Fumetti/Cartoni americani > Spider Man
Segui la storia  |       
Autore: Maiko    13/01/2015    4 recensioni
Che c'è che non va in me? Continuo a fare questi sogni. E per qualche ragione tutti riguardano Sam. Devo essere malato o qualcosa del genere.
[Ultimate Spiderman - SpideyXNova]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Peter Parker, Sam Alexander
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NdMaiko: come promesso, ecco l'ultimo capitolo! L'ho pubblicato a distanza di pochi giorni dall'altro per farmi perdonare delle lunghe assenze che avete dovuto subire da parte mia. È un po' lunghetto, ma nel giro di qualche ora sono riuscita a ricopiarlo tutto al computer e ad editarlo.
Lascio i commenti finali per dopo il capitolo e vi lascio alla lettura, senza rubarvi ancora altro tempo!

Disclaimerla storia non mi appartiene. E' la traduzione di "Dreaming di OkiKitty su Fanfiction.Net.
http://www.fanfiction.net/s/9093596/1/Dreaming



6. Nightmare and Confession
 
- Peter POV –
 
“ ‘Ehi Sam, ho sentito tu e Danny-‘…No…‘Ho accidentalmente sentito la tua-‘...No, neanche questo va bene…”
Al momento stavo camminando sul soffitto cercando di pensare a cosa avrei dovuto dire a Sam appena fosse tornato. A volte farlo mi aiutava a pensare, anche se in quella circostanza non funzionava più di tanto.
Dannazione. Scoprire che Sam provava qualcosa per me non aveva per nulla calmato la mia ansia, anzi, l’aveva peggiorata. Ora non solo dovevo confessargli che mi piaceva, ma dovevo anche ammettere di aver origliato la sua telefonata. E sicuramente questo lo avrebbe fatto incazzare. Probabilmente sarebbe rientrato a momenti.
Lanciai un’occhiata all’orologio e scoprii, con mia sorpresa, che era stato fuori per 45 minuti. E prima che qualcuno lo chieda: sì, so leggere l’orologio a testa in giù.
Chiamatemi paranoico, ma quando qualcuno resta fuori per molto più tempo di quanto ha detto, tendo a pensare che sia nei guai. Raggiunsi il cassetto più nascosto dell’armadio e tirai fuori il mio costume da Spiderman. Mi cambiai velocemente con l’uniforme rossa-blu, borbottando preoccupato tra me e me nell’aprire la finestra della mia camera da letto.
“Stasera è un totale incubo.” Sospirai scuotendo la testa e lanciai una ragnatela, gettandomi dal davanzale.
 
- Sam POV –
 
Com’ero finito in quella situazione?
Al momento ero imbavagliato e legato, e non avevo modo di chiedere aiuto. Il Green Goblin mi stava tenendo d’occhio per essere certo che non provassi a scappare, quindi usare i miei poteri per liberarmi era fuori discussione. Beh, a meno che non avessi voglia di rivelare la mia identità segreta, cosa di cui non avevo intenzione, quindi ero bloccato lì.
Come faceva Goblin ad essere così sicuro che Spidey sarebbe arrivato, comunque? Cercai di dar voce alla mia domanda, ma il bavaglio mi impedì di parlare chiaramente.
Dovette avermi capito lo stesso, perché mi rispose.
“Spiderman frequenta questa scuola, giusto? E tu sei uno degli studenti, corretto? Potrebbe riconoscerti e, pertanto, fare tutto ciò in sui potere per aiutarti. Patetico, davvero. E per quanto riguarda il fatto che arriverà, chiamala intuizione.”
Beh, aveva scelto la persona sbagliata da rapire, allora. Peter e io non eravamo esattamente amici. Finivamo per azzuffarci spesso, e ultimamente mi stava anche evitando, oltre al fatto che lo avevo trattato male prima di uscire di casa. Non sarei rimasto sorpreso se non si fosse per nulla preoccupato di venirmi a cercare.
Aspettate un attimo, che stavo dicendo? Era di Peter che stavo parlando! Quello che avrebbe aiutato anche Flash Thompson se fosse stato necessario. Un momento, l’aveva già fatto. Diamine, aveva tentato di Salvare Norman Osborne da se stesso! Sfortunatamente non aveva funzionato, ma penso di essermi spiegato.
Ero così perso nei miei pensieri che non avevo notato i rumori del combattimento fino ad ora.
Il Green Goblin si schiantò contro il muro di fianco a me facendo volare dei detriti. Dal cespuglio in cui mi trovavo lo sentii parlare con qualcuno che riconobbi immediatamente dalla voce. Spiderman era arrivato veramente. Sembrava star discutendo di qualcosa col Goblin, ma non stavo prestando molto ascolto alla conversazione.
Ancora una volta lottai per liberarmi, ma le corde erano molto resistenti ed era praticamente impossibile spezzarle senza usare i miei poteri. Stavano iniziando a ferirmi dolorosamente la pelle, così smisi di dimenarmi. Più o meno in quel momento sentii qualcuno avvolgermi la sua grande mano attorno e sollevarmi dal mio nascondiglio. Tre opzioni su chi fosse, e le prime due non contano.
Il Green Goblin ghignò verso uno Spiderman che stava assolutamente immobile.
“So che hai un punto debole per i civili, e grazie all’aggiornamento che ho fatto ai miei guanti ora posso generare abbastanza elettricità che nemmeno io sarei sicuro di sopravvivere. È una fortuna che io non sia sulla linea di tiro, vero?”
 
- Peter POV –
 
Ricordate quando ho detto che quella sera era un totale incubo?
Odio l’ironia. La odio davvero.
Da quando avevo scagliato il Green Goblin contro il muro avevo vissuto il più grande caso di déjà-vu in assoluto. Quando aveva tirato fuori Sam avevo capito che era quasi esattamente come nel mio incubo, quello in cui alla fine lui veniva folgorato a morte. La scoperta mi riempì lo stomaco di terrore e sperai oltre l’immaginabile che non finisse allo stesso modo.
Istintivamente mi lanciai verso di lui. Il mio unico pensiero era tirar via Sam dalle sue grinfie ad ogni costo.
“Ah-ah-ah, Spiderman,” mi derise, ed io mi maledissi ricordando cosa sarebbe successo dopo. Delle spesse corde mi si avvolsero attorno mentre lui rideva della mia difficile situazione.
“Ora che ho la tua completa attenzione, ho una proposta per te.”
Il Goblin strinse la presa su Sam, e fu allora che notai alcune differenze con il mio incubo: le corde che stringevano Sam erano più sottili e ce n’erano di più; parevano ferirgli la pelle in più punti a seconda di quanto si muovesse, e per questo, ovviamente, stava sanguinando. Aveva inoltre un bavaglio a coprirgli la bocca in modo tale da non poter parlare. La sua sola vista mi fece lottare ancora di più contro le funi. Goblin l’avrebbe pagata per questo.
Quasi non sentii quando disse: “Unisciti a me, ed io lascerò andare questo rifiuto spaziale. Rifiuta e, beh…”
Le urla di Sam giunsero ovattate quando l’elettricità saettò in tutto il suo corpo. Le corde che lo stringevano si consumarono e ruppero in alcuni punti.
“Fermo! Fermati!” gridai con una punta di disperazione nella voce.
Sam si accasciò non appena la corrente cessò, e le corde caddero. Mi guardò, esausto. Lo straccio usato per imbavagliarlo si era allentato abbastanza da permettergli di parlare: pendeva attorno al suo collo, mentre le corde bruciate gli coprivano braccia e gambe. Alcune sembravano insanguinate.
Goblin ghignò maligno, “Ah, quindi lo conosci. Beh, questo era solo un assaggio, quindi scegli saggiamente.”
Mi dimenai freneticamente per liberarmi, ma le funi erano troppo resistenti. A quel punto sembrava esserci un’unica possibilità per Sam di uscire di lì vivo. Aprii la bocca per accettare le condizioni del Goblin, ma venni improvvisamente zittito.
“Non farlo, Spiderman!” disse Sam stancamente, usando tutta la forza che aveva.
“Silenzio!” ringhiò Goblin scuotendolo con enfasi.
Fu in quel momento che realizzai, con mio orrore, che Sam non sarebbe sopravvissuto. Indipendentemente da cosa avessi scelto. Osborne non aveva compassione, solo brama di potere. Sicuramente non avrebbe avuto pietà di un ragazzino qualunque.
“Scusa, Goblin,” dissi, “Ma so che se accettassi, a molte altre persone verrebbe fatto del male. Per questo mi trovo a dover rifiutare.”
Goblin ringhiò con astio, “Allora la morte di questo ragazzo sarà sulla tua coscienza.”
Sam urlò non appena l’elettricità fluì attraverso il suo corpo, facendolo contorcere dal dolore. Guardai con orrore come si dimenava disperatamente tentando di liberarsi dalla morsa del Goblin. Gridai implorandolo di fermarsi, ma le mie suppliche incontrarono orecchie sorde, e lui continuò a folgorarlo.
Finalmente sentii le corde che mi stringevano allentarsi. Stavo per prendere il Goblin a calci in culo, ma scoprii che Sam lo aveva già fatto per me. Era riuscito a liberare un braccio dalla presa e l’aveva usato per afferrare quello del Goblin. L’elettricità passò da Sam a lui, facendolo gridare di dolore. Dopo quella che mi sembrò un’eternità, ma che probabilmente fu questione di pochi secondi, il Goblin lo lasciò andare e cadde all’indietro privo di conoscenza.
Corsi velocemente da Sam, che giaceva immobile sul suolo duro. I suoi vestiti erano in parte carbonizzati e odoravano di bruciato. Sembrava sereno, come se fosse semplicemente addormentato. Afferrai freneticamente il suo polso e cercai disperatamente il battito.
Non riuscii a trovarlo.
“No…Dio, no! SAM!”
Volevo scuoterlo, dirgli di darci un taglio perché non era divertente. Ma allo stesso tempo avevo paura di toccarlo, come se fosse qualcosa di incredibilmente fragile che potesse rompersi al solo sfiorarlo. Alla fine mi tolsi semplicemente la maschera e lo strinsi a me, gli occhi chiusi e l’orecchio contro il suo petto silenzioso.
Tu-tump, tu-tump, tu-tump.
Spalancai gli occhi e alzai lo sguardo su Sam. Avevo appena sentito il suo cuore?
Era ancora privo di sensi, ma dopo aver controllato più da vicino mi accorsi che il suo petto si stava alzando ed abbassando velocemente. Stava respirando! A fatica, ma lo stava facendo. Era vivo ed aveva bisogno di assistenza medica.
Lo misi delicatamente giù e mi girai verso il mio comunicatore (che avevo indossato per semplice abitudine). Sullo schermo comparve la faccia di irritata di Fury.
“Farai meglio ad avere una buona ragione per chiamarci all’una di notte, Parker.”
“Vediamo,” dissi alzando gli occhi al cielo, “Che ne dici di un mio compagno appena folgorato dal Green Goblin davanti alla Midtown High e bisognoso di assistenza medica? Ti sembra una scusa abbastanza buona? Se non lo fosse, posso sempre aggiungere che Goblin è ancora qui svenuto.”
“Mando una squadra a prelevarvi,” disse con tono di voce autoritario, “Non muoverti, saremo lì presto.” La comunicazione di chiuse ed io tornai a dare attenzione a Sam. Feci scivolare le dita tra i sui capelli mentre lui si sforzava di respirare. A guardarlo mi si formò un nodo in gola. Era vivo, certo. La domanda era: lo sarebbe restato?
 
- Sam POV –
 
Mi sentivo dolorante. Questa fu la prima cosa di cui fui consapevole.
Il mio intero corpo era rigido, come se avessi dormito in un letto molto scomodo per tutta la notte. In realtà credo di averlo fatto. Ero sdraiato su un materasso di qualche tipo, ben lungi dall’essere comodo come quello del letto mio e di Peter. Avevo ancora gli occhi chiusi e trovai tremendamente difficile aprirli.
Dopo averlo fatto incontrai una luce accecante. Cercai di sollevare il braccio per bloccarla, solo per scoprire che era attaccato ad una flebo. Quando mi abituai a quel chiarore, osservai i vari macchinari ed equipaggiamenti medici, e per un momento ebbi la voglia infantile di strattonare i cavi del monitor che segnalava il cuore per vedere quanto ci avrebbero messo per notare che non avevo più battito. Soppressi l’impulso e continuai a guardarmi attorno.
A parte la strumentazione medica, ero circondato da teli bianchi e giacevo su un letto a dir poco scomodo. Non mi ci volle una scienza per capire di essere in un ospedale. Tesi le orecchie per sentire oltre i bip dei macchinari ed udii delle voci aldilà delle tende.
“…Promettiamo di avvertirti se ci sono cambiamenti. Ora vai a casa e riposati.”
Riconobbi la voce di Ava. Se ne aggiunse un’altra che sembrò essere quella di Danny.
“Andiamo, Peter,” disse in tono dolce, “Ti porto a casa.”
Ci fu il suono dei passi che si allontanavano, poi la tenda in fondo al letto fu spostata nel momento in cui Ava e Luke entrarono. Non appena mi videro seduto sul letto a guardarli, spalancarono gli occhi.
“Oh mio Dio, Sam. Sei sveglio!” disse Ava sottolineando l’ovvio.
“Come ti senti?” aggiunse Luke avvicinando una sedia al materasso.
“Sinceramente, sono un po’ confuso,” risposi. Mi ronzavano in testa un milione di domande, ma decisi di iniziare con la più semplice, “Esattamente, dove sono e come ci sono arrivato?”
“Sei nel laboratorio medico dello S.H.I.E.L.D.,” spiegò Ava, “Da quello che ci ha detto Peter tu e lui avete combattuto contro il Green Goblin, sei stato folgorato ed hai perso i sensi. Peter ha chiamato Fury e sono venuti a prendervi. Eri messo piuttosto male, non eravamo sicuri che avresti superatoi la prima notte.”
“Sei stato via per tre giorni,” la interruppe Luke, “Siamo riusciti a convincere la signora Parker che stavi a casa di un amico.”
Beh, questo rispondeva ad un po’ di domande. “Okay, e riguardo a Peter? Perché l’avete spedito a casa? Sta bene?”
Si scambiarono un’occhiata. Questa volta fu Luke a prendere parola.
“Era piuttosto demoralizzato dopo averti visto ferito. Siamo riusciti a farlo andare a casa abbastanza frequentemente da non far preoccupare la signora Parker, ma abbiamo praticamente dovuto trascinarlo a scuola. Cerca di comportarsi normalmente, ma è ovvio che è preoccupato. Quando non è a casa o a scuola, è qui.”
“Sta dormendo sempre meno,” continuò Ava, “L’altra notte si è svegliato urlando, ma non ci ha voluto dire cosa fosse.”
Ora ero anche più confuso. Peter si stava comportando in modo molto strano con me, ed io intendevo scoprire perché.
“Non potete riportarlo qui?”
“Siamo finalmente riusciti a convincerlo a riposarsi un po’ e tu vuoi farlo tornare?!” disse Ava, incredula, “Ascolta, i dottori hanno detto che una volta che ti fossi svegliato avrebbero eseguito qualche test, controllato i tuoi segni vitali e tutto il resto. Se stai abbastanza bene potrai tornare a casa domani a mezzogiorno. Vedrai Peter quando torna da scuola.”
“D’accordo,“ dissi strofinandomi le mani, “Facciamo questi test.”
 
- Peter POV –
 
“Cosa vuol dire che non è qui?!”
Ero andato a trovare Sam all’ospedale, cosa per me divenuta normale, solo per farmi fermare dalla dottoressa e sentirmi dire che non era lì.
“È stato dimesso attorno alle 12:30,” spiegò, “Lo abbiamo istruito per bene ed ha precisi ordini da seguire per le prossime due settimane. Per favore, assicurati che faccia come gli abbiamo detto.”
Si avviò lungo il corridoio ed io rimasi lì in piedi, assolutamente interdetto. Non sapevo nemmeno che Sam si fosse svegliato. Aspettate un attimo, significava che era a casa? Avrei fatto meglio ad andare a controllare.
 
Varcai la porta d’ingresso e vidi Ava e Luke intenti a guardare lo sport alla TV. Beh, Luke guardava mentre Ava aveva il naso in un libro.
“Voi due sapevate che Sam si è svegliato?” chiesi in tono accusatorio.
Ava alzò la testa dal volume, “Oh, giusto. Peter: ieri Sam si è svegliato.”
Luke sbuffò ed io li guardai furiosamente, per poi chiedere a denti stretti: “Sapete dov’è?”
Indicarono il soffitto e mi diressi su per le scale.
Una volta entrato in camera trovai Sam sul letto che ascoltava il suo iPod. Alzò lo sguardo su di me e spense la musica.
“Ehi, Ragno,” disse, “Possiamo parlare?”
Non risposi, me ne stetti semplicemente lì in piedi a fissarlo.
Lui sbatté le palpebre, confuso, e si alzò dal letto.
“Uh, Peter? Sto parlando con t-“
Si interruppe immediatamente non appena attraversai la stanza per avvolgergli con presa stretta le braccia attorno al corpo, nascondendo il viso contro la sua spalla. “Stai bene?”
“Cosa?” disse, stupito, “Oh, uh sì. Sono un po’ dolorante, ma starò meglio. Tu stai bene?”
Allentai la presa su di lui e sollevai il viso per guardarlo. Distolse da me i suoi occhi verdi è guardò il muro dall’altra parte, le sue guance erano tinte di rosso. Quando arrossiva era adorabile, e mi segnai mentalmente di dirglielo. Ma per prima cosa dovevo confessargli di aver origliato la sua conversazione telefonica.
“Ti ho sentito parlare con Danny,” dissi, lasciandomi ricadere le braccia lungo i fianchi.
Sam parve confuso per un istante, prima di spalancare gli occhi e realizzare ciò che intendevo. Arrossì ancora di più e la sua espressione si trasformò in una di completo imbarazzo.
“Aspetta, vuoi dire-! Q-quanto hai sentito?!”
“Abbastanza,” risposi, “Per quanto tempo hai detto di aver avuto una cotta per me?”
“A-avevo intenzione di dirtelo,” farfugliò osservandosi i piedi, “Solo…non sapevo come.”
“Nemmeno io.”
Alzò lo sguardo, confuso. Aprì leggermente la bocca per dire qualcosa, ma lo interruppi premendo le labbra sulle sue. Lo sentii emettere un piccolo gemito di sorpresa, ma alla fine si rilassò e rispose al bacio. E accidenti, era fantastico. Era delicato e dolce, ma allo stesso tempo diceva tante cose che non potevano essere espresse a parole. Sfortunatamente, quel momento non poteva durare in eterno e fummo costretti a staccarci.
“Wow,” sussurrò Sam, lievemente senza fiato, “Dimmi cosa provi veramente.”
“Okay,” dissi dolcemente, avvicinandomi al suo orecchio, “Ti amo, Sam Alexander.”
Arrossì ed io aggiunsi: “E sei adorabile quando arrossisci.”
Lui sorrise, prima di spostare l’attenzione sulla porta, urlando: “PIANTATELA DI SPIARCI!”
Seguii il suo sguardo e vidi tre facce sbirciare nella camera, due del tutto scioccate e la terza che sorrideva ed alzava i pollici. Avevo un sacco di spiegazioni da dare, sembrava, ma al momento mi sentivo completamente esausto. Non avevo dormito per nulla bene negli ultimi quattro giorni, e stavo cominciando a sentirne gli effetti.
“Ehi, Testa di Secchio,” sbadigliai, “Penso che schiaccerò un pisolino prima di cena. Non dormo bene da…uh, non so quanto.”
Mi lasciai cadere sul letto ed abbracciai il mio cuscino.
Mentre mi abbandonavo al sonno sentii una mano scorrere tra i miei capelli ed una voce dolce sussurrare:
“Sogni d’Oro, Testa di Ragno.”



NdMaiko: eccomi qui con le note finali sulla storia! In primo luogo volevo ringraziare Mylifemyfandom, Sabaku no Konan Inuzuka, Cam Dragonis22, sara98kuki e LollipopPrincessBue19  per avermi lasciato le loro bellissime recensioni ed i loro pareri  ❤ Inoltre ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite, le seguite e le ricordate, e chi semplicemente ha letto arrivando fin qui!
Per me è stata una bella esperienza (la prima storia che abbia tradotto, e quasi due anni fa, accidenti!) e sicuramente all'autrice farà molto piacere sapere che la sua storia è stata così seguita!
Un'ultima nota, prima di concludere qui: tempo fa, l'ultima volta che la sentii, OkiKitty mi disse di star lavorando ad un epilogo per la sua fanfiction, anche se non sapeva con esattezza quando lo avrebbe pubblicato. Per ora la storia si conclude qui, esattamente come in lingua originale, ma vi lascio nel dubbio di un possibile ultimo capitolo -che, sinceramente, spero di leggere.
Vi ringrazio ancora immensamente per aver letto, seguito e recensito questa storia, che, lo devo ammettere, in parte sento un po' mia (credo sia dovuto a tutto il tempo che ho passato dietro alla traduzione, con il quaderno e la penna sempre a portata di mano.) e sono felice di averla potuta far conoscere anche a voi!
Detto questo, per ora concludo qui Dreaming, sperando in futuro di poterci ancora avere a che fare, e vi auguro una buona serata!
Grazie per aver letto ❤

Maiko.






 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Spider Man / Vai alla pagina dell'autore: Maiko