Anime in pena e in fuga da un branco di zombie famelici possono, oltre ad occuparsi della propria sopravivenza, pensare a conoscersi... bisticciando.

-Il rumore fragoroso della pioggia lasciava gli occhi brillanti dei gufi in disparte, in quella umida notte...-
-TI SEMBRA IL MOMENTO?- 
-Beh, a te non fa differenza, quindi, io racconto questo momento e tu, gentilmente, mi copri le spalle- 
-Crescerai e sorpasserai mai, Akua, questa tua infanzia-matura-maiononcentroniente?-
-No, ora coprimi le spalle da quegli zombie, Sebastian Michaelis-sofigo-sobello-sordemonemodello-
-Esagerata, non mi vanto così tanto- Disse il demone tranciando altre teste mangia cervella girando attorno a quella vampira sfacciata, sì maledettamente sfacciata, e maledettamente bizzara. Ma non da stranire chi le sta intorno, ma da affascinare.
L'esile figura teneva in mano un block notes blu e vermiglio tracciato da inchiostro nero proveniente da un elegante stilografica argentata.
-... allora- Cominciò il demone -Come sta andando, il... libro?- Lanciò una  fugace occhiata all'amica, nonchè rivale, per assicurarsi che non fosse caduta in una delle sue crisi da pluri orfana e sorellicidio che la portava ogni volta a provare ad uccidere chiunque nel raggio di molti kilometri. Provare? Ma che dico, ne aveva fatte di uccisioni durante le crisi, non ci doveva provare.
-Diciamo che... va malissimo- E poche cose gli andavano male, apparte la giornata
-Sei di nuovo a lutto?-
-Io sono sempre a lutto- Rispose la vampira con una nota di amarezza sarcastica nella voce
-MokaChanSonoSoggettaETiTengoIlBroncio ti ha smesso di regalare l'aria?-
-Non ci scherzare, non sentirla mi fa star male, eh sì! Le sue lettere sono aria per me!-
-Anche quando ti esprime per la quattrocentesima volta tutto l'odio che prova per te?-
Battuta poco azzeccata, non era un bel argomento, meglio rattoppare la mente della succhia sangue più che scucirla ulteriormente
-Intento dire... non... ti da fastidio il fatto che non tenga a te?- Il dubbio del demone? Il fatto che fosse riuscito a strappare quella parte ancora sana della mente della s-vampira, perchè lei era come un tessuto, non ricucibile ma elastico anche troppo, perdonava chi non doveva 
-Non intendev...-
-Sta zitto, idiota-
Gli zombie, come tutte le creature che a Fairy Tail davano fastidio, avevano creato un tappeto rosso e sanguinolento sull'asfalto di quella buia strada regionale. Corrosa dalla salsedine e bagnata dalla pioggia sembrava accompagnare i passi di entrambi verso un lampione, in realtà i passi di lei, il demone in quel momento poteva soltanto seguirla e sperare che non stesse per impazzire
-Sai perchè... sei idiota?-
-Illuminami-
-Perchè... tu mi conosci. E sai perchè vivo, sopravvivo-
-Per lei, per Mokina-
-Vedi. Lo sai! Ma ti manca un particolare-
Sotto gli occhi straniti del demone la vampira cominciò a sbattere la testa contro il lampione, forse così non si sarebbero notate le lacrime, perchè parlare di Moka le faceva male
-Ti chiedo di illuminarmi ancora-
-Che lei, mia adorata, magnifica sorella, non mi... non mi... FILA DI STRISCIO!-
-Crisi adolescenziale in ritardo?-
-Crisi da sorella rompi... gn!- Ringhiò con stupore di entrambi
-Ma no! Dobbiamo parlare più spesso se ti riesco a far innervosire tanto- Quanta arroganza nelle parole del demone, del resto quel sentimento puramente demoniaco viaggiava con lui
-Ci provi pure gusto?-
-In realtà no, ma parlare con te è difficile-
-Quanto difficile?-
-Abbastanza da avere la necessità di parlarne con te-
La vampira bofonchiò qualcosa sui cadaveri a terra che le stavano intralciando la passeggiata, verso cosa? Verso il più lontano possibile, forse da se stessa, forse dalla violenza commissionata dalla madre che giaceva sanguilenta riversata a terra
-E pensi  sia utile parlare con me?-
-No, ma peggio non si può, quindi meglio impazzire insieme-
La discussione si ferma là, con lei che cammina e lui che la segue, verso la Fairy Tail.
Verso Moka.
E verso queste storielle, demenziali e non.