Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Ricorda la storia  |      
Autore: LaMicheCoria    10/01/2015    6 recensioni
[ Silmarillion ]
«Daeron, Sapiente tra gli Elfi, Menestrello mio amico, canta, oh te ne prego, canta per me!»
E Lùthien era così bella, gli era così cara, che nulla mai le avrebbe negato. Genuflesso dinanzi al suo sorriso avrebbe fatto danzare le stelle sulla punta della dita, tenuto il sole sul palmo della mano.
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lúthien
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
lamhbh

Disclaimer: I personaggi non mi appartengono
La storia è scritta senza fini di lucro.

 

 

Loremaster And Ministrel
{ Hopeless Broken-Hearted }

 

«Daeron, Sapiente tra gli Elfi, Menestrello mio amico, canta, oh te ne prego, canta per me!»
E Lùthien era così bella, gli era così cara, che nulla mai le avrebbe negato. Genuflesso dinanzi al suo sorriso avrebbe fatto danzare le stelle sulla punta della dita, tenuto il sole sul palmo della mano.
«Con che canto vuoi t’accompagni tra i boschi del Doriath, Lùthien, figlia di Thingol e Melian? Non nota, né voce mai potranno esser superiori al tuo passo, al tocco gentile del tuo respiro sull’erba e sui fiori. Ben lo sai, eppure domandi e mi preghi e alla dolcezza dei tuoi occhi stellati non sarò mai capace di venir meno. Dimmi, dunque, che canto? Che musica?»
Lei rise e spiegò le braccia come ali, il mantello di fiori palpitò dorati al meriggio infuocato; il piede si puntellò contro la nuda terra, la veste azzurra le si avvolse alle gambe, così i capelli neri d’ombra crepuscolare mentre danzava e il cuore di Daeron pianse.
«Canta il sogno del vento e il desiderio del cielo!» gli ingiunse Lùthien, ridendo, e della sua gioia s’ammantò il mondo «Canta il murmure del seme che cresce, il profumo dell’acqua! Canta la preghiera delle montagne, canta, oh, canta per me, Daeron, Sapiente tra gli Elfi, Menestrello mio amico, te ne prego!»
E lui cantò il sogno del vento e il desiderio del cielo, il murmure del seme che cresce e il profumo dell’acqua e la preghiera delle montagne. Cantò il proprio, di sogno, il desiderio, il mormorio dell’amore che cresce, il profumo della pelle di lei, la preghiera inusitata e senza pari. Tanto di sé mise in quel canto, che ne venne prosciugato e non s’accorse di Lùthien la bella scomparsa tra le fronde degli alberi, cinta di foglie, splendente di luce.
Quando la rivide, sul volto di lei rilucevano bianchi cristalli di spuma e l’orlo della veste era inumidito dal bacio dell’Esgalduin. Pur non venendo meno la sua bellezza, Daeron la trovò sconvolta e ne fu turbato.
«Daeron, Sapiente tra gli Elfi, Menestrello mio amico, canta, oh te ne prego, canta per me!»»
E lui, che mai nulla le avrebbe negato, nascose a Lùthien l’amore che portava nel cuore e i dubbi che gli attanagliavano la mente, perché si rasserenasse.
«Con qual canto vuoi che accompagni il procedere della notte, Lùthien, figlia di Thingol e di Melian?»
Gli occhi di Lùthien, sfumati di stelle, ebbero un fremito ed un tremito la percorse: brividi sospirarono sulle sue braccia, la veste s’animò di cento e mille pieghe.
«Canta la corsa dell’Esgalduin!» gli ingiunse Lùthien, tendendosi in avanti «Canta il respiro della bruma e il tintinnio dei capelli di Elbereth, canta il biancore fiammante delle vele di Arien!»
Strani desideri l’animavano e Daeron ne fu sorpreso.
Cantò allora per lei e lei sola, perché lo scompiglio dentro al suo cuore cessasse e quieta tornasse la pace. Ma passò l’autunno e venne l’inverno e le gote di lei erano rosse, la danza instancabile, la sua bellezza tale che Daeron sentiva le ginocchia piegarsi, lo spirito eclissarsi: alla sua bocca non più canto veniva, se non il nome di Lùthien, sempre Lùthien, ancora Lùthien. E tutto il Doriath era pieno del suo lamento devoto, le acque dolci del suo amore, amare del suo pianto.
«Dimmi Lùthien, figlia di Thingol e di Melian, armonia del mio canto, battito del mio cuore» l’avvicinò un giorno che la scorse seduta, al procinto della primavera, su di un verde colle «Da chi fuggi? Di chi sei preda?»
L’alba era ancora lontana, eppure negli occhi di lei già sfolgorava la luce del giorno.
«Da nessuno e di nessuno.» rispose ed il suo sorriso falcidiò il cuore di Daeron, che si sentì ferito, sebbene non ne capisse il motivo.
«Desideri che canti per te l’approssimarsi rosato del sole?»
Ma Lùthien non disse nulla e gli negò la voce. Respirava serena, serena era nel volto, nella bocca sorridente, nello sguardo circonfuso della più lieta gaiezza; scosse la testa e i lunghi capelli, si mise in piedi, danzò. Danzò fino all’ergersi del colle, liberò la primavera dai ceppi invernali, catene si sciolsero cinguettando dalle caviglie nude e ai suoi piedi sbocciarono fiori.
Daeron fece per seguirla, subito però fu avvinto da un incantesimo e più non si mosse fino allo spuntare del giorno. Nell’immobilità del corpo, percepì in spirito che era avvinto dall’incantesimo perché un altro se n’era liberato alla vista di Lùthien. Quest’altro, tuttavia, egli non lo conosceva.
In seguito mai, mai avrebbe voluto conoscerlo se ciò avesse significato vedere Lùthien nel suo abbraccio e amata dagli occhi, dalle mani e dalla voce di un Uomo.
Il gemito che gli squassò la gola e proruppe dalle labbra fu stridere di metallo, froge laviche eruttanti astiose macchinazioni. Lùthien, persa negli occhi, nella voce e nella mani di Beren, aveva mani e voci e occhi per lui solo e non se ne avvide: il cuore aveva in pace, gli orecchi sordi.
La musica fuggì allora la mente di Daeron, le dita inerti, intirizzite dal dolore più non composero, dalla bocca stillavano lacrime. Parlava ora unicamente con parole e a Thingol svelò il segreto di Lùthien e quando lei lo raggiunse, al dipartirsi di Beren, e gli chiese di cantare e lo scongiurò: Daeron, Sapiente tra gli Elfi, Menestrello mio amico, canta, oh te ne prego, canta per me!, lui le negò ogni appiglio di speranza e muto divenne, inasprito dalla meschina soddisfazione per all’allontanarsi dell’Uomo.
Si beò del silenzio del Doriath come assetato che si pasce del rivo, pur senza esserne mai sazio. Anzi, più guardava a Lùthien che peregrinava grigia nei boschi, più ardeva di cattiveria e dolore e malediceva l’Uomo e sperava che più non tornasse, perché Lùthien fosse ancor più grigia, ancor più peregrina e più cupo il Regno di Thingol.
Allo stesso tempo, però, rimpiangeva di lei fulgore e voce. E quasi cedette, osservandola avvicinarsi, svelta e affettata, disperata, viva, straziante e straziata, sennonché Lùthien non gli chiese, né lo pregò di cantare, bensì di celarla allo sguardo di Thingol e di Doriath tutta: il solo nome di Beren le batteva nel cuore ed lo serrava il suo solo destino nelle cupa voragine di Sauron, nei pressi degli Ered Wethrin e gli altopiani di Taur-nu-Fuin.
Di nuovo, dunque, non il canto salì alle labbra di Daeron e non stelle ebbe sulle dita, ma parole intrise di veleno e sangue dove la pelle s’era scorticata nel portar via le scale verso  agli alti fusti di Hirilorn, dove Thingol l’aveva rinchiusa.
Bramandola e odiandola, disprezzandola e amandola insieme, Daeron sostò ai piedi d’Hirilorn fino a che Lùthien, avvolta e ascosa del manto nero dei capelli, non scomparve. La tenebra abbandonò allora il cuore di Daeron e Daeron abbandonò Doriath, non però il nome di Lùthien. Obnubilato, vagò ed errò in deliquio e più cercava Lùthien, più la perdeva e se ne allontanava ed il vento portava via il suo canto.
Le Aule di Mandos ancora sussurrano il nome della figlia di Thingol e di Melian, giacché Daeron mai seppe della duplice morte di lei e ancora l’attende, sì, e aspetta la sua voce che come vento di primavera ed ali d’Usignolo ancora una volta gli si accosti e dica: Daeron, sapiente tra gli Elfi, Menestrello mio amico, canta, oh te ne prego, canta per me!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: LaMicheCoria