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Autore: strana90    09/01/2015    3 recensioni
"Non è strano, Erissimaco, che per tutti gli altri dei vi siano inni e peana composti dai poeti e che in onore dell'Eros, un dio così potente, così grande, non vi sia stato ancora un solo poeta, tra tutti, che abbia composto il più piccolo elogio?"
O il Simposio di Platone applicato ai fratelli Winchester. (Wincest)
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest | Contesto: Contesto generale/vago
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Per N o r a
Dalla tua Secret Santa


“Platone nel suo simposio ci racconta di una vicenda inventata per fare un elogio di Eros, del dio Amore. E per farlo usa come personaggi e interpreti i suoi colleghi ed amici letterati greci, ognuno dei quali esporrà le sue opinioni al riguardo.
Oltretutto potremo notare come Platone si sforzi di mantenere ognuno dei discorsi in linea ed in character con lo stile retorico e narrativo del rispettivo interlocutore: vedremo, per esempio, Socrate sostenere quanto lui non sappia nulla ma di essere un esperto su Amore. Ma della lettura stilistica ci occuperemo una volta affrontata la trama generale dell’opera.
Ora passiamo dunque alla trama di questa grandiosa opera molto spesso citata ma molto poco conosciuta; siamo nel 416 A.C, ad Atene. Agatone, che immagino tutti voi conosciate…” Il professor Richardson dichiarò giocosamente, consapevole che molti degli studenti non avevano nemmeno mai ancora aperto il libro. Agli esami mancavano mesi, dopotutto. Gli occhi azzurri del giovane professore attraversarono l’aula piena, soffermandosi qualche istante su Dean, probabilmente perché non lo aveva mai visto prima di ora alle sue lezioni. Dean mantenne un’espressione di educato interesse e cominciò a prendere appunti, più per mantenere la copertura di studente che per vero interesse.
Richardson aggiunse una diapositiva e prese una bacchetta per poter indicare i punti più alti, iniziando a spiegare:
“Agatone, dicevamo, ha organizzato una cena con alcuni dei suoi amici: Socrate, Aristofane, Fedro, Erissimaco, Pausania e Alcibiade, che fa una divertente apparizione sul finale. I nostri protagonisti decidono, per movimentare la serata, di cimentarsi in dei discorsi di retorica ispirati a Eros, l’amore, poiché come si domanda Fedro nell’opera: << Non è strano, Erissimaco, che per tutti gli altri dei vi siano inni e peana composti dai poeti e che in onore dell'Eros, un dio così potente, così grande, non vi sia stato ancora un solo poeta, tra tutti, che abbia composto il più piccolo elogio?>>”
Citò prima di sedersi su un angolo della cattedra con il libro, sfogliando un paio di pagine.  “E quindi, di comune accordo, Il primo discorso che leggiamo è proprio quello di Fedro, il quale ci racconta che Eros è uno degli dei più antichi dell’universo, se non addirittura il primo fra tutti. Egli ci spiega: << Essendo così antico, è per noi la sorgente dei più grandi beni. Per me, io lo affermo, non c'è più grande bene nella giovinezza che avere un amante virtuoso e, se si ama, trovare eguale amore in chi si ama.>>
Un amante virtuoso, ci dice, quindi una persona buona. Qualcuno che segua e ispiri la virtù, qualcuno che sia naturalmente predisposto fare del bene agli altri, senza aspettarsi nulla in cambio. A noi sembra impossibile che esista una persona del genere.” Disse con leggero sorriso.
L’angolo destro della bocca di Dean curvò leggermente all’insù.
Non gli sembrava affatto impossibile.
 
***
Dean dormiva sereno sul sedile anteriore dell’Impala, avvolto stretto in una coperta, le sicure inserite, la radio accesa a volume minimo su una stazione di canzoni soft. John aveva lasciato lui e Sam per andare nel pub di motociclisti dall’altro lato della strada a racimolare qualche dollaro per pagare il motel. Erano in viaggio da giorni e tutti gli uomini di casa Winchester erano esausti e non volevano altro che una lunga nottata di sonno in un vero letto.
Non aveva paura, Dean, nonostante fossero da soli in un quartiere non proprio raccomandabile. Aveva quasi quattro anni, lui. E Sammy dormiva sereno nel suo seggiolone nel sedile posteriore, il suono ritmico del suo ciucciotto rilassante e quasi ipnotico.
“Mhh…mà…” Il maggiore cominciò a mugugnare ad un certo punto, stringendo la sua macchinina preferita a se e rigirandosi un po’ sul sedile, scalciando via la coperta. “No…” sospirò pochi secondi prima di iniziare ad ansimare, quasi come se stesse correndo, scappando. “Pà? Pà! No. No! Mam-NO!”
Occhi verdi si aprirono di scatto con un singhiozzo strozzato e Dean si morse il labbro inferiore per evitare di piangere. Si guardò attorno, John non c’era ancora. La sua attenzione si spostò al sedile posteriore, da dove Sam lo guardava intensamente, sveglio ed attento, probabilmente spaventato dal rumore.
“Dee.” Il piccolo chiamò, piagnucolando e allungando le braccia paffute verso di lui, quasi per abbracciarlo.
“Va tutto bene, Sammy. Solo un brutto sogno.” Dean rassicurò subito, scavalcando il sedile e accoccolandosi accanto al suo fratellino, slacciando le cinture del seggiolino e abbracciandolo stretto a sé.  “Non avere paura. Ci sono io.”
Sam non sembrava impaurito, però. Sembrava preoccupato per lui, le mani strette alla maglia del suo fratellone. Dean aggrottò le sopracciglia e il piccolo si tolse il ciucciotto dalla bocca, offrendolo al maggiore con un sorriso a cui Dean non aveva ancora imparato a dire di no. Sospettava sarebbe mai successo, se doveva essere sincero.
“Grazie.” Gli disse dolcemente e gli baciò la fronte prima di sdraiarsi, Sam accoccolato tra il suo petto e lo schienale del sedile così da non rischiare di cadere. Dean accettò il ciucciotto e prese la coperta, coprendo entrambi.
Non ebbe altri incubi quella notte.
***
 
“…una volta finito il discorso di Fedro, è il turno di Pausania di parlare.” Il professore cambiò diapositiva e Dean si ritrovò a dover scorrere un paio di pagine per poter tenere il filo del discorso.
“Egli ci spiega la sua teoria secondo cui, così come non esiste una sola Afrodite, non esiste un solo Eros poiché queste due divinità sono legate indissolubilmente. La bellezza e l’amore.
Ma da un lato esiste una Afrodite Pandèmia, che è quella più conosciuta, figlia di Zeus e Dione; questa è l’Afrodite volgare, che tende ad amare i corpi, non le anime. E quindi ama anche le donne - considerate inferiori nelle relazioni amorose della Grecia- e i fanciulli talmente giovani da non essere in grado di farsi crescere la barba.
Pausania infatti ci dice che secondo lui: <<E' questa l'età, io credo, in cui è bene cominciare a rivolgere ad essi attenzioni d'amore, per restare poi con loro per tutta la vita, per legare le proprie esistenze, piuttosto che abusare della credulità di un giovane sciocco, farsi gioco di lui e piantarlo poi per correre dietro ad un altro. >>
 
***
“Dean! Dean guarda!”
Sam esclamò eccitato mentre usciva dal bagno e si sedeva sul letto del fratello maggiore, scuotendogli la spalla per svegliarlo.
Dean grugnì un non-specificato insulto a suo fratello, rintanandosi ancora più a fondo sotto le lenzuola troppo corte del suo letto di motel.
 
“Dean, andiamo! Apri gli occhi, guarda! Ho la barba!”
 
Il maggiore dei Winchester aggrottò la fronte e spostò la coperta abbastanza da far spuntare una massa scompigliata di capelli biondi e un paio di occhi assonnati e sarcastici. “Hai toccato di nuovo uno di quei flaconi nella sacca di papà? Lo sai che zio Bobby ci mette dentro le sue pozioni, non dov—“
“No! Dean, guarda! È mia. Mi sta crescendo la barba.”



Dean si stropicciò gli occhi assonnatamente e si mise a sedere, facendo segno col dito indice a Sam di venire più vicino e il quattordicenne si arrampicò in grembo al maggiore per mostrargli il suo volto più da vicino. Il biondo si ritrovò improvvisamente sveglio. Terribilmente sveglio. Con Sam a cavalcioni della sua erezione mattutina e no! Non buono.
Allungando una mano, Dean allontanò gentilmente il fratello e gli inclinò il volto verso l’alto, analizzando la mascella perfettamente liscia dell’altro. “Mh…forse qui ci sono un paio di peli.” Mormorò, cercando di compiacerlo. “Ma no. Mi spiace, Sammy, non ti sta ancora crescendo la barba.”
 
Sam mise il broncio e sbuffò. “E noi non possiamo…finché non mi cresce la barba?” chiese, pur sapendo che suo fratello non avrebbe mai infranto la propria regola.
“Esatto. Non possiamo.” Dean confermò. Baciare il proprio fratello dodicenne era già stato un errore troppo grande. Sam pensava di essere innamorato di lui solo perché non comprendeva ancora quanto sbagliato fosse quel sentimento.
Una volto che si fosse reso conto di tutte le implicazioni del caso, sarebbe stato grato a Dean per avergli imposto di aspettare. “Adesso torna a dormire. È troppo presto per il pranzo e troppo tardi per la colazione. Siamo in vacanza, non svegliarmi a meno che non sia questione di cibo o di morte.” Gli disse, sporgendosi a baciare l’angolo della bocca di Sam e poi spingerlo giù dal letto.
Onestamente, la sua risoluzione vacillò quando il minore si infilò nel suo letto e si accoccolò contro la sua schiena ma Dean era certo di potercela fare. Almeno stavolta, non si sarebbe lasciato convincere dal sorriso di Sam…o da quegli occhioni color nocciola…o da quelle labbra rosse e delicate…o da quelle mani…
 
“Sai cosa? È l’ora perfetta per il brunch!”
Dean annunciò, calciando via la coperta e alzandosi di scatto, immediatamente afferrando un paio di jeans e infilandoseli. “Andiamo a vedere se quel posto vicino alla stazione di polizia ha dei pancake degni di competere con quelli di Ellen.”
 
Dean era un uomo debole.
***
 
Il suono della bacchetta del professore che batteva contro la lavagna distrasse Dean nuovamente. Ecco perché non aveva mai avuto il desiderio di andare al college. Queste lezioni lo annoiavano da morire e finiva sempre per fantasticare e lasciare che la sua mente vagasse, non aveva mai avuto una propensione per lo studio.
Guardandosi intorno si chiese per la milionesima volta perché doveva essere lui a fare la parte dello studente mentre Sam se ne stava tranquillo nella biblioteca a cercare di trovare informazioni sulla ragazzina innamorata e respinta che aveva già tentato di uccidere il professor Richardson due volte -l’ultima delle quali usando la stregoneria, motivo per cui i Winchester si trovavano lì- poi si ricordò che lui in quest’aula stava solo fingendo di studiare e decise che gli andava benissimo lasciare la parte del nerd al suo fratellino mentre lui ascoltava il professore di filosofia spiegare quanto solo l’amore omosessuale fosse, secondo i Greci, degno di lode visto che nasceva dall’ Amore e dall’Afrodite Urania o celeste.
Dean appoggiò la penna sul foglio per appuntarsi quel dettaglio:
 
Amore etero = Buu!
Amore gay = Fuck Yeah!
 
 
“Pausania inoltre si sofferma a riflettere su quanto impari siano le reazioni della gente ai comportamenti degli innamorati. Ci spiega che quello che un uomo farebbe per corteggiare o convincere il suo amato a fare qualcosa, non sarebbe accettato in altre situazioni della vita. <<…se accetta di fare ciò che fanno gli amanti per i loro amati - assillarli con preghiere e suppliche, pronunciare grandi giuramenti, dormire dietro le loro porte, abbassarsi volontariamente ad ogni sorta di schiavitù che nessuno schiavo accetterebbe di buon grado - ebbene tutto questo gli sarà impedito sia dai suoi amici che dai suoi nemici: questi gli rimprovereranno la sua adulazione e la sua bassezza, quelli lo faranno ragionare e arrossiranno per lui. >>
Queste cose sono invece da ammirare in un innamorato.”
 
Il professore disse e sorrise ai suoi studenti. “In fondo a chi di noi non è capitato di umiliarsi di fronte alla persona che amiamo?”
 
***
"Non credo ti renda conto di quanto questo sia umiliante.” Dean mormorò sommessamente mentre, nascosto dietro un albero, si toglieva i vestiti coperti di…qualcosa di verde e appiccicoso appena esploso da una creatura simile al mostro della laguna nera dell’omonimo film.
Perfino la Scooby Gang sarebbe stata umiliata di combattere, ed essere imbrattata, da una cosa del genere.

 
“Ha imbrattato anche me, genio.”
Sam gli rispose, alzando gli occhi al cielo e porgendogli dei vestiti puliti. I suoi. Di Sam! L’intelligentone bastardo si era portato dietro una borsa di emergenza nel cofano di Baby, così ora Dean si trovava costretto a vestire i panni del suo fratellino-non-così-tanto-ino.
 
Il maggiore dei Winchester si guardò con aria critica. Per qualche strana ragione lui e Sam portavano quasi la stessa taglia di maglietta, ma avrebbe dovuto fare il risvolto ai pantaloni per farli andare bene. “Sembro un fottuto hipster.” Brontolò sottovoce e sentì suo fratello sghignazzare dall’altro lato dell’albero.
Quando finalmente si decise ad uscire fu immensamente grato all’abilità di Sam di mantenere la faccia da poker anche nelle situazioni più assurde. Non avrebbe sopportato di vederlo ridere.
 
“Non ti stanno male i miei vestiti.” Sam gli disse invece, l’espressione indecifrabile mentre i suoi occhi vagavano lentamente sul corpo del fratello.
“Fanculo.”
“Sul serio! Giuro. Ti danno un po’ un’aria da--”
“Barbone? Decerebrato? Coglione?”
“E’ sexy.” Sam concluse e Dean gli lanciò un sorrisetto mentre accendeva l’auto.
“Bitch.”
Sam rise e si allacciò la cintura di sicurezza prima di allungare la mano a toccare il colletto della camicia che Dean indossava, sistemandolo ordinatamente. “Jerk.”
***
 
“Il prossimo discorso è quello di Erissimaco ed è una delle mie parti preferite. Erissimaco è un medico, in quanto tale analizza in modo molto scientifico la differenza tra i due Eros già esposta da Pausania. Ci spiega che l’Eros volgare è anche un Eros disordinato, un amore morboso nel senso più letterale del termine. Portatore di un morbo. Malato.
Eppure entrambi questi amori, quello malato e quello celeste, esistono nell’esistenza degli uomini. Ed è proprio dalla loro unione, dall’armonia che creano insieme che nasce il sentimento che noi conosciamo. Un’armonia tra due opposti, come una musica.
<<L'armonia infatti è una consonanza, e una consonanza è una sorta di accordo. Ora, l'accordo di elementi opposti, se permangono opposti, è impossibile, e d'altro canto non può esserci armonia tra ciò che si oppone e non si accorda: nello stesso modo il ritmo nasce dal rapido e dal lento, cioè da elementi all'inizio opposti che in seguito si accordano. E come prima la medicina, adesso è la musica che introduce l'accordo tra tutti questi elementi, creando amore reciproco e accordo.>>”
Il professore recitò i versi con un’espressione sognante, e poi sorrise nuovamente ai suoi studenti, soffermandosi –anche se forse lo stava immaginando- su Dean.
“Non è meraviglioso? Come la medicina e la musica anche in amore c’è bisogno di equilibrio, di armonia. Due opposti che si uniscono e si accordano. Trovo sia una meravigliosa definizione dell’amore.”
 
***
Sam sbuffò per la milionesima volta mentre se ne stava appoggiato ad una colonna e guardava Dean muoversi elegantemente tra gli scaffali, afferrando questa o quella musicassetta.
“Orribile.”
“Meravigliosa! Sam, non parlare di musica. Mi fai venire voglia di riportarti indietro e andare a cercare papà per conto mio.”
Alzando gli occhi al cielo il più giovane cominciò a vagare per conto suo nel negozio, scegliendo qualche cassetta di musica pop, musica classica e perfino musica country. Qualsiasi cosa potesse smorzare il rock anni ’80 di Dean anche solo per un paio di minuti.
 
Sam sobbalzò quando sentì la voce di suo fratello a pochi millimetri dal suo orecchio. “Britney Spears? Sam, sei una ragazzina.” Il biondo schernì, lanciando un occhiataccia a suo fratello quando quest’ultimo si voltò e mise le sue cassette nel cestino che Dean teneva in mano.
Allungando una mano a prendere una, il maggiore alzò un sopracciglio. “Seriamente, Sam?”
“Sì.”
“Barry Manilow?”
“Sì.”
“...sei ufficialmente una checca, te ne rendi conto?”
 
Sam prese il cestino dalle mani del fratello e si avviò verso la cassa. Dean continuò ad insultarlo e prenderlo in giro per tutto il tragitto fino alla macchina.
Nel viaggio di diciannove ore che intrapresero poco dopo, però, Dean fu molto più che grato per l’atmosfera soft creata dalla voce di Manilow e dalla sua ‘Mandy’ mentre guardava Sam sonnecchiare con la testa appoggiata al finestrino, la giacca di Dean come coperta. Era felice di riaverlo al suo fianco.
 
“…Looking in their eyes, I see a memory I never realized how happy you made me. Oh Mandy well, you came and you gave without taking…”
 
E se Dean canticchiò qualche parola o se la sua versione della canzone recitava Oh Sammy…nessuno doveva saperlo.
***
 
“Hey.”
Dean alzò gli occhi dal quaderno su cui stava scarabocchiando quando sentì la voce di suo fratello. “Credo di aver capito.” Gli disse Sam, accomodandosi nella sedia vuota al suo fianco e tirando fuori il suo portatile mentre il professore cominciava a spiegare come il discorso di Aristofane fosse il più famoso, quello che parlava delle anime gemelle, del mito dell’Androgino o mito delle metà.
 
“Lezione interessante.” Sam commentò sarcasticamente notando i semi vuoti appunti di suo fratello e ridacchiando.
Dean sorrise fiero mostrandogli lo schizzo di un paio di tette. “Cos’hai per me?”
“La ragazza. Non sta usando un rito pagano.”
“No?”
“Sì, ma non…non streghesco pagano. Sta usando un rito antico pagano. Per la precisione un rito greco-romano, preso dal culto di Eros. Ricordi Cupido?”
Dean lo guardò male. “Sì.”
Sam sorrise comprensivo. “Già. Anche io. Beh, i cupido tecnicamente sono stati allevati ed addestrati dal primo Cupido, o Eros. Il dio dell’amore.”
“Quello del simposio?” Dean chiese, indicando la lavagna. Aveva un brutto presentimento. Che purtroppo fu confermato qualche istante dopo da Sam.
 
“Secondo la tradizione Eros colpisce gli uomini e le donne con le sue frecce e questi si innamorano. Però a volte gli amori non sono ricambiati. Una freccia va a segno e l’altra no, come nel caso della nostra amica. Ecco. Secondo un antico rito per far innamorare un amante che non corrisponde si deve intingere la punta di una freccia dell’arco di Cupido nel sangue di un colombo maschio e colpire l’amato al cuore.” Sam spiegò sottovoce, mostrando il sito a Dean.
Quest’ultimo si grattò la fronte per un paio di secondi.
“Fammi indovinare…non funziona?”
 
Sam annuì. “E’ inutile. E letale. Non è un rito per far innamorare ma per punire Eros. Usando la freccia del suo arco e macchiandola nel sangue di due innocenti, il colombo e il non-innamorato, la colpa agli occhi dell’Olimpo ricade su Eros, il quale verrà punito per i suoi crimini.”
“La nostra amica non lo sa?”
“Non da quanto scrive nel suo blog. Ha provato i metodi tradizionali, poi è passata alla stregoneria e ora, visto il tema trattato da Richardson, si è data ai culti greci.”
“Quindi non è una strega.”
“No.”
“Solo una ragazzina melodrammatica con una passione per l’occulto.”
“Sì.”
“Quindi colpirà durante questa lezione.”
“Precisamente.”
Awesome.”
 
Entrambi i fratelli impugnarono la pistola che tenevano nascosta sotto le giacche e iniziarono a guardarsi intorno con aria annoiata nella speranza di individuare e fermare la giovane psicopatica prima che potesse riuscire ad uccidere il professore, che nel frattempo continuava a spiegare come se nulla fosse.
“Vedete, secondo Aristofane, all’inizio gli esseri umani non erano come siamo noi. Erano tondi, avevano due volti, quattro braccia, quattro gambe…ed erano felici. Completi e perfetti.
Essi non avevano bisogno di amore, ne degli Dei. Erano diventati arroganti e presuntuosi, non adoravano più nessuno e Zeus era preoccupato. Cosa sarebbe successo se gli umani avessero deciso di conquistare l’Olimpo? Cosa sarebbe accaduto se avessero trovato un modo per spodestarli?”
 
Dean allontanò lo sguardo dalla sala, fissandolo sul professore, interessato alla storia malgrado la situazione spiacevole.
“Ebbene Zeus non era un Dio misericordioso e gentile. Egli era violento e impulsivo ed in uno di questi improvvisi scatti d’ira, egli divise ogni umano a metà. Così.” Esclamò Richardson, afferrando il disegno di come sarebbe dovuto essere un umano e strappandolo a metà.
 
“DEAN!”
In un attimo il biondo vide suo fratello alzarsi ed estrarre la pistola, puntandola verso gli studenti. Si alzò a sua volta e scavalcò il banco in un lampo, lanciandosi contro il professore e atterrandolo proprio mentre la freccia scoccava.
La lavagna finì infilzata e la ragazza finì con un proiettile calibro 12 in petto.
 
 
Stan Richardson stava seduto sul divanetto in pelle del suo ufficio con una tazza di caffè bollente tra le mani e una coperta sulle spalle, i riccioli castani arruffati per averci passato le mani più e più volte in segno di frustrazione. 
La sua assistente - una bellissima donna sui trentacinque anni con lunghi capelli biondi e tacchi vertiginosi – stava aiutando gli agenti Lydon e Ritchie del FBI a spiegare ai paramedici, ai poliziotti e al rettore l’accaduto.
“Professore?”
Il giovane alzò gli occhi sull’agente Lydon, quello con i capelli lunghi e l’espressione dolce. “…grazie.” Stan disse sommessamente, bevendo un sorso del suo caffè. “Mi dispiace terribilmente per Susan, era una ragazza molto sensibile, molto ingenua. Quando mi ha chiesto di vedermi nel mio ufficio per parlare del suo compito io non—lei mi ha baciato e io sono sposato, amo mia moglie. Non avevo idea che Sue fosse la persona dietro quegli incidenti…”
 
L’assistente si sedette sul bracciolo del divano e poggiò la mano sulla spalla dell’uomo, stringendo dolcemente. “Non potevi prevedere una reazione del genere.”
Stan annuì lentamente e deglutì nervosamente prima di alzare lo sguardo sui due uomini e ripetere. “Grazie.”
 
 
Sam e Dean lasciarono l’ufficio dopo qualche minuto e si avviarono verso l’uscita. “Scusa.” Disse il maggiore dopo qualche metro, rompendo il silenzio che accompagnava l’eco dei loro passi nel corridoio.
“Di cosa?”
“Mi sono distratto. Stavo ascoltando quello che diceva Richardson e non ho visto lei muoversi. Non ci sarebbe stato bisogno di colpirla.”
“Dean. Non è colpa tua.” Sam replicò seriamente e lo colpì delicatamente con il gomito.
Camminarono per circa un minuto in silenzio prima che Dean parlasse di nuovo.
“Ma quindi che succede dopo che Zeus ha tagliato gli umani a metà?”
 
Sam scoppiò a ridere e gli lanciò uno sguardo incredulo. “Nulla. Le due metà sono divise, la loro anima è spezzata, non potranno più riunirsi in un solo essere e quindi gli umani non sono più un pericolo per gli Dei. Ma Eros, preso a compassione, creo…beh, il sesso. Potendosi unire fisicamente le due partì di uno stesso individuo riescono a sentirsi uno, per qualche momento. Ritrovando la persona che amano, la persona con cui sono destinati a passare l’eternità…tutto sembra meno complicato. Non saranno mai più completi ma sono insieme.”
Dean si voltò verso di lui e gli sorrise, un sorriso dolce e privato, e allungò la mano, prendendo quella di Sam nella sua mentre camminavano verso l’Impala.
 

 
“Saresti morto se non fosse per quei due.”
Stan annuì, appoggiandosi alla balaustra del balcone e fissando i due agenti allontanarsi, la coperta era stata abbandonata sul divano, il caffè sostituito con un bicchiere di liquido ambrato. “Lo so. Mi chiedo ancora come abbia fatto una studentessa a trovare la freccia di un Cupido.”
“Ebay? Vendono di tutto su Ebay.”
Il professore si voltò a lanciare un’occhiataccia alla donna, la quale gli accarezzò i capelli dolcemente. “Non puoi negare di avere un tipo, però.”
“Che vuoi dire?”
“Voglio dire giovane, dolce, attraente, disagiata, ingannatrice…praticamente la copia di tua moglie.”
 
Il giovane si voltò indignato.
“Madre.”
“Cosa?”
“Lascia Psiche fuori da questa storia!”
“Stavo solo facendo una considerazione, Eros.”
“Tieni le tue considerazioni su mia moglie per te.”
“Non mi è mai piaciuta.”
“Lo so! Hai tentato di ucciderla.”
 
Afrodite alzò gli occhi al cielo, decidendo di essere superiore e lasciar cadere la questione. “Quindi quelli sono i famosi Winchester?”
“Loro.”
“E sono…”
Eros annuì contento, indicando le mani intrecciate dei due uomini. “…completi. Perfetti.”
Afrodite abbracciò suo figlio da dietro. “E’ sempre emozionante quando un’anima divisa si ritrova, non è vero?”
Guardandoli sparire all’orizzonte, il giovane Dio sorrise.
 
***
“Porti la mia cravatta?” Dean chiese, lasciando andare la mano di suo fratello per andare verso il lato conducente.
“No, è la mia.” Sam rispose dopo aver controllato la cravatta che aveva al collo.
“Abbiamo una cravatta uguale?”
Sam rise. “Dimmi cosa non abbiamo di uguale nell’armadio.”
Dean si appoggiò al tettuccio della macchina con un’aria pensierosa. Effettivamente non riusciva a pensare a nessun indumento che i due non avessero in doppia copia o che si scambiassero regolarmente.
“Touché.” Dichiarò infine.
Sam lo guardò aprire lo sportello e ghignò. “Le mie mutande sono più grandi.”
Il biondo si rialzò e lo guardò impassibile dall’altro lato di Baby. “Questo, Samuel, è perché hai un corpo sproporzionato e il tuo pisello mostruoso non fa eccezione. Mi fai ribrezzo.”
Dean alzò una mano per zittire suo fratello quando vide lo scintillio nei suoi occhi. “No! Non lo dire. È una battuta troppo banale perfino per te, Sammy.”
Il più giovane fece segno di chiudere a chiave le sue labbra e gettare la chiave prima di salire in macchina.
Fu solo dopo che ebbero abbandonato il parcheggio che finalmente parlò:
 
“Ieri notte non ti sei lamentato.”
***
 
“Loro non si sono mai separati.”

 





Note:
Questa fic è nata dal prompt del Secret Santa WCCS: 
(Soulbond oppure nonAU) Sam e Dean si comprano gli stessi abiti perché in realtà sono due metà di una stessa anima - divisa in due corpi. (Da qui l'essere anime gemelle)

Un grazie a tutti quelli che leggeranno e/o commenteranno. :)
Un abbraccio immenso a tutte quelle povere bimbe che hanno dovuto subire me e i miei scleri natalizi. <3
Un bacio e un augurio di Buone Feste a N o r a, che ha già ricevuto questo regalo in privato ma che va ringraziata pubblicamente perché mi ha dato la possibilità di scrivere qualcosa su questo tema. Aspettavo l'occasione giusta, tu me l'hai fornita. :3 <3

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