Two hundred words for you.


“La prima volta che ti vidi, ti ignorai.
Così come la seconda e la terza.
La quarta volta rimasi sorpreso dalla tua energia, la quinta iniziammo a parlare e ad essere amici.
Miyuki-senpai ha sempre affermato che non siamo al Seido per fare amicizia, ma lo ignorerò come le altre volte.
Molto spesso sono rimasto ad ascoltare i tuoi discorsi col mancino, ma ho sempre contribuito molto poco al discorso.
Ricordi la prima volta che ti ho chiamato per nome? Non l'avevo mai fatto con nessuno, per cui sei rimasto sorpreso e io mi son chiesto se non avessi osato troppo.
Però poi mi hai sorriso felice, e non mi son fatto più domande.
La cosa che mi piace più di te, oggi come allora, è la tua voce: calma e gentile. Son sempre più convinto che anche Sawamura risulterebbe più gradevole se l'avesse.
Però è stato quando mi hai guardato negli occhi durante quella partita d'allenamento, facendomi venire i brividi, che ho iniziato a capire delle cose.
Come il fatto che sei quasi un orso polare, all'apparenza docile e morbido ma dentro un vero predatore-- e che a me piacciono molto gli orsi.
Non son bravo con le parole, anzi, spesso decido di non parlare. Preferisco le azioni, certamente, ma son incerto anche in quelle fuori dal campo, per questo se riceverai questa cosa consideralo un mezzo atto di coraggio.
Mi piaci moltissimo
Sei speciale
Penso di amarti ”

 

Se la carta non fosse stata bagnata dalle lacrime che scendevano dalle sue gote arrossate e se non la grafia non fosse stata così tremolante, Satoru avrebbe anche pensato di consegnare quel foglietto spiegazzato.
Non era firmato, poteva esser benissimo stato di qualcun altro, no?
Il lanciatore prese un respiro e tirò quella che ormai era una pallina di carta dentro il cestino, non era ancora il momento.