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Autore: M4RT1    08/01/2015    2 recensioni
665 words | Hogwarts!AU
Il tuo Smistamento. Undici anni e capelli imbarazzantemente lunghi. Occhi seri, mani in grembo. La toga della divisa strusciava per terra - non perché fossi basso, era tua madre a comprarti sempre vestiti extralarge.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Neal Caffrey, Peter Burke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'To another time, to another place, to another us.'
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Il tuo Smistamento. Undici anni e capelli imbarazzantemente lunghi. Occhi seri, mani in grembo. La toga della divisa strusciava per terra - non perché fossi basso, era tua madre a comprarti sempre vestiti extralarge.
 
"Ciao, come ti chiami?"

Il suo Smistamento, due anni più tardi. Tra chiasso di undicenni e scherzi dei Fantasmi.

Il Cappello impiegò tempo - molto tempo - per decidere. Te lo ricordi proprio per questo, piccolissimo su quello sgabello, le braccia conserte e l'aria annoiata. I grandi occhi blu che spuntavano appena dalla stoffa marrone.

 
"Peter Burke. E tu chi saresti?"

La prima volta che lo beccasti a fare qualcosa di vietato, un mese più tardi. In piedi fuori all'ufficio del professor Kramer, faceva probabilmente da palo. A chi, resta ancora un mistero.
 
"Mi chiamo Kim Fray". 

Era il tuo primo anno al Servizio d'Ordine, una specie di banda al seguito dei Prefetti - il preside vi chiamava "i ragazzini in carriera". Tu eri senz'altro il migliore, un intuito fuori dal comune e la pazienza di attendere anche per ore, nascosto.
 
"Non è vero, conosco Kim".

Le sue dita si mossero frenetiche, in cerca di qualcosa. Per un secondo, cogliesti il suo sguardo di bambino e allentasti la presa sulla cravatta rossa e oro. Per un secondo cedesti - avevi tredici anni, d'altronde, non conoscevi ancora il Neal Caffrey che avrebbe sabotato i G.U.F.O.
 
"Ehm, d'accordo. Lo conosco anche io. Simpatico, vero? Però mi taglierei un po' i capelli se fossi in lui, sono decisamente troppo-"

Eri rimasto per forse dieci minuti ad ascoltare le sue chiacchiere vuote su Kim del quarto anno. Intanto, un Corvonero più grande usciva furtivamente dallo studio con addosso una toga decisamente troppo larga - ideale per nascondere qualcosa, pensandoci adesso.
 
"Non mi importa nulla di Kim! Dimmi come ti chiami!"

Lui aveva tergiversato ancora. Ti aveva tolto un capello dalla divisa, aveva giocherellato con la sua cravatta e infine, quando proprio non c'era altro da fare, aveva scosso le spalle.
 
"Neal Caffrey, primo anno".

Neal Caffrey. Un nome che, nei tuoi anni ad Hogwarts, ti ritrovasti a pronunciare, urlare, scandire, chiamare e cercare fin troppe volte. Al secondo anno, quando volà via con la Nimbus di un suo compagno di Casa; al terzo, il giorno in cui falsificò la firma del suo sconosciuto padre per andare a Hogsmeade: eri Prefetto, quell'anno, e la gioia di poterlo acciuffare per il colletto inamidato della camicia la ricordi ancora oggi.

Perfino quando tu sostenesti i tuoi G.U.F.O. lui trovò il modo di essere lì, "perché gli amici si vedono nel momento del bisogno".

Se chiudi gli occhi, puoi sentire la sua voce bisbigliarti le risposte esatte da sotto il banchetto di El, la tua ragazza - ora tua moglie. Ricordi come riusciva a nascondersi bene, ovunque, per spuntare fuori nel momento più adatto. Ricordi che non usava mai gli Schiantesimi, lui, eppure usciva indenne da tutte le risse. Spariva, in un certo senso, quando sentiva puzza di guai.

E poi tu andasti via da Hogwarts, con i tuoi dieci M.A.G.O. e una carriera da Auror assicurata. E lui rimase lì per altri due anni, brillante Grifondoro con in tasca tutto quel che voleva.


Guardandoti indietro, adesso, riesci a convincerti che non è stata colpa tua. Che è stata una sua decisione quella di infiltrarsi come talpa tra i Mangiamorte. Che sapeva i rischi che correva a seguire i suoi ex-compagni Serpeverde cercando di sembrare uno di loro. 

Eppure, ci sono ancora momenti in cui ti dici che avresti dovuto fermarlo. Che era tuo preciso compito controllarlo, perché solo tu eri in grado di mettere un freno alla sua testa calda. Che non dovevi lasciare che, quella sera, si intromettesse in uno scontro in cui per ogni Auror c'erano tre Mangiamorte (lui non era neppure un Auror, poi).

Quando guardi il tuo piccolo Neal, primino dalla sciarpa blu-bronzo, trascinare via il suo migliore amico da qualche disastro, dentro di te un grido ti ricorda che avresti dovuto fare lo stesso.


 
"Neal, che fai! Vieni via da lì!"
"Andiamo, Peter, non ricordi quanto ero bravo a scappare via dalle risse?"
  
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