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Autore: whitepeony    05/01/2015    3 recensioni
Tate è seduto sul letto accanto a Violet, ma lei non percepisce la sua presenza.
Da quando gli ha urlato in faccia di sparire non si è fatto più vedere. Ogni giorno le lascia dei piccoli simboli, segnali per farle sapere che non è sola, ma lei non ha mai pronunciato il suo nome.
Il temporale fa da cornice alla notte, i lampi, per pochi istanti, illuminano quel quadro che emana una profonda tristezza.
Un lampo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tate, Langdon, Violet, Harmon, Violet, Harmon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tate è seduto sul letto accanto a Violet, ma lei non percepisce la sua presenza.
Da quando gli ha urlato in faccia di sparire non si è fatto più vedere. Ogni giorno le lascia dei piccoli simboli, segnali per farle sapere che non è sola, ma lei non ha mai pronunciato il suo nome.
Il temporale fa da cornice alla notte, i lampi, per pochi istanti, illuminano quel quadro che emana una profonda tristezza.
Un lampo.
I suoi occhi scuri come le tenebre riflettono quella luce. Il viso si illumina, ma non è felicità. E' dolore.
Tate si sente in colpa per quello che ha fatto, cerca di ricordare, ma nella sua testa ci sono solo le urla di Violet. 
Il dolore si fa più intenso. La sua voce fredda lo colpevolizza, gli ricorda tutto il male che ha fatto.
Vorrebbe rimediare. Vorrebbe tornare indietro e sistemare le cose, ma lui sa bene che non puó farlo. È troppo tardi.
Da quando è morto ha vagato nell'oscurità in cerca di uno spiraglio di felicità, di un barlume di luce e quando l'ha trovata se l'è fatta sfuggire di mano.
Guarda Violet stesa sul letto, il viso rivolto verso la finestra, gli occhi guardano fuori, sono lontani proprio come la sua mente.
Vorrebbe leggere nei suoi pensieri, vorrebbe starle vicino, ma lei non lo vuole. Gli ha detto addio, con un bacio.
Un lampo. 
Un ricordo d'infanzia si fa strada nei suoi pensieri. Un flash d'immagini si crea davanti a lui e per un attimo si vede. Un bambino.
Gli occhi scuri non sono sereni come quelli degli altri bambini, lui è sempre stato diverso. Un ragazzo solitario, ha sempre tenuto le persone distanti da lui. Ma, forse, quello distante è proprio lui. Non si fida delle persone, ma con Violet è tutta un'altra storia. Lei lo capisce, condivide i suoi stessi pensieri. Lei per quanto non voglia ammetterlo è proprio come lui. Sola.
Poi tutto si fa buio.
Una fitta di dolore gli squarcia il petto, vorrebbe toccare Violet, ma non può. Non ha il permesso.
Un altro ricordo si fa spazio nei suoi pensieri. Frammenti della sua vita, vede la sua famiglia, all'apparenza felice, ma nel profondo si nascondono tradimenti, omicidi. Non c'è mai stata complicità, voglia di capirsi.
Le lacrime gli rigano il viso, non riesce a smettere di piangere. Si sente solo.
I pensieri cupi prendono il sopravvento, l'istinto gli dice di fare del male, ma non può. Non vuole più ferire Violet, vuole il suo perdono.
Si incolpa della sua morte, non era con lei quando ne aveva più bisogno.
Le immagini di quel giorno lo tormentano, lei così bella e così fredda in quella vasca. L'acqua che lava via tutto lo sporco da quei due corpi stanchi di lottare. Il sollievo quando lei ha buttato fuori parte di quello che aveva ingerito era indescrivibile, ma poi si era fatta strada la disperazione con la consapevolezza che lei era morta.
Ancora lacrime. Ancora dolore.
Guarda ancora la ragazza, la sente sua. Prova un sentimento di possesso, di protezione. Lei gli ha fatto scoprire la parte di luce che si nasconde in lui.
Fin da bambino gli è stato lasciato il peso del mondo addosso, un peso troppo grande per la sua anima. Sua madre non si è mai realmente occupata di lui, l'unica cosa che conta è che tra tutti i figli lui sia quello “perfetto”, quello di cui non si deve vergognare. Costance non sa cosa significa provare un sentimento puro, vero. Lei conosce solo la menzogna. Mente anche a se stessa quando si guarda allo specchio e vede riflessa una donna giovane con tutta la vita davanti. Non accetta la realtà, frustrata dalla sua vita che di perfetto non ha niente. 
Proietta nel suo figlio "perfetto" tutto quello che lei non è riuscita a realizzare. Voleva che i suoi sogni fossero anche quelli di Tate, ma lui ne ha altri. Sogni schiacciati da una madre che non lascia via di scampo, una vita sofferente. 
Tate non ha mai sopportato quel sopravvivere così ha scaricato tutta la sua rabbia repressa facendo del male, troppo, ad altre persone, alle sue vittime.
Per questo ha dimenticato. Ogni atto barbarico che ha commesso sembra controllato dalla parte che ha ceduto all'oscurità, sopprimendo quella luce che prima risplendeva dai suoi occhi. 
Occhi spenti, lacrime amare.
Lui non sarà mai il figlio perfetto, ma vuole essere perfetto per Violet. Dal primo momento in cui l'ha vista ha capito che era quella che l'avrebbe salvato da se stesso e ci sarebbe riuscita se lui non si fosse comportato da psicopatico.
Un lampo.
Le lacrime bagnano il cuscino.
Si volta verso la ragazza che si è girata e sta guardando verso di lui, o almeno è quello che spera. Ma lei non lo vede. Non sa che è lì.
«Violet.» un sussurro sfiora le labbra rosa «sei così bella.» con la mano le si avvicina al volto, lo sfiora leggermente «quanto vorrei che tu mi volessi.» allontana la mano, disilluso, stanco,  sente la sconfitta dentro alla sua anima, anche se i suoi occhi neri mostrano il contrario lui un'anima ce l'ha.
Scompare, lasciando Violet ai suoi pensieri.
«Tate.» un pensiero fugace le fa sussurrare quel nome. Sono passati mesi dall'ultima volta che l'ha visto e ogni giorno sente la sua mancanza.
Tocca il cuscino e si accorge che in alcuni tratti è umido.
Lacrime.
Una fitta al cuore la fa urlare. Non può succedere davvero, non possono delle semplici lacrime farla stare così male.
Lei sa che lui non la lascia mai sola, vede i piccoli messaggi che le lascia sparsi nella camera. Vuole far sentire la sua presenza. Non vuole essere dimenticato.
Violet sa che lui è un'anima fragile in cerca di un po' di pace, ma sa anche di cosa è capace quando la sua anima diventa troppo nera. Si trasforma, perde il controllo.
È stata così stupida a volerlo tenere lontano da lei. Si è nascosta dietro le accuse, incriminandolo come hanno fatto tutti gli altri. Lei che ha giurato di non abbandonarlo, lei che è riuscita a farlo essere una persona migliore, gli ha voltato le spalle. L'ha lasciato solo, proprio quello di cui lui ha il terrore. L'ha fatto sentire diverso, sbagliato. 
Tate ha fatto del male ai suoi genitori, la morte di sua madre è stata causa sua, ma da quando sono morti la loro vita è cambiata in meglio. I suoi genitori non sono mai stati così felici, pieni d'amore, di passione. E anche lei è felice. Con la morte tutto aveva ripreso vita. Ma nella sua vita c'è un vuoto incolmabile e lei sa bene come colmarlo, basta solo trovare il coraggio necessario.
Solo in quell'istante si rende conto di aver perdonato Tate da subito, perché nonostante le cose orrende che ha fatto ne ha fatta una bellissima. Ha riunito ciò che un tempo era distante, spezzato.
E lei non ha fatto altro che lasciarlo solo, ha lasciato quel bambino con tutto il peso del mondo sulle spalle, di nuovo.
Sua madre entra in camera richiamata da quell'urlo straziante «Violet stai bene?»
Sono giorni che i suoi genitori la vedono strana, all'inizio sembrava che Tate non fosse mai esistito, ma sua madre lo sa bene che è solo finzione. Sua figlia è troppo innamorata per poter cancellare quel sentimento da un giorno all'altro.
«No» e le lacrime accumulate in quei mesi scendono a dirotto accompagnate da singhiozzi.
«Devi parlare con lui tesoro.» le dice prendendole il viso tra le mani «Noi ti saremo vicini, qualsiasi scelta tu faccia.» Le asciuga le lacrime dolcemente «So che non dovrei intromettermi, ma penso che sapere questo potrebbe aiutarti.» 
Violet guarda sua madre confusa e resta in attesa che continui. 
«Tate e tuo padre hanno parlato molto e alla fine ha ripreso le sedute con lui.» le stringe la mano forte, un sorriso si apre sul volto di sua madre «Devi pensare alla tua felicità.» le da un bacio sulla fronte ed esce dalla stanza.
Violet ripensa alle parole di sua madre. Sa come essere felice, ma è spaventata. 
È rimasta sorpresa dalla rivelazione di sua madre, prima di oggi non avevano mai osato pronunciare il suo nome. Suo padre non le ha detto niente, non ha nemmeno cercato di farle capire che Tate ha ripreso la terapia. 
Tutto quello che ha sempre voluto è lui. Lui e nessun altro può farla sentire così viva.
«Tate.» questa volta non è un sussurro, Violet urla, vuole farsi sentire.
«Tate.» urla più forte. La paura che lui non si presenti si fa sempre più forte.
Un lampo.
Una figura, illuminata per un istante, appare vicino alla finestra.
Un lampo.
Due occhi neri illuminati.
«Sono qui.» ecco il suono di quella voce che tanto gli è mancata. Non si muove, ha il terrore di fare qualcosa di sbagliato. Resta immobile ad osservarla.
«Tate.» un sussurro seguito da un sorriso. Gli corre incontro e lo stringe in un abbraccio.
Dopo un breve istante di incredulità anche lui ricambia quell'abbraccio tanto desiderato.
«Scusa per il modo in cui ti ho mandato via, scusa per le cose cattive che ti ho detto.»
«Me le sono meritate quelle cose Violet.» la stringe più forte, ha bisogno di sentirla. Vuole colmare quell'assenza che ha sentito per troppo tempo.
«Mi sei mancato.» ed ecco che gli regala le sue lacrime di dolore che lasciano il posto a lacrime di gioia ed anche lui scoppia piange.
«Sono sempre stato con te, non ti ho mai lasciato sola.»
«Non avrei mai dovuto mandarti via. Non avrei mai dovuto dirti che non potevo perdonarti.» Lo guarda negli occhi «Solo adesso ho capito che non avevi bisogno di nessun perdono da me, solo adesso ho capito che quella che doveva farsi perdonare ero io.»
Tate rimane stupito, non si aspettava certo una reazione del genere «Violet, tu non hai niente da farti perdonare, sono io che ho fatto delle cose terribili.»
La ragazza lo guarda negli occhi «Io ti ho causato il dolore più grande quando ti sono morta tra le braccia, non sono stata abbastanza forte, ho mollato con tutto. Ho abbandonato la vita e ho abbandonato te.»
«Violet non dire così. È colpa mia tutto quello che è successo, se io non mi fossi mai mostrato, se ti avessi lasciata in pace tu..» Lei lo interrompe «Io sarei morta da un pezzo e sarei morta da sola.»
«Perdonami Violet per tutto il male che ho fatto. Ne ho bisogno.»
Si guardano con gli occhi gonfi dal pianto, sguardi sinceri che non hanno bisogno di parole, si sono perdonati con quell'abbraccio dopo mesi di lontananza.
Il buio si è ricongiunto con la luce, si sono mescolati diventando un unico elemento. 









Sono tornata con una nuova storia.
Ultimamente sono in fissa con American Horror Story e questa coppia mi ha preso davvero tanto.
Ho visto in loro qualcosa di unico, speciale. Non è la solita storia d'amore sdolcinata. Loro due di normale non hanno niente, ma sono perfetti.
Spero che vi piaccia e mi scuso per gli errori, ma l'ho scritta alle tre di notte. Pietà! lol
A presto :)
  
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