Sam in pericolo.
Sam ferito.
Sam morto.
Dean lo vedeva dappertutto, e non poteva chiudere gli occhi.
Anche se lo faceva, l’immagine del fratello agonizzante gli appariva davanti, perforandogli le pupille con il suo orrore.
< Basta! Vi prego, basta! >, urlò Dean con tutto il fiato che aveva nei polmoni, ma niente smetteva.
La tortura continuava imperterrita, e Sam era ora ridotto ad un burattino, spezzato e distrutto, ricoperto di lividi e squarciato da profondi tagli.
< Prendete me! Per favore! >, gridò ancora Dean, cercando invano di fermare quell’atrocità, ma la sua voce risuonava stridula e debole, nell’antro buio.
A malapena arrivava alle sue stesse orecchie, e nessuno lo ascoltava.
Il sangue di Sam iniziò a scorrere come un fiume inarrestabile, e quasi soffocò Dean con il suo flusso rosso.
< No! No! >, esclamò quest’ultimo, spalancando la bocca in un urlo muto di pura angoscia, e fu subito invaso dal sangue del fratello che non cessava di fuoriuscire dal suo corpo esanime.
Dean sguazzava in quella corrente scarlatta, con il respiro che stava inevitabilmente iniziando a mancargli.
Di colpo tutto finì, ed il ragazzo spalancò gli occhi.
Lo vide lì, disteso per terra, ai suoi piedi.
Corse da Sam, quasi scivolando sulle larghe pozze di sangue che ancora imbrattavano il pavimento e gli si inginocchiò accanto.
Gli prese delicatamente la testa sfregiata e se la poggiò in grembo, come faceva quando era piccolo ed era spaventato da un incubo.
< De.. Dean.. >, sussurrò Sam, fiocamente.
< Shh.., sono qui, Sammy. Non ti lascio. >
< L’hai già fatto. >
Le parole del fratello, pronunciate con durezza, scossero il maggiore dei Winchester.
< Che cosa vuoi dire? >, chiese, tremante.
< È colpa tua se sono qui, adesso. Se sto per morire! Non mi sei mai stato accanto, non mi hai mai protetto come avevi giurato a nostro padre. Non sei mai stato un bravo fratello >, quasì urlo Sam, spuntando sangue scuro dalle labbra pallide.
Dean lo ascoltava, in silenzio.
Quelle parole lo ferivano più di mille spade, spezzandogli il cuore in mille piccoli pezzi.
< Sammy, io… >, cercò di dire, ma l’altro lo interruppe.
< Io ti odio. >
Tre parole, tre semplici parole che disintegrarono per sempre l’anima di Dean, a cui egli aveva cercato per lungo tempo di aggrapparsi con le unghie spezzate.
Poi Sam spirò, afflosciandosi inerme tra le sue braccia.
E Dean urlò, disperato come mai prima d’allora, sentendo il dolore lacerarlo dall’interno.
D’improvviso però tutto mutò nuovamente, diventando una macchia nera ed indistinta intorno a lui.
Il corpo di Sam scomparve, come anche le macchie di sangue.
Come se non ci fossero mai stati.
Ed infatti era proprio così.
Niente era accaduto.
Sammy non era davvero morto.
Non gli aveva mai rivolto quelle crude parole di disprezzo.
Perché Dean lo aveva salvato.
Aveva scelto di morire pur di permettere al fratello minore di continuare a respirare e godersi la bellezza del mondo.
E per far sì che ciò accadesse, Dean aveva dovuto vendere la propria anima al Diavolo, quella stessa anima che adesso era dannata a sostare per sempre nell’antro infuocato, dimora di Satana.
Era all’Inferno.
E quella visione costituiva unicamente l’inizio delle sue eterne sofferenze.