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Autore: Jamin_a    05/01/2015    3 recensioni
"Tranquilla zucchero" Si alzò dalla poltrona e, avvicinandosi a lei, la sovrastò con la sua altezza.
"Non sarò di certo io a infrangere i tuoi sogni di gloria da stupida capitolina"
Disse aspramente, fissandola negli occhi e facendosi serio.
[...]
"Ma tu ..." Continuò l'uomo sfiorandole le dita con cui lei teneva ancora stretto il collo della bottiglia.
".. Devi tenere giù le mani dal mio alcol" concluse secco, rubandole l'oggetto dalle mani.
Haymitch fece un passo indietro, sorridendo soddisfatto.
Effie rimase immobile a guardarlo andar via.
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piccola raccolta di momenti Hayffie
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“Ho sentito dire che dopo più di vent’anni nel ruolo di mentore finalmente Haymitch Abernathy ci degna della sua presenza” Disse sarcastica, chiedendosi anche lei cosa avesse spinto il mentore ad essere presente quella sera. Forse era riuscito a capire quanto fosse da maleducati non presentarsi mai a quella festa, ma non sembrava molto da Haymitch fare una cosa del genere, anzi, era molto più probabile che fosse talmente ubriaco da aver preso il treno ed essersi trovato a Capitol City per sbaglio.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Piacere" 
Il mentore del distretto dodici era tranquillamente stravaccato su una poltrona a tracannare l'ennesima bottiglia quando una ragazzina, chiusa in un eccentrico vestito bianco, vaporoso con sfumature rosa che la faceva sembrare un bastoncino di zucchero filato,  si mise davanti a lui e gli tese la mano
Haymitch alzò gli occhi, guardò la ragazzina.  Si trattava della nuova accompagnatrice del suo distretto. Gli strati di trucco pesante le coprivano il volto ma non nascondevano la sua giovane età, a occhio e croce avrà avuto diciotto, diciannove anni al massimo, giudicò l'uomo.
Che importava sapere chi fosse.
Un'altra capitolina che alla prima occasione sarebbe scappata in un distretto più bello. Infondo a loro non importava niente, volevano solo glorificare un vincitore, gli altri 23 ragazzi uccisi inutilmente non contavano nulla per quegli esseri disumani che erano gli abitanti di Capitol City.
Decise di ignorarla, tornando a concentrarsi sulla sua bottiglia. Tra qualche minuto sarebbero dovuti uscire sul palco per la mietitura, e lui voleva essere abbastanza ubriaco per non rendersi conto che stavano mandando al macello altri due bambini.
La ragazzina lo guardò delusa, ma decise di non mollare.
"Ciao, io sono Effie Trinket, la nuova accompagnatrice del tuo distretto."
Insistette lei allungando di nuovo la mano verso l'uomo. Che in risposta bevve un lungo sorso dalla bottiglia.
"E tu devi essere Haymitch Abernathy, giusto?"
Ci riprovò lei. Lui la guardò di nuovo. 
"Zucchero, non mi interessa chi sei.."
Effie si scosse accigliata, chiedendosi se nel distretto dodici insegnassero le buone maniere. 
"non sono qui per fare amicizia..."
Disse ridendo
"Appena si libera un posto in un distretto più bello non ci rivedremo più .. Quindi.."
Continuò lui, seccato, lasciando la frase in sospeso.
"Guarda te se mi dovevano mettere una ragazzina..." Aggiunse lui a bassa voce, sbuffando e alzando gli occhi al cielo.
Lei spalancò la bocca scioccata e offesa dalla maleducazione di quell'uomo che aveva, secondo i suoi standard, superato ogni limite.
Decise di mettere subito le cose in chiaro.
"Non mi importa dove sarò tra qualche anno, ma adesso il mio posto é questo.. E tu"
Disse puntandogli un dito contro
"Te lo farai andare bene"
Haymitch la guardò sorpreso.
"Io sono qui per lavorare" puntualizzò lei "E non ho la minima intenzione di avere i tuoi bastoni... O meglio le tue bottiglie..."
Aggiunse schifata guardando la bottiglia vuota nelle mani dell'uomo, in fondo la fama da alcolizzato del mentore del distretto dodici lo aveva preveduto anche sta volta.
"..tra le ruote!" Concluse lei soddisfatta. Piegandosi verso di lui e togliendogli la bottiglia dalle mani
Lui le scoppio a ridere in faccia. 
"Tranquilla zucchero" Si alzò dalla poltrona e, avvicinandosi a lei, la sovrastò con la sua altezza.
"Non sarò di certo io a infrangere i tuoi sogni di gloria da stupida capitolina"
Disse aspramente, fissandola negli occhi e facendosi serio
Effie si sentì piccola, e quasi si pentì di aver accettato quel lavoro, che si prospettava più duro del previsto.
A lei non erano mai piaciuti gli Hunger Games, non le piaceva vedere la gente morire, ma  sua madre era stata un'accompagnatrice, così come lo era stata sua nonna, ed Effie le ammirava entrambe.
Diversamente da loro però non riusciva a gioire vedendo ragazzi che avevano pressappoco la sua età morire e essere costretti a uccidere.
Ma era sempre riuscita a fingere molto bene, lei era una capitolina di ottima famiglia e doveva essere, come tutti i capitolini, entusiasta all'idea degli Hunger Games, quindi lei si fingeva sempre felice.
Non aveva di certo sogni di gloria, andando a fare quel lavoro, voleva solo rendere fiera sua madre, e comportarsi da buona capitolina. In fin dei conti se tutti nella sua città erano entusiasti al pensiero degli Hunger Games forse era lei a essere quella sbagliata e sperava che l'esperienza da accompagnatrice avrebbe migliorato le cose.
Sperava che tutto quello l'abituasse, in un certo senso, all'idea dei giochi. 
In quel momento però, fissando gli occhi del mentore del distretto dodici, capì che non sarebbe stato affatto facile come sperava.
"Ma tu ..." Continuò serio l'uomo, sfiorandole le dita in cui lei teneva ancora stretto il collo della bottiglia.
".. Devi tenere giù le mani dal mio alcol" concluse secco, rubandole l'oggetto dalle mani.
Haymitch fece un passo indietro, sorridendo soddisfatto.
Effie rimase immobile a guardandolo andar via.
No, non sarebbe stato affatto facile, e ora ne era certa.
"Signorina Trinket!" Sentii dietro di lei.
Si voltò, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi.
"Un minuto e cominciamo" Disse il ragazzo dello staff che l'aveva interpellata.
"Arrivo grazie"
Rispose gentilmente lei.
Non sarebbe stato facile ma Effie Trinket voleva farcela, a qualsiasi costo, era un' ottima capitolina lei, sempre alla moda, molto educata, le mancava solo una carriera per essere una perfetta capitolina.
Sospirò profondamente, per scacciare via l'immagine degli occhi di Haymitch Abernathy, che la fissavano, severi, ma carichi di un dolore profondo che lei doveva per forza fingere di non aver visto.
"Sono pronta" Sorrise di nuovo al ragazzo che le indicò la strada per uscire sul palco.
"Sono pronta" disse di nuovo a bassa voce, a se stessa.
I 62 Hunger Games stavano per cominciare


Ciao! Prima storia Hayffie della mia vita ^_^ 
In questa storia farrò una raccolta di scene del loro rapporto, a partire da questo capitolo, a pqrtire quindi da quando si sono conosciuti.
Premetto che per ora ho leggiucchiato solo il primo libro (non è molto che ho scoperto la saga, perdonatemi, per ora ho visto tutti i film e basta), e mi sono un po' informata sulle vite di questi due, ma se faccio qualche grave errore di incongruenza con la storia originale non esitate a segnalarmelo.
Non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate, ci terrei tanto ad avere il vostro parere (:
La lunghezza dei capitoli varierà, e magari varierà anche il rating. 
un abbraccio.


 
  
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