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Autore: satakyoya    13/01/2015    0 recensioni
Ebe, una ragazza angelo, e Pan, un ragazzo demone. Lei del PARADISO e lui dell'INFERNO.
Dei pretendenti per i due protagonisti. Pretendenti non desiderati ma costretti a dimostrare il loro amore davanti a tutti e tutto.
due destini che si uniscono, una maledizione che rischia di dividerli. uno scontro che cercherà di unire i due mondi.
Ce la faranno nella loro impresa??? E poi, riusciranno a vivere insieme o saranno condannati a restare divisi da una forza superiore?? Chi sarà questa forza superiore?
Lo scoprirete solo leggendolo e se vi piace recensite!!
Genere: Romantico, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
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Guardai l’orologio. Segnalava le 5 di sera e fuori c’era già buio. Parlai con Pan e mi disse che era ora di andare a casa mia a parlare con i miei genitori. Gli dissi che avrebbe dovuto aspettare un attimo fuori dalla porta e lui mi disse di sì. Entrai in casa e vidi mia madre. Era alta, capelli neri e occhi verdi. Si stava preparando una tazza di caffè dalla macchinetta. Iniziai a parlare con lei.
“Mamma, avrei una cosa da chiederti.”
 “Dimmi. Ti ascolto.” Si sedette sulla sedia davanti alla mia e appoggiò la tazza sul tavolo rettangolare. In famiglia eravamo in quattro. La mia sorellina fa l’asilo e per fortuna in quel momento non c’era.
“Mi sono innamorata di un ragazzo. È carino.”
“Temevo sarebbe successo…” mi disse con espressione molto triste.
“Perché fai quella faccia? Comunque io sono qui per presentartelo.”
 “Fallo entrare allora!” mi diressi verso la porta e invitai Pan ad entrare. Entrammo insieme. Gli indicai dov’era la cucina, poi dissi a mia madre:
“Mamma, questo è Pan. Pan, questa è mia madre.” Lui si sedette a tra me e mia madre.
“Mamma, io e Pan vorremmo chiederti una cosa di grande importanza. Vorremmo sapere tutta la storia della mia vita, perché non vi assomigli? Sia fisicamente che caratterialmente?.”
 “Sapevo che presto te ne saresti accorta ed ora sei abbastanza grande per sapere. Bene allora inizio. Tu sei nata il 5 febbraio di 16 anni fa. In realtà non ti ho partorito io ma accadde questo. Il 5 febbraio di 16 anni fa, era sera, sentii bussare alla porta. Andai ad aprire, ma non trovai nessuno se non un cesto con una bambina appena nata nascosta dentro e ben coperta. La portai dentro e la crebbi come se fosse mia figlia. Tu eri felice e noi ti accontentavamo in tutto. C’è una leggenda che parla di due persone con i vostri nomi. Questa leggenda narra di due mondi completamente divisi: PARADISO e INFERNO. I due regnanti erano fratelli. Si narra che nel regno del paradiso nacquero due gemelli, un maschio e una femmina. Il re e la regina del regno degli inferi. Non riuscirono mai ad avere figli. Una notte, per rabbia si pensa, il re del regno degli inferi rapì il maschio e lo crebbe come se fosse suo. Loro due crebbero bene anche se divisi. Il maschio si chiamava Pan e la femmina Ebe. La femmina a due mesi venne adottata da una famiglia di umani. Il bimbo all’età di 16 anni venne mandato sulla Terra. Si dice che loro siano destinati a stare insieme, in un qualche modo. Quando il re degli inferi rapì il bimbo, con il potere conferitogli dall'oscurità, lanciò una maledizione in cui a diciassette anni la bambina vivrebbe con una mutazione. Non si è però tramandato il modo in cui la maledizione possa essere sciolta. La leggenda finisce così.”
“Quel bambino sono io. La mia vita è proprio come viene descritta nella leggenda.”
“Ma allora la leggenda è vera! Ma se tu sei il bambino, la bimba… sei tu. E la famiglia… siamo noi.”
“Aspetta. Secondo ciò che hai detto noi siamo destinati a stare insieme. Lei, signora, mi consente di fidanzarmi con sua figlia? Io la amo moltissimo.” disse lui.
“E tu, Ebe, vorresti fidanzarti con me?” continuò lui dopo averci guardate attentamente.
“Accetto!” gli dissi io. Poi ripresi: “a condizione che non mi stai troppo attaccato e che mi starai sempre vicino nel momento del bisogno.”
“Ok. Come desideri.” rispose lui con espressione molto felice.
“Grazie mille, mamma.” Dissi io.
Ci avviammo insieme alla porta e nello stesso momento entrò mio padre, poi richiusi la porta alle mie spalle e mi appoggia contro di essa verso Pan.
“Allora ci vediamo domani a scuola, Amore mio.” Mi disse.
Mi guardò dritta negli occhi e mi baciò per la prima volta sulla bocca. Subito non riuscii a spingerlo via, poi appena si staccò da me. Lo allontanai con tutta la forza che avevo. Lui uscii dal cancello e mi salutò di nuovo.
   
 
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