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Autore: Degonia    09/01/2015    2 recensioni
[Terra Formars]
Mi fermai a fissarlo sorpresa dalla moltitudine di segni che aveva sulla schiena, pensando al dolore che aveva subito per ognuna di quelle ferite, portai una mano al cuore e la strinsi. Quanta sofferenza avrà dovuto sopportare nella sua vita?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Restai immobile ancora imbarazzata, ma poco dopo lui spuntò da dietro la roccia: era vestito e portava dei rametti in mano. Quando incrociammo gli sguardi, gli chiesi se stava bene, e avendo premura di coprire il lato ‘scoperto’ della sua bocca con una mano, rispose un lieve: -Si- poi voltò gli occhi dall’altra parte e continuò dicendo che potevo andarmi a rinfrescare se volevo. Mi alzai senza discutere e imboccai l’ingresso della grotta accanto. So che era sempre molto silenzioso, ma indubbiamente era stato ferito, come poteva dire che stava bene? Certo, anche la mia domanda era stata davvero stupida, però.. è preoccupato, oppure non si fida abbastanza? Mi lavai un po’ cercando di rimuovere i residui del sangue e della paura. Avevo provato un terrore che in vita mia non avrei mai immaginato! Non avevo molte ferite e quelle poche non erano gravi, inoltre cercai di fare in fretta, non volevo rimanere da sola in un luogo che non conoscevo.
Tornai dal comandante e vidi che aveva acceso un piccolo fuocherello con i legnetti che aveva raccolto prima: ma come fa ad esserci del legno su Marte? In quel momento però non era un mio problema.
Rivolsi lo sguardo a Adolf che teneva una mano sopra di esso, in quel momento vidi una catenina in oro scivolare dal suo palmo, all’estremità della collana un anello penzolava tra le fiamme! 
Sconvolta e amareggiata dal gesto, veloce, feci dei rapidi passi e infilai la mano nel fuoco raccogliendo l’anello prima che ne venisse inghiottito. In quel momento strisciai le ginocchia a terra nella fretta dell’attimo, ma Adolf afferrò il mio polso così forte da farmi male, lasciai la presa dell’anello che lui raccolse e gettò, con violenza, lontano contro una parete della grotta. Mi divincolai e corsi dietro all’anello, raccogliendolo nuovamente e stringendomelo al petto con entrambe le mani: -Non dovresti comportarti in questo modo con qualcosa di così prezioso!- urlai disperata.
Mi stavano scendendo le lacrime, il suo sguardo freddo e l’orribile gesto… come aveva potuto pensare di buttare qualcosa di così unico? Il simbolo del legame con sua moglie, del loro matrimonio, della loro promessa, della loro vita insieme, cosa pensava di fare? Perché..
Ovviamente ne ignoravo la ragione non conoscendo il suo passato.
-Mia moglie mi tradisce- disse piano -e mio figlio non ha il mio DNA- continuò misurando le parole.
Cosa aveva appena detto? Alzai lo sguardo su di lui, i suoi occhi lucidi tradivano la sua integrità.
Aprii la mano con la quale avevo protetto quel sentimento e mi sentii scoraggiata e abbattuta.
Restammo in silenzio, tra le mie lacrime vidi che fissava il fuoco, probabilmente in quel momento non era qui con me. Perché le persone fanno qualcosa di così inumano? Perché tradiscono? Perché non pensano che l’altro potrebbe soffrire? Perché sono così egoiste da credere che tutto andrà bene? Che nessuno possa farsi male?
Stringendo l’anello, mi alzai e mi avvicinai a lui. Come avrei dovuto comportarmi nei suoi confronti? Io che ero stata sempre rinchiusa nella mia prigione dorata, non riuscivo ancora a rapportarmi col prossimo come avrei voluto. Persa nei miei pensieri, sentii che mi afferrava la mano in cui avevo l’anello cercando ancora di prenderlo.. strinsi il pugno e lo colpii alle costole con la mia ‘poca’ forza, ma a quanto pare il colpo aveva avuto effetto.. stringendo i denti, si inginocchiò toccandosi quella zona: l’avevo colpito proprio su una delle sue ferite!
-Adolf?!- mi chinai accanto a lui poggiando la mia mano sinistra sulla sua, mentre si stringeva la zona dolorante: -Scusa, scusami…- dissi apprensiva, poi mi abbassai di più per guardarlo in viso, adoravo il suo volto.
In quel momento si raddrizzò un po’ e, distogliendo lo sguardo, si coprì la bocca tirando su il colletto. Perché pensava ad una cosa simile in quel momento? Perché aveva così tanta paura di mostrarsi? Irritata e rattristata dal suo gesto, presi quel colletto e, rapida, glielo spostai di lato scoprendo le ferite sul suo volto. Mi guardò sorpreso dal mio gesto, allora presi coraggio e, continuando a stringere quel suo vecchio legame, lo baciai.
Chiusi gli occhi e premetti le mie labbra socchiuse sulle sue in un piccolo bacio, con la mano sinistra gli strinsi un braccio strofinando sul tessuto della divisa; lui non mi allontanò e non rifiutò quel gesto impacciato. Col cuore che mi batteva forte riaprii gli occhi mentre mi staccavo da lui. Non riuscii a guardarlo subito in volto così, imbarazzata, mi voltai verso il fuoco: -Non… non va bene lasciare una cosa tanto importante qui su Marte- dissi sommessa.
Adolf si sedette avvicinandosi al fuoco a pochi centimetri da me.
Aspettavo che lui dicesse qualcosa, ma non proferiva parola. Con la coda dell’occhio vidi che prese il colletto con entrambe le mani e lo portò vicino alla bocca, ma non lo chiuse, lo tratteneva solamente.
Come a continuare la frase precedente, affermai: -…ti ridarò l’anello quando torneremo sulla Terra, così con calma potrai chiarirti e parlare con lei e allora potrai scegliere se rimettere la fede al dito oppure gettarla via.”
Ancora una volta non rispose, mi voltai a guardarlo per qualche secondo, poi tornai ad osservare il fuoco: -Non dovresti coprirti, solo perché hai quei segni sul volto, non è detto che la gente ti giudicherà male.. e non dovresti farlo con i tuoi sottoposti, sei per noi una guida e un esempio, e se sei quello che sei ora, lo devi anche a quelle cicatrici; non dovresti nascondere il tuo passato, è grazie a ciò se ti abbiamo incontrato.. quando sei venuto a prendermi dopo che ero stata venduta, quando insieme abbiamo atteso gli altri agenti, non mi sei sembrato un mostro, ma un eroe. Seppur fossi divenuta una cavia, tu mi hai trattato come un essere umano e ti sei comportato in modo gentile e premuroso… e questo non lo dimenticherò mai!-
Mi asciugai le lacrime che nel frattempo stavano sgattaiolando fuori e tirai su col naso. Rabbrividii ricordando la mia vecchia vita, ero passata da una villa dorata ad un pianeta rosso senza che potessi avere scelta.. poteva davvero andare peggio di così? Mi strinsi le spalle e avvicinai una mano al fuoco per riscaldarmi un po’; poi sciolsi la catenina e la misi al collo. Cominciai a sentire freddo, così tornai a scaldarmi le mani. Adolf non disse nulla, mi sentii un po’ amareggiata, non condivideva ciò che avevo detto oppure era arrabbiato? Sembrava che pensasse a qualcosa, speravo solo che le mie parole fossero state comprese.
Chiusi gli occhi e portai le ginocchia al petto cercando un po’ di calore, quando vidi che Adolf si alzò all’improvviso.. si tolse la giacca e poi fece un paio di passi nella mia direzione inginocchiandosi dietro di me; mi voltai alla mia sinistra per vedere cosa stesse accadendo, quando sentii il suo abbraccio e il suo respiro vicino al mio collo. Flebile sussurrò: -Non muoverti- poi mise una mano sulla schiena e una sotto le mie ginocchia e, sollevandomi leggermente, fece scivolare il mio corpo verso il suo. Si sedette contro la parete e mi coprì con la sua giacca: -Ora dovresti sentire meno freddo- disse premuroso continuando ad abbracciarmi. Mi rannicchiai su di lui e poggiai la testa sul suo petto, qui sentii il suo cuore che batteva mentre beneficiavo di quel lieve tepore che proveniva dal suo corpo. Fui sorpresa dalle sue dita che accarezzavano i miei capelli più e più volte. Mi sentii rilassata e protetta. Allungai la mia mano destra verso il suo volto sfiorandone la bocca con le dita, la sua ferita così visibile.. increspò le labbra in un sorriso.
Mi accoccolai ancor di più su di lui sorridendo e ricambiando il suo abbraccio; chiusi gli occhi e piano piano cominciavo a sentire la stanchezza tornare e con essa anche il sonno. Mi aggiustò la giacca che stava scivolando e poi bisbigliò: -Sarò ancora qui quando ti sveglierai- accostò le sue labbra alla mia fronte e, mentre mi addormentavo, prese la mia mano nella sua e sottovoce pronunciò: -Grazie-.
 
 
 
Non importa quanto hai sofferto.
Ti innamorerai di nuovo.

Sarà più bello di prima.
E farà più paura che mai.

 
 

 
 
   
 
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