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Autore: I_am_a_fangirl    08/01/2015    2 recensioni
Avete presente il Campo Mezzosangue, i semidei, gli Dei e quant'altro? Togliete tutto da mente.
La protagonista di questa fanfiction è Annabeth Chase, una ragazza molto forte e determinata, o almeno che cerca di esserlo agli occhi degli altri. Dovrebbe fare l'ultimo anno di superiori a San Francisco, ma improvvisamente arriva la notizia che più la sconvolge, ovvero che dovrà trasferirsi nella Grande Mela. Quando finalmente pensava di aver trovato delle persone di cui fidarsi, quando si era un po' abituata alla sua frenetica vita e alla sua "nuova famiglia" doveva mollare tutto e andarsene.
Annabeth era sempre stata una ragazza che non pensava alle cose futili e si concentrava più sui libri che sulle relazioni, se non qualche amicizia più stretta, ma incontrando Percy riuscirà a cambiare idea?
[Percabeth] [Thaluke] [Jasper/Jiper] SPOILER BOO [Solangelo] [accenni sulla Frazel]
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Annabeth Chase, Nico di Angelo, Percy Jackson, Piper McLean, Talia Grace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sono tornata, un po' in ritardo rispetto a quando avevo promesso di aggiornare. Questo è un capitolo comunque di "passaggio", per il resto ci sentiamo sotto nell'angolo autrice.

Annabeth si svegliò la mattina seguente piuttosto stordita, ma con un’evidente sorriso stampato in faccia, uno di quelli rari per lei. Il solo ricordo di Percy che la sfiorava, la accarezzava, la stringeva e la baciava, era in grado di farle venire i brividi.
 Non si era mai sentita davvero importante per qualcuno; aveva snobbato spesso e volentieri molte persone che avevano provato ad entrare nella sua vita, impedendo loro di renderla importante. Era anche colpa sua se dopotutto si sentiva così. La sua corazza, la sua “tattica” per non essere delusa dagli altri, per stare meglio, era inequivocabilmente stata un’idea di merda. Piper, Talia, Luke, Jason e Percy erano persone che tenevano molto a lei, e lei teneva molto a loro; Annabeth non meritava di stare da sola, ed ora finalmente se n’era resa conto. Meglio tardi che mai!

Erano tante le cose che, nonostante avesse già compiuto la maggiore età, non aveva fatto, oppure fatto in maniera limitata. Non essendo uscita con molti ragazzi, in sei anni solo tre o quattro e non più di due settimane ciascuno, aveva poca esperienza. Tanto per cominciare, qualsiasi gesto, sguardo o parola ci fosse tra lei e Percy, la faceva arrossire. Si sentiva in imbarazzo a stare con lui. Era una ragazza che aveva studiato sempre, che sapeva dirti il significato della parola più strana al mondo, sapeva dirti la formula chimica di un elemento qualunque, era capace di spiegarti l’architettura di un palazzo appena ci passavi, ma si sentiva davvero “ignorante” nei rapporti. Certe cose non si possono di certo studiare su un libro, e se non fosse stata all’altezza? Se Percy la lasciasse perché non era una semplice ragazza da portarsi a letto?

Si, Annabeth certe volte era davvero stupida! Percy l’aveva solo baciata. Certo le aveva detto che adesso era lei che contava per lui, che stava bene con lei, il che la induceva un po’ a pensare che volesse impegnarsi, ma… doveva smetterla di pensare. In amore non esistono risposte logiche e razionali, non poteva dare una spiegazione a tutto, doveva affidarsi al suo istinto ed essere se stessa.
Si guardò intorno, risvegliandosi da quei pensieri che la mandavano in crisi, e si rese conto che nella stanza di Talia e Piper i letti erano sfatti e le ragazze non c’erano. Diede un’occhiata al telefono e si rese conto che era mezzogiorno passato. Quelle due idiote delle sue migliori amiche non l’avevano svegliata ed ora avrebbe dovuto fare tutto di corsa. Corse verso il bagno in fondo al corridoio e si fece una doccia il più velocemente possibile poi, con solo un asciugamano addosso, corse di nuovo in camera della ragazza. I vestiti di Talia erano troppo piccoli per lei, e non ci teneva tanto a mostrarsi a tutti com’era successo quella notte con Percy, ma d’altronde lei non aveva programmato di passare la giornata dall’amica. Piper però le aveva accennato che, proprio per quest’abitudine di Talia di non avvertirla in tempo quando voleva dormire con lei, aveva portato qualche suo vestito a casa della ragazza, per non trovarsi praticamente a dover indossare per due giorni di seguito gli stessi abiti. Aprì l’armadio e ci trovò una marea di roba buttata da tutta le parti, e nessuna di queste era appesa alle stampelle. Talia non era decisamente una tipa ordinata. Nello scaffale soprastante trovò una felpa blu scuro larga e lunga, ed uno skinny jeans chiaro. Ovviamente erano suoi. Si era completamente dimenticata che una volta aveva lasciato i suoi vestiti dall’amica, dopo che si era versata la cioccolata addosso. Jason le aveva proposto di cambiarsi e farli lavare, ma lei si scordò di riprenderli dopo. La fortuna era dalla sua parte. Anche se avesse indossato i vestiti di Piper non sarebbe andata poi così meglio, poiché quest’ultima aveva i fianchi più morbidi di lei ed indubbiamente più, ma molte più curve. Si raccolse i capelli in uno chignon morbido fatto molto frettolosamente e, dopo essersi  messa i calzini, salì due piani per raggiungere lo studio, dove sperava che stessero i ragazzi.

Non si sbagliava, stavano già tutti sui libri, il che la sconvolgeva, e non poco.
Jason stava sul tavolo, con un evidenziatore rosa in bocca ed uno blu in mano. Piper era stesa comodamente su uno dei divani, coi piedi incrociati, e stava trascrivendo qualcosa dal libro di chimica ad un quaderno. Talia stava sulla scrivania vicino alla finestra e stava facendo un tema. Percy aveva in mano il libro di latino sulle gambe, il vocabolario in mano ed una penna sull’orecchio e stava probabilmente imprecando a bassa voce come suo solito, poiché era risaputo che fosse una capra in quella materia.
-Grazie per avermi svegliato prima eh!- esordì lei, affacciandosi dalla porta –posso unirmi a voi?-
Talia si girò di scattò e si scusò –Percy ha consigliato di non svegliarti…- poi però fece un sorrisetto strano, un ghigno più che altro –ha detto che sei andata a letto tardi stanotte.-
-Si, non riuscivo a dormire e abbiamo visto un film insieme.- spiegò Annabeth, cercando di restare calma e non arrossire. Cos’aveva pensato una mezz’oretta prima? Essere il più naturale possibile e non imbarazzarsi per una battutina innocua del genere? Più facile a dirsi che a farsi, ma era un progresso ugualmente l’essere riuscita a mettere insieme una frase di senso compiuto, anziché balbettare e desiderare di sprofondare sotto terra.
-Annabeth- la chiamò Percy –sei la mia salvezza. Mi sono bloccato a questo rigo della versione, mi dai una mano?-.
Non che lei avesse mai pensato di non aiutarlo, ma con gli occhi da cucciolo che faceva sempre il moro sarebbe stato comunque impossibile dare un <> come risposta.
-Certo.- rispose lei, avvicinandosi e mettendosi tra le gambe del ragazzo. La versione lei l’aveva già fatta la settimana prima, come del resto almeno un’altra ventina, per esercitarsi, quindi se la ricordava ancora e non sarebbe stato difficile trovare gli errori e aggiustarli.

Studiarono un’ora, un’ora e mezza massimo, poi Talia si alzò in piedi, sbattendo rumorosamente il libro sulla scrivania.
-È dalle nove di stamattina che sto scrivendo questo fottuto tema e non ce la faccio più! Continuiamo dopo, ho fame.- sbottò lei, esaurita fino al midollo. Era già da apprezzare il fatto che la ragazza si fosse svegliata presto di domenica mattina, poi stava anche studiando, il che era un mezzo miracolo. Nonostante stessero ancora in alto mare dovevano concederle una pausa pranzo, e fermarsi fino alle tre e mezzo non avrebbe fatto poi così male neanche a loro.
-Ma Paul e Sally? Non li vedo da due giorni.- domandò Piper mentre scendevano in cucina.
-Si sono concessi un viaggetto i due, in Francia. Volevano fare un po’ la coppietta e hanno prenotato due settimane a Parigi. Sono partiti giovedì, quindi torneranno non questo mercoledì, l’altro.- rispose Jason scrollando le spalle e passandosi noncurante una mano tra i capelli corti. Annabeth pensò che fosse proprio un bel ragazzo. Era intelligente, simpatico, affascinante, ma non il suo tipo. Se avesse mai dovuto esprimere il proprio canone di bellezza, avrebbe senza dubbio descritto Percy. Era il tipico ragazzo popolare, capitano della squadra di nuoto, dietro cui andavano la maggior parte delle ragazzine, ma lei non vedeva in lui solo un ragazzo attraente (davvero, ma davvero attraente). Anche lui, a modo suo era un tipo intelligente; era premuroso, sia con gli amici che, a quanto pare, nelle relazioni; era leale, da come le sue amiche lo descrivevano; ti metteva a tuo agio sempre e comunque; era raro che qualcuno potesse cancellargli il sorriso dalla faccia. Faceva sempre le cose un po’ avventatamente, era la tipica persona che agiva prima di pensare, e solo dopo aver già fatto qual cosa ci rifletteva sopra. Era testardo, raggiungeva qualunque cosa ad ogni costo, e nonostante fosse consapevole di quanto attirasse l’attenzione, se ne fregava. Era davvero il suo tipo, sebbene non avesse mai pensato di avere un “tipo”, e se anche ci avesse pensato, non credeva potesse essere come lui.

Annabeth si riscosse dai suoi pensieri e domandò -Fatemi capire una cosa… voi avete casa libera per più di una settimana e non avete ancora organizzato una festa? Mi stupite ogni giorno di più.-
Percy rise e, appoggiandosi al piano della cucina, le circondò le spalle con un braccio –Abbiamo molti programmi in questi lunghi giorni in cui staremo soli, e ti assicuro che tra questi c’è anche una mega festa. Solo che sarebbe stupido organizzarne una prima di quella degli Stolls; meglio lunedì. Martedì è festa a scuola, perché c’è un’assemblea, ma a noi non interessa, così potremmo pulire tutto e abbiamo più tempo per procurarci un buon deejay e tanto, tanto alcool. No?-
-Michael Yew.- intervenne Piper.
-Chi?- chiese Jason, mentre prendeva una teglia da uno scaffale.
-Yew, quel ragazzo del quarto anno. Il padre ha un’importante casa discografica e non se la cava niente male alla console! Piace anche ad un sacco di ragazze del secondo anno, quindi attirerebbe ancora più gente.-
-Ci penserò, ma non intendo far venire ragazzine di quattordici anni che non possono manco bere, rovinerebbero solo la festa.- contestò Talia –Ora mi servono due di voi che mi diano una mano a cucinare, escludendo mio cugino, che già è tanto se riesce a fare il caffè!-
-Ti diamo una mano Jason ed io, sono certa che Percy ed Annabeth hanno tanto di cui parlare… e non solo.- disse Piper, ridacchiando.
-Piper, cazzo, la vuoi smettere?- inveì la diretta interessata, ancora circondata dal braccio di Percy, il che non migliorava molto la situazione.
-Ma intendevo parlare di latino! Sono sicura che abbiate molto su cui discutere della versione, no?- domandò ammiccando, provocando una risatina genere.
-Si si… Vieni Annabeth, andiamo a parlare di latino di là.- Percy la prese per il polso e la portò in camera sua.

Era la camera che condivideva con Jason, anche se non capiva il perché. La villa era molto grande, e avrebbe potuto scegliere un’altra camera, ma evidentemente aveva preferito stare col cugino. Era una camera enorme, anche più di quella di Talia, ed anche più grande del suo salotto. Era tutta blu, senza dubbio aveva scelto Percy il colore, ed era incredibilmente disordinata, o almeno la parte che doveva appartenere a lui. Non era molto arredata, c’erano i due letti, due armadi enormi per appartenere a due ragazzi, ed una serie di scaffali con foto, fumetti, premi ed oggetti di ogni genere. Una parete della camera e interamente attraversata da una finestra che affacciava sulla piscina, e più in là c’era una tv, quasi sessanta pollici, a schermo piatto. Oltre ai due iMac portatili che stavano sul comodino, non c’era altro. La sua camera ad esempio era molto semplice, ma non così… spoglia. Quella dei ragazzi era una camera con oggetti grandi e costosi, ma nulla di davvero interessante, mentre lei non amava circondarsi di cose preziose. Aveva giusto un computer fisso, il letto e l’armadio, ma per il resto la stanza bianca era dominata da una libreria di dimensioni gigantesche ed una scrivania altrettanto grande, più un tavolo su cui si dedicava al “disegno tecnico”. La sua stanza aveva più libri che altro, ma erano così tanti da farla sembrare quasi piccola. Talia invece aveva una stanza nera e bianca, invasa da vestiti, cuscini, libri (quelli di scuola, alcuni ancora avvolti dal cellophane) e braccialetti e collane. Il letto enorme ed altrettanto la televisione; non mancava il computer , ma diversamente dalle altre stanze lei aveva altri due letti. Quando le sue amiche veniva a dormire, toglieva da essi tutto ciò che aveva scaraventato sopra, altrimenti li lasciava disordinati come sempre; Annabeth non aveva idea del perché ci fossero in camera, nonostante lei fosse l’unica ragazza starci, ma non glielo aveva mai chiesto perché sicuramente la spiegazione sarebbe stata lunga, e Talia quando iniziava a parlare non la finiva più!

Percy si buttò sul letto e trascinò Annabeth con sé. Aveva solo una canotta nera ed un pantaloncino, ed era facile vedere il suo fisico scolpito sotto. La ragazza prese un po’ di coraggio e gli sfiorò delicatamente il viso con le dita lunghe ed affusolate, scendendo sul collo, poi sulla spalla, a seguire sul braccio e fermandosi sulla mano. Appoggiò la testa sul suo petto mentre lui, con l’altra mano, le accarezzava la schiena da sopra la felpa, facendole ugualmente venire i brividi. Era la prima volta che stava così “intima” con qualcuno, ma era una delle sensazioni più belle che avesse provato. La mano di Percy s’insinuò sotto la felpa della ragazza e iniziò a tracciare cerchi immaginari.
-Cos’hai detto stamattina per non svegliarmi?- chiese ad un tratto Annabeth, dato che aveva ampiamente notato le battutine degli amici sull’argomento.
-Ho solo detto che ieri sei stata con me fino a tardi ed era meglio farti dormire di più. Piper verso le dieci in realtà è venuta a svegliarti, ma nel caso non lo sapessi hai il sonno pesante.- disse ridendo.
-Ah davvero?-
-Si, e russi anche!-
-In diciotto anni della mia vita nessuno mi ha mai accusato di russare.-
-C’è sempre una prima volta. Forse nessuno ha mai dormito con te durante la notte per poterlo notare.- aggiunse ironicamente, alzando le mani.
-Ma stanotte non abbiamo dormito insieme, giusto?- chiese alzandosi di scatto, mentre sentiva già il sangue affluirle sul viso. –Giusto?- chiese nuovamente, poiché il ragazzo stava ridendo e non le rispondeva.
-No, okay. Mi stavo inventando tutto. Ti farebbe così schifo passare una notte con me?- domandò lui, mettendo un finto broncio.
-Si, cioè no. Cioè intendo… non lo so. È che non sono abituata a questa… cosa.- disse balbettando e guardandosi le mani.
-Non sei uscita manco con un ragazzo?- chiese Percy incredulo, spalancando la bocca.
-No. Bhe, sì. Sono uscita con qualcuno, ma per poco tempo, non era nulla di che.-
-Ma hai diciotto anni! Sei una figona assurda, vorresti farmi credere che nessuno ci abbia mai provato con te?-
-Sì, mi assillavano addirittura a dire il vero. Ero io a non volere una relazione. Stavo bene da sola, tutto qui.-
-Sei sicura di essere etero?-
Annabeth prese il cuscino dietro al ragazzo e glielo buttò in faccia –Certo che lo sono, altrimenti non sarei qui con te, non trovi?-
-Quindi ammetti che t’interesso!- disse lui prendendole i fianchi e facendola avvicinare.
-Mhm… un pochetto.-
Percy iniziò a farle il solletico, fino a quando lei ammise tra le risate –Si okay, hai vinto tu. Mi piaci.-
Lui le scoccò un bacio a stampo e la strinse a se’. Restarono così, abbracciati l’una all’altro per qualcosa che sembrò loro un’eternità, mentre in realtà fu solo una manciata di minuti, quando poi Percy interruppe il silenzio.
-Sabato stiamo insieme.-
-Noi il sabato stiamo sempre insieme, c’è anche la festa tra gli Stolls, ricordi?- gli sorrise.
-No! Intendevo tu ed io da soli.-
-Penso che Piper mi scuoi viva, nel caso non vada…-
-Piper sarà anche una malata mentale, ma so che in fondo preferisce vederci insieme, piuttosto che a quella stupida festa.-
-E dove vorresti andare?-
Toccò a Percy sorridere stavolta –Avevo qualche idea… Ma preferisco sia una sorpresa. Conoscendoti, credo ti piacerà.-
Annabeth colse una sfumatura maliziosa -Ma se mi conosci appena!-
-Non ci vuole tanto tempo per capire come sei fatta. C’è qualcosa in te che mi attrae, anche se non so dirti precisamente cosa sia. L’aspetto esteriore vale, ma fino ad un certo punto. Tu sei… diversa, ecco. Non credo debba esserci sempre un motivo quando ci s’interessa a qualcuno. Accade, punto. È vero, è passato solo un mese, ma che importa?-
-Niente, appunto. Non è per niente importante! Tu non sai quanto sia stato difficile per me a San Francisco, ma qui sto bene. Sto bene con le persone che ho attorno, sto bene con te.-
Si avvicinò lentamente al suo viso e lo baciò, con calma.
Proprio in quel momento entrò Jason, senza bussare, e li interruppe –Piccioncini, so che non era il miglior momento per entrare, ma credo che né Talia né Piper sappiano cucinare bene, e non mi lasciano cucinare niente perché dicono che sono incompetente. Percy… di te non mi fido. Annabeth puoi scendere a darci una mano, vorrei mangiare qualcosa di commestibile per favore. Anche pasta in bianco mi andrebbe bene, ma non ne vogliono sapere.-
-Ehm… si, dacci un secondo e scendiamo. Tu inizia a far bollire l’acqua.- rispose lei, decisamente infastidita.
-Che testa di cazzo che è Jason, vero?- disse ridendo Percy quando quest’ultimo uscì dalla camera.
-Ma no dai, è solo molto inopportuno.- affermò lei, ridendo a sua volta.
-Allora andiamo a cucinare? Tu almeno, io non mi avvicinerò neanche ai fornelli.-
-Si, scendiamo…- scese dal letto e si avvicinò alla porta, con Percy alle sue spalle.
Questo però, appena lei fece per spingere la maniglia, la girò e la schiacciò al muro per baciarla, un bacio più impulsivo, diverso dagli altri. Si staccarono solo quando mancarono i respiri ad entrambi, ma non erano sazi ancora l’uno dell’altra, nessuno dei due voleva davvero separarsi, così ripresero a sfiorarsi, Percy morse il labbro ad Annabeth mentre le stringeva un fianco e poi…
-Venite subito o vi prendo a calci in culo.- fece Talia, urlando a squarciagola dalla cucina.
Percy alzò gli occhi al cielo –La solita grazia di Talia.-
Annabeth scoppiò in una grossa risata –Si, ma è il caso di scendere davvero. Quella ragazza mi fa paura a volte.- e detto ciò gli prese la mano e lo portò in cucina.


 
 Allora, ho già anticipato che questo è un capitolo di passaggio, mentre il prossimo -anticipo- parlerà dell'appuntamento di Annabeth e Percy, quindi sarà, almeno per ora, il più importante. Sono contenta per il risultato ottenuto da questa FF. Ero di poche pretese, mi sarebbero bastate anche quattro recensioni, ma fortunatamente le persone che seguono la storia stanno crescendo sempre di più, quindi continuerò a scrivere con piacere. Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, e ringrazio soprattutto Giady_Delena, che ha dovuto cancellare il suo account su EFP, ma è stata una delle prime, se non la prima, a vedere, recensire e seguire questa storia. Grazie davvero.
 

 
 
 
   
 
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