — o che lo facesse, non era sicuro neanche lui di cosa voleva — guardò la ragazza e sorrise.
Anche lei lo fece, «Va bene.» disse, «Allora... andiamo?»

Nick fermò la macchina nel parcheggio sul retro di una serie di villette a schiera, con la facciata dipinta di bianco, molto piccole e graziose. «È un bel posto.» esclamò.
«Grazie, mi piace stare qui, è molto carino.» disse Skylar.
«Allora...» sospirò lui e fissò il cellulare su cui la ragazza aveva salvato il suo numero. «Magari ti chiamo uno di questi giorni così... così... bhe,» balbettò, «così magari conoscerai Tamara.» riuscì a dire guardando le sue mani, alzò il viso e fissò gli occhi di Skylar.
«Certo.» disse lei, «Mi farebbe piacere.» aggiunse e posò la mano destra sulla portiera, «Devo andare.» aprì la portiera e sorrise a Nick. «Ci vediamo... spero presto.» esclamò, si sporse verso Nick, gli baciò la guancia e scese velocemente dall'auto, chiuse la portiera e si diresse verso casa sua.
Nick la fissò, la mano posata sulla guancia che Skylar aveva baciato; poteva sentire il cuore battere più velocemente, la pelle dove le labbra della ragazza si erano posate andare a fuoco, la bocca secca.
Inspirò a fondo un paio di volte mentre guardava la porta da dove era entrata Skylar, poi partì, diretto verso la casa in cui lui e sua moglie Tamara vivevano da prima del matrimonio.

«Ho incontrato una mia vecchia amica.» esclamò Nick dopo aver baciato la guancia della moglie.
«Ah, sì?» fece lei, «Chi è? La conosco? Com'è?» chiese divertita e Nick sapeva che quello non era un terzo grado perché Tamara non era gelosa, “Con tutte le belle ragazze che ti ronzano attorno dovrei starti con il fiato sul collo ventiquattr'ore su ventiquattro... ma ho una vita anche io, sai?” gli aveva detto una volta.
«La conoscevo quando abitavo a Tampa... eravamo vicini di casa.» rispose lui, «Ci siamo incontrati in spiaggia, anche lei vive qui e così le ho dato un passaggio.»
«Da bravo cavaliere con l'armatura scintillante...» commentò Tamara distogliendo lo sguardo dal sito di scarpe e borse che stava guardando, «Il mio bel Nick che offre passaggi a ragazze senza l'auto.» scherzò con un sorriso.
Nick rise e si sedette accanto a lei sul grande divano bianco, «Non do passaggi a tutti... altrimenti avrei fatto l'autista, non il cantante!» esclamò e fissò il portatile posato sulle ginocchia di Tamara, «Sei sempre a fare shopping!»la prese in giro.
Lei sbuffò e lo guardò di traverso, «Senti chi parla!» esclamò, «Anche tu hai un armadio pieno di roba... almeno io la metto tutta!» disse, «Bhe... quasi tutta!»
Nick incrociò le braccia al petto e le sue labbra si piegarono in una smorfia offesa, «Sì... bhe... non è vero!» borbottò. «Io non ho così tanta roba.»
Tamara rise e posò il portatile sul tavolino da caffè, «Sei adorabile quando metti su quel finto broncio...» disse sporgendosi verso di lui, «Adorabile e sexy.» soffiò per poi baciare le labbra del marito.
Nick le circondò le spalle e la strinse a sé, baciandole il collo e infilando le mani sotto alla canottiera verde mela, sfiorandole la pelle calda della schiena, sentendola quasi formicolare sotto alle sue dita. «Tu sai sempre come distrarmi...» le sussurrò all'orecchi.
Tamara sospirò e sorrise contro la sua spalla, «Non sono io che ti distraggo.» mormorò e chiuse gli occhi mentre Nick si sdraiava sul divano portandola con sé, «Sei tu che distrai me dallo shopping...»
Nick rise e le lasciò una scia di baci lungo la mandibola, raggiunse le sue labbra e le baciò, «Io amo essere distratto da te.» sussurrò, «E amo distrarti.» mormorò prima di mordicchiarle il labbro inferiore. Sotto ai baci e alle carezze di sua moglie dimenticò Skylar e i suoi grandi occhi castani e il sorriso luminoso.

***

Nick si svegliò lentamente e con gli occhi chiusi tastò il letto, alla ricerca del corpo della moglie ma trovò solo lenzuola fredde. Si mise seduto e guardò l'ora, pensando di aver dormito più del solito, ma vide che erano appena le sei meno un quarto del mattino. Sbadigliando si alzò e scese al piano di sotto; sorrise quando vide Tamara seduta sullo sgabello del tavolo della cucina, intente a fissare lo schermo del portatile, la mano stretta attorno a una tazza bianca con una striscia verde.
Si avvicinò a lei e l'abbracciò da dietro, sorridendo quando la sentì sobbalzare fra le sua braccia, rise e la baciò sulla nuca. «Giochi a Spider?» domandò guardando lo schermo, «Pensavo che stessi scrivendo.»
«Sono in pausa.» disse lei e portò la tazza alle labbra, «C'è del caffè, se vuoi.» aggiunse e sorrise a Nick, lui guardò la caffettiera e scosse la testa.
«No, grazie.» disse e si sedette sull'altro sgabello, «A che ora ti sei alzata?»
«Mezz'ora fa, minuto più, minuto meno.» rispose lei, «Potevi dormire ancora...»
Nick sorrise, «Mi mancavi.» disse ed era vero, svegliarsi e non trovarla più al suo fianco lo spaventava ogni volta, aveva ancora paura che lei lo lasciasse, non avrebbe mai sopportato una cosa del genere — il che cozzava con i sentimenti che provava per Skylar ma Tamara era sua moglie e lui l'amava —, «Il letto era vuoto e freddo senza di te.» mormorò prima di baciare la guancia di Tamara.
Lei sorrise e chiuse il portatile, «Sei sempre così dolce, anche se è l'alba e di solito a quest'ora sei irascibile come pochi.»
Nick sorrise e posò la mano destra su quella di lei e rimase in silenzio guardando Tamara che fissava lo schermo del portatile. «Non scrivi?» chiese dopo qualche minuto.
«Mmh... con te che tieni la mia mano in ostaggio?» disse lei mentre le sue labbra si piegavano in un piccolo sorriso e Nick ridacchiò, «E poi lo sai che non scrivo se mi gironzoli attorno.» aggiunse e bevve del caffè, «Spione.»
«Io non ti spio... sono solo curioso.» si difese lui, «E poi è da un po' che non mi fai leggere qualcosa... lo sai che sono il tuo primo fan!» disse e fissò Tamara che continuava a guardare lo schermo del portatile, «Tammy...» la chiamò piano e temette che ci fosse qualcosa che non andasse. «Stai andando avanti con il libro, vero?»
Lei si girò verso di lui e sorrise, «Sì, certo.» rispose e abbassò la testa per un istante, «È solo una piccola pausa, niente di cui devi preoccuparti.»
Nick annuì e si sporse verso di lei, le baciò la tempia e sorrise, «Okay.» mormorò, «Spero che mi farai leggere presto qualcosina, anche mezzo capitolo...» disse, «Sono curioso di sapere come si evolveranno le cose fra Dawn e Steven1.» Tamara sorrise, «Certo che ti farò leggere qualcosa... ma non oggi!» promise e baciò le labbra di Nick.
«Senti... perché non smetti di giocare, non ce ne torniamo a letto per un paio d'ore, poi ci vestiamo e andiamo a farci un giro lungo la costa?» propose lui e Tamara annuì prima di baciarlo di nuovo.

***

Skylar fissò la rivista di gossip che aveva davanti e si trattene dal prendere una biro nera e scarabocchiare dei baffi sulla faccia di Tamara — o prendere una sua foto, ritagliare la sua faccia e incollarla su quella della moglie di Nick. Fissò ancora l'immagine, desiderando essere accanto a lui, indossando quel bel vestito che aveva Tamara — rosa cipria, lungo fino ai piedi — e posare con Nick davanti ai fotografi.
Invece no. Lei era nella sua minuscola casa mentre Nick e Tamara erano nella loro enorme casa, — e non voleva pensare a cosa stessero facendo in quel momento.
Skylar voleva stare con Nick da quando aveva dieci anni e lui undici ma non era mai riuscita a dirgli nulla prima che lui sparisse dalla sua vita. Si era trasferita a Los Angeles apposta per lui, e ci aveva messo mesi per riuscire a trovarlo e alla fine ce l'aveva fatta ed ora era “quasi” suo, anche se Nick e Tamara erano ancora sposati sapeva che era questione di mesi e poi Nick avrebbe lasciato quella bionda con la puzza sotto al naso che si credeva chissà chi e che l'unica volta che l'aveva incontrata le aveva dato della stupida — non direttamente ma gliela aveva fatto capire — solo perché amava leggere romanzetti rosa.
Aveva seguito la carriera di Nick fin dall'inizio e ogni volta che usciva con una ragazza sperava che lui si stufasse presto e la lasciasse e aveva fatto lo stesso quando si era messo con Tamara Andrews, aveva sperato che lui la lasciasse ma non era andata così, dopo appena un anno e mezzo avevano deciso di sposarsi e Skylar si era sentita male, spezzata in due. Ma poi l'aveva ritrovato e lui si era innamorato di lei. Ora sperava solo che lui la lasciasse al più presto.
Skylar fissò ancora Tamara e si domandò come facesse ad essere così bella in ogni occasione e come facesse ad avere una famiglia perfetta: il padre della scrittrice lavorava alla Kane Software, sua madre insegnava all'università, suo fratello aveva una serie di autofficine e la sorella minore era maestra d'asilo.
Sapeva tutto di loro, un po' perché era stato Nick a dirglielo, un po' per via delle interviste di Tamara.
Lei la odiava con tutto il cuore, odiava i suoi lunghi capelli biondi, i grandi occhi azzurri, il sorriso, i denti perfetti... odiava ogni singolo aspetto di Tamara da sempre e l'odio era aumentato quando Nick gliela aveva fatta conoscere. Skylar aveva ammesso di non aver mai letto un libro di Tamara e che i suoi libri preferiti erano i romanzi rosa, meglio se corti e Tamara aveva commentato con un “Almeno leggi.” che le era sembrato molto offensivo.
Skylar chiuse la rivista e afferrò il cellulare, compose il numero di Nick e rimase in attesa di una sua risposta ma scattò la segreteria, sbuffò e gettò il cellulare sul divano. Voleva vedere Nick, voleva averlo tutto per sé. Sorrise, pensando che il suo piano era incominciato e che presto avrebbe vinto lei.

***

Tamara sbuffò ed entrò nel bagno. Lei e Nick erano andati a mangiare fuori, avevano gironzolato per la città senza una meta precisa, avevano passeggiato sulla spiaggia ed ora erano a casa, in attesa che arrivasse il fattorino con le pizze e Tamara aveva pensato di tenersi occupata facendo il bucato. Posò la cesta di plastica rosa sul tappeto del bagno e afferrò i vestiti dalla cesta, scuotendoli per liberarli dalla sabbia e controllando che non ci fosse nulla nelle tasche, era arrivata quasi in fondo alla cesta di vimini quando afferrò i jeans di Nick, rivoltò le tasche anteriori ma non trovò nulla ma, nella tasca posteriore sinistra trovò un bigliettino piegato a metà. Lo aprì, pensando che potesse essere importante e si bloccò quando lesse cosa c'era scritto in una grafia femminile, grande e tonda.
“Sono felice del tempo che passiamo insieme, ma so che presto staremo insieme insieme per sempre.
Ti amo tanto e so che anche tu che mi ami.
Skylar.”
Tamara ingoiò la saliva mentre la stanza le girava attorno, piegò il bigliettino e lo infilò nella tasca dove l'aveva trovato, gettò il resto degli indumenti sporchi nella cesta e andò nel locale lavanderia. Sistemò i vestiti nella lavatrice, aggiunse il detersivo e l'ammorbidente e avviò il lavaggio.
“Non è successo nulla.” pensò, “È solo una pazza invasata. Una fan pazza e invasata.” pensò ancora mentre avviava l'elettrodomestico.
Respirò a fondo e guardò l'oblò riempirsi di acqua e schiuma bianca, convincendo se stessa che quel bigliettino non volesse dire nulla, che le “fughe” di Nick non avessero nessun significato, che le telefonate che lui riceveva da numeri anonimi fossero solo di gente che aveva sbagliato numero.
Fece un paio di respiri profondi e sorrise, dicendosi che andava tutto bene, che Skylar era mezza pazza, che Nick non andava da lei ma in spiaggia o da un altra parte, che la gente sbagliava spesso numero di telefono...
«Tamara!» urlò Nick, «La pizza è arrivata!»
Lei uscì dal bagno, chiudendosi la porta — e le preoccupazioni — alle spalle, «Arrivo subito!» rispose e raggiunse Nick in salotto, dove lui aveva sistemato il cartone della pizza sul tavolino da caffè. «Ti amo.» borbottò baciando velocemente la guancia di Nick.
Lui sorrise e le porse un piatto di plastica con una fetta di pizza, «Oh...» ridacchiò, «Ti amo anche io, Tammy.»



Salve! Mia piccola intrusione in questo fandom. La storia in realtà nasce come originale ma ho passato un po' di tempo guardando le foto di Nick e mi sono detta: "Perché no?" e quindi ho modificato una cosina qui, una lì ed ecco la storia. Non dovrebbe durare troppo, solo otto capitoli compreso questo ma non contateci troppo, solo in rari casi seguo le scalette che faccio. E mi chiedo perché le faccia, a 'sto punto.
1: Dawn e Steven sono i personaggi di un'altra mia storia originale, che prima o poi, giuro, posterò su efp!

   
 
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