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Autore: laFangirl    05/01/2015    7 recensioni
X-Factor 2014; prima dell'inizio del programma Victoria Cabello vuole conoscere il suo collega giudice Mika e si presenta in libreria ad incontrarlo... da quel momento nasce un rapporto strano, ma con una costante: le firme! E poi, cosa succederà fra i due?
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Morgan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era semplicemente lì, seduto in una libreria a Milano, e firmava autografi a bande di ragazzine urlanti: sorrideva, donava abbracci, firmava i CD, i poster, i calendari, le biografie, le foto, scambiava qualche parola con le ragazze, ma anche con le donne adulte e le anziane, che a volte lo spaventavano più delle adolescenti: una volta, sempre a Milano, un'anziana signora aveva tentato di rubargli un bacio mentre si faceva autografare i miliardi di cose con la sua faccia sopra. Decisamente, le italiane lo terrorizzavano, e ogni volta che tornava al Bel Paese aveva una sorta di ansia da prestazione che neanche i concerti gli davano. Aveva già visto un centinaio di persone da quando era arrivato la mattina: alcuni ragazzi lo avevano assalito appena sceso dalla macchina: dovevano avere parecchia fretta per non poter aspettare che entrasse in libreria. Fra tutti i posti in cui era stato, l'Italia era il più bello, ma anche quello con gli abitanti più "fuori dagli schemi", come li chiamava Andy; già, Andy: non era potuto venire a Milano con lui, aveva un impegno di lavoro in Svezia, ed era partito quella mattina dall'aereoporto. Chissà quando si sarebbero rivisti di nuovo.

Una cinquantenne con un sorriso finto stampato in faccia gli si avvicinò, con passo ondeggiante, un vestito che arrivava proprio sopra le ginocchia e che risaltava l'abbondante seno, e gli porse un CD, facendo attenzione a portare la scollatura del vestito proprio di fronte alla sua faccia: eccole, le donne mature che tentavano di sedurre un trentenne gay, sapendo di non avere alcuna speranza, o magari ignorando che a quel trentenne in particolare piacevano gli uomini, ed era anche fidanzato. Mika sorrise, imbarazzato, e ritrasse il viso dal punto dove si trovava prima: decisamente sì, le italiane lo spaventavano. Non solo le italiane, comunque, ma anche gli italiani: uomini che gli si strusciavano addosso quando lo vedevano per strada, che gli urlavano cose sconce in pubblico, che gli mandavano bacini da lontano. Non erano gesti ben accetti quelli, tutti sapevano che Mika era estremamente fedele al suo ragazzo, anche se riservato sulla sua vita privata.

Un'adolescente con l'apparecchio e due buffe codine ai lati della testa gli si buttò, letteralmente, addosso, simulando una rovinosa caduta: prontamente, Mika la prese tra le braccia e la rimise in piedi; poi le sorrise e le chiese:

- Come ti chiami?

- Angela, ma tu puoi chiamarmi stasera- provò a flirtare con poca convinzione la ragazzina; più che attraente, risultava appiccicosa: così facendo, accentuava quanto fosse piccola e immatura.

- Lo faccio, ma dimmi il tuo nome- rispose Mika, con un sorriso affascinante sulle labbra, dettato in realtà dalla compassione: erano così tante le ragazze che ci provavano con lui, più o meno apertamente. Le firmò il CD ed il poster, e Angela fu costretta ad andarsene, forse un po' più felice di quando era arrivata, ma sempre delusa.

Un'altra donna, con lunghi capelli neri e lisci, gli si presentò: Mika vide solo quello, i capelli, perchè un bambino gli si lanciò addosso e lo abbracciò forte forte:

- È vero che tu vuoi bene ai bambini?- chiese il piccolo: aveva un viso paffutello, incorniciato da una massa di ricci biondi.

- Ma certo, io voglio tanto bene ai bambini- rispose il cantante, sorridendo dolcemente al piccolo

- Come di chiami?- continuò poi, pensando di dovergli autografare qualcosa. Ma, dopo una seconda occhiata, si rese conto che il bambino non gli aveva portato nulla; da regolamento, solo chi portava il CD poteva vedere Mika e farsi firmare la copia. Ma quel bambino lo inteneriva a tal punto che Mika decise di firmargli una copia della sua biografia, che aveva sul tavolino accanto a sè: l'avrebbe letta una volta cresciuto. E così fece; concesse poi al piccolo uno dei suoi sorrisi migliori, e lo congedò.

- Ti ricorderai di me?- chiese il bimbo, preoccupato.

- Certo, cucciolo, io mi ricordo di tutti i miei fan- mentì Mika: non era vero, non ricordava i volti di tutte le persone che aveva visto in concerto o durante i meeting. Ma forse quel bambino gli sarebbe rimasto, forse lo avrebbe ricordato nei momenti di tristezza, si sarebbe detto che era importante per qualcuno, infondo: qualcuno aveva saltato la fila per lui, qualcuno che aveva un animo candido e puro come la neve.

In tutto questo, la donna dai capelli neri era rimasta, sorridendo, un po'indietro rispetto ai due, intenerita dalla dolcezza di quell'uomo nei confronti di un bambino appena conosciuto. Ma quando la guardò in faccia, Mika la riconobbe: l'aveva vista un paio di volte in TV, dopo che gli avevano comunicato che sarebbe stata lei una dei nuovi colleghi per X-Factor, quell'anno. Victoria Cabello. Fece finta di niente.

- Come ti chiami?- chiese, fingendo di non averla riconosciuta.

- Victoria. Victoria Cabello.

Intanto, i più vicini a dove si trovavano i due futuri giudici di X-Factor, avevano riconosciuto la donna, e bisbigliavano fra loro sommessamente.

- Ma che bel nome, Victoria! Dimmi, dov'è il CD?- Victoria gli porse la sua copia del Songbook, allibita dal comportamento del suo riccio preferito: anche se non aveva mai sentito le canzoni di Mika, eccezion fatta per quelle trasmesse alla radio, si fingeva una fan che desiderava un autografo del suo idolo; voleva semplicemente trovare un modo carino per conoscerlo, di autografi ne avrebbe potuti avere a bizzeffe, a partire da settembre.

- Allora..." A Victoria, con affetto, Mika". Va bene? Ci ho messo anche un cuore!- esclamò, soddisfatto per aver scritto correttamente in italiano, il cantante. A quel punto, Victoria cominciò ad infastidirsi: era vero che non si erano mai visti di persona, ma il suo nome lo doveva conoscere!

- Mika, non mi riconosci? Sono io, Victoria Cabello! Oh, andiamo!- disse la donna. "Sei dislessico, non stupido" pensò poi.

- Avanti! Cos'hai, gli occhi foderati di prosciutto?- sbraitò allora. E Mika scoppiò a ridere, un po'per lo scherzo che le aveva appena fatto e che gli era perfettamente riuscito, un po'per la faccia della donna che aveva di fronte, un po'perchè sapeva di non avere il prosciutto sugli occhi, ma non voleva farle notare che aveva sbagliato.

- Sì, sì, ti ho riconosciuto, Victoria Cabello!- e qui, un'altra risata -volevo farti uno scherzo, e visto che tu sei qui come una fan, mi sono comportato come se tu fossi una fan.

Forse Victoria non lo trovava divertente, perchè un sorriso spento fu tutto ciò che apparve sul suo viso.

- C'mon, Vicky, non essere troppo attaccata alla popolarità, non devi essere riconosciuta per forza da tutti! Ma andiamo, ti va un drink?

Quando sentì il suo diminutivo pronunciato da Mika, allora sì che il suo sorriso divenne reale.

- Preferirei un panino... Burger King?

- Come desideri, mia signora! Ma devo finire qui, i miei fan aspettano- rispose l'uomo.

- Va bene, cucciolo. Posso aspettare qui con te?-

 

 

Ehm...ok, salve gente! *balle di fieno che rotolano* Eccomi! Sono qui con questa cosine che è la mia prima long, e niente, siccome "le recensioni non fanno venire il mal di pancia", come mi ha insegnato un'altra fantastica autrice che mi sta facendo sclerare con la sua storia, lasciatene una, anche se negativa. Intanto, ringrazio le ragazze che mi hanno fatto i complimenti per la mia one-shot e che mi hanno detto di tirarci su una storia vera e propria ( I love you girls!), e che sono:

-Pietraombra

-Zaciao

-Angie_logge

Scusate se ho sbagliato a scrivere i vostri nomi, e grazie a chi leggeràa mia pseudo-storia. Byeeeee *fischio degli Hunger Games tuuu tuuu tuuuuu uuuuu)

   
 
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