Giochi di Ruolo > Dolce Flirt
Segui la storia  |       
Autore: Trapezoidale    08/01/2015    2 recensioni
Qualche anno dopo la fine del liceo, Lysandro fuma la pipa e si perde in ricordi dissipati nel tempo.
Ma qualcuno, dal fumo, riemerge e ottenebra la mente.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Leigh, Lysandro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Anelli cinerei disegnavano sinuosi sentieri nella tiepida penombra della stanza. Occhi socchiusi li osservavano, e il pensiero proiettava invisibili dita accarezzanti le volute. L’impercettibile ticchettio della pioggia sulla finestra si mischiava a sussurranti voci del passato, fondendosi nella mente di Lysandro in un quadro dai colori incerti e sfumati. La morgana di ricordi si librò su quelle danzanti ceneri.

 

La notte era particolarmente buia, il giorno in cui si erano conosciuti; sembrava che ogni luce fosse stata risucchiata in una dimensione oltre lo spazio, colmando i vuoti e spogli corridoi di creature silenziose e intoccabili, non più reali di un sogno, ma non per questo meno vere nella sua mente. Il buio non lo impauriva, ma a volte, quando tardava in quelle sere al liceo, aveva impressione che la notte non volesse separarsi da lui: lo implorava di continuare a solcare la carta con l’inchiostro dell’anima, ed egli accettava, lasciandosi trasportare al lume di una candela solitaria, in un’anacronistica eleganza che gli faceva bruciare gli occhi per la fatica di leggere ciò che vergava, finché Castiel non giungeva con una torcia e lo faceva riemergere dalle tenebre. Quella notte, però, qualcosa era cambiato; aveva udito un altro respiro accompagnare quello dell’amico e aveva temuto che la sua piccola e solitaria culla notturna venisse spazzata via. I timori, tuttavia, non avevano nulla di fondato: al bagliore della tiepida fiamma, era riuscito a scorgere una forma lunga, non ben definita, un guizzante sorriso e due occhi sibillini. Lysandro l’aveva osservata a lungo, aspettando una sua parola, ma la figura si mostrava silenziosa, sebbene non sembrasse per nulla a disagio. Alla fine Castiel l’aveva presentata: si chiamava Cornelia e si era appena trasferita. Spiegò anche che la ragazza aveva avuto dei sospetti sul fatto che qualcuno si nascondesse di notte nel liceo, ma non avrebbe rivelato nulla ai professori. Sotto l’occhiata inquisitrice del chitarrista, lei si era fatta una risata e aveva specificato con voce sommessa che aveva trovato l’indagine molto divertente. Lysandro aveva supposto che parlasse in modo così indistinto a causa dell’ora ma, nei giorni successivi, quando era capitato di trovarsela nuovamente davanti, aveva dovuto stare bene attento ad ogni sua parola pronunciata a mezza voce. All’inizio aveva trovato la cosa piuttosto stancante, tuttavia non impiegò troppo tempo per abituarsi sia al tono che alla compagnia della ragazza.

I giorni si susseguivano, diventavano mesi e poi anni, e il gruppo di amici diveniva sempre più affiatato. Lysandro non aveva perso il suo fare solitario, ma ammetteva sempre più frequentemente a se stesso di trovare la loro comitiva un piacere e un conforto: Castiel si era dimostrato un compagno irascibile, ma affidabile e divertente, e Cornelia… beh, Lysandro non aveva mai trovato una persona migliore con cui condividere i propri pensieri. Nella frescura del giardino in primavera e in un angolo tranquillo della classe in inverno, il giovane dava lentamente voce al suo impeto nascosto, mentre la ragazza rimaneva in silenzio per minuti interi, lasciando fuoriuscire dall’intimo di Lysandro le più ricercate e splendide parole. A quel punto, a lei bastava una manciata di frasi per esprimere con lucidità il proprio pensiero: nulla di quello che diceva era superfluo, ma nulla era nemmeno celato. Il giovane era estasiato da ciò. La grazia un po’ sfatta dell’amica e l’assoluta impenetrabilità dei suoi occhi sembravano quasi contrapposte alla limpidezza delle sue parole, e Lysandro, nel tempo, ne era rimasto ammaliato. Ma fu solo quando cominciò a ritrovarsi sempre più spesso ad osservare la ragazza da lontano che si accorse di essere diventato dipendente da lei. La consapevolezza dei suoi sentimenti lo investì con un brivido di imbarazzo e piacere allo stesso tempo. Alla fine, però, si risolse nel rimanere in silenzio, scegliendo di bearsi della compagnia dei suoi amici come aveva sempre fatto.

Insieme condivisero esperienze che avrebbero segnato la sua memoria come cesellature di un’impalpabile scultura. Tra una boccata di fumo e l’altra, Lysandro ricordò con una smorfia il giorno in cui Castiel aveva portato la pipa al liceo, inaugurando così il futuro vizio del giovane. Era stata Cornelia a sfidarli, dicendo che non sarebbero mai stati in grado di aspirare un’intera volta senza tossire. Castiel aveva accettato, mentre Lysandro li aveva guardati con disappunto, ritrovandosi suo malgrado coinvolto nella scommessa. Tuttavia, l’aroma del tabacco l’aveva inaspettatamente attirato e in qualche modo convinto a prendere parte a quella futile contesa. In conclusione Castiel aveva vinto –successivamente Lysandro pensò che la sfida non fosse stata molto corretta, dopotutto il chitarrista fumava già da qualche anno-, mentre lui aveva trattenuto il fiato, finché non era esploso in una ben poco raffinata tosse, durata anche qualche minuto!, suscitando le risate incontrollate dei due amici. Trattenendo le lacrime, alla fine Cornelia aveva commentato -forse solo scherzando- che avrebbe dovuto cominciare a fumare seriamente, per evitare altre simili figuracce. Mesi dopo, ripensando a quel momento, Lysandro aveva deciso per sfizio di seguire l’ironico consiglio e si era comprato una pipa.

 

La pioggia si era fatta più forte. Le gocce battevano sulla finestra della piccola stanza e nemmeno l’aria densa di fumo riusciva ad attenuare il fragore dell’acqua. Lysandro inspirò un’altra volta, ma si accorse che le ceneri erano ormai spente. Si rilassò per qualche istante sulla vecchia poltrona, assaporando il gusto pieno del tabacco, infine si alzò. Prese dall’armadio dei vestiti puliti, incamminandosi poi verso il soggiorno. Leigh stava stirando i vestiti, ascoltando con le cuffie quello che Lysandro immaginava fosse Liszt.

-Ti serve il bagno?- chiese al fratello maggiore. Questi si tolse le cuffie ed inarcò le sopracciglia.

-No- rispose semplicemente. Lysandro fu grato della poca insistenza.

-…Come mai stai uscendo?-

Evidentemente questa volta aveva sbagliato ad interpretare l’espressione del fratello. Si incupì, cominciando ad immaginare quali potessero essere i pensieri nella mente di Leigh.

-Ho dimenticato il mio quaderno e sto andando a riprenderlo- provò a schermirsi. Riusciva a sentire lo sguardo del fratello maggiore perforargli le vertebre. Non importava che ormai fosse più alto di lui di diversi centimetri; Leigh, quando voleva, era ancora in grado di farlo sentire un bambino.

-Lys, non puoi ricaderci. È passato del tempo e tu non sei riuscito a lenire la tua sofferenza…-

-Lei può aiutarmi-

-Lei è la causa-

Lysandro si voltò di scatto, socchiudendo gli occhi.

-Così sei ingiusto- mormorò. La sua voce profonda fece vibrare il petto di Leigh. –Da quando l’hai conosciuta, ti sei ostinato a vedere qualcosa di sbagliato in lei. Lo so che sei dubbioso perché coinvolge me, e ti sono grato della premura, ma non puoi decidere al mio posto. Mi dispiace che tu non riesca ad accettarlo-

I grandi occhi scuri del fratello maggiore si rattristarono ed egli sospirò.

-Forse è come dici tu, Lys. Eppure, ne sono certo, quella ragazza ha qualcosa di ambiguo. Può darsi che sia un’impressione solo superficiale, ma l’ho percepito fin da quando l’ho conosciuta. È una malinconia di fondo, anzi no… Qualcosa di diverso. Non te lo so spiegare-

Lysandro sostenne lo sguardo accorato del fratello e gli sorrise. Dopo qualche istante, Leigh ricambiò, non molto convinto. Per Lysandro fu sufficiente. Nell’arco di mezz’ora fu pronto per uscire. Sarebbe andato a piedi: da quel che ricordava, la casa di Cornelia non era molto lontana.

 

Il solito angolino

Ringrazio ancora chi commenta e mi segue, il vostro sostegno è davvero importante! Non avevo assolutamente fiducia in me quando ho cominciato a scrivere questa storia, ma vedendo che addirittura piace a qualcuno, mi sento lusingata!

Si incomincia a delineare meglio il personaggio di Cornelia. La sua storia è appena cominciata: sappiate che non è un personaggio felice e non so quanto vi potrà essere simpatica. Tuttavia è liberamente ispirata ad una persona reale che non ho conosciuto, ma di cui ho sentito tanto parlare. Se riuscirò a concludere la storia, vi svelerò chi è.

So che i capitoli non sono pieni di avvenimenti, ma questa storia è fatta apposta per essere “statica”.

Fatemi sapere cosa ne pensate!

 

Bonne nuit!

 

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Dolce Flirt / Vai alla pagina dell'autore: Trapezoidale