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Autore: BedGirl_    08/01/2015    1 recensioni
Com'è essere giovani membri della LGBT community nella Russia di Putin? Ovviamente un vero inferno e questi 5 ragazzi lo sanno bene ma,grazie ad un uomo misterioso,vengono a scoprire l'esistenza del Propaganda Café,un bar nel centro di Mosca che di giorno è un semplice e tranquillo locale ma di notte è un vero e proprio centro LGBT+ che incoraggia i giovani e si oppone alla legge contro la propaganda gay istituita dallo "Zar Putin"
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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ANTON:
-Esci da casa mia,tu non sei più mio figlio!- 
Forse fare coming out in famiglia non era stata una buona idea,forse fare coming out in generale era stata una pessima idea
Io vivo a Mosca,la capitale dello stato più grande del mondo,qui per gli omosessuali non c'è spazio
-Máma,non capisci,sono sempre io! Lo stesso Anton che è uscito dal tuo corpo sedici anni fa!-
-Anton,ti prego,prendi le tue cose e vattene- poi si rivolse a mio padre -Cosa ci succederà se il presidente scoprirà che abbiamo un figlio omosessuale?-
Riempì una valigia di tutte le cose che mi potrebbero servire:vestiti, cibo, acqua e i miei risparmi. Poi uscì da quella porta per l'ultima volta, trattenendo una lacrima
"Eta ne bolshe moya dom"
Raggiunsi di corsa il centro, magari lì dove non mi conosceva nessuno avrei trovato un po' di pace. Mi sedetti su una panchina, faceva molto freddo e mi pentii subito di essermi portato la mia giacca più leggera. Mi veniva da piangere ogni volta che pensavo al fatto che non sarei potuto più tornare a casa, che non avrei potuto più vedere i miei parenti, che il giovane Artyom in arrivo non avrebbe potuto conoscere suo fratello maggiore. Senza accorgermene stavo già piangendo,lì su quella panchina davanti all'immensa Piazza Rossa,come un perfetto idiota.
"Bozhe!"
Un uomo con gli occhiali scuri mi si avvicinò, avevo paura avesse cattive intenzioni e mi allontanai un po', ma mi ero sbagliato 
-Coming out andato male?- bisbigliò
-Da- annuii io
L'uomo mi passò un biglietto da visita su cui c'era scritto "Propaganda Kafè"
-Chto "Propaganda"?- 
-Il Propaganda Kafè è il posto ideale per la gente come te che ha bisogno di supporto...ce la fai a resistere fino a stasera alle 8?-
Io annuii
-Bene,a quell'ora il Propaganda dovrebbe chiudere. Bussa 4 volte sulla vetrina,ti verrà chiesta la parola d'ordine che è "Rainbow",capiranno che sei uno di loro e ti lasceranno entrare,tutto chiaro?-
-Si,signore-
-Buona fortuna,giovane uomo!-
*****
ANDREJ:
-Oh,perciò è lui Andrej Dolov!-
"Oh nyet!" pensai istintivamente, dovevo sapere che quel profilo su VKontakte era un fake e non un ragazzo vero, avevo letto di questi ragazzi omofobi che si fingono gay per attirare i giovani omosessuali ingenui come me
-Aspettavi un ragazzo,vero?- mi chiese il più grosso di tutti 
-Chi io? No! Io sono etero e non mi chiamo Andrej,mi avrete confuso per qualcun altro!- mentii io
Il ragazzo alla destra del primo tirò fuori il cellulare e pochi secondi dopo il mio squillò,lo tirai fuori e vidi una notifica da VKontakte 
"Sergey Maleev:Lo sappiamo che sei tu, frocio!"
-Oh,scusate,è...la mia ragazza- mentii di nuovo -Oh moja lubof, ti amo anch'io!-
-Sta mentendo- comunicò il ragazzo -Prendiamolo!-
Cominciai a correre per tutto la zona più velocemente che potevo ma loro erano in 3 ed erano molto più veloci di me perciò l'inseguimento non durò moltissimo. Mi presero a forza e mi trascinarono nel garage della casa di uno dei 3 dove mi legarono ad una sedia.
-Vi prego, non fatemi del male!- 
-Oh,ma noi non ti faremo del male, piccolo povero Andrej- disse il più grande facendo un ghigno malefico -Vogliamo solo guarirti da questa brutta malattia che è l'omosessualità...-
Fece cenno agli altri 2 che si avvicinarono a me con un secchio, rabbrividii: sapevo bene cosa c'era in quel secchio...
-...E chissà, magari l'urina di alcuni individui eterosessuali potrebbe aiutarti...Davaj pebjat!-
Al comando del "boss" i due ragazzi lanciarono il secchio di urina sulla mia testa.
Chiusi gli occhi e lasciai che quel liquido schifoso mi scorresse sulla faccia. 
Non potevo liberarmi,né oppormi perché sapevo che sarebbe stato peggio se l'avessi fatto. 
I tre ridevano di me e facevano battute sugli omosessuali a non finire,avrei preferito essere ovunque tranne che lì
-Adesso tu resti qui e aspetti che Putin ti arresti,ladno?-
Non gli risposi neanche
-Così impari a fare il gay per le strade della grande Mosca!- fu l'ultima cosa che sentii prima della porta del garage che si chiudeva. 
Mi sentivo uno schifo e avevo voglia di morire.
Ad un certo punto sentii un sasso colpire la finestra che si ruppe,un uomo con gli occhiali scuri (chi porta gli occhiali scuri in pieno ottobre?) entrò e mi liberò
-Chi sei?-
-Questo poco importa- mi disse porgendomi un biglietto da visita -Ciò che importa è che conosco un luogo pieno di gente che ti capisce, un luogo dove potrai essere te stesso.-
-"Propaganda Kafè"?-
L'uomo mi spiego l'esistenza di questo centro LGBT camuffato da bar e come entrarci
-"Rainbow"?-
-Gli omofobi sono ignoranti,giusto? Gli ignoranti non sanno l'inglese- disse facendomi l'occhiolino -E ora corri, a quei tre bulletti ci penso io-
-Grazie,signore!- dissi uscendo da quella prigione
*****
ANASTASIJA:
"Anja lyubit devochki, Anja lyubit devochki!"
I miei compagni di classe avevano appena scoperto la mia omosessualità e mi prendevano tutti in giro o mi evitavano, in più avevo perso tutte le mie amiche femmine perché mi reputavano una pervertita e credevano avessi una cotta per tutte loro. 
Insomma,era stata una giornata di merda e volevo solo tornare a casa mia e sfogarmi facendo l'unica cosa che mi calmasse veramente: suonare il piano.
-Ehi tu,Kolskova!-
-Che cosa vuoi, Spukin, non ti sei già preso gioco di me abbastanza?- gridai a quel ragazzo che odiavo fin dalle elementari
-Non mi voglio prendere gioco di te, voglio solo farti guarire...Anastasija...-
Detto questo mi saltò addosso e cominciò a sfilarmi velocemente il maglione
-Spukin, che vuoi fare?-
Poi cominciò a slacciarmi i pantaloni
-Smettila,Spu...Boris! Ti prego!-
Ormai era evidente,quell'idiota mi voleva stuprare
-Pomosy,pomosy pozhaluista!-
Niente da fare,nessuno ascoltava la mia richiesta di aiuto e i pochi che si avvicinavano se ne andavano subito appena Boris comunicava la mia sessualità.
Il ragazzo continuava nonostante io provassi a difendermi con tutte le mie forze. Faceva male,urlavo e piangevo ma Boris non si fermava,non aveva pietà di me.
-Ehi tu,lascia stare la ragazza!- disse un uomo con gli occhiali scuri che si era avvicinato a noi
-È lesbica- si giustificò Boris
-Ancora più grave, lasciala stare ho detto!-
-Ho detto che è...-
In meno di un secondo l'uomo prese il cellulare di Spukin dalla tasca dei suoi pantaloni 
-Ragazzo,o smetti subito o chiamiamo subito i tuoi genitori.-
Non avevo mai visto Boris così spaventato:si riallacciò i pantaloni in mezzo secondo,riprese il cellulare e scappò via.
Anche io mi riallacciai i pantaloni e mi rimisi il maglione ma non riuscivo a smettere di piangere, era stata un'esperienza traumatica per me e mi sentivo invasa e sporca.
-È tutto passato ora- mi disse l'uomo per tranquillizzarmi poi mi passò un biglietto da visita di un bar in centro chiamato Propaganda Kafè 
-Chto eta?-
*****
NATAL'YA:
-Ti piacciono sia i ragazzi che le ragazze?- mi chiese la ragazza bionda per cui avevo una cotta da ormai non so quanto.
Annuii debolmente, sperando che mi accettasse per com'ero 
-Pensavo fossi la mia migliore amica... invece sei solo una schifosa pervertita!- la ragazza cominciò a correre, io la raggiunsi e la presi per la manica del giubbotto 
-Pelya,aspetta...-
-Non ti azzardare a chiamarmi più con il mio diminutivo!- mi gridò lei -E neanche con il mio nome o il mio cognome, non mi chiamare più! Muda!- si liberò della mia presa e scappò via.
-Pel...ya...- pronunciai per l'ultima volta quel nome, quel nome a cui ero stata così affezionata per tutti questi anni ma adesso mi faceva così paura, quel nome che mi aveva regalato sorrisi e fiducia ma adesso mi aveva chiamato "pervertita" e "stronza". Forse aveva ragione lei?
Un uomo con gli occhiali scuri si avvicinò a me abbastanza velocemente 
-Woah,che cosa vuole fare lei?!?- gli gridai d'istinto coprendomi con le braccia
-Ehi, tranquilla, non sono un pervertito come ti ha chiamato la tua "amica".-
-Già...- dissi ripensando a lei
-Se hai bisogno di supporto o, semplicemente, di una ragazza puoi venire al Propaganda- disse porgendomi un biglietto da visita
-Figo! Ma... chto Propaganda?-
*****
Egor [Yelena]:
-Signore,le presento mia figlia Yelena!-
Mia figlia? Yelena? Gliel'avevo già detto a quella donna che io sono un ragazzo in realtà, un ragazzo intrappolato in un corpo da ragazza, e mi chiamo Egor!
-Bozhe,màma!- le gridai appena l'incontro con il suo capo finì 
-Cosa pretendi, Lena, di fingerti un ragazzo come qualche pazzo americano? Siamo in Russia qui!-
-Io mi chiamo Egor- ribattei -E non fingo di essere un ragazzo!-
-Si,si lo so. Senti, con i tuoi amici puoi giocare a comportarti da maschio quanto vuoi ma in famiglia e con gli adulti, per favore, comportati come una ragazza normale!- mi disse -Dai, ora aiutami a fare la spesa...-
-Nyet- le risposi mostrando le chiavi -Io torno a casa.-
Cominciai a correre verso la zona di casa mia
-Lena...-
-Egor!- la ripresi ormai dall'altra parte della strada
Corsi a perdifiato per molti chilometri ma non riuscì ad arrivare a casa mia che si trova dall'altra parte della città, non avevo biglietti dell'autobus né soldi con me perciò mi buttai scoraggiato su una panchina, avrei dovuto darla vinta a mia madre di nuovo.
-Ciao,Egor- un uomo con gli occhiali scuri mi si avvicinò
-Come fa a sapere il mio nome?- 
-L'hai gridato in mezzo alla strada un quarto d'ora fa- poi aggiunse -Sei transgender, vero?-
-FtM- specificai io
-Che pronomi e aggettivi preferisci?-
Sorrisi,era la prima volta che qualcuno me lo chiedeva 
-Maschili-
-Ok, allora se vuoi conosco un luogo dove potrai essere te stesso- disse e mi passò un bigliettino -Il Propaganda Kafè-
-Chto?-
L'uomo mi spiegò a cosa serviva il finto bar e come entrarci 
-Perciò è un centro LGBT, come quelli americani.-
-Si, però è camuffato così non rischiamo di essere beccati dal presidente-
-Forte!-
Lui fece per andarsene ma prima mi passò un biglietto dell'autobus 
-Dimostra a tua madre che gran ragazzo sei!-
-Spasiba bolshoe- lo ringraziai prima di salire sul bus 119 che stava arrivando in quel momento
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Salve a tutti,lettori!
BedGirl_ è tornata con una nuova idea per una storia (come se non ne avessi già abbastanza) ambientata, però, nella Grande Russia!
Ci tengo a specificare che non ho nulla contro i moscoviti o i russi in generale, la persona a cui tengo di più in assoluto vive proprio a Mosca, anzi io amo la loro cultura e lingua (chi mi segue su Facebook lo sa bene). L'unica cosa che secondo me rovina questo stupendo paese, secondo me, è l'omofobia e ho deciso di pubblicare la storia anche perché in Italia si parla poco di ciò che sta accadendo in Russia in questi ultimi tempi. 
Per scrivere questa storia ho preso spunto da un documentario su YouTube intitolato "Essere Giovani Gay Nella Russia Di Putin" che ho trovato molto illuminante e triste allo stesso tempo.
Scusate se questo capitolo è un po' lungo e ripetitivo ma volevo scrivere i POV di tutti e 5 i personaggi,i prossimi saranno sicuramente più corti.
Se la storia vi è piaciuta vi prego di lasciare una recensione, se non vi è piaciuta vi prego di lasciarla lo stesso dicendomi come posso migliorare
Grazie per aver letto e alla prossima,
BG_
   
 
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