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Autore: Kyuri_Zaoldyeck    12/01/2015    2 recensioni
Era come un film, la sua realtà, perchè non esiste trama migliore di una storia d’amore tra un Dio immortale e una comune umana.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiyori Iki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hiyori saltellava allegramente da un tetto ad un altro, con la sua coda che si dimenava al soffiare del vento, e il suo corpo lasciato chissà dove.

Si sentiva leggera, come se ad un tratto potesse saltare e levarsi in cielo, anche se in teoria era una specie di gatto, non un uccello.
Nonostante tutti avessero iniziato ad accusarla di attacchi di sonno frequenti, lei amava quella sua vita così diversa. Non aveva ancora imparato come staccarsi volontariamente, ma attendeva sempre con ansia quel momento.

Immaginava di saltar fuori dal proprio involucro, costretto a vivere nel crudele mondo e nella società, e di vivere in un’altra realtà, al di sopra di tutto, e dove ogni cosa le passava davanti senza farle un graffio.

Saltellava felice eseguendo qualche acrobazia, felice di sentire il vento fra i suoi capelli e la luce del sole nei suoi occhi.

Saltellava tenendo teso il naso verso l’aria, cercando l’unico profumo che amava, quel profumo dolce e inequivocabile, il suo preferito.

Era il suo modo per raggiungere i suoi amici più cari, e il suo vero amore, il proprietario di quel dolce profumo.

Si voltò un attimo verso il sole, colorato di un fiammeggiante arancio, che aveva contagiato anche le nuvole e il cielo intorno a lui. Il tramonto, lo aveva visto molte volte, da molti posti, era un’altra meraviglia che poteva assaporare per bene solo nella sua realtà.

Saltellava pensando a lui, a quel momento in cui lo avrebbe raggiunto e salutato con un gran sorriso, e lui la avrebbe stritolata in un abbraccio amichevole. Stare con loro non era  parte della sua vita “terrena”, era parte della sua realtà. Pensava a quel Dio scapestrato che l’aveva salvata da un tir quel giorno, in quel modo così semplice, pensava ai suoi tanti sogni notturni, nei quali aveva immaginato di uscire dal suo inutile corpo e teletrasportarsi in un oceano, un grande oceano dai colori brillanti e azzurri, tanto accesi da accecare chiunque, eppure da assaporare nella sua grande profondità. Era l’oceano che lei vedeva negli occhi di quel suo Dio.

Eppure le si sovrapponeva il pensiero di quel’amore impossibile, che le ragazze della sua età tanto adorano e bramano.
Era come un film, la sua vita. Sapeva che lei sarebbe invecchiata giorno per giorno, lui no, il suo Dio sarebbe rimasto lo stesso, e talvolta lei si chiedeva da quanto tempo lui era già così.

Saltellava, ora con fare malinconico, si portò una mano al viso, potendoselo immaginare colmo di rughe, e scorse la mano sui suoi capelli, potendoli immaginare grigiastri e consumati. Dentro la sua mente si sentiva ogni giorno più vicina alla morte e più lontana dal suo Dio.

Era come un film, la sua realtà, perchè non esiste trama migliore di una storia d’amore tra un Dio immortale e una comune umana.
E sorrise, ricordando bene un film dai tratti molto simili, anche se alla fine lei riesce a diventare come lui, e a vivere per sempre felice e contenta.

Ma Hiyori come poteva diventare una dea se aveva oltrepassato già metà del percorso opposto?

Forse non era un film, la sua vita, o lo era, ma senza un lieto fine, ciò che nessuno vorrebbe mai vedere in un film, che però esiste, nella vita. Hiyori pensava che un film dovesse avvicinare alla vita e lasciar spazio al pensiero e ai sentimenti, non riempire il pubblico di false illusioni, la vita non ha un lieto fine, non sempre.

Si fermò di scatto, davanti ad un tempio abbandonato dalle travi visibilmente pericolanti.

Sorrise, solo lì poteva essersi stabilito temporaneamente quel poveraccio del suo Dio, e Hiyori aveva tutte le intenzioni di invitarlo a stare da lei, nella camera del fratello, assieme alla sua Sacra Reliquia, così non si sarebbero mai separati.

Eppure sorrideva in continuazione, cercando di fermare quella malsana paura che le era sorta dentro, non la paura di morire, no … la paura del tempo che scorre, che avrebbe fermato l’amore tra lei e il suo Dio.
Un giorno il divario tra i sue sarebbe diventato enorme … era la paura di essere abbandonata un giorno.
Se solo quel Dio potesse fermare il tempo anche per lei …

Era un film, la sua vita, e come tutti i film, non sono eterni, ci lasciano il tempo di pensare, di crearci nostre emozioni e opinioni, eppure giungono ad una fine, e come tutti i film, non si ha idea di quale sia la fine, bella o brutta, fino all’ultimo istante.

E così pensò Hiyori, doveva stare accanto a Yato, godendosi ogni attimo del loro splendido film, nel bene e nel male, un film appena iniziato, un film ricco di emozioni, fino alla comparsa della parola “Fine”.
   
 
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