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Autore: frozenkingdom    07/01/2015    2 recensioni
"Non è mai stato così eccitato e spaventato in tutta la sua vita."
Genere: Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Akira Midousuji, Koutarou Ishigaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: miharu92
Fandom: Yowamushi Pedal
Personaggi: Midousuji Akira, Ishigaki Koutarou
Rating: R
Conteggio parole: 1486
Avvisi: S/M (moooooolto velato, ed accidentale, tra l'altro)
Genere: Erotico, Introspettivo,
Betareaders: //
Note dell'autore: La mia prima fic per il fandom di Yowapedal. La mia prima IshiMido. Io non--
Scritta in tre ore sotto la supervisione della mia co-kohai, fatela santa <3
Disclaimers: I personaggi sono di proprietà intellettuale di chi ne detiene i diritti. Non ricevo alcun profitto dalla stesura e pubblicazione di questa storia, i fatti narrati non sono intesi a ledere l'immagine di nessuno e qualsiasi similitudine a fatti realmente accaduti è da considerarsi puramente casuale.
Riassunto: "Non è mai stato così eccitato e spaventato in tutta la sua vita."


NICOTINE

La pelle di Midousuji ha uno strano sapore. Non saprebbe spiegarlo, ma la prima cosa che gli viene in mente è l'immagine di un ospedale, le pareti bianche, i lunghi corridoi, l'aria pesante, e l'odore, l'odore che non sai spiegarti, al di là dei prodotti usati per la pulizia ed i medicinali.
La consapevolezza lo colpisce come uno schiaffo, ed Ishigaki sente un puzzle completarsi, nella sua testa.
Midousuji è come un ospedale. Bianco, pulito, asettico; intoccato. Ma al contempo appesantito dalla malattia, voci di pazienti che rimbalzano sulle pareti, litanie addolorate e singhiozzi sommessi. E così come un ospedale, Midousuji fa un po' paura, e un po' da speranza. Un po' di dolore, un po' di ristoro.
La ventola sul soffitto è la fonte unica dei suoni che riempiono la stanza, ma anche se ce ne fossero altri non li sentirebbe. Ha il cuore nelle orecchie, le mani che tremano, strette alle spalle ossute di Midousuji (lo fa sempre preoccupare quant'è magro, gli fa torcere lo stomaco), e nella testa solo il suono flebile e bagnato della sua lingua sul collo del minore.
Midousuji non si muove. Non si è mosso neanche quando Ishigaki ha raccolto tutto il suo coraggio e lo ha baciato, non ha reagito in alcun modo. Gli fa paura, teme il momento in cui lo allontanerà, ma per ora non avviene ed il suo cuore è sul punto d'esplodere, la pelle elettrica ed i nervi tesi.
Posa un ultimo bacio umido contro il suo collo, chiudendo gli occhi e portando il naso appena poco oltre il suo orecchio, inspirando forte. Ed ancora sente quell'odore, ancora pensa ad un ospedale, e si chiede quando abbia perso il senno.
Ma forse è quello il punto. È pazzo, e gli serve un ospedale; Midousuji è la sua cura.
Lo sente sistemarsi, la schiena ricurva in avanti, ed Ishigaki sussulta. Ma non accade niente, Midousuji resta fermo, il volto piegato e gli occhi spiritati, come se fosse in un altro posto, lontano, ed Ishigaki si sente sporco.
' No, non così.' pensa, ' Resta qui. Respingimi, dammi del ripugnante, ma non ti estraniare. Resta con me.'
I denti del capitano premono contro la sua carne, d'istinto, e la voce di Midousuji si sgretola in uno squittio che irrigidisce entrambi.
Con ancora i denti contro la sua carne, Ishigaki deglutisce, chiudendo gli occhi, mentre il minore cerca di recuperare la propria compostezza, confuso, spiazzato, digrignando un poco i denti.
Inspira, dal naso, chiude le labbra sulla sua pelle. E succhia.
Le mani di Midousuji si stringono a pugno, e il suo corpo trema; chiude un poco le gambe, respira dal naso, veloce, e quando Ishigaki smette stanno ansiamndo entrambi. C'è troppa poca luce per vedere, ma ha il timore di avergli lasciato un segno, e questo gli fa divampare qualcosa nel petto, come il ringhio di un leone.
' Un altro. Solo un altro…'
Ma la mano di Midousuji si puntella al suo petto, ed il suo viso si sposta in avanti. Ishigaki si rende conto di cosa voglia fare solo quando si ritrova con le spalle al futon e l'inesistente peso di Midousuji sulle ossa dei propri fianchi.
Boccheggia, spaesato, e sente un guizzo caldo, morbido e pungente riverberare al proprio interno, come lo schiocco di una frusta. Midousuji troneggia sopra di lui, le dita da ragno alle sue spalle, le lunghe braccia piegate, i gomiti verso l'esterno, il viso appena inclinato e, ancora, quegli occhi spalancati, apparentemente vuoti.
Sembra una creatura pronta a divorarlo, ed Ishigaki trema, vampate di calore che gli fanno desiderare di non indossare il pigiama.
Il volto di Midousuji scende su di lui, minaccioso, ed è terrorizzante quanto sbatta a malapena le sopracciglia. La sua intera espressione è ghiacciata, impressa nei suoi muscoli, e quando sparisce dal campo visivo di Ishigaki, avvicinandosi al suo collo, quest'ultimo deglutisce.
Per poi spalancare gli occhi quando la lingua del minore gli lambisce la pelle.
Dischiude le labbra, sorpreso, un gemito che si incastra fra le corde vocali, la spina dorsale scossa dai fremiti, ed è solo dopo il primo istante di incredulità che il capitano si lascia andare a quei movimenti lenti e inesperti, oserebbe dire quasi timidi e impauriti.
Non credeva che l'avrebbe mai anche solo pensato, ma Midousuji è incredibilmente tenero.
La sua lingua si piega sulla sua pelle, ora di piatto e ora solo con la punta, si sposta lungo la sua giugulare risalendo quasi fino all'attaccatura dei capelli per poi riscendere.
Ishigaki è un insieme informe di sospiri, ansiti, fremiti e tremori.
Non riesce a trattenere le sue reazioni, ed incapace di dominare i propri istinti porta una mano alla sua schiena, piegando le gambe e sfregando i piedi contro il futon. La frizione fra di loro non è abbastanza, non lo è, ed inarca appena il collo con il disperato intento di spingersi maggiormente contro di lui, di sentire gli spigoli delle sue ossa (magro, troppo magro…) e la durezza dei suoi muscoli.
Le ginocchia di Midousuji si premono appena contro i suoi fianchi e le dita incrementano la loro presa sulle sue spalle. È questione di un attimo, passa solo il tempo di un battito cardiaco, ma il minore smette di far scivolare la lingua sul suo collo per sostituirla con i denti.
Gli occhi e la bocca di Ishigaki si spalancano, in un muto grido, mentre il suo corpo si irrigidisce e sulle sue terminazioni nervose cavalcano impazziti gli stimoli di dolore.
Fa' male. Midousuji non ha minimamente ponderato la propria forza, serrando la masciella con decisione. Fa' male, eppure il primo suono che scivola dalla gola di Ishigaki è un gemito.
Sofferto, roco, che striscia con difficoltà sulle sue corde vocali, districandosi fra di esse; ma è un gemito.
Midousuji sembra apprezzare il suono, perché stringe maggiormente i denti ed il Capitano geme nuovamente, l'aria rarefatta e calda attorno a loro che divora famelica ogni suono. Stringe il tessuto della sua maglia con entrambe le dita, punta i piedi al futon, le ginocchia divaricate, e si inarca. Gemendo, sciogliendosi in un suono che non riconosce provenire dalla sua gola, boccheggiando.
Da una parte remota della sua mente gli giunge la supplica di fare più piano, di allentare la presa, ma quella flebile preghiera non raggiunge la sua bocca e la sua voce prende la forma di sospiri strozzati e gemiti sommessi, suoni di molto lontani da lettere e parole di senso compiuto.
Dopo quelli che sembrano momenti interminabili, nei quali il tempo si tende come vetro fuso, filaccioso e trasparente, Midousuji allenta la stretta ferrea dei propri denti sulla sua pelle, indietreggiando con il busto e lasciando ad Ishigaki l'ingrato compito di raccogliere i pezzi di se stesso, di rimettersi insieme e trovare un seppur minimo contatto con la realtà. La propria presa sulla sua maglia si scioglie e le sue braccia ricadono a peso morto sul futon, ai lati del suo viso, il petto scosso dai cavalloni di un fiato che, no, non riesce a ritrovare e la pelle elettrica, bisognosa di contatto, di qualsiasi cosa.
Non è mai stato così eccitato e spaventato in tutta la sua vita.
Nel buio della camera, la sola luce proveniente da qualche lampione in strada, illumina parzialmente il viso di Midousuji, che Ishigaki non riesce a decifrare. Gli sembra di vedere ancora quegli occhi vitrei osservarlo dall'alto, trapassandolo da parte a parte, e nella penombra gli paiono ancora più grandi, e vuoti; come osservare un baratro, nell'oceano.
Una macchina sfreccia in strada, ed i fari illuminano maggiormente Midousuji. Ishigaki spalanca gli occhi.
Il minore ha le guance arrossate, le labbra dischiuse e gli occhi pieni di domande alle quali, forse, non è certo di voler trovare una risposta.
Deglutisce, e porta le dita al suo polso, piano, con il timore di infrangere quel momento di cristallo. I suoi polpastrelli danzano lungo il braccio di Midousuji, oltrepassano il suo gomito, accarezzandogli i muscoli e passando sopra alla maglia, fermandosi al collo.
Può davvero proseguire?
La sua testa pulsa, il suo petto è sul punto di esplodere, e quando Midousuji si sistema meglio sulle sue ossa, sfiora il suo bacino ed Ishigaki si scioglie in un basso gemito, che scoppia fra loro come una bomba.
"Disgustoso."
È la prima parola vera che si scambiano, le prime lettere che non siano solo vocali e mugugni, ed Ishigaki non crede davvero di aspettarsi qualcosa di diverso. Ne è consapevole.
Il corpo di Midousuji sembra improvvisamente senza ossa, e si muove con lentezza per accucciarsi sul suo petto, sistemandosi come un gatto e posando il suo orecchio sulla cassa toracica del Capitano, che fissa le pale della ventola, sopra di loro, con un intero universo in fiamme dietro gli occhi.
Non sa con quanto masochismo lo fa', ma accarezza una sola volta la sua spalla, inspirando il suo profumo.
"Buonanotte, Midousuji-kun." mormora, tremante, conscio che di dormire, quella notte, non se ne sarebbe parlato proprio.

Fine.

 

   
 
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