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Autore: Supreme Yameta    06/01/2015    4 recensioni
Naruto e Hinata sono riusciti a costruire le basi per una famiglia, ma ci sono ancora molte avversità che devono affrontare. Il nemico che si troveranno di fronte, va aldilà di una mera figura da combattere, esso si chiama "vita familiare". Naruto e Hinata si confronteranno con gli amici, i figli, gli estranei, ma soprattutto loro stessi.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Himawari Uzumaki, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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Salve a tutti! Ebbene sì, potete crederci o meno, ma anche io ho deciso di omaggiare la più splendida coppia dell’universo creato dal maestro Kishimoto con uno dei miei piccoli lavori. Sono assolutamente certo che abbiate già letto delle storie peggiori di questa, ma anche moltissime che saranno reputate migliori ed è una cosa perfettamente lecita; comunque, uno intanto ci prova a mettere in parole qualche sua idea, forse ci azzecca pure e riesce a intrattenere i lettori: lo spero proprio.

 

 

Passiamo adesso a questa storia. Si tratta di una raccolta di eventi che possono coinvolgere la vita dei nostri due beniamini, spero di riuscire a essere divertente abbastanza da tenervi incollati al racconto. Del resto, non voglio anticipare nulla, per tanto vi lascio alla lettura.

 

 

Sakura era appena entrata nel laboratorio analisi dell’ospedale, era sommersa dagli impegni, dopo che Tsunade le aveva affidato la direzione dell’ospedale del villaggio, per tanto, Sakura doveva accertarsi che ogni cosa funzionasse a dovere. La vita di un medico non l’aveva mai impensierita, sebbene ci fossero orari massacranti e la massima reperibilità, persino per lei, nella posizione di dirigente che ricopriva.

Tuttavia, in quel periodo la sua mente andava oltre alle scartoffie, poiché quella fase della sua vita, si stava dimostrando essere la più bella di tutte, sia a livello professionale, che a livello personale. La sua relazione con Sasuke andava a gonfie vele, nonostante le continue assenze di quest’ultimo per lunghi periodi, tuttavia, di quei tempi, Sasuke era piuttosto presente al villaggio e a lei faceva molto piacere passare del tempo con lui. Proprio per quella ragione, Sakura non riusciva a non pensare alla proposta che Sasuke le aveva fatto quel mattino, prima che si recasse a lavoro.

«Non riesco ancora a credere che Sasuke mi abbia proposto di andare a cena. In pubblico poi. Che bello! Sta finalmente iniziando a esternare i suoi sentimenti.» pensò Sakura tutta contenta.

La sua mente venne distolta dal richiamo di un collega.

«Qui ci sono i documenti che mi avevate chiesto. Tutti i risultati sono positivi.» disse l’uomo.

Sakura allora tornò alla realtà, un poco triste dal fatto che dovesse anteporre il suo spirito da ragazzina innamorata a quello di donna in carriera.

Sakura afferrò le cartelle e sorrise al collega.

«Grazie mille, dottor Mibari.» disse la ragazza.

Inoltre, nel tentativo di volere risultare educata e premurosa nei confronti dei suoi subordinati, la dirigente dell’ospedale, dottoressa Sakura Haruno, si mise a fare delle domande personali.

«Allora. - incominciò. Come sta sua moglie, Yumiko? E il lavoro?»

Il dottor Mibari si staccò lentamente dal suo microscopio e osservò il superiore con tono abbastanza sorpreso, gli avevano sempre parlato del rude temperamento della dottoressa Haruno, tanto che era considerata persino peggiore del Quinto Hokage, quindi mai si sarebbe immaginato un tale tatto da una come lei.

«Molto bene. Grazie per l’interessamento, dottoressa Haruno.» rispose l’uomo imbarazzato.

A troncare la situazione imbarazzante, toccò a un’altra collega che era appena entrata nella stanza.

«Tojuro, hai finito con le analisi della signora Uzumaki?» domandò la dottoressa Himayama, ginecologa.

Solo quando la donna dette una migliore occhiata all’interno della stanza, notò la presenza dell’alto dirigente e scattò subito sull’attenti.

«Buongiorno, dottoressa Haruno!» tuonò la dottoressa Himayama.

«Buongiorno, dottoressa Himayama. Come va?» disse Sakura.

Sakura fissò la donna. Non riusciva affatto a capire il motivo per cui i suoi sottoposti la temessero così tanto, c’entrava forse il fatto che avesse demolito una parete di cemento armato con un pugno, in risposta di un ultima fesseria compiuta da Naruto? Non ne aveva assolutamente idea, ma forse doveva trattarsi appunto di questo.

«Molto bene, grazie, dottoressa. Stavo prendendo solo delle analisi per la mia paziente.» rispose la ginecologa.  

Una volta detto questo, la dottoressa Himayama si rivolse nuovamente il collega.

«Quindi? Sono pronte, Tojuro?» domandò insistente la donna.

Il dottor Mibari cercò sulla catasta di cartelle che era sulla sua scrivania ed estrasse una cartella. Aprì leggermente il fascicolo per leggere il nome e si rivolse alla collega.

«Parli della paziente Hinata Hyuga in Uzumaki?» domandò l’uomo.

«Esatto.» rispose la ginecologa.

D’un tratto, Sakura ebbe un sussulto. Perché Hinata si era sottoposta a delle analisi? Ma soprattutto, perché non l’aveva chiamata? Ci avrebbe pensato lei. Sakura allora si sentì in dovere di occuparsene di persona, poiché c’era qualcosa che la insospettiva.

«Le spiace se do un’occhiata alla cartella, dottoressa? - domandò Sakura. Sa, in realtà la signora Uzumaki è una mia amica e vorrei capire il motivo di queste analisi.»

In un altra occasione, la dottoressa Himayama avrebbe mandato al diavolo una collega di pari rango, ma la richiesta proveniva da un peperino come la dottoressa Haruno, che inoltre era anche un superiore, perciò non poteva opporsi.

Una volta presa la cartella, Sakura spulciò per bene ogni dato riportato sopra; la conclusione a cui giunse fu incredibile.

«Ma questo è impossibile!» tuonò Sakura sbalordita.

Pochi secondi dopo, Sakura era corsa verso la stanza in cui attendeva la cara amica e vi si chiuse dentro. Sakura era totalmente sconvolta da quello che aveva letto e non sapeva proprio come comunicare tale risultato all’amica; doveva farsi forza.

Hinata fu molto sorpresa di vedere l’amica palesarsi nella stanza così all’improvviso.

«Che ci fai qui, Sakura?» domandò preoccupata Hinata.

Sakura sembrava molto agitata; doveva essere successo qualcosa.

La dottoressa Haruno si voltò verso la sua amica, sempre più agitata e sventolando la cartella che mostrava il motivo per cui era così sconvolta.

«Ora spiegami il perché, Hinata! Dimmi perché non sei venuta da me, invece che andare da un medico di quart’ordine? Ti ho fatto qualcosa? Non siamo più amiche?» tuonò la rosa.

Hinata si sentì subito sopraffatta dal senso di colpa e iniziò subito a scuotere il capo, poi afferrò il braccio dell’amica, nel tentativo di arrestare la sua rabbia.

«Scusami tanto, Sakura. Il fatto è che non volevo disturbarti, solo per un lieve malore. Sei così impegnata.» disse Hinata.

Sakura sbuffò offesa.

«Sei veramente una stupida. Come se non avessi tempo per aiutare un’amica! Che non succeda più!» tuonò la rosa.

Hinata arrossì vistosamente, dopodiché calò il capo.

«Ti chiedo scusa.» disse la corvina.

Sakura fermò il suo delirio nevrotico, si era accorta che l’amica fosse sull’orlo delle lacrime, poiché si sentiva veramente in colpa per averle recato una tale offesa, così Sakura decise di darci un taglio e non fare più preoccupare Hinata; nelle sue attuali condizioni, le si poteva perdonare tutto.

Sakura si sedette nella poltrona di fronte a Hinata e le sorrise.

«Sono io a dovermi scusare. - disse Sakura. Ho esagerato.»

Una volta riacquistata la calma della conversazione, Sakura si trovò in evidente svantaggio, per quanto riguardava la comunica dei risultati delle analisi, a cui si era sottoposta l’amica.

«Allora… - iniziò Sakura. Ho qui i risultati delle tue analisi, ma prima di comunicarteli, posso chiederti del motivo per cui hai deciso di farle?»

«Beh, sai com’è. Sono un paio di settimane che non mi sento bene, ho continui sbalzi di temperatura e un appetito piuttosto sviluppato. La notte non dormo bene e al mattino mi si abbassa la pressione. Così, ho deciso di fare queste analisi.» comunicò Hinata.

Tutto aveva un senso, pensò la dottoressa Haruno. I risultati che avevano riportato le analisi, andavano per filo e per segno a combaciare con i sintomi appena descritti dalla paziente.

«Naruto che dice? Ha provato ad aiutarti?» domandò la dottoressa.

Hinata allora scosse il capo.

«Purtroppo, Naruto è in missione da una settimana, dovrebbe tornare fra qualche giorno. - rispose la Hyuga. Non ho avuto modo di dirglielo.»

«Beh, allora mi sa che dovrai farlo, non appena tornerà. La situazione è seria.» replicò Sakura.

Probabilmente, Sakura aveva utilizzato un tono di voce piuttosto inquietante, poiché la mente di Hinata cominciò a viaggiare, verso le ipotesi di malattie inguaribili che avrebbero distrutto una vita che finora poteva definire perfetta.

«Di che si tratta?» domandò ansiosa la donna.

Sakura chiuse il fascicolo che stava spulciando e fissò in faccia l’amica. Aveva preso la decisione di comunicare i risultati delle analisi, utilizzando un approccio che esisteva da amica ad amica. Sakura sapeva che Hinata era un tipo abbastanza suggestionabile, quindi doveva riuscire a trovare le parole giuste per dare la notizia.

«Senti, Hinata… - cominciò la dottoressa. Tu e Naruto… Ecco… Voi due, da quando siete sposati?»

Hinata ignorò il motivo di una domanda del genere, specie in una situazione così ansiosa come fosse quella, così ricca di mistero e preoccupazioni.

«Quasi un anno. Ma perché me lo chiedi?» domandò Hinata.

La dottoressa Haruno era riuscita a spezzare il ghiaccio, era convinta che parlare di quelle cose, le avrebbe permesso di risalire lentamente al momento in cui, la stessa paziente sarebbe giunta alla possibile soluzione delle sue analisi.

«Un anno, eh? Beh, sono veramente contenta per voi. - commentò Sakura. E le cose vanno bene fra voi due? Naruto ha smesso di fare l’idiota? Ti tratta bene?»

Hinata non riusciva proprio a capire dove l’amica volesse andare a parare, ma decise di assecondarla, forse perché voleva ricordarle che, nonostante la malattia che le stava per comunicare, aveva al suo fianco un uomo che la amava, una famiglia unita e tanti fedeli amici.

«Va tutto bene. - rispose contenta. Certo, sto cercando di correggere le abitudini alimentari di Naruto, alle volte senza successo, ma ti assicuro che non potrei mai rinunciare né a lui, né a questa fase della mia vita.»

Sakura allora le sorrise, poi, all’improvviso, il suo viso divenne paonazzo, come se fosse in procinto di fare una considerazione che la metteva in evidente imbarazzo.

«E dato che siete sposati da quasi un anno. - cominciò la rosa. Voi… Ecco, avete già consumato il matrimonio, no? E se sì, lo fate abbastanza spesso?»

Fu il momento per Hinata di diventare rossa come un pomodoro. Un tempo, parlare di quelle cose, persino di fronte a un’altra donna, l’avrebbe messa talmente in soggezione, che si sarebbe gentilmente astenuta, ma non più, proprio perché la sua vita sessuale era iniziata proprio con il matrimonio ed era stata una delle esperienze più belle che avesse mai vissuto. Tutto era avvenuto, proprio come aveva sempre immaginato. Quella volta, Naruto era stato dolcissimo, era impacciato tanto quanto lei, ma abbastanza deciso da aiutarla a superare la sua titubanza, in quella pratica bellissima che stava facendo con l’uomo che amava.

L’evidente rossore dell’amica, dette la risposta che Sakura stava cercando, così, ella decise di porre la sua ultima domanda.

«Ah, bene. - commentò imbarazzata Sakura. E dimmi, usate delle “protezioni”, quando fate l’amore?»

«Intendi il… Preservativo?» domandò titubante la corvina.

Quell’ultima parola venne pronunciata a bassa voce dalla signora Uzumaki, impaurita, come se uno sconosciuto entrasse all’improvviso in quella stanza e udisse quanto aveva appena detto.

Sakura invece non ci fece molto caso, forse perché, essendo un medico, era abituata a parlare di cose del genere; in realtà, lei era in grado di alzare un muro mentale che le impediva di immedesimarsi nelle persone: pura e semplice deformazione professionale.

«Anche la pillola, è lo stesso.» specificò la rosa.

Una domanda che dette tanto a cui pensare a Hinata, poiché sinceramente, quando capitava di far l’amore, sia lei che Naruto erano presi da una tale foga, che spesso dimenticavano di cenare o che il giorno dopo dovessero andare a lavoro; era quindi un’ipotesi più che possibile.

«Beh, ecco… Penso di sì.» rispose incerta la paziente.

Udendo quella risposta, Sakura storse il naso.

«Pensi? Fammi capire, non controllate?» domandò suscettibile la dottoressa.

Hinata iniziò a sudare freddo. Le era stata messa una pulce nell’orecchio che non riusciva proprio a rimuovere. L’ultima volta che lei e suo marito erano stati teneramente insieme, non era sicura che Naruto avesse usato il preservativo e lei non prendeva la pillola, perché le faceva male.

«Ecco, io non ricordo.» rispose preoccupata la corvina.

Che cosa avevano fatto? Che il fato la stesse punendo per essere stata troppo avida di lussuria? E dire che lei era convinta di non aver fatto nulla di male, dato che tutto avveniva sotto il sacro vincolo del matrimonio. Nella mente di Hinata si infittirono diverse strambe ipotesi di qualunque tipo. Malattie veneree. AIDS. Cancro. Nuove e tremende malattie. Sterilità.

Che cosa avrebbe detto a Naruto? E se non lui non la volesse più, in quanto malata? Che avrebbe fatto allora? Non poteva vivere senza di lui, non più oramai.

Il suo pensiero venne distolto all’improvviso dall’amica Sakura, la quale aveva notato il suo evidente disagio.

«Tutto bene, Hinata?» domandò Sakura.

Allora Hinata, vittima di così tanti timori, si mosse con una decisione tale da far impaurire la stessa Sakura. Solo Naruto l’aveva vista così seria e decisa e quelle rare volte, vedeva bene dal starle alla larga, pena passare la notte sul divano; una volta era pure successo.

«Non va affatto bene, Sakura. - iniziò decisa Hinata. Voglio sapere che cosa c’è scritto in quelle analisi. Tutti questi giri di parola mi stanno uccidendo!»

Intimidita dal tono di quest’ultima, la dottoressa Haruno tirò un lungo respiro, affinché potesse trovare le parole adatte per comunicare la notizia; in realtà, sperava che Hinata non ci restasse secca.

«Bene, Hinata. Se è questo che vuoi, te lo dirò tutto in un fiato.» preannunciò Sakura.

Doveva dirlo! Ora! Erano solo tre parole. Soggetto, verbo e complemento. Perché le veniva difficile pronunciare quelle parole? Dov’era finito tutto il suo grande coraggio? Se Sasuke fosse stato lì, probabilmente l’avrebbe presa in giro fino al giorno della sua morte.

«Allora?» insisté la signora Uzumaki.

«Sei incinta!» tuonò Sakura.

Lo aveva detto. Ancora non ci credeva che lo aveva fatto e in un modo tanto semplice e il meno imbarazzante possibile. Sakura aveva chiusto gli occhi, nel momento in cui aveva parlato, alzò lo sguardo, dopo qualche secondo, scontrandosi con il volto dell’amica.

Hinata era rimasta immobile, come se fosse vittima di una tecnica paralizzante molto potente e nessuno dei richiami di Sakura, aveva sortito alcun effetto.

Incinta? Incinta! INCINTA! incinta.

Una parola che poteva significare un’unica cosa. Magari, il suo cervello avrebbe metabolizzato meglio, qualora avesse spezzato questa parola in una parafrasi.

Lei era incinta, per tanto, significava che aspettava un bambino, ovvero che nel suo grembo era nata una vita, frutto del rapporto sessuale che aveva avuto con suo marito. In pratica, dentro di lei c'era una piccola creatura, la quale, fra nove mesi all'incirca, si sarebbe sviluppata in un bambino o in una bambina: suo figlio o sua figlia.

Sarebbe diventata mamma. Lei sarebbe stata la madre dei figli di Naruto, del suo Naruto. Era ciò che aveva sempre sognato, no?

All’improvviso, sentì un grosso peso sul petto, una pesantezza che la tirò verso il basso, oscurandole la visuale. Si trattava di un peso invincibile, caldo come il magma e insormontabile. Poi il buio.

 

L’Angolo Dell’Autore

Bene, lettrici e lettori. Siamo giunti alla conclusione del primo capitolo. Spero che la lettura sia stata di vostro gusto e spero che sia un ottimo intrattenimento, nell’attesa del capitolo dell’altra storia. Auspico che sarete in gran numero a chiedere di produrre un secondo capitolo, perché a me, è piaciuto molto produrre del materiale del genere.

Con la presente, vi saluto.

Alla prossima,

Yameta

 

 

Anticipazioni

 

«E voglio ancora farti i miei più cari auguri! Sono certa che sarai una mamma con i fiocchi.»

«Lo spero.»

«Mi chiedo come la prenderà Naruto, non appena lo saprà. Hai già pensato a come dirlo, senza fargli venire un infarto?»

«Molto probabilmente. Quell’idiota si metterà a urlare come un ossesso per tutto il villaggio. Mi sembra già di udire quella sua maledetta voce squillante.»

          


 
   
 
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