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Autore: lola_fantasy    05/01/2015    5 recensioni
Sono passati quasi due anni dall'ultima battaglia contro Nidhoggr e gli ex draconiani trascorrono le loro giornate come dei ragazzi normali: studiano in scuole diverse ,guardano film, parlano, ridono, fanno passeggiate, vanno in giro, si divertono insieme... Ma la loro normalità non durerà ancora per molto tempo: infatti, due nuovi ragazzi sono al servizio di Nidhoggr, e di certo non porteranno belle sorprese. Sofia, Fabio, Lidja, Karl, Ewan e Chloe dovranno partire per nuove missioni in tutto il mondo, cercare nuovi oggetti, ma anche questa volta non saranno soli: figure molto importanti e a loro speciali andranno in loro soccorso. In questa nuova storia, ci saranno delle sorprese, sia belle che brutte, alcune dolorose e altre emozionanti, che cambieranno (di nuovo) totalmente la loro vita.
Dal capitolo 11 :
"-Credevo fossi io l’unica ragazza che avresti mai voluto prendere, ma mi sbagliavo; non ci solo io a questo mondo.
Con un scatto fulmineo, il ragazzo tirò a sé il pezzo di fune tra le sue mani, così Sofia, che teneva gran parte della restante liana, fu sbalzata contro il petto di Fabio. L'avvolse tra le sue braccia.
- L’unica persona che vorrò mai prendere per davvero sei tu"
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo uno: “ Uno strano incubo”
Sofia aprì gli occhi di scatto, ansimante, e girò la testa per la stanza: osservò la trapunta viola con i fiori verdi, la carta da parati bianca come la neve, la libreria colma dei suoi libri preferiti,il suo amato quaderno “segreto” sulla scrivania di legno chiaro e l’armadio nero, anch’esso di legno. Si volse verso la finestra e vide che il sole iniziava a spuntare da dietro le colline erbose. Comparivano i primi raggi di sole, flebili e caldi, che rendevano il cielo più bello che mai: aveva sfumature rosa, dorate e più in alto azzurrognole. Sofia stropicciò i suoi occhi verdi e rimase incantata da quella vista meravigliosa e calmante: aveva bisogno di schiarirsi le idee, avendo fatto un incubo (come succedeva spesso negli ultimi giorni).  Chiuse gli occhi, rivivendo le scene dell’incubo.

Si trovava in un prato molto ampio, dove alla fine di questo vi era un palazzo di marmo bianco e finissimo, e ai lati sorgevano palazzi e case, con porte enormi, alcuni in rovina o anneriti a causa degli incendi. Il cielo era limpido e azzurro e dietro i palazzi, attraverso le vie che vi si aprivano in mezzo, si riusciva a intravedere la Terra. “Draconia!” si disse Sofia, e il cuore le si riempì di serenità e felicità. Poi, girando la testa verso sinistra, sotto una quercia dalle foglie verdi e brillanti, notò una figura forte e possente, molto grande, dalle squame verde smeraldo e con artigli affilati e sottili. Le mancò il fiato: “Oh mio Dio! Ma lui è … è …” pensò, ma non riuscì a terminare la frase, che il magnifico drago si girò, le sorrise e la salutò.
 -Ciao Sofia- disse e Sofia gli corse incontro, abbracciandolo. - Thuban, sei davvero tu? Mi sei mancato così tanto!- esclamò lei e lo strinse ancor di più, con un sorriso a trentadue denti.
- Mi sei mancata anche tu.-, rispose tranquillamente. -Allora, come stai? Come vanno le giornate lì, sulla Terra?- continuò, girandosi di schiena e muovendosi verso un albero,che era più grande di tutti gli altri: l’Albero del Mondo. Poi, si accucciò sotto di esso. Sofia lo seguì e lo imitò, sedendosi sull’erba fresca per la rugiada, rimanenndo incantata ancora una volta dalla grandezza e dalla bellezza dell’albero: su di esso, vi erano i cinque frutti dei draghi, ciascuno che illuminava i propri rami. Rosa, oro, azzurro, viola e verde.
- Sto bene, e le giornate le passo con gli altri draconiani. Dopo le lezioni con il prof., ci divertiamo insieme. Ma come mai ti sto sognando? E’ solo da pochi giorni che lo faccio, e scommetto che non è la mia fantasia a volerlo …. Ebbene, perché allora?- . Vide Thuban che apriva la bocca per risponderle ,ma non fece in tempo ad udire la risposta che una voragine buia e senza fine si aprì sotto di lei. Non riuscì neppure a gridare e sentì una risata agghiacciante e maligna rimbombare all’ interno di quell’enorme buco.
-Non è ancora finita, e quando lo sarà, voi stupidi draconiani non sarete altro che un mucchio di cenere! E’ una promessa!!- urlò sempre la voce. Sofia chiuse gli occhi, e riuscì ancora a sentire una parte di quella risata, prima che lo stomaco le saltasse in gola e lei precipitasse.

Si alzò tremante e andò in bagno a farsi una doccia, togliendosi di dosso il sudore. Poi tornò in camera e si vestì: indossò un paio di jeans scoloriti, una maglietta bianca, una felpa verde muschio, un paio di All Stars sfilacciate nere  e si guardò allo specchio appeso alla parete, di fianco alla porta: era dimagrita molto negli ultimi tempi, si era alzata e il suo corpo aveva assunto delle curve leggere, non troppo accentuate; inoltre, i suoi capelli erano cresciuti in lunghezza, arrivandole fin lo sotto le scapole, ma erano pur sempre rimasti un groviglio rosso e riccio. Il viso era dimagrito, le lentiggini si trovavano sotto gli occhi, che brillavano per la luce del sole. Scese piano le scale, cercando di non fare rumore. Stava per chiudersi la porta alle spalle, quando sentì un rumore provenire dalla direzione del garage: si girò di scatto, sull’allerta. Le mancò il fiato: sulla porta si trovava Fabio, inginocchiato a terra, intento a raccogliere i cocci di vetro che si erano sprigionati dalla caduta di un vaso colorato. Lui ed Ewan erano gli unici che non erano cambiati poi tanto d’aspetto: era divenuto più alto (sovrastando Sofia sempre di quindici centimetri, nonostante lei si fosse alzata) il suo corpo era magro e scolpito e la pelle era leggermente abbronzata. I capelli erano rimasti uguali, voluminosi e castani, anche se adesso spuntava qualche ricciolo in più e gli occhi erano molto scuri, quasi neri, e profondi, diffidenti verso le persone. Aveva addosso un paio di jeans un po’ bucati, una felpa con cappuccio nero , con sotto una t-shirt grigia e ai piedi portava delle vecchie Nike nere. Alzò lo sguardo su di lei e le sorrise impacciato, voltandosi poi verso i cocci per non mostrare il suo imbarazzo nel vederla sogghignare sottovoce.
  -Cosa c’è di tanto divertente?- chiese un po’ offeso, ma con una nota di divertimento nella voce.
 -Niente ,niente ….. è solo che sei buffo. Aspetta che ti aiuto a ripulire. - disse, mentre andava in cucina a prendere la scopa e la paletta. L’aiutò a pulire e rimisero tutto a posto.
 - Che cosa fai sveglia a quest’ora? Di solito sei una dormigliona! - disse, con il suo solito sorriso strafottente, che Sofia amava tanto. Si avvicinò alla porta, incrociò le braccia e si appoggiò allo stipite di essa -Ma soprattutto, dove credevi di andare? -, completò.
 Sofia, appoggiatasi al muro, si sentiva smascherata, nonostante non avesse fatto nulla di sbagliato, e arrossì fino alla radice dei capelli. - Volevo fare una passeggiata, e comunque io non sono una dormigliona! Non è colpa mia se ho un sonno molto profondo.- rispose alzando gli occhi al cielo, imbarazzata.
-Uhm …. ok, per questa volta te la do vinta, ma a una condizione: dovrò venire anch’io con te.- rispose Fabio e Sofia annuì, felice di stare con lui, ma al tempo stesso un po’ demoralizzata, volendo stare un po’ da sola. Uscirono di casa insieme e si avviarono lungo il sentiero diretto al lago.

Arrivarono sulle rive del lago di Albano dopo pochi minuti, passando dentro il bosco. Era pieno di pini, abeti e molti altri alberi, tutti verdi e rigogliosi. A terra, vi erano tantissimi fiori di vari colori: alcuni rossi, altri gialli, arancioni, blu, rosa, viola e altri ancora di mille colori diversi. Erano in piena fioritura, essendo primavera inoltrata e l’erba era di un verde abbagliante, bagnata per la rugiada. Si sedettero sulla spiaggia ghiaiosa, uno di fianco all’altro e rimasero in silenzio per diversi istanti, osservando il luccichio del lago sotto i raggi del sole. Sofia pensava all’incubo avuto nell’ultima notte: aveva un brutto presentimento, ma quando Fabio era nei paraggi, lei si dimenticava di tutto il resto e lo stesso valeva per lui, anche se non lo dava a vedere. Quando stavano insieme, era come se sulla Terra esistessero loro due soltanto, anche se poi ognuno si perdeva nei propri pensieri e nei propri dubbi. Sofia si chiese tra sé e sé, ancora una volta, perche gli piacesse, ma non ebbe tempo di rispondersi che Fabio parlò: -Allora, mi vuoi dire perché eri già sveglia?-.
Sofia pensò ad una scusa, prendendo tempo lanciando dei sassi bianchi nel lago. -Volevo vedere l’alba: mi affascina un sacco e mi tranquillizza. Sai, la preferisco molto di più del tramonto.- disse, evitando di guardarlo negli occhi, o l’avrebbe scoperta subito.
 Lui, per tutta risposta, le prese il mento tra il pollice e l’indice e la costrinse a guardarlo negli occhi; poi, le rispose incatenando le sue iridi scure con quelle verdi di lei, scrutando il suo viso: - Sofia, sai molto bene che non puoi mentirmi: o almeno, non ci riesci. Perciò, dimmi la verità!-.
 Sofia, a disagio per colpa del suo sguardo così intenso, fu costretta a dirgli il vero. - E va bene!- sbottò, guardandolo. - Ero sveglia perché avevo fatto un incubo, che ultimamente faccio molto spesso.- continuò, abbassando lo sguardo.
 - Ti va di raccontarmelo?- le chiese lui con dolcezza, avvicinandosi. Ora, le gambe di lui toccavano  quelle di Sofia. Lei si sentì arrossire per quel contatto improvviso,  strano da parte sua. Nonostante fosse passato poco più di un anno dall’ultima battaglia contro Nidhoggr, lui era rimasto sempre un po’ riservato e spigoloso, anche se con lei diventava più dolce. Infatti, lui abitava a casa del professore,con lei e Karl, e dormiva in garage, che aveva trasformato nella sua stanza. Sofia e Fabio passavano molto tempo insieme, anche se con gli altri, lui (e di conseguenza Sofia) non si dimostrava così tenero con lei come quando erano soli. Sofia gli raccontò il sogno per filo e per segno, senza tralasciare nessun dettaglio. Lui l’ascoltò, annuendo ogni tanto.
- Fabio, ho paura. Ho un brutto presentimento, sento che sta per succedere qualcosa, anche se non so cosa, esattamente.- gli rivelò infine.
 Fabio sospirò e fissò i suoi occhi su quelli di lei. -Non devi averne- le disse. - Capisco perfettamente, ma non c’è nulla di cui preoccuparsi: Nidhoggr è morto, e ha portato con sé tutto il male di cui era capace.- . Le accarezzò i capelli dolcemente, e concluse: -E poi, ci sono io qui con te e fino a quando sarò vivo, io ti proteggerò da chiunque.-  . A Sofia mancò un battito del cuore a quell’affermazione. Fabio le si avvicinò piano, quasi con timore, una mano che continuava ad accarezzarle la testa, mentre l’altra si stringeva attorno a quella di Sofia; poi, appoggiò cautamente le labbra sulle sue. Sofia chiuse gli occhi e ricambiò il bacio, godendosi a pieno quei gesti un po’ insoliti, ma che le riempivano il cuore di una gioia immensa. Lo amava e finché lui le fosse stato accanto, lei sarebbe sempre stata al sicuro: protetta da tutto e da tutti.

Angolo autrice: ciao a tutti! Ecco qua il nuovo capitolo di questa storia. Scusate il ritardo, ma ero impegnata con i compiti e lo studio. Probabilmente aggiornerò martedi prossimo, il 13. Vi è piaciuto il capitolo? Cosa succederà dopo? Bhe, bisognerà aspettare per scoprirlo. Fatemi sapere i vostri pareri sulla storia con le recensioni: ci conto! Un bacio enorme!
   
 
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