2007
“Guarda,
del vischio,”
Emma nota passivamente, e si chiede chi abbia perso tempo a posizionare
quella
stupida pianta in posti dove una stupida pianta non dovrebbe essere.
Julian
stringe l’abbraccio.
“Non
sembra davvero Natale senza di loro, eh? I
tuoi genitori, mio padre, Helen, Mark…”
“Ci
è concesso sentire la loro mancanza, Jules.”
“Soprattutto
di Mark?” le chiede.
“Soprattutto
di Mark,” risponde lei.
“Mi
trattava malissimo. E mi dava i regali più
brutti. Mi prendeva sempre in giro e sono sicuro che mi abbia picchiato
più di
una volta quando ero piccolo. Però vorrei che fosse qui,
sai?”
“Sì,”
dice Emma.
“Sento
che manca qualcosa, come se ci fosse un
vuoto nel mio cuore e non posso fare niente per riempirlo.”
Emma
lo sa. Vuole disperatamente riempire il
vuoto nel cuore di Julian, perché segretamente spera che lui
possa riempire il
suo. I suoi genitori le mancano più di quanto possa
descrivere, e i Blackthorn
più di quanto sia disposta ad ammettere.
Ma
devono essere una famiglia. Si guariranno a
vicenda e si completeranno a vicenda e saranno tutto l’uno
per l’altra.
Temprateci
nel fuoco e diventiamo più forti. Se soffriamo, saremo
sopravvissuti.
“Supereremo
questa cosa, Jules. Come tutto il
resto. Insieme. Ci alleneremo e diventeremo parabatai e ricostruiremo
questa
famiglia. Lo giuro.”
Julian
l’abbraccia di nuovo, ed Emma capisce cosa
intendono certe persone quando dicono che un gesto vale più
di mille parole.
2008
E’
solo quando Tessa li chiama tutti per la cena
che Emma realizza che è passato un anno senza di loro.
Hanno
perso genitori e fratelli, ma la loro
famiglia si è anche allargata, e nonostante tutto, Emma
è grata per questo.
Guarda
zio Arthur – che non è davvero suo zio –
e
Jem – che lo è, fino ad un certo punto –
che apparecchiano la tavola, e vede
Diana portare Octavian nella stanza e sente le urla di Drusilla e i
miagolii
esasperati di Church. Siede accanto al suo parabatai e tutto ha
perfettamente
un senso, anche al centro di quella follia.
Dopo,
quando Julian commenta che c’è del vischio
sopra di loro – che senza
dubbio Tessa ha messo lì, Tessa adora il Natale –
non esita a stamparle un
bacio sulla guancia. E’ la cosa più naturale del
mondo, ma fa girare la testa
di Emma per un po’.
2009
Natale
è quel periodo dell’anno in cui
l’Istituto
intero si illumina. Completamente. I bambini sono allegri, anche se
Tiberius
sostiene di odiarlo. D’altra parte, Ty odia quasi tutto
adesso. E tutti. Livvy
lo costringe ad indossare uno stupido cappello da Babbo Natale e fa
ridere
Tavvy.
“Siete
proprio sotto il vischio,”
Livia fa notare ad un certo punto.
Le
guance di Emma e di Julian diventano calde e
rosse, nonostante il freddo invernale, e i due guardano ovunque tranne
che in
direzione dell’altro. Prima che qualcuno possa dire altro,
Julian si allontana
farfugliando qualche parola incomprensibile. Emma lo evita per il resto
della
serata.
La
festa continua e nessuno sembra notare nulla,
ma Emma non si sente più così tanto allegra.
2010
Emma
non ricorda più com’era il Natale, prima.
Prima che l’entusiasmo di Tessa entrasse a far parte delle
loro vite.
Quest’anno ha insistito perché Emma
l’aiutasse a sistemare le decorazioni, ed
Emma deve ammettere che è stato proprio divertente. E poi,
Tessa ha un pancione
gigante quest’anno. Sono tutti super emozionati e Jem ancora
fa fatica a
credere che diventerà padre tra qualche settimana.
Emma
si è assicurata che non ci sia vischio
appeso appeso al soffitto quest’anno. O allo stipite della
porta. O al
lampadario.
Ha
cucinato quasi tutto Julian, e il dessert
sembra buonissimo.
Proprio
mentre Emma apre il suo regalo – un
ritratto di lei che Julian ha probabilmente dipinto
quest’estate – un Tavvy di
sei anni arriva da loro correndo, con un ramoscello di vischio
tra le mani. Julian ridacchia.
Emma
pensa che dovrà nascondere quella dannata
pianta su uno scaffale più alto del ripostiglio,
l’anno prossimo.
2011
Qualche
giorno prima di Natale, Emma ingaggia un
combattimento con un demone raum, e la cosa non va a finire bene. Zio
Arthur la
costringe a stare a letto per i giorni successivi – anche se
lei sostiene di
stare bene – ma Malcolm Fade le raccomanda di riposarsi,
quindi se ne sta
buona. Jules le fa compagnia quasi tutto il tempo, mentre i gemelli
fanno
l’albero di Natale.
Emma
non ha tempo di mettere in atto il suo piano
contro la malefica pianta natalizia.
“Togliamoci
da sotto il vischio, prima che uno
dei bambini dica qualcosa di stupido,” dice
Emma frettolosamente.
Julian
semplicemente annuisce e si allontanano.
Emma
sente una fitta al petto, ma la ignora e
mangia altra torta al cioccolato.
2012
Quest’anno
sembra tutto diverso. Innanzitutto, è
venuta a patti con i propri sentimenti. Sa di essere innamorata di lui.
Lo sa e
non può farci niente. Sono parabatai, è contro la
legge, non è naturale,
dovrebbe sembrarle sbagliato, ma
Emma
non si è mai sentita più giusta di quando gli sta
accanto.
E’
il suo segreto più oscuro ed il suo peccato
più grande.
Ma
non cerca di evitarlo, perché in quanto
parabatai devono stare sempre insieme. E la cosa le va benissimo. Ha
sviluppato
un forte autocontrollo ed un’abilità molto
convincente di mentire e deviare le
domande sui sentimenti.
Detto
questo, avrebbe dovuto aspettarselo.
Avrebbe dovuto essere pronta.
“Allora,
vi baciate o no?” chiede Drusilla, facendo
cenno al vischio che si trova
proprio sopra le loro teste. Non è colpa sua, quella pianta
demoniaca è ovunque,
davvero.
Nonostante
questo, Emma viene colta di sorpresa.
Dru non è più una bambina, dovrebbe sapere
che non può dire certe cose.
Julian
si immobilizza all’istante, come un ladro
colto con le mani nel sacco. Una piccola parte di Emma è
offesa dalla sua
reazione. Ma cerca di riguadagnare la sua compostezza e finge una
risatina.
“Divertente,
Dru. Perché non baci tu Jules?”
Drusilla
fa una smorfia. “Bleah, è mio fratello.”
Fratello.
Quello che dovrebbe essere un parabatai: un fratello datomi dal Conclave.
“Esatto,”
Emma risponde piano.
Non
si parla mai più di quell’incidente.
2013
Niente
è cambiato nei sentimenti di Emma.
Eccetto
una cosa.
Quest’anno,
quando si trovano sotto il vischio,
Julian la bacia.
E’
nella stanza di lui, ed Emma sospetta che ce
l’abbia messo di proposito, ma ricambia il bacio felice.
Non
è il loro primo bacio. E’ solo l’ultimo
in
una lunga lista di baci rubati che hanno tenuto segreti per qualche
mese ormai.
Forse
la segretezza li eccita entrambi, perché le
mani di Jules sono sicure e determinate nei suoi capelli, sulla sua
schiena…
Emma gli morde le labbra due volte prima che si stacchino ansimando.
Le
labbra di Julian catturano di nuovo le sue e
chissà come finiscono sul suo letto. Parecchi minuti dopo
sono distesi l’uno
tra le braccia dell’altra, i respiri irregolari e i pensieri
annebbiati.
“Che
stiamo facendo?” gli chiede Emma. “Voglio
dire, cosa faremo? Siamo letteralmente noi due contro il mondo. Il
Conclave,
almeno.”
Julian
le accarezza la guancia, e la mano si
ferma sul suo viso. “Affronteremo tutto insieme, come mi
dicesti tu una volta
in questa stessa notte tanti anni fa.”
Emma
sta per dire qualcosa, ma lui la ferma con
un dito. “Saremo insieme, Em. In un modo o
nell’altro. E’ l’unica cosa che
conta.”
Angolo
autrice
(reduce da troppi
cenoni e veglioni troppo lunghi):
salve, spero che abbiate passato buone feste!
Eccoci
qui, ci sono migliaia di cose che vorrei
dire su Emma e Julian e tutti gli abitanti dell’Istituto di
Los Angeles, ma mi
limiterò a dire che li adoro troppo e non vedo
l’ora che esca Lady Midnight.
Gli snippet che Cassandra sta rilasciando per la nuova serie sono
fantastici, e
credo che comincerò a scrivere qualche storia partendo da
quei piccoli teaser,
ne ho già qualcuna in mente.
Per
chi ha voglia di farmi sapere che ne pensa di
questa storia, le recensioni sono bene accette :D possiamo fangirlare
su questi
due e sui Blackthorn e su tutti gli snippet di The Dark Artifices.
Grazie
della lettura, ci vediamo alla prossima!
Un
bacione,