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Autore: luna_storta    05/01/2015    0 recensioni
Perché? Perché aveva scelto di stare proprio con un musicista? Sapeva sin dall’inizio che le cose sarebbero andate così, ma allora, perché lo aveva scelto?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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«Un concerto? Un altro?» sbuffò «avevi promesso che durante le vacanze saresti rimasto con me, con i tuoi figli!»
Quanto valevano realmente le sue promesse?
«Dai, è l’ultimo che abbiamo in programma. È molto importante, se volete potete venire anche voi! Starò con voi tutto il resto del tempo, promesso!» disse lui, sorridendole e prendendole le mani fra le proprie. Le sue parole non bastarono a convincere la moglie.
«Ho già sentito queste parole!» obiettò lei.
«Ascolta…» iniziò, venendo interrotto dall’entrata del figlio in cucina.
«Ho interrotto qualcosa pa’? Successo qualcosa ma’?»
La madre mise sulla tavola la pentola con la pasta e prese il piatto del figlio, iniziando a metterci dentro ciò che aveva cucinato.
«Papà ha un concerto» disse sorridendo «e ne siamo tutti felici, non è così, Filo?»
«Albi se non ti sbrighi a venire a tavola mangio anche la tua porzione!» e dopo una breve pausa, aggiunse «È un altro concerto con il trio, pa’?»
«Arrivo!» si sentì dal piano superiore.
«Sì» rispose il padre, sperando che il figlio condividesse con lui le gioie che il mondo della musica gli dava.
«Mi avevano detto di non sposare un musicista! E per quale ragione non ho dato retta a qualcuno con un minimo di buon senso? Cosa mai avrò trovato in te?» piagnucolò, straziata. Per chiunque conosca bene un musicista sa alla perfezione di non poter mai tenerlo per troppo tempo con i piedi attaccati a terra, infatti il marito, ancora una volta assente, se ne andò senza nemmeno rispondere alle sue domande. Si chiuse nella camera e la moglie lo sentì aprire la custodia dello strumento. La donna lasciò i figli in cucina a pranzare, mentre si appoggiò sullo stipite della porta della loro stanza, con una lacrima che le rigava il volto.
Perché? Perché aveva scelto di stare proprio con un musicista? Sapeva sin dall’inizio che le cose sarebbero andate così, ma allora, perché lo aveva scelto?
Soffocò un singhiozzo. Il suono della musica che usciva dalla stanza sovrastò qualsiasi suo pensiero e si lasciò cullare da quelle melodie. Non appena tutto cessò si alzò, sapendo bene cosa fare. Si sedette a tavola e sfoderò il suo più sincero sorriso e il miglior comportamento da madre che fosse in grado di avere.
«Allora Fili, hai comprato un regalo per Laura alla fine?»
«Sì ma’, un barattolo di nutella. Ho sentito in giro che non esiste regalo migliore» disse, addentando una fetta di pane.
«Ben fatto! E tu Albi, hai fatto tutti i compiti?» Il bambino strizzò gli occhi prima di rispondere. Non fregava più nessuno: faceva esattamente così quando mentiva.
«Sì mamma» affermò. Quel diavoletto sapeva essere davvero convincente!
«Allora non ti dispiacerà se poi li controllo, non è così?» Passarono alcuni secondi prima di udire una sua risposta.
«Non ho fatto italiano e disegno» ammise.
«Va bene, dopo ti darò una mano, se vuoi» disse dolcemente.
In quel momento, con la custodia dello strumento sulle spalle, la borsa in una mano, nell’altra le chiavi dell’auto e i capelli in disordine, passò l’uomo con cui poco prima aveva discusso.
«Cri, è l’ultimo concerto» tentò.
«Non è vero, non è così. Non mentirmi. La musica ti porta via più tempo di quanto tu non ne dedichi alla tua famiglia, più di quanto tu non te ne possa permettere»
Non era già più arrabbiata, ma rimaneva comunque ciò che pensava ed era giusto che l’uomo che amava lo sapesse.
« Vivi tutti i giorni in un universo parallelo al mio e a volte vieni nel mio a farmi un po’ compagnia. E credimi, mi va bene. Va assolutamente bene. Ho scelto te e ho sempre saputo che avrei vissuto tutto questo ma non ho comunque rinunciato a te. Ora va’» lo incitò con un sorriso completamente sincero. Le sorrise raggiante ed iniziò a scendere le scale ma dopo aver fatto solamente due gradini tornò su, entrando nella cucina. Passando con l’ingombrante custodia dello strumento andò accidentalmente a sbattere contro la credenza dove una piccola tazzina che era appoggiata in bilico cadde a terra frantumandosi in mille pezzi. Quel uomo era così lunatico! Non accorgendosi nemmeno dell’accaduto liberò una delle due mani e la mandò a depositarsi sulla guancia dell’amata, mentre le incollava un dolce bacio.
«Bleah!» esclamarono contemporaneamente entrambi i figli, disgustati.
«Ti amo» sussurrò prima di andarsene definitivamente.
Lo amava, ecco perché gli era rimasta accanto fino a quel giorno. Era dura scegliere di avere un musicista affianco per il resto della propria vita ma lei era stata coraggiosa ed in fondo, ognuno aveva la propria croce.
  
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