Finalmente a casa!
Un'altra ora a lavoro e sarebbero stati costretti ad internarmi in un
manicomio
per farmi riprendere. Strisciando quasi i piedi a terra mi dirigo a
passo di
bradipo verso la porta del mio appartamento.
Una serratura scatta, quella dell'abitazione accanto alla mia,
precisamente.
"Spero che mi richiamerai bambolo."
"Dolcezza, ti ho spiegato le mie regole: mai una seconda volta."
Damon Salvatore, con la sua voce
lasciva e da maniaco, fa la
sua apparizione con addosso solo un paio di boxer.
È un vampiro.
Ed è un'idiota. Fastidiosamente sexy, purtroppo.
Mentre inserisco la chiave nella serratura lancio un'occhiata alla
ragazza di
turno. A me sembrano tutte uguali: gambe lunghe, fisico da modella (e
non quelle
modelle di victoria's secret*
bensì
il solito cliché anoressico), occhi chiari ed ovviamente
bionde. Sembra che se
li crei lui stesso con uno stampino.
Io, al contrario, sono tutto l'opposto di quelle ragazze: bruna, occhi
color
cioccolato ed un fisico proporzionato e formoso nei punti giusti.
Non mi lamento del mio aspetto fisico, mi considero una bella ragazza
anche se
ovviamente non sono il suo tipo.
Non che mi stia lamentando. Non voglio avere niente a che fare con
Damon
Salvatore. Non dopo che...
"Che cosa hai da fissare?" Il diretto
interessato
mi lancia un'occhiata curiosa. Si gratta il capo avanzando fino ad
arrivare ad
una spanna dal mio viso.
L'ho già detto che è solo in boxer? E che
è dannatamente sexy? Mi maledico
mentalmente tentando di concentrarmi su gli occhi color ghiaccio del
mio vicino
di casa.
"Non ti dare troppe arie Salvatore, non stavo osservando te ma quella povera ragazza che ora starà tornando sconsolata a casa sua. Perché non l'hai ospitata per la notte?"
"Da quando ti preoccupi delle mie
conquiste Gilbert? E
comunque, nel mio letto di notte ci posso dormire solo io." Un ghigno
si
fa largo sulle sue labbra carnose. I canini bianchi ed affilati
risplendono
alla fioca luce che fuori entra dalla finestra. Per niente intimorita
lo
fronteggio a testa alta.
So che mi sta provocando, ma questa volta non l'avrà vinta.
"Questa regola mi è nuova."
"Non abbiamo abbastanza confidenza da poter discutere delle mie regole, Gilbert."
"Sai, di una cosa sono contenta bambolo.' Gli dissi scimmiottandolo,
facendo ovviamente riferimento
alla biondina di prima. "Il mio cognome te lo ricordi, almeno non sono
costretta a sentirmi chiamare da te con nomignoli come 'dolcezza'
o 'tesoro' che
invece utilizzi con quelle povere ragazze. Hai per caso paura di fare
una gaffe
mentre te le scopi chiamandole con il nome sbagliato?" Una sua mano
sbatté alle
mie spalle.
Ora ero intrappolata tra di lui e la porta del mio appartamento. Per un
attimo
lessi nel suo sguardo un accenno di rabbia ma poi mi ricredetti
all'istante,
lui era mister cuore di ghiaccio. Una semplice frase non avrebbe potuto
ferirlo.
L'altra mano la portò invece ad accarezzarmi una ciocca di
capelli. Trattenni
per un attimo il respiro.
Il suo sguardo che si spostava dalle mie labbra ai miei occhi.
"Eppure mentre ti scopavo non sembravi lamentarti quando in preda al piacere ti chiamavo con 'quegli stupidi nomignoli'. Che c'è? Sei per caso gelosa delle ragazze che mi porto a letto? Pensavi di essere unica? Speciale? Illusa non lo sei mai stata."
"Tranquillo, non ho mai pensato una cosa del genere. Sapevo a ciò che andavo incontro andando a letto con te. Sono stata semplicemente al tuo gioco: come tu hai utilizzato il mio corpo, io ho utilizzato il tuo. Fine della storia. E sai che ti dico, se te lo stai chiedendo si, me ne sono pentita. Tu sei stato il più grosso errore che io abbia mai commesso."
"Vaffanculo Gilbert."
"Fanculo tu Salvatore!"
Detto questo, si allontanò
da me entrando nel suo
appartamento.
Prima di chiudere la porta mi sbirciò, io gli risposi con un
dito medio,
facendo scattare al contempo la serratura. Salvatore scosse la testa
facendo un
mezzo sorriso per poi richiudersi la porta alle spalle.
Così. dannatamente. irritante.
2 ore dopo
"Ahhhh."
"Cosa succede? Perché sei sul tavolo? E per di più con una scopa in mano?"
"Come hai fatto ad entrare?"
"Magia, Gilbert."
Lo guardai per un attimo ponderando sulla sua risposta. Infondo era un vampiro, ci si poteva aspettare di tutto da un essere della sua specie. Lo vidi inarcare le sopracciglia in modo ironico.
"Chiave di riserva, stupida." Detto ciò sollevò la mano mostrandomi l'oggetto incriminato.
"Ah." dissi soltanto, deglutendo un
paio di volte.
A dire il vero non mi interessava come fosse entrato lui
ma ciò che più mi tormentava era cosa ci facesse
nel mio
appartamento quel terzo incomodo.
Il mio sguardo guizzava a destra e a manca, alla ricerca proprio di
quest'ultimo.
Ma niente. Era scomparso nel nulla.
Nel frattempo Salvatore aveva chiuso la porta avanzando lentamente
verso di me,
lo sguardo preoccupato. Salvatore che si preoccupa per me? Ne dubito,
di sicuro
sta fingendo!
"Ok, mhm, che ne dici di spiegarmi cosa sta succedendo qui?" La voce bassa ma allo stesso tempo autoritaria e sensuale (purtroppo, per la mia sanità mentale).
"Quella cosa è apparsa dal nulla. È scesa dal soffitto, ce l'avevo ad un soffio dal viso, talmente vicino da non capire neanche cosa fosse. Sono solo sicura che fosse qualcosa di enorme. Sono saltata in aria e, dopo aver preso la scopa mi sono posizionata qui, sul tavolo. Quella bestia deve uscire immediatamente da casa mia." Sembravo una matta, gesticolavo come un'ossessa ma giuro che mai in vita mia ho visto una cosa simile.
"Ma di che cosa stai parlando?"
"Un insetto*.
Uno scarafaggio, no probabilmente un ragno. Insomma non lo so neanche
io cosa
fosse ma ciò di cui sono certa è che si trattava
di un mostro peloso." Damon mi
guardò per alcuni istanti come si
guarda una pazza. Le labbra serrate in una linea traballante, pronto a
scoppiarmi a ridere in faccia.
Dopo alcuni istanti non resistette più e prese a ridere con
tutto se stesso,
piegandosi quasi in due dalle risate. Indignata lo colpii con la scopa
sulla
testa.
"Ehy."
"Sei un vampiro. Sei duro come il marmo, non penso di averti danneggiato con questa piccola botta."
"È il gesto che mi ha danneggiato, nel profondo." mimò in maniera teatrale, portandosi una mano sul cuore.
"Oh, mi scuso per aver oltraggiato la tua morale."
"Scuse non accette."
"Ci avrei scommesso."
"Coomunque, buona fortuna con l'insetto. Io vado a riposarmi, ci si vede. Spero che non ti mangi nel frattempo."
"No." Urlai, bloccandolo dal gomito.
"Ti prego, tu non puoi capire che cosa c'è in casa mia. Uccidilo, ti prego uccidilo." Lui mi guardò con occhi di sfida, per poi scostarsi dalla sottoscritta voltandomi le spalle.
"Mi dispiace ma..."
Un rumore lo fece interrompere. Ad un
tratto scomparve dalla
mia vista.
Dov'era finito? Che cavolo di fine aveva fatto quello stupido?
Giuro che se ne fossi uscita viva da questa situazione lo avrei
ammazzato con
le mie mani.
Qualcosa si poggiò sulla mia spalla. Cacciai un urlo.
"Penso di averlo visto."
"Che ci fai anche tu sul tavolo? Uccidilo, vampiro!" Portai una mano sul petto tentando di calmare il respiro.
"Non sono mica una macchina o un cane da caccia! Quel coso era qualcosa di inguardabile, è enorme! Ma come ci è entrato in casa tua?"
"È ciò che sto cercando di capire anche io. Ma un vampiro spaventato non era proprio ciò che desideravo in questo momento. Avrei preferito magari una tua versione più alla Van Helsing. "
"Van Helsing non é un vampiro, ma un cacciatore."
"È comunque più brutale di te in questo preciso momento."
"Mi dispiace deluderti ma ti dovrai
accontentare."
Grugnii quando mi strinse una spalla con la sua mano.
Un suo sguardo però mi fece capire che non l'avesse fatto
per indispettirmi ma forse-e dico
forse- per darmi coraggio o
qualcosa di simile.
Era serio, ed era strano vederlo così ultimamente. Di solito
non facevamo altro
che punzecchiarci ma nient'altro, dopo ciò che era successo
non avevamo più
avuto una conversazione seria.
Presi a fissarlo negli occhi chiedendomi a cosa stesse pensando ma,
proprio
mentre stavo per proferire parola, un piatto cadde dalla mensola
facendoci
voltare.
L'essere ci fissò per
alcuni istanti
quasi a deriderci per poi...
"Oh mio dio. Ma che sta facendo? Sta volando? No sta volteggiando! Ma che diamine sta combinando?!"
"Sembra quasi un ratto, anzi no, un pipistrello. Eppure da qui non sembra avere delle ali. Oddio è enorme."
"Ma tu non hai la supervista? Non riesci a capire che cosa sia?"
"Mi crederesti se ti dicessi che in più di un secolo di vita non ho mai visto una cosa simile?"
"Un secolo? Allora sei vecchio!"
"Non sono vecchio." Scandì aggiustandosi una ciocca di capelli sulla fronte. "Sono solo maturo."
"Se lo dici tu, nonnino."
"Giuro che se mi chiami ancora una volta così ti faccio mangiare quel l'essere a pranzo."
"Sarebbe un pranzo delizioso in quanto significherebbe che quel mostro è finalmente morto, cosa che non è al momento. Provvedi ad ucciderlo, diamine!"
"Sei disgustosa."
"E tu fastidiosissimo."
Nel frattempo l'essere si era nuovamente spostato non so dove, dopo aver spiccato il volo per alcuni istanti. Volatilizzato nel nulla.
Presi a mangiucchiarmi le unghie dall'irritazione. Salvatore mi strattonò inarcando un sopracciglio.
"Smettila di fare così, mi fai salire su i nervi."
"Ok." Gli risposi per poi
ricominciare a
mangiucchiarmele lanciandogli un sorrisino sarcastico.
Lui mi lanciò un'occhiataccia. Dopo alcuni istanti mi
bloccò il polso
ricambiando lievemente il sorriso.
La sua mano gelida mi fece rabbrividire, purtroppo non dal freddo ma da
ben altro.
Confusa più che mai dalla leggera tensione creatasi tra di
noi mi mossi,
liberandomi così dalla sua presa.
Lui si schiarì la voce spostando lo sguardo a terra.
"Senti io..."
"Shh..." mi posò un dito
sulle labbra per farmi
tacere, provocando però una reazione sul mio corpo che non
provavo da
tantissimo tempo. Lo vidi piegarsi verso di me. Lo stava per fare, lui
stava
per baciarmi.
Sapevo che non mi sarei sottratta. Damon era in grado di
destabilizzarmi, non
avrei opposto alcuna resistenza a lui, questo era sicuro (in parte lo
odiavo
anche per questa sua capacità di farmi mettere in
discussione tutto, anche i
miei sentimenti, facendomi provare sensazioni che non avrei mai creduto
possibili).
Strinsi gli occhi per alcuni istanti
attendendo l'impatto
soffice delle sue labbra carnose sulle mie.
Le conoscevo benissimo le sue labbra. Numerose volte le avevo divorate
con
avarizia, solitamente sapevano di fresco e bourbon ma in quel momento
avevano
il gusto del...vuoto.
Le mie mani si liberarono (magicamente) dalla presa sulla scopa mentre
io
riaprivo gli occhi disorientata. Lanciai uno sguardo interrogativo al
vampiro
mentre...picchiava ripetutamente la mazza sul pavimento.
Un rossore si propagò sulle mie guance.
Ma a cosa stavo pensando? Stavo, ovviamente, delirando.
Credevo sul serio che mi avrebbe baciata?
L'idea non gli sarà neanche minimamente venuta in mente,
povera illusa.
Speriamo solo che non si sia accorto di nulla, mi dissi tirandomi
leggermente
indietro i capelli. Dopo alcuni istanti...
"L'hai beccato!! Guarda gli hai tagliato la coda."
"Un attimo ma i ragni non hanno una coda."
"Oh mio dio, Damon."
"Cosa?"
"Si sta muovendo!"
"Lo so, il mostro è scappato."
"Non mi riferisco all'essere ma alla sua coda. Guarda! Si sta dimenando."
"Com'è possibile! Solo alle lucertole capita una cosa simile."
"Che vuoi che ti dica, magari avrà le caratteristiche di una lucertola. Fatto sta che non gli assomiglia proprio."
Fortunatamente sembrava non essersi
accorto della figuraccia
di poco prima, oppure stava solo evitando di discuterne per non
mettermi in
imbarazzo.
Di sicuro era la prima opzione, Damon non perdeva occasione per
punzecchiarmi e
prendermi in giro, perciò doveva essere per forza quello.
Qualche secondo dopo vedemmo
rispuntare la bestia da dietro il
divano. Avanzò verso
di noi, per nulla intimorito, giungendo dinnanzi a quella che fino a
pochi
minuti prima era la sua coda.
Afferrai d'istinto una mano di Damon spaventata a morte dalla creatura mentre lui portò un
braccio
dietro le mie spalle.
Dopo averci fissati con i suoi occhi tremendamente grandi ed
inquietanti, l'essere prese tra le
zampe (?) la sua
coda divorandola in un sol boccone. Si leccò le labbra
più volte e giuro di
averlo visto sogghignare poco
di prima di essere corso di nuovo a nascondersi.
Di tutta risposta Damon ed io restammo in silenzio a fissare il punto
in cui
era avvenuta la scena di cannibalismo. Poi ci staccammo di scatto
ritornando
alla realtà.
"Credo che sia arrivato il momento di chiamare un esorcista." Spropositò allargando gli occhi ed incurvando le sopracciglia.
"Damon sii serio per una volta."
"Vuoi che sia serio? Bene. Chiama la disinfestazione, per l'amor di Dio!"
"Non ho il numero della disinfestazione."
"E allora chiama i pompieri!"
"I pompieri? Damon ma ti senti quando parli? I pompieri? Sul serio? Perché non chiamiamo la polizia già che ci siamo?"
"Non sarebbe affatto una cattiva idea."
"Scusa ma i vampiri non dovrebbero essere degli esseri spavaldi che non hanno paura di nulla? Come cavolo mi spieghi questa tua dannata fobia per gli insetti?!"
"Quello non è un insetto. Quella è una bestia venuta da un altro pianeta. Potrei affrontare un qualsiasi essere terreno ma ... Io con quell'alieno non voglio averci nulla a che fare."
"Dov'è la tua super forza e la tua sete di sangue quando servono? Spingi quel dannato pulsante e riattivale per cortesia."
"Non è così semplice, Elena." Sbuffó alzando gli occhi al cielo. "Oh d'accordo. Ho sempre avuto, sin da piccolo, una fottuta paura per gli insetti. Non chiedermi il perché ma è così. Persino le zanzare mi facevano...fanno accapponare la pelle." Per un attimo mi fece tenerezza, ma solo per un istante, infatti quello successivo stavo ridendo come un'ossessa ricevendo un'occhiataccia dall'interessato.
"Ehi tu, non ridere delle mie disgrazie!"
"Non sto ridendo, sto sogghignando che è diverso. Finalmente un punto debole del Salvatore." Mi puntò un dito contro con uno spiraglio di divertimento negli occhi.
"A quanto pare è anche il tuo, altrimenti non ti saresti messa ad urlare come una dannata se non ne avessi avuto paura." Ad ogni frase mi sembrava si avvicinasse sempre di più a me, o forse era solo una mia impressione.
"Quello è un essere mostruoso, non puoi contraddirmi. Chiunque ne avrebbe timore..."
"Allora mi stai dando ragione." Sempre più vicino.
"...chiunque tranne un essere con la forza di mille uomini, suppongo."
"Sei insopportabile." Ancora di più.
"Lo so che mi adori."
"Non immagini neanche quanto." I
nostri nasi si
stavano ora sfiorando. I suoi occhi color del ghiaccio si posarono
sulle mie
labbra.
Sembrava le volesse divorare con la stessa brama di un uomo in un
deserto di
fronte ad una fonte d'acqua. Lo vidi inclinare il volto facendo
accidentalmente
sfiorare le nostre bocche.
Poi cominciò un gioco straziante facendo scivolare le labbra
avanti e indietro
contro le mie senza mai toccarle realmente.
Io dal canto mio ero eccitata ed in ansia, non vedevo l'ora di
assaporare le
sue labbra eppure...eppure c'era qualcosa che mi frenava. Conoscevo
Damon, lui
avrebbe continuato con quella piacevole tortura fino a quando non fossi
stata
io a fare il prossimo passo, approfondendo così il bacio. Ne
ero certa.
Stavo impazzendo.
Eppure, c'erano delle questioni irrisolte che mi impedivano di
muovermi, di
allungare le mani sulla sua nuca attirandolo a me e baciandolo con
tutta la
passione che avevo in corpo.
Dovevamo parlare, ne avevamo assolutamente bisogno.
Strofinai il naso un paio di volte contro il suo, lui sorrise non
aspettandosi
di certo la mia mossa successiva. Mi allontanai da lui con un grosso
sospiro.
Damon deglutì stringendo appena gli occhi e guardandomi
interrogativo.
"Perché siamo finiti per odiarci?" Il suo pomo d'Adamo fece su e giù un paio di volte, si leccò le labbra e poi parlò.
"L'hai voluta tu questa cosa Elena, non io. Io...stavo bene con te. Speravo solo che riuscissi ad...accettare la mia...condizione....sovrannaturale, diciamo. Così non è stato purtroppo e siamo arrivati a questo punto." Spalancai gli occhi non capendo le sue parole. Lui non aveva capito proprio niente, se c'era qualcuno che doveva essere arrabbiata quella dovevo essere io e non lui, infondo era stato lui a tradirmi e non io.
"Ehi, ehi frena, cosa stai
insinuando? Che la colpa è
la mia? Sei stato tu a farmi
innamorare perdutamente di te e poi arrivi un giorno e mi lanci la
bomba. 'Sono un vampiro' mi dici.
Non mi lasci
neanche il tempo di realizzare che subito salti alle tue conclusioni.
Per di
più lo stesso giorno mio fratello Jeremy ha un incidente.
Ovviamente non potevo
mica darti retta in quel momento, è stato in coma per tre
giorni, un'eternità
per me. Gli sono stata accanto per due settimane, il tempo che si
riprendesse.
Nel frattempo mi sono schiarita le idee su di noi, perché si
Damon, esisteva un
noi all'epoca. E poi quando torno per dirti che avrei voluto passare il
resto
della mia vita con te, cosa fai? Ti fai trovare in compagnia di una
ragazza bionda in
mezzo al corridoio, il nostro
corridoio Damon. Quindi di chi è la colpa Damon?"
"È di entrambi. Siamo degli stupidi." Allargò le narici un paio di volte tentando di calmarsi. Poi spalancò gli occhi come se avesse appena fatto una rivelazione importante.
"Ehi aspetta hai appena detto che eri innamorata di me? Lo sei ancora?"
Non c'è sicuramente da
specificare che le mie guance divennero
di tutte le tonalità possibili ed inimmaginabili di rosso,
purtroppo quando
parlo non mi rendo conto di ciò che dico, a volte non
connetto proprio il
cervello prima di parlare. Caroline mi dice sempre di contare fino a
dieci
prima di aprire bocca.
In quel momento avrei tanto voluto aver seguito il suo prezioso
consiglio: per
via della mia stoltezza avevo rivelato a Damon di essere innamorata di
lui.
Ora ero in svantaggio ma sicuramente non potevo tornare più
indietro.
"Spiegami prima perché mi hai appena definita stupida poi, forse, avrai una risposta alla tua domanda."
"Ok." Prese un lungo respiro prima di
ricominciare
a parlare.
"Da quando ti ho conosciuta ho incominciato ad apprezzare esperienze
umane
che mai avrei potuto immaginare in un secolo di vita. Adoravo tutto di
te, dei
tuoi modi di fare e di porti. La tua gentilezza è stata la
prima cosa che mi ha
colpito, sin dal primo giorno che sbarcai nell'appartamento affianco al
tuo e
tu ti offristi di aiutarmi con gli scatoloni. Mi innamorai di te quasi
all'istante." A quella rivelazione trattenni il fiato mentre lui
portò una
mano ad accarezzare i miei capelli, accompagnando il gesto da un
occhiata
amorevole.
"Non esserne sorpresa, sciocchina." Mi riprese gentilmente
lasciandomi un bacio sulla fronte.
"Cominciammo a vederci sempre più spesso, passavamo
praticamente tutto il
tempo insieme ed era una cosa che mi piaceva. Mi sentivo un ragazzino
alla sua
prima cotta ma stranamente avevo cominciato ad amare quella
prospettiva. Tu eri diventata la
mia quotidianità ed
il solo pensiero di perderti mi faceva scoppiare la testa. Fu
così che, per la
prima volta nella mia vita ho voluto essere sincero con una persona e
quella
persona eri tu, Elena. Speravo che accettassi non solo la mia facciata
umana ma
anche il me vampiro e così ti ho rivelato la mia vera
natura. Eri sotto shock
ma sapevo che chiunque avrebbe reagito in quel modo di fronte a tale
confessione, così decisi di lasciarti il tempo per gestire
la cosa, lasciandoti
sola.
Il giorno dopo però tu non c'eri e neanche quello
successivo. Eri scomparsa. Ma
io volevo costruire qualcosa di concreto con te, perciò
continuai a sperare che
tu tornassi da me. Una volta tornata a casa ti avrei confessato
finalmente di
essere innamorato di te." Una lacrima solitaria scivolò
lungo la mia
guancia a quella confessione. Mai mi sarei aspettata una cosa simile.
Sicuramente non dopo il modo in cui ci eravamo comportati negli ultimi
due
anni. Con un bacio cacciò via dalla mia guancia quella
goccia di acqua salata.
Io restai in silenzio pronta ad ascoltare il resto della storia.
"Non sai quanto ci ho sperato Elena, l'ho fatto fino all'ultimo
secondo.
Fino a quando non ti ho vista in compagnia di quel tipo sul ciglio
della porta,
mi hai guardato e poi, come se non contassi nulla per te, lo hai
baciato. Mi si
è spezzato il cuore Elena, sono andato su tutte le furie, ma
decisi comunque di
accettare quella che all'epoca pensavo fosse la tua decisione
ignorandoti. Sono
stato un cretino, se solo fossi stato meno testardo, orgoglioso,
codardo e geloso, avrei capito
subito che quel Jeremy era tuo
fratello e non il tuo
nuovo ragazzo. Mi dispiace non aver combattuto per noi Elena, mi
dispiace non
aver combattuto per il nostro amore. Perché si, Elena, io ti
amavo. Ma la cosa
che non ti ho ancora detto è che io
ti
amo ancora."
"Chi era la bionda con cui stavi parlando il giorno che sono tornata dall'ospedale?" riuscii a chiedergli nonostante le labbra secche.
"Katherine, la moglie di mio
fratello." mi rispose
all'istante guardandomi dritto negli occhi. Come se volesse farmi
vedere che
fosse sincero. E lo era. L'azzurro limpido dei suoi lobi me lo stavano
gridando.
"E tu, invece, perchè baci tuo fratello sulle labbra?" a
quella
domanda feci una mezza risata afferrandogli una mano ed incominciando a
giocarci con le mie dita. Lo vidi sorridere dolcemente.
"Beh, è una cosa che facciamo da quando siamo piccoli. Non
ci vedo nulla
di male nel farlo, infondo abbiamo lo stesso sangue." spostai lo
sguardo
dalle nostre mani intrecciate ai suoi occhi ora vivaci più
che mai.
"Però ovviamente se ti da fastidio potrei sempre cambiare le mie abitudini." mi morsi un labbro avvicinando il volto al suo.
"Sono geloso da morire, non farti più baciare da lui, solo da me." mi sussurrò a pochi soffi dal mio viso pronto a baciarmi. Ovviamente il figlio del diavolo non voleva saperne nulla di lasciarci in pace. Doveva per forza fare la sua apparizione nel momento sbagliato.
"Dannato coackblocker*. " lo insultò Damon riprendendo in mano la mazza.
"No, aspetta guarda." la bestia si levò in aria, rivelandoci così le sue ali nere, pelose e zigzagate, per poi avviarsi di sua spontanea volontà verso la finestra che avevo debitamente lasciato aperta prima di uscire di casa. Che idiota, ecco da dove era entrato!
"Dai, pittaragno, ci sei quasi ancora pochi metri." lo spronò il vampiro, come se potesse sentirlo.
"Un pittaragno?"
"Si dai, un terzo pipistrello, un terzo ratto ed un terzo ragno. Un pirattagno! "
"Non dimenticarti il fattore lucertola!"
"E chi se lo scorda, il nome però diverrebbe troppo lungo."
"Hai ragione, pittaragno è perfetto." lo rassicurai scherzosamente, mentre il pittaragno usciva finalmente da casa mia. In un lampo Damon si fiondò alla finestra chiudendola con forza. Poi si voltò verso di me con un sorriso allungandomi una mano. La afferrai in modo da poter scendere finalmente dal tavolo, testimone della nostra discussione.
"Ora non ci sarà più nessuno a fermarmi." mi afferrò la vita facendomi fare un mezzo caschè.
"Aspetta."
"Sul serio, Elena?" mi chiese quasi con occhi disperati.
"Prima voglio, devo dirti una cosa. Sono sicura che se non fosse stato per il pittaragno ci staremmo ancora insultando in questo momento. Perciò, e lo faccio ovviamente per lui, io voglio dirti che ... ti amo, Damon. Non ho mai smesso di farlo." un sorriso spuntò sulle sue labbra carnose. Portò un dito ad accarezzare le mie.
"Ti ringrazio fottuto pittaragno."
per poi far
scontrare finalmente le nostre bocche in un bacio che per me
durò un'eternità.
Lo stesso arco di tempo in cui continuai ad amare Damon Salvatore.
Fine.
* Victoria's secrets:è un marchio americano di
abbigliamento femminile e di prodotti di bellezza, noto soprattutto per
le creazioni di lingerie.
* Insetto: in inglese "Bug", ecco il perchè del
titolo XD
* Coackblocker: Una persona, o in
questo caso un insetto, che intenzionalmente interrompe un momento
importante (Per spiegarci, come Jeremy nelle prime 3 stagioni di TVD
ahaha)
Angolino di SweeD:
Spero tanto che la storia vi sia piaciuta, se così
è stato fatemelo sapere con un commentino. Un bacio, SweetD
:)